DiarioFL/Biografie/DueCuochi/DueCuochi.txt Due cuochi al servizio di Dio Prefazione Nel corso dei secoli Gesù e Maria hanno voluto intervenire nella storia degli uomini per un aiuto specifico, particolarmente necessario per quel periodo, ma non solo, con apparizioni, visioni o locuzioni interne. Gli interlocutori scelti non sono stati i "sapienti" o gli "intelligenti", ma i "piccoli", come si esprime S. Matteo ( Mt 11,25 ). Potremmo elencare una lunga schiera di questi piccoli; ne citiamo solo alcuni: Melania e Massimino di La Salette, Bernadette di Lourdes, Giacinta, Francesco e Lucia di Fatima. Ed anche Fra Leopoldo Musso e Suor Faustina KowaLska, due religiosi, due cuochi. Questo scritto vuole appunto illustrare, con tutti i suoi limiti, la storia di questi due piccoli, che hanno tante parti in comune. L'ambizione è di farli conoscere meglio, specialmente Fra Leopoldo - con Suor Faustina, Beata e Santa già conosciuta - in un confronto fra santi, per indicarli agli uomini del nostro tempo che hanno assolutamente bisogno di testimoni e di messaggi celesti aperti alla speranza. Torino, 27 gennaio 2007 85° anniversario della morte di Fra Leopoldo Chi era Fra Leopoldo 1. Note biografiche A Terruggia: il paese natale Luigi Musso nacque a Terruggia Monferrato, provincia di Alessandria, diocesi di Casale, il 30 gennaio 1850. " iL padre Giuseppe Musso, di carattere piuttosto severo, ma buono, era giardiniere dell'Intendente di Finanza ing. Luigi Noè. La madre Maria Cavallone era pia e fervente cristiana, ma anche energica nell'educazione dei figli. La mamma un giorno gli diede un libro contenente le immagini della Via Crucis, illustrandogli nel tempo stesso il significato di quelle immagini. Luigino fu impressionato da quelle parole ". Come annota Fratel Teodoreto dei Fratelli delle Scuole Cristiane ( un santo che ha scritto sulla vita di un santo ), " è questa la prima scintilla che, col passare degli anni, accenderà la fiamma d'amore nel cuore dell'appassionato di Gesù CrocifIsso ". Il contesto storico in cui vive Luigi Musso è il Piemonte percorso dai fermenti della Rivoluzione liberale e del Risorgimento, l'ora terribile della soppressione degli Ordini religiosi e i conflitti fra Governo e Clero, ed il profilarsi delle prime lotte di classe, con scontri, talora sanguinosi, tra socialisti, forze dell'ordine, conservatori e i primi circoli dei cattolici democratici. A Vercelli come cuoco " Le necessità familiari spinsero Luigi ad abbandonare il tetto paterno all'età di 19 anni per recarsi a Vercelli, al servizio di un ricco proprietario. La separazione fu amara. In quell'umile casetta lasciava la mamma, il più gran tesoro della sua vita, lasciava i ricordi d'una fanciullezza serena. Quale sacrificio! Eppure il pressante bisogno di lavoro più lucroso l'aveva fatto risolvere alla separazione dolorosa. Lasciato ben presto il primo impiego, essendosi accorto di trovarsi al servizio di un soggetto pessimo per condotta morale, dopo molte ricerche di lavoro, diverse prove, finalmente venne accolto dal Can. Mons. Giuseppe Miglione, al quale si affezionò, servendolo per molti anni non solo come cuoco, ma come uomo di casa, attento e fedele a tutti gli interessi della famiglia. E fu una fortuna, poiché, morto nel 1870 l'amato padre che l'aveva così fortemente e cristianamente educato, Luigi si trovò nella possibilità di aiutare la madre vedova, con un lavoro sicuro, onorato e tranquillo. Venuto a morire nel 1884 Mons. Miglione, Luigi poté entrare in qualità di cuoco nella famiglia dei Conti Arborio Mella, nella