Dives in misericordia

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La misericordia di Dio nella missione della Chiesa

13 La Chiesa professa la misericordia di Dio e la proclama.

La Chiesa deve professare e proclamare la misericordia divina in tutta la verità, quale ci è tramandata dalla rivelazione.

Abbiamo cercato, nelle pagine precedenti del presente documento, di delineare almeno il profilo di questa verità che trova cosi ricca espressione in tutta la Sacra Scrittura e nella sacra tradizione.

Nella vita quotidiana della Chiesa la verità circa la misericordia di Dio, espressa nella Bibbia, risuona quale eco perenne attraverso numerose letture della sacra liturgia.

La percepisce l'autentico senso della fede del Popolo di Dio, come attestano varie espressioni della pietà personale e comunitaria.

Sarebbe certamente difficile elencarle e riassumerle tutte, poiché la maggior parte di esse è vivamente iscritta nell'intimo dei cuori e delle coscienze umane.

Se alcuni teologi affermano che la misericordia è il più grande fra gli attributi e le perfezioni di Dio, la Bibbia, la tradizione e tutta la vita di fede del Popolo di Dio ne forniscono peculiari testimonianze.

Non si tratta qui della perfezione dell'inscrutabile essenza di Dio nel mistero della divinità stessa, ma della perfezione e dell'attributo per cui l'uomo, nell'intima verità della sua esistenza, s'incontra particolarmente da vicino e particolarmente spesso con il Dio vivo.

Conformemente alle parole che Cristo rivolse a Filippo, ( Gv 14,9s ) « la visione del Padre » - visione di Dio mediante la fede - trova appunto nell'incontro con la sua misericordia un singolare momento di interiore semplicità e verità, simile a quella che riscontriamo nella parabola del figliol prodigo.

« Chi ha visto me, ha visto il Padre ». ( Gv 14,9s )

La Chiesa professa la misericordia di Dio, la Chiesa ne vive nella sua ampia esperienza di fede ed anche nel suo insegnamento, contemplando costantemente Cristo, concentrandosi in lui, sulla sua vita e sul suo Vangelo, sulla sua croce e risurrezione, sull'intero suo mistero.

Tutto ciò che forma la « visione » di Cristo nella viva fede e nell'insegnamento della Chiesa ci avvicina alla « visione del Padre » nella santità della sua misericordia.

La Chiesa sembra professare in modo particolare la misericordia di Dio e venerarla rivolgendosi al Cuore di Cristo.

Infatti, proprio l'accostarci a Cristo nel mistero del suo Cuore ci consente di soffermarci su questo punto - in un certo senso centrale e, nello stesso tempo, più accessibile sul piano umano - della rivelazione dell'amore misericordioso del Padre, che ha costituito il contenuto centrale della missione messianica del Figlio dell'Uomo.

La Chiesa vive una vita autentica, quando professa e proclama la misericordia - il più stupendo attributo del Creatore e del Redentore - e quando accosta gli uomini alle fonti della misericordia del Salvatore di cui essa è depositaria e dispensatrice.

Gran significato ha in questo ambito la costante meditazione della parola di Dio e, soprattutto, la partecipazione cosciente e matura all'Eucaristia e al sacramento della penitenza o riconciliazione.

L'Eucaristia ci avvicina sempre a quell'amore che è più potente della morte: « Ogni volta - infatti - che mangiamo di questo pane e beviamo di questo calice », non soltanto annunciamo la morte del Redentore, ma ne proclamiamo anche la risurrezione, « nell'attesa della sua venuta » nella gloria. ( 1 Cor 11,26 )114

Lo stesso rito eucaristico, celebrato in memoria di colui che nella sua missione messianica ci ha rivelato il Padre, per mezzo della parola e della croce, attesta quell'inesauribile amore in virtù del quale egli desidera sempre unirsi ed immedesimarsi con noi, andando incontro a tutti i cuori umani.

È il sacramento della penitenza o riconciliazione che appiana la strada ad ognuno, perfino quando è gravato di grandi colpe.

In questo sacramento ogni uomo può sperimentare in modo singolare la misericordia, cioè quell'amore che è più potente del peccato.

Se ne è parlato già nell'enciclica Redemptor hominis; converrà, tuttavia, tornare ancora una volta su questo tema fondamentale.

Appunto perché esiste il peccato nel mondo, che « Dio ha tanto amato … da dare il suo Figlio unigenito », ( Gv 3,16 ) Dio che « è amore » ( 1 Gv 4,8 ) non può rivelarsi altrimenti se non come misericordia.

Questa corrisponde non soltanto alla più profonda verità di quell'amore che è Dio, ma anche a tutta l'interiore verità dell'uomo e del mondo che è la sua patria temporanea.

La misericordia in se stessa, come perfezione di Dio infinito, è anche infinita.

Infinita quindi ed inesauribile è la prontezza del Padre nell'accogliere i figli prodighi che tornano alla sua casa.

Sono infinite la prontezza e la forza di perdono che scaturiscono continuamente dal mirabile valore del sacrificio del Figlio.

Nessun peccato umano prevale su questa forza e nemmeno la limita.

Da parte dell'uomo può limitarla soltanto la mancanza di buona volontà, la mancanza di prontezza nella conversione e nella penitenza, cioè il perdurare nell'ostinazione, contrastando la grazia e la verità, specie di fronte alla testimonianza della croce e della risurrezione di Cristo.

Pertanto, la Chiesa professa e proclama la conversione.

La conversione a Dio consiste sempre nello scoprire la sua misericordia, cioè quell'amore che è paziente e benigno ( 1 Cor 13,4 ) a misura del Creatore e Padre: l'amore, a cui « Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo », ( 2 Cor 1,3 ) è fedele fino alle estreme conseguenze nella storia dell'alleanza con l'uomo: fino alla croce, alla morte e risurrezione del Figlio.

La conversione a Dio è sempre frutto del « ritrovamento » di questo Padre che è ricco di misericordia.

L'autentica conoscenza del Dio della misericordia, dell'amore benigno è una costante ed inesauribile fonte di conversione, non soltanto come momentaneo atto interiore, ma anche come stabile disposizione, come stato d'animo.

Coloro che in tal modo arrivano a conoscere Dio, che in tal modo lo « vedono », non possono vivere altrimenti che convertendosi continuamente a lui.

Vivono, dunque, in stato di conversione; ed è questo stato che traccia la più profonda componente del pellegrinaggio di ogni uomo sulla terra in stato di viandante.

È evidente che la Chiesa professa la misericordia di Dio, rivelata in Cristo crocifisso e risorto, non soltanto con la parola del suo insegnamento, ma soprattutto con la più profonda pulsazione della vita di tutto il Popolo di Dio.

Mediante questa testimonianza di vita la Chiesa compie la missione propria del Popolo di Dio, missione che è partecipazione e, in un certo senso, continuazione di quella messianica di Cristo stesso.

La Chiesa contemporanea è profondamente consapevole che soltanto sulla base della misericordia di Dio potrà dare attuazione ai compiti che scaturiscono dalla dottrina del Concilio Vaticano II e, in primo luogo, al compito ecumenico che tende ad unire quanti confessano Cristo.

Avviando molteplici sforzi in tale direzione, la Chiesa confessa con umiltà che solo quell'amore, che è più potente della debolezza delle divisioni umane, può realizzare definitivamente quella unità che Cristo implorava dal Padre e che lo Spirito non cessa di chiedere per noi « con gemiti inesprimibili ». ( Rm 8,26 )

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114 Acclamazione nel « Messale Romano »