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Estate 1894

"... la chiesuola di San Rocco era poverissima"

Venne il tempo di far ritorno al castello di Viale per la villeggiatura,

e qui il demonio mi aspettava per darmi la prima battaglia.

[ -Quaderno 1-Pagina 11- ]

Ebbi il bene di rivedere il mio buon Signor Arciprete;

col suo permesso, la domenica alle ore due, finite le mie faccende di cucina, di nascosto dal Signor Conte,

mi portavo in una chiesuola dedicata a San Rocco, e là, in mezzo alla campagna, poco lontano dal paese,

davo il segnale della campanella: in breve la chiesa era piena di fedeli,

e devotamente si recitava il santo Rosario in onore della Gran Madre del Salvatore Gesù.

E così si continuò ogni festa, finché ebbi il bene di rimanere in quella cristianissima famiglia.

Anime di buona volontà, Dio ne suscita in tutti i paesi, e là, nella regione fortunata di Viale,

ebbi il bene di conoscere un certo Pietro Conti, anima semplice, tutta del Signore;

e quando avevamo occasione di vederci, la nostra conversazione cadeva sempre su cose

che riguardano la nostra Santa Religione Cattolica.

[ -Quaderno 1-Pagina 12- ]

Pietro era persona benestante, molto caritatevole, che nulla risparmiava,

quando si trattava di concorrere ad abbellire la casa del Signore:

la chiesuola di San Rocco era poverissima, e io gli suggerii di procurare di renderla più decente.

Pietro, anima generosa, come già s'è detto, mi disse di andare dal mercante Andrea Franzone e:

"Prendi quanta stoffa bisogna, senza lesinare, che per il Signore si deve esser larghi,

tanto più che quello che posseggo me l' ha dato Iddio".

Così feci, pigliai quanta tela era necessaria e me la portai a casa.

Finiti i miei lavori di cucina, mi mettevo a lavorare intorno a questa tela per prepararla per quanto meglio sapevo:

a questo punto il demonio cominciò a tormentarmi.

Mi posi a lavorare in una stanza, quasi nascosta, dove non fossi veduto da nessuno;

[ -Quaderno 1-Pagina 13- ]

così impiegavo tre ore il giorno di mia libertà; non tardai ad essere sorpreso dalla Signora Contessa,

che, senza sapere cosa facevo, mi disse subito chiaramente che non voleva su quella tavola cosa alcuna.

Non sapevo come fare per continuare, a ogni minimo allarme gettavo in qualche nascondiglio il mio lavoro.

Nel vedermi costante il Signor Conte mi parlò chiaro: se io avessi continuato così, mi avrebbe messo alla porta;

soggiunse che, occupandomi di altri lavori, non facevo bene la cucina.

Continuai ad essere molestato tutto il tempo della campagna; questa era tutta opera del demonio,

perché i miei buoni Signori, il Sig. Conte e la Sig.ra Contessa, mi volevano un mondo di bene

e non differivano dagli altri della famiglia, che usarono sempre verso di me bontà e carità.

[ -Quaderno 1-Pagina 14- ]

Come Dio volle, a poco a poco l'opera fu finita; cioè prima di lasciare la campagna,

la Chiesa di San Rocco era addobbata nel miglior modo che s'era potuto.

[ -Segretario 4.1- ]

Mi fermai ancora tre anni in quella cristianissima famiglia e il demonio mi perseguitò sempre.

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