Catechesi tradendae

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Nella scuola

69 A fianco della famiglia ed in collegamento con essa, la scuola offre alla catechesi possibilità non trascurabili.

Nei paesi, purtroppo sempre più rari, nei quali è possibile dare un'educazione alla fede all'interno del contesto scolastico, è dovere per la chiesa il farlo nel modo migliore possibile.

Ciò si riferisce innanzitutto - com'è evidente - alla scuola cattolica: meriterebbe questa ancora un tale nome se, pur brillando per un livello d'insegnamento assai elevato nelle materie profane, le si potesse rimproverare, con fondati motivi, una negligenza, o una deviazione nell'impartire l'educazione propriamente religiosa?

Né si dica che questa sarebbe sempre data implicitamente o, in maniera indiretta!

Il carattere proprio e la ragione profonda della scuola cattolica, per cui appunto i genitori cattolici dovrebbero preferirla, consistono precisamente nella qualità dell'insegnamento religioso integrato nell'educazione degli alunni.

Se le istituzioni cattoliche devono rispettare la libertà di coscienza, e cioè evitare di pesare sulla coscienza dall'esterno mediante pressioni fisiche o morali, specialmente per quanto riguarda gli atti religiosi degli adolescenti, essi tuttavia hanno il grave dovere di proporre una formazione religiosa che si adatti alle situazioni, spesso assai diverse, degli allievi, ed altresì di far loro comprendere che la chiamata di Dio a servirlo in spirito e verità, secondo i comandamenti di Dio e i precetti della chiesa, senza costringere l'uomo, non lo obbliga di meno in coscienza.

Ma io penso, altresì, alla scuola non confessionale ed alla scuola pubblica.

Esprimo il vivissimo auspicio che, rispondendo ad un ben chiaro diritto della persona umana e delle famiglie e nel rispetto della libertà religiosa di tutti, sia possibile a tutti gli alunni cattolici di progredire nella loro formazione spirituale col contributo di un insegnamento religioso che dipende dalla chiesa, ma che, a seconda dei paesi, può essere offerto dalla scuola, o nel quadro della scuola, o ancora nel quadro di un'intesa con i pubblici poteri circa gli orari scolastici, se la catechesi ha luogo soltanto in parrocchia o in altro centro pastorale.

In effetti, anche dove esistono difficoltà oggettive, ad esempio quando gli alunni sono di religioni diverse, bisogna disporre gli orari scolastici in modo da consentire ai cattolici di approfondire la loro fede e la loro esperienza religiosa, sotto la guida di educatori qualificati, sacerdoti o laici.

Certo, molti elementi vitali, oltre la scuola, contribuiscono ad influenzare la mentalità dei giovani: svaghi, ambiente sociale, ambiente di lavoro.

Ma coloro che compiono gli studi ne restano necessariamente influenzati, sono iniziati a valori culturali o morali nel clima dell'istituto d'insegnamento, sono messi a confronto con molteplici idee ricevute a scuola: è necessario che la catechesi tenga largamente conto di questa scolarizzazione per raggiungere realmente gli altri elementi del sapere e dell'educazione, in modo che il vangelo sia assorbito nella mentalità degli alunni sul terreno della loro formazione e l'armonizzazione della loro cultura sia fatta alla luce della fede.

Io incoraggio, perciò, i sacerdoti, i religiosi, le religiose ed i laici, che si impegnano a sostenere la fede di questi alunni.

È questa, del resto, l'occasione per riaffermare qui la mia ferma convinzione che il rispetto manifestato alla fede cattolica dei giovani sino al punto di facilitarne l'educazione, il radicamento, il consolidamento, la libera espressione e la pratica, farebbe certamente onore a qualsiasi governo, quale che sia il sistema sul quale esso si basa, o l'ideologia a cui s'ispira.

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