Sessualità umana: verità e significato

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I - Chiamati al vero amore

8. L'uomo, in quanto immagine di Dio, è creato per amare.

Questa verità ci è stata rivelata pienamente nel Nuovo Testamento, assieme al mistero della vita intratrinitaria: « Dio è amore ( 1 Gv 4,8 ) e vive in se stesso un mistero di comunione personale di amore.

Creandola a sua immagine …, Dio iscrive nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell'amore e della comunione.

L'amore è, pertanto, la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano ».

Tutto il senso della propria libertà, e dell'autodominio conseguente, è quindi orientato al dono di sé nella comunione e nell'amicizia con Dio e con gli altri.

L'amore umano come dono di sé

9. La persona è, quindi, capace di un tipo di amore superiore: non quello della concupiscenza, che vede solo oggetti con cui soddisfare i propri appetiti, ma quello di amicizia e di oblatività, in grado di riconoscere e amare le persone per se stesse.

È un amore capace di generosità, a somiglianza dell'amore di Dio; si vuol bene all'altro perché lo si riconosce degno di essere amato.

È un amore che genera la comunione tra persone, poiché ciascuno considera il bene dell'altro come proprio.

È un dono di sé fatto a colui che si ama, in cui si scopre, si attua la propria bontà nella comunione di persone e s'impara il valore di essere amato e di amare.

Ogni uomo è chiamato all'amore di amicizia e di oblatività; ed è liberato dalla tendenza all'egoismo dall'amore altrui: in primo luogo dai genitori o dai loro sostituti e, in definitiva, da Dio, da cui procede ogni amore vero e nel cui amore soltanto l'uomo scopre fino a che punto è amato.

Qui si trova la radice della forza educatrice del cristianesimo: « L'uomo è amato da Dio!

E questo il semplicissimo e sconvolgente annuncio del quale la Chiesa è debitrice all'uomo ».

È così che Cristo ha svelato all'uomo la sua vera identità: « Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del Suo amore svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione ».

L'amore rivelato da Cristo « cui l'apostolo Paolo ha dedicato un inno nella Prima Lettera ai Corinzi … è certamente un amore esigente.

Ma proprio in questo sta la sua bellezza: nel fatto di essere esigente, perché in questo modo costituisce il vero bene dell'uomo e lo irradia anche sugli altri ».

Pertanto è un amore che rispetta la persona e la edifica perché « l'amore è vero quando crea il bene delle persone e delle comunità, lo crea e lo dona agli altri ».

L'amore e la sessualità umana

10. L'uomo è chiamato all'amore e al dono di sé nella sua unità corporeo-spirituale.

Femminilità e mascolinità sono doni complementari, per cui la sessualità umana è parte integrante della concreta capacità di amore che Dio ha iscritto nell'uomo e nella donna.

« La sessualità è una componente fondamentale della personalità, un suo modo di essere, di manifestarsi, di comunicare con gli altri, di sentire, di esprimere e di vivere l'amore umano ».

Questa capacità di amore come dono di sé ha, pertanto, una sua « incarnazione » nel carattere sponsale del corpo, in cui si iscrive la mascolinità e la femminilità della persona.

« Il corpo umano, con il suo sesso, e la sua mascolinità e femminilità, visto nel mistero stesso della creazione, è non soltanto sorgente di fecondità e di procreazione, come in tutto l'ordine naturale, ma racchiude fin "dal principio" l'attributo "sponsale", cioè la capacità di esprimere l'amore: quell'amore appunto nel quale l'uomo-persona diventa dono e - mediante questo dono - attua il senso stesso del suo essere ed esistere ».

Ogni forma di amore sarà sempre connotata da questa caratterizzazione maschile e femminile.

11. La sessualità umana è, quindi, un Bene: parte da quel dono creato che Dio vide essere « molto buono » quando creò la persona umana a sua immagine e somiglianza, e « uomo e donna li creò » ( Gen 1,27 ).

In quanto modalità di rapportarsi e aprirsi agli altri, la sessualità ha come fine intrinseco l'amore, più precisamente l'amore come donazione e accoglienza, come dare e ricevere.

La relazione tra un uomo e una donna è essenzialmente una relazione d'amore: « La sessualità, orientata, elevata e integrata dall'amore, acquista vera qualità umana ».

