Fede e inculturazione

Indice

1. Natura, Cultura e Grazia

1. Gli antropologi ricorrono volentieri, per descrivere o definire la cultura, alla distinzione, talora divenuta opposizione, tra natura e cultura.

Il significato del termine natura varia del resto secondo le diverse concezioni delle scienze dell'osservazione, della filosofia e della teologia.

Il Magistero lo intende in un senso ben preciso: la natura di un essere è ciò che lo costituisce come tale, con il dinamismo delle sue tendenze verso le sue finalità proprie.

E da Dio che le nature derivano ciò che sono, come i loro fini propri.

Esse sono quindi pregne di un significato in cui l'uomo, in quanto immagine di Dio, è capace di leggere « l'intenzione creatrice di Dio ».11

2. Le inclinazioni fondamentali della natura umana, espresse dalla legge naturale, appaiono dunque come un'espressione della volontà del Creatore.

Questa legge naturale manifesta le esigenze specifiche della natura umana, le quali sono indicative del disegno di Dio sulla sua creatura razionale e libera.

Così viene eliminato ogni malinteso che, percependo la natura in un senso univoco, ridurrebbe l'uomo alla natura materiale.

3. Giova allo stesso tempo considerare la natura umana secondo il suo sviluppo concreto nel tempo della storia: ciò che l'uomo, dotato di una libertà fallibile, spesso schiava delle passioni, ha fatto della propria umanità.

Questa eredità trasmessa alle nuove generazioni comporta insieme tesori immensi di saggezza, di arte e di generosità e una parte considerevole di deviazioni e di perversioni.

L'attenzione si concentra allora contemporaneamente sulla natura umana e sulla condizione umana, espressione che integra certi dati esistenziali, alcuni dei quali - il peccato e la grazia - riguardano la storia della salvezza.

Se quindi adoperiamo il termine cultura in un senso anzitutto positivo - come sinonimo di sviluppo, ad esempio -, come hanno fatto il Concilio Vaticano II e gli ultimi papi, non dimentichiamo che le culture possono perpetuare e favorire le scelte dell'orgoglio e dell'egoismo.

4. La cultura si comprende nel prolungamento delle esigenze della natura umana, quale compimento delle sue finalità, come insegna specialmente la costituzione Gaudium et spes: « E proprio della persona umana il non poter raggiungere un livello di vita veramente e pienamente umano se non mediante la cultura, coltivando cioè i beni e i valori della natura.

[ … ] Con il termine generico di "cultura" si vogliono indicare tutti quei mezzi con i quali l'uomo affina ed esplica le molteplici sue doti di anima e di corpo ».12

Numerosi sono così i campi della cultura:

con la conoscenza e il lavoro l'uomo procura di ridurre in suo potere il cosmo;

rende più umana la vita sociale mediante il progresso del costume e delle istituzioni;

infine esprime, comunica e conserva nelle sue opere, nel corso del tempo, le grandi esperienze spirituali e le aspirazioni maggiori dell'uomo, affinché possano servire al progresso di molti, anzi di tutto il genere umano.

5. Il soggetto principale della cultura è la persona umana, considerata secondo tutte le dimensioni del suo essere.

L'uomo si coltiva - questa è la prima finalità della cultura -, ma lo fa grazie a opere di cultura e grazie a una memoria culturale.

Di conseguenza la cultura indica pure l'ambiente nel quale e grazie al quale le persone possono crescere.

6. La persona umana è un essere di comunione, essa si sviluppa donando e ricevendo.

È quindi nella solidarietà con gli altri e attraverso i vincoli sociali attivi che la persona progredisce.

Perciò realtà come nazione, popolo, società, con il loro patrimonio culturale, costituiscono per lo sviluppo delle persone un « ambiente storicamente definito, in cui ogni uomo, di qualsiasi stirpe ed epoca, s'inserisce e da cui attinge i beni che gli consentono di promuovere la civiltà ».13

7. La cultura, che è sempre una cultura concreta e particolare, è aperta ai valori superiori comuni a tutti gli uomini.

L'originalità di una cultura significa quindi non ripiegamento su se stessa, ma contributo a una ricchezza che è bene per tutti gli uomini.

Il pluralismo culturale non potrebbe perciò interpretarsi come la giustapposizione di universi chiusi, ma come la partecipazione al concreto di realtà orientate tutte verso i valori universali dell'umanità.

I fenomeni di reciproca compenetrazione delle culture, frequenti nella storia, illustrano quest'apertura fondamentale delle culture particolari ai valori comuni a tutti gli uomini e, quindi, la loro apertura le une alle altre.

8. L'uomo è un essere naturalmente religioso.

L'orientamento verso l'Assoluto è insito nel profondo del suo essere.

La religione, in senso lato, è parte integrante della cultura, nella quale essa si radica e che sviluppa.

Del resto tutte le grandi culture comportano, come chiave di volta dell'edificio che costituiscono, la dimensione religiosa, ispiratrice delle grandi realizzazioni che hanno segnato la storia millenaria delle civiltà.

9. Alla radice delle grandi religioni vi è il movimento ascendente dell'uomo alla ricerca di Dio.

Purificato dalle proprie deviazioni e dalle sue pesantezze, questo movimento dev'essere oggetto di un sincero rispetto, poiché su di esso viene a innestarsi il dono della fede cristiana.

Infatti ciò che distingue la fede cristiana è l'essere libera adesione alla proposta dell'amore gratuito di Dio che si è rivelato a noi, che ci ha dato il suo Figlio unico per liberarci dal peccato e ha effuso il suo Spirito nei nostri cuori.

In questo dono che Dio fa di se stesso all'umanità consiste, di fronte a tutte le aspirazioni, richieste, conquiste e acquisizioni della natura, la radicale originalità cristiana.

10. Allora, poiché trascende tutto l'ordine della natura e della cultura, la fede cristiana, da un lato è compatibile con tutte le culture, in ciò che hanno di conforme alla retta ragione e alla buona volontà, e dall'altro è essa stessa, in un grado eminente, un fatto dinamizzante di cultura.

Un principio illumina l'insieme dei rapporti della fede e della cultura: la grazia rispetta la natura, la guarisce dalle ferite del peccato, la corrobora e la eleva.

La sopraelevazione alla vita divina è la finalità specifica della grazia, ma essa non può realizzarsi senza che la natura sia guarita e senza che l'elevazione all'ordine soprannaturale conduca la natura, nella sua linea propria, a una pienezza di perfezione.

11. Il processo d'inculturazione può definirsi come lo sforzo della Chiesa per far penetrare il messaggio di Cristo in un determinato ambiente socioculturale, invitandolo a credere secondo tutti i suoi valori propri, dato che questi sono conciliabili con il Vangelo.

Il termine inculturazione include l'idea di crescita, di reciproco arricchimento delle persone e dei gruppi, in virtù dell'incontro del Vangelo con un ambiente sociale.

« L'inculturazione è l'incarnazione del Vangelo nelle culture autoctone e insieme l'introduzione di esse nella vita della Chiesa ».14

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11 Paolo VI, Humanae vitae, 10, ( 25 luglio 1968).
12 GS, 53.
13 GS, 53.
14 Giovanni Paolo II, Slavorum Apostoli, 21 ( 2 giugno 1985 ).