Studio Dottrina Soc. Chiesa nella formaz. sacerdotale

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Premessa

1. In questi ultimi decenni, la Congregazione per l'Educazione Cattolica, attenta alle esigenze emergenti del rinnovamento conciliare, ha offerto più volte ai Seminari e ai vari Istituti di studi teologici appropriate direttive per i diversi settori della formazione sacerdotale.1

Ora, essa ritiene opportuno rivolgersi nuovamente ai Vescovi, agli Educatori dei Seminari e ai Professori per proporre alcuni orientamenti sullo studio e sull'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa.

Prendendo questa iniziativa, si è consapevoli di venire incontro ad una vera necessità, oggi dappertutto vivamente sentita, di far beneficiare la famiglia umana delle ricchezze contenute nella dottrina sociale della Chiesa, mediante il ministero di sacerdoti ben formati e consci dei molteplici compiti che li attendono.

Oggi, in un momento così ricco di approfondimenti e di studi su questo tema, come risulta tra l'altro anche dalla recente enciclica Sollicitudo rei socialis di Giovanni Paolo II, è molto importante che i candidati al sacerdozio acquistino un'idea chiara circa la natura, le finalità e le componenti essenziali di detta dottrina, per poter applicarla nell'attività pastorale nella sua integrità come viene formulata e proposta dal Magistero della Chiesa.2

La situazione in questo campo è infatti tale, da richiedere un opportuno chiarimento dei diversi concetti, come si vedrà nei vari capitoli dei presenti « Orientamenti ».

Si osserverà innanzitutto che in essi ricorrono indistintamente due termini: « dottrina sociale » e « insegnamento sociale » della Chiesa.

Non si ignorano le sfumature che sono implicate in ciascuno di essi.

« Dottrina » infatti sottolinea di più l'aspetto teorico del problema e « insegnamento » quello storico e pratico, tuttavia entrambi vogliono indicare la medesima realtà.

L'uso alterno di essi nel Magistero sociale della Chiesa, tanto in quello solenne quanto in quello ordinario pontificio ed episcopale, sta ad indicarne la reciproca equivalenza.

Al di sopra di qualsiasi conflitto di parole e di espressioni, la realtà indicata con dottrina sociale o insegnamento sociale, costituisce un « ricco patrimonio », che la Chiesa ha acquisito progressivamente attingendo dalla Parola di Dio e facendo attenzione alle situazioni mutevoli dei popoli nelle diverse epoche della storia.

È un patrimonio che va conservato con fedeltà e sviluppato rispondendo via via alle nuove emergenze della convivenza umana.

2. Oggi, la dottrina sociale è chiamata con sempre maggiore urgenza a dare il proprio specifico contributo all'evangelizzazione, al dialogo con il mondo, all'interpretazione cristiana della realtà e agli orientamenti dell'azione pastorale, per illuminare le varie iniziative sul piano temporale con sani principi.

Infatti le strutture economiche, sociali, politiche e culturali stanno sperimentando profonde e rapide trasformazioni, che mettono in gioco il futuro stesso della società umana, ed hanno quindi bisogno di un sicuro orientamento.

Si tratta di promuovere un vero progresso sociale il quale, per garantire effettivamente il bene comune di tutti gli uomini, richiede una giusta organizzazione di tali strutture; se ciò non venisse fatto, si avrebbe un ritorno di grandi moltitudini verso quella situazione di « giogo quasi servile », di cui parlava Leone XIII nella Rerum novarum.3

È quindi evidente che il « grave dramma » del mondo contemporaneo, provocato dalle molteplici minacce che spesso accompagnano il progresso dell'uomo, « non può lasciare nessuno indifferente ».4

Si fa perciò più urgente e decisiva l'irrinunciabile presenza evangelizzatrice della Chiesa nel complesso mondo delle realtà temporali che condizionano il destino dell'umanità.

Tuttavia, se la Chiesa entra in questo campo, è consapevole dei propri limiti.

Essa non pretende di dare una soluzione a tutti i problemi presenti nella drammatica situazione del mondo contemporaneo, tanto più che esistono grandi differenze di sviluppo tra le nazioni e ben differenti sono le situazioni in cui si trovano impegnati i cristiani.5

Può invece, e deve dare, nella « luce che le viene dal Vangelo »,6 i principi e gli orientamenti indispensabili per la retta organizzazione della vita sociale, per la dignità della persona umana e per il bene comune.

Di fatto il Magistero è intervenuto e interviene spesso in questo campo, con una dottrina che tutti i fedeli sono chiamati a conoscere, insegnare e applicare.

Per questa ragione occorre garantire un posto speciale, in armonia con gli studi filosofici e teologici, all'insegnamento di questa dottrina nella formazione dei futuri sacerdoti, come si è espresso chiaramente a tale proposito Giovanni XXIII7 e si desidera ribadire nuovamente con i presenti « Orientamenti », studiati in collaborazione con il Pontificio Consiglio « Iustitia et Pax » ed approvati dall'Assemblea Plenaria della Congregazione per l'Educazione Cattolica.

La struttura del documento consta di sei capitoli, dei quali i primi cinque si riferiscono alla natura della dottrina sociale della Chiesa: la sua dimensione storica, teorica e pratica nei tre elementi che la costituiscono, cioè, i principi permanenti, i criteri di giudizio e le direttive di azione.

Il sesto capitolo offre alcune indicazioni per garantire ai candidati al presbiterato un'adeguata formazione in materia di dottrina sociale.

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1 Cf. Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis ( 6 gennaio 1970;
nuova edizione: 19 marzo 1985 );
Lettera circolare su L'insegnamento della filosofia nei seminari ( 20 gennaio 1972 );
Orientamenti educativi per la formazione al celibato sacerdotale ( 11 aprile 1974 );
Lettera circolare sull'Insegnamento del Diritto Canonico per gli Aspiranti al Sacerdozio
( 2 aprile 1975 );
Documento su La formazione teologica dei futuri sacerdoti ( 22 febbraio 1976 );
Istruzione sulla formazione liturgica nei seminari ( 3 giugno 1979 );
Lettera circolare su Alcuni aspetti più urgenti della formazione spirituale nei seminari
( 6 gennaio 1980 );
Orientamenti per la formazione dei futuri sacerdoti circa gli strumenti della comunicazione sociale ( 19 marzo 1986 ).
2 Giovanni Paolo II, Lett. Encicl. Sollicitudo rei socialis, n. 41 ( 30 dicembre 1987 ).
3 Leone XIII, Lett. Encici. Rerum novarum ( 15 maggio 1891 ).
4 Giovanni Paolo II, Lett. Encici. Redemptor hominis, n. 16 ( 4 marzo 1979 ).
5 Paolo VI, Lett. Apost. Octogesima adveniens, nn. 3-4 ( 14 maggio 1971 ).
6 Gaudium et spes, n. 3.
7 Giovanni XXIII, Lett. Eneicl. Mater et Magistra ( 15 maggio 1961 ).