Per una migliore distribuzione della terra

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Premessa

1. Il modello di sviluppo delle società industrializzate è capace di produrre enormi quantità di ricchezza, ma evidenzia gravi insufficienze quando si tratta di ridistribuirne equamente i frutti e favorire la crescita delle aree più arretrate.

Non sono indenni da questa contraddizione le stesse economie sviluppate, tuttavia è nelle economie in via di sviluppo che la gravità di questa situazione raggiunge dimensioni drammatiche.

Ciò si evidenzia nel persistere del fenomeno dell'appropriazione indebita e della concentrazione della terra, cioè del bene che, dato il carattere prevalentemente agricolo dell'economia dei Paesi in via di sviluppo, costituisce, unitamente al lavoro, il fondamentale fattore di produzione e la principale fonte della ricchezza nazionale.

Tale stato di cose è spesso una delle cause più importanti di situazioni di fame e miseria e rappresenta una negazione concreta del principio, derivante dalla comune origine e fratellanza in Dio ( cfr. Ef 4,6 ), che tutti gli esseri umani sono nati uguali in dignità e diritti.

2. Alle soglie del Terzo Millennio dell'era cristiana, il Santo Padre Giovanni Paolo II invita tutta la Chiesa a « sottolineare più decisamente l'opzione preferenziale … per i poveri e gli emarginati » e indica « nell'impegno per la giustizia e per la pace in un mondo come il nostro, segnato da tanti conflitti e da intollerabili disuguaglianze sociali ed economiche, … un aspetto qualificante della preparazione e della celebrazione del Giubileo ».1

In questa prospettiva, il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace intende affrontare, attraverso il presente documento, il drammatico problema dell'appropriazione indebita e della concentrazione della terra nel latifondo,2 sollecitando una sua soluzione e indicando lo spirito e gli obiettivi che la devono guidare.

Il documento presenta in forma sintetica:

- una descrizione del processo di concentrazione della proprietà della terra dove non è equamente distribuita;

- i principi che devono ispirare le soluzioni di tale gravosa questione, secondo il messaggio biblico ed ecclesiale;

- la sollecitazione ad una efficace riforma agraria, condizione indispensabile per un futuro di maggiore giustizia.

Il documento intende richiamare l'attenzione di quanti hanno a cuore i problemi del mondo dell'agricoltura e dello sviluppo economico generale, soprattutto dei responsabili, ai vari livelli nazionali e internazionali, sui problemi legati alla proprietà della terra e spronarli ad un'azione necessaria e sempre più urgente.

Non è, tuttavia, un documento di proposta politica, perché essa non compete alla Chiesa.

3. Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace si fa interprete delle sollecitazioni pervenute da moltissime Chiese locali, che si trovano impegnate a far fronte quotidianamente ai problemi che qui vengono trattati.

La preoccupata attenzione che la Chiesa continua a dare a questi temi, nell'esplicito intento di costruire la società nel segno evangelico della giustizia e della pace, si può facilmente cogliere attraverso la lettura dei numerosissimi interventi sia di singoli Vescovi sia di Conferenze Episcopali a proposito della terra e della sua equa distribuzione.3

A questi interventi, anche se non vengono esplicitamente richiamati, si fa costante riferimento.

Essi costituiscono un contributo di grande valore e significato, l'espressione, spesso, di sofferte testimonianze cristiane, realizzate in situazioni difficili e dolorose.

Intendiamo confermare il valore di queste testimonianze ed incoraggiarne l'impegno per il futuro.

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1 Giovanni Paolo II, Lett. Apost. Tertio millennio adveniente, n. 51, 1994
2 Per « latifondo » s'intende una grande proprietà terriera, le cui risorse sono di solito sottoutilizzate, spesso appartenente ad un proprietario assenteista, che impiega lavoro salariato ed utilizza tecnologie agricole arretrate.
3 Un chiaro quadro di questa preoccupazione emerge dai numerosi documenti che l'Episcopato Cattolico, soprattutto dell'America Latina, ha dedicato ai problemi dell'agricoltura in questi ultimi anni.
Si vedano, ad esempio, oltre ai documenti delle Conferenze Generali dell'Episcopato Latino-Americano tenutesi nelle città di Rio de Janeiro ( 1955 ),
Medellin, La Iglesia en la actual transformación de América Latina a la luz del Concilio ( 1968 ),
Puebla, La Evangelización en el presente y en el futuro de América Latina ( 1979 ) e
Santo Domingo, Nueva evangelización, promoción humana, cultura cristiana ( 1992 ): Conferencia Episcopal de Paraguay, La tierra, don de Dios para todos, Asunción, 12 giugno 1983;
Obispos del Sur Andino, La tierra, don de Dios Derecho del pueblo, 30 marzo 1986;
Conferencia Episcopal de Guatemala, El clamor por la tierra, Guatemala de la Asunción, 29 febbraio 1988;
Vicariato Apostólico de Darien, Panama, Tierra de todos, tierra de paz, 8 dicembre 1988;
Conferencia Episcopal de Costa Rica, Madre Tierra. Carta pastoral sobre la situación de los campesinos y indígenas, San José, 2 agosto 1994;
Conferencia Episcopal de Honduras, Mensaje sobre algunos temas de interés nacional, Tegucigalpa, 28 agosto 1995.
La Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile e, in particolar modo, la Commissione Pastorale della Terra si sono pronunciate diverse volte sul tema della riforma agraria: Manifesto pela terra e pela vita a CPT e a reforma agrária hoje, Goiânia, 1 agosto 1995;
ProMemória da Presidência e Comissão Episcopal de Pastoral da CNBB sobre as consequências do Decreto n. 1.775 de 8 de Janeiro de 1996, Brasília, 29 febbraio 1996;
Exigências Cristãs para a paz social, Itaici, 24 aprile 1996.