5 settembre1971

Oggi festa a Castel Gandolfo.

La banda musicale ce ne ha dato lietamente l'avviso.

Un numero del programma della giornata ci riguarda personalmente: com'è costume di ogni anno, a Noi è riservato di ricevere e premiare i ragazzi e le ragazze delle scuole, che si sono distinti nello studio della religione.

Li incontreremo tra poco con i loro genitori e con i loro maestri e le loro maestre.

È un atto molto semplice, ma molto bello e molto significativo.

A Noi piace darvi valore di esempio e valore di simbolo.

Vorremmo poter estendere di tutta l'adolescenza, a tutta la gioventù, dappertutto, questo riconoscimento dell'importanza dello studio della religione, e del merito che la catechesi ha nella pedagogia non solo per la fanciullezza, ma per il popolo, in ogni età ed in ogni categoria sociale.

La scienza di Dio e della sua Parola è sempre la prima, non solo per il suo contenuto sublime e misterioso, ma altresì per l'incidenza che essa ha nella vita vissuta.

La verità religiosa, che ci viene da Cristo, custodita e spiegata dalla Chiesa, è la luce, è la forza, è la speranza della nostra esistenza.

Nulla vale a sostituirla.

La mancanza della fede spiega tanti malanni, tanti errori nella storia del mondo e nello svolgimento della nostra vita personale e associata.

Dobbiamo rivalutare nella nostra stima questo diritto-dovere allo studio della vera religione.

Diciamo vera, perché molti sostituiscono a questo studio altre conoscenze, pur degnissime, ma che per orientare la vita con chiarezza e con sicurezza verso i suoi supremi destini sono soltanto un preludio, ovvero un palliativo, un surrogato e spesso un inganno.

La vera religione è necessaria.

Necessaria nei suoi due momenti concorrenti: uno interiore, personale, profondo, espressione totale della coscienza, dono alla fine dello Spirito di grazia e di verità; e momento esteriore l'altro, insegnamento e accettazione della dottrina rivelata da Cristo e professata dal Magistero della sua Chiesa.

Così nasce il « Credo », e dal « Credo » la vita che non muore.

Perciò di gran cuore diciamo

« bravi » ai ragazzi e alle ragazze di qui e di tutto il mondo, che studiano bene la dottrina del Signore; e

« bravi » diciamo agli insegnanti e ai genitori, che hanno cura di promuovere lo studio diligente e vitale della religione.

Non possiamo dimenticare nella nostra preghiera le nuove condizioni di violenza nell'Irlanda del Nord, le quali hanno provocato l'uccisione anche di una piccola bambina di 17 mesi, e auspichiamo che questo sangue innocente valga ad impetrare da Dio una vera e giusta pacificazione degli animi.