Lumen gentium

Indice

Il popolo di Dio

11 Il sacerdozio comune esercitato nei sacramenti

Il carattere sacro e organico della comunità sacerdotale viene attuato per mezzo dei sacramenti e delle virtù.

I fedeli, incorporati nella Chiesa col battesimo, sono destinati al culto della religione cristiana dal carattere sacramentale; rigenerati quali figli di Dio, sono tenuti a professare pubblicamente la fede ricevuta da Dio mediante la Chiesa.4

Col sacramento della confermazione vengono vincolati più perfettamente alla Chiesa, sono arricchiti di una speciale forza dallo Spirito Santo e in questo modo sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere la fede con la parola e con l'opera, come veri testimoni di Cristo. 5

Partecipando al sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana, offrono a Dio la vittima divina e se stessi con essa 6 così tutti, sia con l'offerta che con la santa comunione, compiono la propria parte nell'azione liturgica, non però in maniera indifferenziata, bensì ciascuno a modo suo.

Cibandosi poi del corpo di Cristo nella santa comunione, mostrano concretamente la unità del popolo di Dio, che da questo augustissimo sacramento è adeguatamente espressa e mirabilmente effettuata.

Quelli che si accostano al sacramento della penitenza, ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui; allo stesso tempo si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l'esempio e la preghiera.

Con la sacra unzione degli infermi e la preghiera dei sacerdoti, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi ( Gc 5,14-16 ), anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e morte di Cristo ( Rm 8,17; Col 1,24; 2 Tm 2,11-12; 1 Pt 4,13 ), per contribuire così al bene del popolo di Dio.

Inoltre, quelli tra i fedeli che vengono insigniti dell'ordine sacro sono posti in nome di Cristo a pascere la Chiesa colla parola e la grazia di Dio.

E infine i coniugi cristiani, in virtù del sacramento del matrimonio, col quale significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre tra Cristo e la Chiesa ( Ef 5,32 ), si aiutano a vicenda per raggiungere la santità nella vita coniugale; accettando ed educando la prole essi hanno così, nel loro stato di vita e nella loro funzione, il proprio dono in mezzo al popolo di Dio ( 1 Cor 7,7 ). 7

Da questa missione, infatti, procede la famiglia, nella quale nascono i nuovi cittadini della società umana, i quali per la grazia dello Spirito Santo diventano col battesimo figli di Dio e perpetuano attraverso i secoli il suo popolo.

In questa che si potrebbe chiamare Chiesa domestica, i genitori devono essere per i loro figli i primi maestri della fede e secondare la vocazione propria di ognuno, quella sacra in modo speciale.

Muniti di salutari mezzi di una tale abbondanza e d'una tale grandezza, tutti i fedeli d'ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità, la cui perfezione è quella stessa del Padre celeste.

Indice

4 S. Tommaso, Summa Theol. III, q. 63, a. 2
5 S. Cirillo di Gerus., Catech. 17, de Spiritu Sancto, II, 35-37: PG 33, 1009-1012. Nic. Cabasilas, de vita in Christo, lib. II, de utilitate chrimatis: PG 150, 569-580.
S. Tommaso, Summa Theol. III, q. 65, a. 3 e q. 72, a. 1 e 5
6 Pio XII, Enc. Mediator Dei, 20 novembre 1947
7 « Unusquisque proprium donum ( idion charisma ) habet ex Deo, alius quidem sic, alius vero sic ».
S. Agostino, De Dono Persev. 14,37: « Non tantum continentia Dei donum est, sed coniugatorum etiam castitas »