stessa città di Vercelli. E di proficuo lavoro c'era bisogno poiché la madre lottava quotidianamente contro le necessità. La vecchia madre declinava: nel 1889 un'infermità la rendeva inabile al lavoro e la metteva nella necessità di avere maggiori aiuti per le spese di famiglia. Fu una disposizione provvidenziale che, in tali strettezze, si rendesse vacante il posto di capocuoco nel Collegio Dal Pozzo in Vercelli. Luigi fece domanda per quell'impiego e lo ottenne". A Torino Circostanze dolorose obbligarono successivamente Luigi a lasciare il Collegio Dal Pozzo, facendo maggiormente risaltare la sua virtù angelica, la grande sua carità, la generosità del perdono ai calunniatori, e furono le vie provvidenziali che lo portarono verso uno scopo, da lui stesso ignorato, là dove il Signore gli aveva preparato un campo più vasto per l'apostolato e dovizie di grazie per santificarlo sempre più. Torino, come sottolinea bene Fratel Teodoreto, la città del SS. Sacramento e della Consolata ( aggiungeremmo della Sindone e di Maria Ausiliatrice ), riceveva colui che dalla Divina Provvidenza era stato prescelto a divenire l'Apostolo del SS. Crocifisso, e la famiglia dei Conti Caissotti di Chiusano lo accolse nel 1890 - a quarant'anni - al suo servizio in qualità di cuoco. Nel suo Diario Fra Leopoldo annota: "Dopo qualche anno ( della sua permanenza a Torino ) presi per mio Padre spirituale il Rev. Padre Cozzi ( che poi divenne Provinciale dei Barnabiti ); la chiesa officiata da questi, S. Dalmazzo, divenne la mia prediletta, e non tralasciai di frequentare ogni giorno quella casa di Dio, fino a quando il Signore, nella sua Misericordia, mi chiamò religioso, figlio di S. Francesco. Mentre Luigi si elevava di giorno in giorno nell'amore del suo Signore e nella pratica delle virtù, non dimenticava la vecchia madre rimasta a Terruggia e per essa si imponeva i sacrifici economici suggeritigli dal grande affetto che le portava. A Viale d'Asti " Ogni anno si andava a passare quattro mesi di villeggiatura nel castello di Viale d'Asti, e là ogni giorno facevo il possibile per avvicinarmi sempre più a Dio colla preghiera. Non dimenticavo i consigli del Rev. P. Cozzi, cioè di aver devozione non solo alla Vergine Santissima, ma anche al suo Divin Figlio Gesù. [ ... ] Ebbi fin da giovanissimo una devozione tutta speciale alla Gran Madre di Dio Maria Santissima. Ogni domenica alle ore due del pomeriggio, finite le mie faccende di cucina, col permesso dell'Arciprete locale, mi portavo in una chiesuola dedicata a S. Rocco, e là, in mezzo alla campagna, poco lontano dal paese, davo il cenno colla campanella; in breve la chiosino era piena di fedeli, e vi si recitava il S. Rosario in onore della Gran Madre del Salvatore. E così si continuò ogni festa, finché ebbi il bene di rimanere in quella cristianissima famiglia ". Prodigio della pioggia " Nell'anno 1895, giugno e luglio non avevano visto goccia d'acqua: un sole cocente, un caldo soffocante. I popolani dicevano: "Ah! se questa Madonna facesse un miracolo e ci mandasse un po' di pioggia! " Si diceva loro: "Abbiate fiducia nella Gran Madre del Salvatore ... ". Ed ecco che il medesimo giorno della festa, 5 agosto, dedicato alla Madonna della Neve, alle ore cinque del pomeriggio, si vide in lontananza come una nuvoletta, e a poco a poco s'alzò un gran temporale e cadde beneficamente tant'acqua da riempire fossati e ogni cosa. È un fatto molto notevole che la pioggia cadesse solo sul territorio di Viale, mentre nei paesi vicini tutto era arido e cadente. Quei buoni parrocchiani