Formazione teologica dei futuri Sacerdoti

Indice

I - Aspetti della situazione attuale

4. I. Nuove istanze del ministero pastorale

1) Un primo motivo per cui occorre dedicare speciale cura all'approfondimento della formazione teologica deriva dalle mutate condizioni in cui i sacerdoti in avvenire dovranno esercitare il loro ministero.

Meno numerosi, per la diminuzione generale delle vocazioni, essi si vedranno associati a responsabilità più vaste nel quadro di un contesto pastorale articolato in ministeri alcuni dei quali affidati ai diaconi ed ai fedeli.

In virtù del loro specifico carattere i sacerdoti parteciperanno più da vicino alle sollecitudini dei loro vescovi, assumendo compiti pastorali sempre più generali e complessi, assieme a iniziative molto impegnative sia nella diocesi che fuori.

Tale accresciuta responsabilità pastorale richiederà ovviamente una non comune competenza teologica e sicurezza dottrinale.

5. 2) Inoltre i sacerdoti eserciteranno il loro ministero in una Chiesa in movimento ed in cerca di adattamenti alle nuove necessità emergenti nel suo interno e nel mondo.

In tali circostanze, la solidità teologica costituisce un presupposto indispensabile, sia per interpretare correttamente i segni dei tempi, sia per far fronte a nuove situazioni, evitando l'immobilismo e le avventure.

6. 3) I sacerdoti di domani saranno anche pastori di uomini adulti, più critici, più informati, immersi in un mondo ideologicamente pluralistico, dove il cristianesimo sarà esposto a molteplici interpretazioni e sospetti da parte di una cultura che si fa sempre più estranea alla fede.

Sarà loro impossibile esercitare il proprio servizio alla fede e alla comunità ecclesiale senza una forte formazione teologica, iniziata fin dal seminario e continuata in modo permanente.

Né va dimenticato il fatto che oggi è cresciuta la cultura teologica di molti laici, i quali frequentano scuole e facoltà di teologia; il che esige dal clero un alto livello di preparazione teologica.

7. 4) Infine, c'è da prevedere che la fede stessa dei sacerdoti di domani sarà esposta a maggiori pericoli che nei tempi passati.

Infatti, l'esperienza già mostra le difficoltà incontrate da alcuni sacerdoti nel superare la prova dell'incredulità e dello scetticismo ambientale.

La formazione sacerdotale deve prevedere questa dura situazione: difficilmente si potrà restare fermi nella fede e confermare i propri fratelli credenti, senza una formazione teologica che sia all'altezza di un tale stato di cose.

8. 5) Le considerazioni fin qui fatte mettono in evidenza che il sacerdote non può accontentarsi di una formazione prevalentemente pratica e culturalmente ridotta.

Benché non ogni sacerdote sia chiamato ad essere specialista in teologia, tuttavia esiste affinità tra ministero pastorale e competenza teologica.

Dai sacerdoti si attende che esercitino un vero ministero teologico nella comunità cristiana, senza per questo essere teologi di professione.

Vescovi e sacerdoti, infatti, sono, come pastori, responsabili della predicazione ufficiale nella Chiesa.

9. II. Nuovi compiti della teologia

La formazione teologica, di cui si è cercato di sottolineare l'importanza, deve comunque far fronte a situazioni e a problemi nuovi.

Numerose esperienze e necessità di varia specie inducono a mettere in risalto alcune componenti della ricerca e dell'insegnamento teologico, che sembrano di una certa urgenza in vista dei molteplici compiti attuali.

10 1) In passato, la teologia sviluppava il suo discorso in un mondo culturale che le era abbastanza omogeneo, per il fatto che la fede della Chiesa ispirava le culture e i costumi.

Questo ambiente è ormai profondamente mutato.

Secolarizzato e spesso indifferente verso il problema religioso, il mondo d'oggi non è più in sintonia con la fede e con la predicazione della Chiesa.

È dunque necessario operare perché il Vangelo possa essere compreso dai nostri contemporanei.

Si tratta di trovare un linguaggio adatto per loro.

