Presbyterorum ordinis

Indice

Chiamata dei presbiteri alla perfezione

12 Il dovere di tendere alla perfezione

Con il sacramento dell'ordine i presbiteri si configurano a Cristo sacerdote come ministri del capo, allo scopo di far crescere ed edificare tutto il su corpo che è la Chiesa, in qualità di cooperatori dell'ordine episcopale.

Già fin dalla consacrazione del battesimo, essi, come tutti i fedeli, hanno ricevuto il segno e il dono di una vocazione e di una grazia così grande che, pur nell'umana debolezza ( 2 Cor 12,9 ) possono tendere alla perfezione, anzi debbono tendervi secondo quanto ha detto il Signore: « Siate dunque perfetti così come il Padre vostro celeste è perfetto » ( Mt 5,48 ).

Ma i sacerdoti sono specialmente obbligati a tendere a questa perfezione, poiché essi - che hanno ricevuto una nuova consacrazione a Dio mediante l'ordinazione - vengono elevati alla condizione di strumenti vivi di Cristo eterno sacerdote, per proseguire nel tempo la sua mirabile opera, che ha restaurato con divina efficacia l'intera comunità umana.2

Dato quindi che ogni sacerdote, nel modo che gli è proprio, tiene il posto di Cristo in persona, fruisce anche di una grazia speciale, in virtù della quale, mentre è al servizio della gente che gli è affidata e di tutto il popolo di Dio, egli può avvicinarsi più efficacemente alla perfezione di colui del quale è rappresentante, e la debolezza dell'umana natura trova sostegno nella santità di lui, il quale è diventato per noi il pontefice « santo, innocente, incontaminato, segregato dai peccatori » ( Eb 7,26 ).

Cristo, che il Padre santificò e consacrò inviandolo al mondo ( Gv 10,36 ) « offerse se stesso in favore nostro per redimerci da ogni iniquità e far di noi un popolo non più immondo, che gli appartenga e cerchi di compiere il bene » ( Tt 2,14 ), e così, passando attraverso la sofferenza, entrò nella sua gloria ( Lc 24,26 ) allo stesso modo i presbiteri, consacrati con l'unzione dello Spirito Santo e inviati da Cristo, mortificano in se stessi le opere della carne e si dedicano interamente al servizio degli uomini; in tal modo possono progredire nella santità della quale sono stati dotati in Cristo, fino ad arrivare all'uomo perfetto. ( Ef 4,13 )

Pertanto, esercitando il ministero dello Spirito e della giustizia, ( 2 Cor 3,8-9 ) essi vengono consolidati nella vita dello Spirito, a condizione però che siano docili agli insegnamenti dello Spirito di Cristo che li vivifica e li conduce.

I presbiteri, infatti, sono ordinati alla perfezione della vita in forza delle stesse sacre azioni che svolgono quotidianamente, come anche di tutto il loro ministero, che esercitano in stretta unione con il vescovo e tra di loro.

Ma la stessa santità dei presbiteri, a sua volta, contribuisce non poco al compimento efficace del loro ministero: infatti, se è vero che la grazia di Dio può realizzare l'opera della salvezza anche attraverso ministri indegni, ciò nondimeno Dio, ordinariamente preferisce manifestare le sue grandezze attraverso coloro i quali, fattisi più docili agli impulsi e alla direzione dello Spirito Santo, possono dire con l'Apostolo, grazie alla propria intima unione con Cristo e santità di vita: « Ormai non sono più io che vivo, bensì è Cristo che vive in me » ( Gal 2,20 ).

Perciò questo sacro Sinodo, per il raggiungimento dei suoi fini pastorali di rinnovamento interno della Chiesa, di diffusione del Vangelo in tutto il mondo e di dialogo con il mondo moderno, esorta vivamente tutti i sacerdoti ad impiegare i mezzi efficaci che la Chiesa ha raccomandato7 in modo da tendere a quella santità sempre maggiore che consentirà loro di divenire strumenti ogni giorno più validi al servizio di tutto il popolo di Dio.

Indice

2 Pio XI, Enc. Ad catholici sacerdotii, 20 dicembre 1935
7 Tra latri documenti. S. Pio X, Esortaz. al Clero Haerent animo, 4 agosto 1908
Pio XI, Enc. Ad catholici sacerdotii, 20 dicembre 1935
Pio XII, Esort. Apost. Menti Nostrae, 23 settembre 1950
Giovanni XXIII, Enc. Sacerdotii Nostri primordia, 1 agosto 1959