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Estate 1896

" Venne, poi, il giorno in cui si benedì la Chiesa di S. Andrea "

Nel camposanto di Viale c'è una chiesa dedicata a S. Andrea ed edificata, credo, nel 1875,

che stette venti anni senza essere benedetta.

Quei buoni popolani dicevano: "Lei, Luigi, che è in ottima relazione con il Signor Arciprete,

gli dica che faccia venire Mons. Vescovo a benedirla."

[ -Quaderno 1-Pagina 18- ]

Più volte si pregò il Signor Arciprete d'appoggiare il piissimo desiderio dei suoi buoni parrocchiani, ma invano;

finalmente un bel giorno gli dissi: "Per Lei, Signor Arciprete, quando sarà morto,

non verrà anima viva a recitare un requiem: il camposanto è pieno d'erba da sembrare un prato

e la chiesa è inutile, perché non benedetta".

Il Signore picchiò alla porta del suo cuore; ecco, detto fatto, scrive a S. E. Mons. Ronco, Vescovo d'Asti;

in tre giorni giunse la risposta che delegava il Signor Arciprete a benedirla lui stesso.

La notizia si sparse come un baleno per il paese e riempì di giubilo i cuori di quei buoni popolani.

La lieta novella fu riferita al buon Pietro, che subito mi consigliò d'accingermi allo stesso lavoro

[ -Quaderno 1-Pagina 19- ]

fatto per la chiesina di S. Rocco, che lui m'avrebbe dato l'aiuto pecuniario.

Così si fece, stabilendosi d'addobbare a lutto la chiesa del camposanto.

Il demonio non riposava; incominciò di nuovo a farmi guerra: per tutto il tempo della campagna fui sempre molestato.

Una sera, era l'ora di servire il pranzo, avevo fatto dei crostini per la minestra;

nel momento di portarli in tavola sentivo in cuor mio una voce che mi diceva:

"Guarda in mezzo ai crostini, c'è un pezzo di vetro"; guardo, non vedo nulla;

la voce insisteva, io guardo minutamente e trovo realmente un pezzo di vetro.

Se fossero stati serviti in tavola, avrebbero avuto ragione di mettermi alla porta;

ma la bontà somma di Dio sempre venne in mio aiuto.

Come già dissi, le ore libere le impiegavo a tale lavoro.

[ -Quaderno 1-Pagina 20- ]

Un giorno ero carico di stoffa preparata, diretto al camposanto.

Strada facendo, incontro una buona donna di oltre settantacinque anni, che con tanta semplicità mi disse:

"Lei, Luigi, va sempre solo al cimitero, non ha paura che i morti lo prendano per le gambe?"

"O buona donna", le risposi, "mi fanno più paura i vivi che rimangono lontani dalla chiesa".

Aggiunsi che godevo della compagnia dei morti per mezzo della preghiera e del lavoro,

che pregavo il Signore di liberare dalle loro pene tutte quelle anime,

le cui spoglie dormivano lì, che fossero in Purgatorio.

Venne, poi, il giorno in cui si benedì la Chiesa di S. Andrea; s'andò processionalmente;

si fece una bella festa, fu giorno di giubilo;

molte preghiere s'innalzarono in quel giorno per le anime dei poveri trapassati,

a cui il Signore, nella sua misericordia, conceda la pace e la luce eterna!

[ -Quaderno 1-Pagina 21- ]

Bello e commovente fu il giorno d'Ognissanti: per la prima volta, dacché esiste quel paese, si compì un tanto bene.

S'andò processionalmente; il buon Arciprete per onorare e ringraziare il Signore Iddio di tanto favore,

per rendere più solenne la festa e per suffragare le anime dei loro parenti,

aveva esortato e preparato quei popolani ad accostarsi ai Santi Sacramenti.

Un numero grandissimo s'accostò a ricevere il Pane degli Angeli;

intanto le Figlie di Maria cantavano inni dedicati alla loro Patrona e al suo Divin Figlio: un momento di Paradiso!

Quante anime saranno salite alla gloria celeste per le preghiere di quei semplici popolani!

Si chiuse la festa con la predica nel camposanto fatta dal Signor Arciprete, che strappò lacrime di commozione:

[ -Quaderno 1-Pagina 22- ]

certamente è rimasta nei loro cuori eterna memoria del giorno di Ognissanti.

Oh, si! Dio conceda a questi morti il godimento ineffabile destinato alle anime passate all'altra vita nel bacio del Signore.

[ -Segretario 4.3- ]

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