Ecclesiam suam |
110 Ma non possiamo staccare il Nostro sguardo dal panorama del mondo contemporaneo senza esprimere un voto lusinghiero: quello che il Nostro proposito di coltivare e perfezionare il Nostro dialogo con le varie e mutevoli facce, ch'esso presenta di sé, possa giovare alla causa della pace fra gli uomini;
come metodo, che cerca di regolare i rapporti umani nella nobile luce del linguaggio ragionevole e sincero;
e come contributo, di esperienza e di sapienza, che può in tutti ravvivare la considerazione dei valori supremi.
L'apertura d'un dialogo, come vuol essere il Nostro, disinteressato, obbiettivo, leale, decide per se stessa in favore d'una pace libera ed onesta; esclude infingimenti, rivalità, inganni e tradimenti; non può non denunciare, come delitto e come rovina, la guerra di aggressione, di conquista o di predominio; e non può non estendersi dalle relazioni al vertice delle nazioni a quelle del corpo delle nazioni stesse e alle basi sia sociali, che familiari e individuali, per diffondere in ogni istituzione ed in ogni spirito il senso, il gusto, il dovere della pace.
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