Aeterna Dei sapientia

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Proemio

L'eterna sapienza di Dio che « si estende, con potenza, da un capo all'altro del mondo, e con bontà governa l'universo intero » ( Sap 8,1 ), sembra avere impresso con singolare splendore la sua immagine nello spirito di san Leone I, sommo pontefice.

Questi, infatti, « grandissimo tra i grandi »,2 come giustamente lo chiamò il Nostro predecessore Pio XII, di ven. mem., appare dotato in misura straordinaria di intrepida fortezza e di paterna bontà.

Per questo motivo Noi, chiamati dalla divina Provvidenza a sedere sulla cattedra di Pietro, che san Leone Magno tanto illustrò con la saggezza di governo, con la ricchezza di dottrina, con la sua magnanimità e con la sua inesauribile carità, sentiamo il dovere, venerabili fratelli, nella ricorrenza del XV centenario del suo beato transito, di rievocarne le virtù e i meriti immortali, certi, come siamo, che ciò contribuirà notevolmente al comune vantaggio delle anime e all'esaltazione della religione cattolica.

La grandezza, infatti, di questo pontefice non va legata principalmente al gesto di intrepido coraggio, con il quale egli, inerme, rivestito solo della maestà di sommo sacerdote, affrontò nel 452 il feroce Attila, re degli unni, sulle sponde del Mincio, e lo persuase a ritirarsi oltre il Danubio.

Questo fu indubbiamente un gesto nobilissimo, quanto mai degno della missione pacificatrice del pontificato romano; ma in realtà non rappresenta che un episodio e un indizio di una vita spesa tutta intera per il bene religioso e sociale non soltanto di Roma e dell'Italia, ma della chiesa universale.

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2 Sermo, 12 oct. 1952: AAS 44 ( 1952 ), p. 831