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Carteggio

D 1511 -/- L. Borzone

18) Non venga meno alla fede

Viva Gesù e Maria!

Gentilissima e carissima Consorella del SS.mo Crocifisso, la buona Signora Luisa Borzone.

Ho sempre giudicato il suo tenor di vita più santo che altro.

La misericordia di Dio veglia di continuo sopra di Lei e delle opere Sue:

la mattina del 31 agosto stando io in adorazione al SS.mo Crocifisso, il buon Gesù dissemi:

" - Scrivi alla Borzone che non venga meno alla fede, al mio amore! " - e non più: quanta bontà!

quant'amore Gesù porta alle sue creature!

Oh, l'ho sempre detto: la misericordia di Dio, il suo Divin Cuore veglia di continuo sui servi suoi fedeli!

Ora le scrivo un po' di tutto, dicendole pure che la mia salute va molto bene finora,

e così ringrazio ben di cuore la bontà di Dio per il conforto che il Santo Padre, il Papa Pio X,

mi dette per mezzo del pio Reverendo da Lei conosciuto, dicendomi, inspirato, che per questa volta non sarei morto;

e così fu; bene vivo colla speranza nella misericordia del Signore, quando gli piacerà di chiamarmi;

speranzoso, ripeto, nella sua misericordia, vado volentieri!

Or sono quattordici giorni che il mio cugino Modesto fu chiamato a casa per vedere la sua povera madre e per assisterla;

e così presto tutte le cure filiali alla cara genitrice sua. Domenica,

1 settembre, alle ore 5 di sera questa rendeva la sua bell'anima a Dio,

andando a ricevere il premio delle lunghe e penose sofferenze, sopportate cristianamente.

Dio nella sua grande misericordia l'abbia nel luogo della beatitudine.

Dalla lettera di Modesto posso immaginare il Dolore di quel povero figliolo,

ma il Signore nella sua bontà infinita non abbandonerà né giusto né peccatore.

Come dice il Santo Vangelo, il Signore si rivela ai pargoli, vale a dire a quelli che hanno il cuor puro;

ebbe nel suo immenso dolore una visione sulla SS.ma Trinità, e mi dice che nessuna scienza umana,

per quanto alta, saprà spiegarla; e soggiunge: gliela dirò quando sarò a Torino.

Povero Modesto! così buono, tutto di Dio!

tre giorni prima gli venne un reuma in una gamba che non poteva più camminare,

e per giunta ebbe a casa altre miserie da sopportare riguardo a interessi, lui tutto distaccato dal mondo e dalla roba!

il Demonio lo perseguita come un santo Giobbe: tutto passa sopra la terra, Dio solo c'è sempre;

ebbene chiniamo il capo, dicendo: fiat voluntas tua, mi Deus!

Domenica Padre Curato va a Roma; io desidererei d'andare a Terruggia, ma il guaio è sempre per il viaggio;

non oso chiedere, perché sono certo d'un rifiuto, essendone da poco ritornato:

ebbene facciamo una privazione, la nostra vita è un continuo sacrificio, e se lo facciamo per amor di Dio c'è merito!

Tante cose alle piissime sorelle Damigelle Maddalena e Giovannina, a Carletto, a Lena, Eugenio e Damigella Margherita.

E nel cuor sacro di Gesù mi ricordi. Sono nel Signore fra Leopoldo Maria.

2 settembre 1913 sera 10 1/2

[ -Originale- ]

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