11 luglio 1971

Questo, per la vita spirituale della Chiesa ed anche per il costume ormai comune della vacanza, è un periodo di transizione.

Sarebbe bene impiegato questo periodo se fosse dedicato all'ascoltazione.

All'ascoltazione delle voci, che il frastuono delle consuete occupazioni impedisce di intendere, e che il rumore dei cosiddetti « mass-media » e l'ipnosi delle frivole canzoni di moda difficilmente ci lasciano percepire.

Siamo esteriorizzati e impoveriti di parola interiore dall'assordante chiasso circostante.

Se ci è dato di godere d'un po' di silenzio estivo, procuriamo di ascoltare innanzitutto la voce della natura, che la nostra vita artificiale ha resa quasi incomprensibile.

Il cosmo - cielo, terra, vita e fenomeni della natura -, parla a chi lo sa ascoltare un linguaggio, che solo il silenzio percepisce, e che, all'apparenza facile e comprensibile ai sensi, si presenta poi pieno di segreti, misterioso, quasi pauroso: « Il silenzio eterno degli spazi infiniti mi spaventa » dice una sentenza di un celebre pensatore ( Pascal, 187 ).

Ma per chi ascolta bene, un linguaggio metafisico, religioso anzi, subito suggerisce: « I cieli narrano la gloria di Dio » ( Sal 19,2 ); e così le altre scene del mondo che esiste, e che da sé denuncia di non avere in se stesso la propria ragione d'esistere.

Ritorniamo un po' contemplatori e ammiratori del mondo creato, e traiamo da questa prima ascoltazione l'avvio alla poesia della preghiera.

Poi vi è un'altra ascoltazione che ci invita, ed è quella della Parola di Dio, della S. Scrittura, del Vangelo, che forse crediamo già di conoscere, e che invece ci aspetta a più serio e metodico dialogo.

Altra sentenza da ricordare per noi cristiani specialmente: « L'ignoranza delle Scritture ( sacre ) è ignoranza di Cristo » ( S. Girolamo, in Is. Prob; PL 24, 17).

Non sarebbero certe ore tranquille delle vacanze da dedicare a questa ascoltazione?

E vi è una terza voce che merita d'essere ascoltata più che di solito non facciamo, quella della coscienza, rimasta per molti l'unica maestra della loro condotta.

Ma è poi davvero ascoltata?

Ed è maestra illuminata, o miope e cieca?

Anche essa deve ascoltare la Parola interiore della verità!

Vedete quale sinfonia di voci attende la nostra attenzione!

Vi auguriamo tempo e talento per bene ascoltare.

E che Maria, l'ascoltatrice per eccellenza ( Lc 1,29; Lc 2,19; Lc 2,51; Lc 11,28 ), ci insegni quest'arte superiore dello spirito.