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Carteggio

D 2037 -/- Dematteis

49) Considerazioni di F. L. sulla povertà

( Son ) passate le feste solennissime del S. Natale;

le feste più belle di tutta la cristianità, nobilitata colla nascita di Gesù Bambino nato povero in una capanna,

allietato dal canto soave degli Angeli, adorato dai poveri pastori.

Dall'ora in poi la povertà se dapprima era disprezzata e dimenticata divenne abbracciata per amore di Gesù.

Perfino i re e le regine non disdegnarono di lavare i piedi ai poveri

e umiliarsi a servirli e medicarli nelle loro infermità.

Rassegnati e contenti per l'amore di Dio, quanto bene portò Gesù e quanta pace nella povertà;

quante grazie e quanti miracoli nel corso della sua vita.

( Se ) à infuso nei ricchi tanta carità e rassegnazione nelle sofferenze

lo dobbiamo tutto all'esempio del Divin Redentore.

A Lei, mio carissimo nel SS.mo nostro Signore Gesù, signor ingegnere Filippo Cav. Dematteis,

che in questi 22 anni passati ebbi il bene di conoscerlo per mezzo del piissimo signor Pio Paolo Perazzo,

morto in concetto di santo, a Lei che tanto seppe copiare molte virtù volute da Dio, principalmente in carità,

e da questo si bell'esempio, mi invogliai affidare i miei poveri scritti.

E se sapessi di poter fare con simili miei scritti un po' di bene dopo la mia morte,

sarebbe proprio la grazia più bella che il mio diletto amore Dio Gesù Crocifisso potrebbe farmi sopra la terra.

Riguardo agli scritti, confidai questa mia volontà al piissimo signor professore Luigi Andrea Rostagno

e Lui mi rispose: Fa molto bene, meglio non poteva capitare, son proprio in buone mani.

Porgo a Lei, carissimo signor ingegnere Filippo i migliori e fervidi auguri per l'anno novello 1922,

allietato dalla pace e dalla grazia di Gesù, da meritarsi per tutta la vita i favori celesti;

e così siano della sua piissima e caritatevole signora consorte Elvira.

Con ogni ossequio rispettosissimo, mi professo suo nel SS.mo nostro Signore.

Fra Leopoldo Maria - Chiesa di S. Tommaso.

1921

[ -Originale- ]

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