Quando tale amore si attua nel matrimonio, il dono di sé esprime, tramite il corpo, la complementarità e la totalità del dono; l'amore coniugale diviene, allora, forza che arricchisce e fa crescere le persone e, nello stesso tempo, contribuisce ad alimentare la civiltà dell'amore; quando invece manca il senso e il significato del dono nella sessualità, subentra « una civiltà delle "cose" e non delle "persone"; una civiltà in cui le persone si usano come si usano le cose.

Nel contesto della civiltà del godimento, la donna può diventare per l'uomo un oggetto, i figli un ostacolo per i genitori ».

12. Al centro della coscienza cristiana dei genitori e dei figli va posta questa grande verità e questo fatto fondante: il dono di Dio.

Si tratta del dono che Dio ci ha fatto chiamandoci alla vita e ad esistere come uomo o donna in un'esistenza irripetibile e carica di inesauribile possibilità di sviluppo spirituale e morale: « La vita umana è un dono ricevuto per essere a sua volta donato ».

« Il dono rivela, per così dire, una particolare caratteristica dell'esistenza personale, anzi della stessa essenza della persona.

Quando Dio ( Javhé ) dice che "non è bene che l'uomo sia solo" ( Gen 2,18 ), afferma che da "solo" l'uomo non realizza totalmente questa essenza.

La realizza soltanto esistendo "con qualcuno" - e ancor più profondamente e più completamente: esistendo "per qualcuno" ».

E nell'apertura all'altro e nel dono di sé che si realizza l'amore coniugale nella forma di donazione totale che è propria di questo stato.

Ed è sempre nel dono di sé, sostenuto da una speciale grazia, che prende significato la vocazione alla vita consacrata, « modo eminente di dedicarsi più facilmente a Dio solo, con cuore indiviso » per servirlo più pienamente nella Chiesa.

In ogni condizione e stato di vita, comunque, questo dono viene reso ancor più mirabile dalla grazia redentrice, per la quale diveniamo « partecipi della natura divina » ( 2 Pt 1,4 ) e siamo chiamati a vivere insieme la comunione soprannaturale di carità con Dio e con i fratelli.

I genitori cristiani, anche nelle situazioni più delicate, non possono dimenticare che, a fondamento di tutta la storia personale e domestica, c'è il dono di Dio.

13. « In quanto spirito incarnato, cioè anima che si esprime nel corpo e corpo informato da uno spirito immortale, l'uomo è chiamato all'amore in questa sua totalità unificata.

L'amore abbraccia anche il corpo umano e il corpo è reso partecipe dell'amore spirituale ».

Alla luce della Rivelazione cristiana va letto il significato interpersonale della stessa sessualità: « La sessualità caratterizza l'uomo e la donna non solo sul piano fisico, ma anche su quello psicologico e spirituale, improntando ogni loro espressione.

Tale diversità, connessa alla complementarità dei due sessi, risponde compiutamente al disegno di Dio secondo la vocazione a cui ciascuno è chiamato ».

L'amore coniugale

14. Quando l'amore è vissuto nel matrimonio, esso comprende ed oltrepassa l'amicizia e si realizza tra un uomo e una donna che si donano nella totalità, rispettivamente secondo la propria mascolinità e femminilità, fondando con il patto coniugale quella comunione di persone in cui Dio ha voluto che venisse concepita, nascesse e si sviluppasse la vita umana.

A questo amore coniugale, e soltanto a questo, appartiene la donazione sessuale, che si « realizza in modo veramente umano, solo se è parte integrante dell'amore con cui l'uomo e la donna si impegnano totalmente l'uno verso l'altra fino alla morte ».

Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda: « Nel matrimonio l'intimità corporale degli sposi diventa un segno e un pegno della comunione spirituale.

Tra i battezzati, i legami del matrimonio sono santificati dal sacramento ». ( n. 2360 )

L'amore aperto alla vita

15. Segno rivelatore dell'autenticità dell'amore coniugale è l'apertura alla vita: « Nella sua realtà più profonda, l'amore è essenzialmente dono e l'amore coniugale, mentre conduce gli sposi alla reciproca "conoscenza"…, non si esaurisce all'interno della coppia, poiché li rende capaci della massima donazione possibile, per la quale diventano cooperatori con Dio per il dono della vita ad una nuova persona umana.

Così i coniugi, mentre si donano tra loro, donano al di là di se stessi la realtà del figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente dell'unità coniugale e sintesi viva e indissociabile del loro essere padre e madre ».

È a partire da questa comunione di amore e di vita che i coniugi attingono quella ricchezza umana e spirituale e quel clima positivo per offrire ai figli il sostegno dell'educazione all'amore e alla castità.

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