Tale compito però è troppo grave e delicato per essere lasciato alle improvvisazioni e alle iniziative individuali.

Esso giustamente spetta alla teologia, la quale è chiamata a darvi il suo contributo di solidità scientifica e di chiarezza dottrinale.

11 2) Sull'attività teologica, oggi incide notevolmente anche il dialogo ecumenico che, mentre spinge i teologi a nuove ricerche nell'ambito della storia e delle fonti, esige un nuovo clima nella teologia e in tutta la Chiesa.

Si impone innanzitutto il compito di riscoprire la dimensione ecumenica della teologia e di formulare le verità della fede « con più profondità ed esattezza e con quel modo di esposizione e di espressioni, che possa essere compreso anche dai fratelli separati ».1

12 3) A interpellare oggi rigorosamente la teologia è altresì la vita della Chiesa.

Essa suscita questioni inedite, in nome di una nuova prassi, che esige di essere analizzata e, se possibile, integrata nella fede.

Qui appare l'importanza dell'azione pastorale che provoca la riflessione teologica e stimola l'insegnamento teologico a farsi più vivo e attuale, senza perdere la sua autenticità.

Questa funzione della teologia è necessaria per il servizio del popolo di Dio.

13 4) Inoltre gravi problemi del mondo moderno interpellano in misura crescente la teologia.

La costituzione Gaudium et spes ha dimostrato l'interesse della Chiesa per l'intera famiglia umana.

Negli ultimi anni la teologia si è fatta più sensibile verso i problemi economici, sociali, politici dell'umanità, visti nella luce del vangelo.

Una consapevolezza maggiore circa le implicazioni e le conseguenze sociali del dogma ha suscitato un grande fermento non solo sul piano dell'azione ma anche su quello della riflessione propriamente teologica.

Ciò non può essere disatteso nella formazione del clero.

14 5) Per adempiere la sua missione al servizio della Chiesa di oggi, la teologia deve realizzare l'incontro con le scienze umane.

Certo, queste non sono più ignorate dalla teologia; anzi alcuni dei loro apporti sono già stati in un certo senso « canonizzati » in modo tale da essere legati alle formulazioni storiche della fede.

Ma la teologia, mentre è convinta che dall'enorme sviluppo attuale di dette scienze potrà trarre vantaggi sempre maggiori, non si nasconde certi disagi che un tale incontro comporta nel momento presente:

il diffondersi delle scienze umane nella mentalità e nella cultura odierna rende manifeste, in alcuni settori, le insufficienze di un certo linguaggio teologico;

inoltre, il grande prestigio che esse godono influisce su alcuni ambienti teologici in modo tale che la scienza sacra ne esce menomata, perdendo la sua specificità.

Credendo di fare teologia, si fa invece storicismo, sociologismo, ecc.

È bene tenere presenti queste difficoltà.

Si rende pertanto urgente la necessità di delineare accuratamente il terreno epistemologico della teologia nei rapporti con le altre scienze.

15 6) Un altro fenomeno che caratterizza la situazione attuale è la perdita di quella unità che si aveva nell'insegnamento teologico classico.

Le discipline teologiche si sono aperte a nuovi problemi, a nuove filosofie, a nuovi apporti delle scienze.

Di conseguenza, le questioni concernenti la religione sono divenute sempre più complesse, soggette a diverse interpretazioni.

Si è aperta così la via a un certo pluralismo.

Tracciare i legittimi e necessari limiti a tale pluralismo è uno dei compiti della teologia contemporanea.

Ciò rende ancora più urgente un suo rinnovato insegnamento.

16 7) Finalmente nell'insegnamento attuale della teologia si fa sentire sempre più la difficoltà di conciliare la brevità del tempo a disposizione con l'enorme sviluppo avuto dalle varie discipline teologiche.

È evidente che in tale situazione non è possibile un insegnamento enciclopedico che offra risposte esaurienti a tutte le questioni teologiche oggi dibattute.

Perciò si impone una ristrutturazione di tutto l'insegnamento, perché sia in grado di dare al seminarista una visione coerente e globale del mistero cristiano.

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1 Decr. Unitatis redintegratio, n. 11