nel vedersi così favoriti, accrebbero la devozione a Maria SS. che nelle calamità sempre invocano come loro Patrona. Il demonio però non riposava. Una sera, verso l'ora di servire il pranzo, avevo preparato dei crostini per la minestra; nel momento di portarli in tavola sentivo in cuor mio una voce che mi diceva: "Guarda in mezzo ai crostini, c'è un pezzo di vetro "; guardo, riguardo minutamente e trovo realmente un pezzo di vetro. Se questo fosse arrivato in tavola, i signori padroni avrebbero avuto ragione di mettermi alla porta; ma la bontà somma di Dio sempre venne in mio aiuto ". Luigi Musso amava molto il prossimo e specialmente i poveri; nel tempo libero curava e, se era necessario, assisteva i malati di giorno e di notte. C'era a Viale un pover'uomo che da parecchio tempo teneva il letto per una ferita; Luigi si fece mandare dell'acqua della Madonna di Lourdes e curandolo nell'anima e nel corpo ne ottenne la guarigione. Il 19 novembre 1896 fece ritorno a Torino. " Mi fermai in quella nobilissima famiglia Caissotti di Chiusano ancora sette mesi; poi ritornai alla casa paterna a Terruggia per assistere la mia buona madre inferma ". A Casale Monferrato Per rimediare al difficile stato di cose e sentendosi ormai ristabilito nella salute di prima. Luigi, d'accordo con la mamma, risolse di esercitare nuovamente la professione di cuoco presso qualche famiglia o istituto religioso. Trovò pertanto il posto a Casale presso i Padri Camilliani o Ministri degli infermi. Durante i giorni della sua dimora a Casale, Luigi Musso prese contatto con la religiosa Famiglia dei Padri Francescani che officiano la chiesa di S. Antonio Abate: è il primo contatto. Ricaduta la madre in una malattia mortale, il Servo di Dio accorse al suo capezzale per assisterla cristianamente e amorevolmente. La morte della mamma " L'11 maggio 1900, la mia buona mamma, morì nelle mie braccia secondo la preghiera che avevo fatto a Maria SS. Prima di morire, la mia povera mamma espresse il rincrescimento di lasciarmi, perché solo; io le dissi di non pensare a me: "Sebbene io non sia più giovane, tuttavia confido nella Provvidenza, che la bontà di Dio mi chiama religioso. Fin da fanciullo ho sempre agognato questo stato così sublime; soprattutto le mie speranze sono fondate sulla protezione di Maria SS. Madre del mio Gesù" ". Dopo la morte della mamma Luigi ritornò presso i Camilliani di Casale Monferrato ove rimase fino a tutto il mese di ottobre del 1900. 2. Torino: vita religiosa iL 1° aprile 1905 Fra Leopoldo iniziò il suo anno di noviziato, che per benigna concessione della Santa Sede egli poté fare nello stesso convento di S. Tommaso. Nell'anno del suo noviziato, Fra Leopoldo aveva riparato un Crocifisso che era stato abbandonato tra gli oggetti fuori uso e nel giorno del Venerdì Santo, 13 aprile 1906, venne nuovamente posto all'adorazione dei fedeli ad un altare di S. Tommaso. Dopo quel giorno di Passione quel Crocifisso fu collocato nel corridoio del convento accanto alla camera di Fra Leopoldo e successivamente, su richiesta dello stesso Fra Leopoldo, nella sua camera. Il Servo di Dio si metteva ai piedi del Crocifisso ogni mattina circa le ore quattro e vi rimaneva in profonda adorazione fino alle ore sei, l'ora della prima Messa. Nella meditazione passava dalla Sacra Piaga della mano destra a quella della mano sinistra; indi al piede destro, al piede sinistro e al Sacro Costato. Con questa meditazione sulle cinque Sacre Piaghe, il Servo di Dio giunse in poco tempo a un alto grado di intimità con Gesù Crocifisso, con Gesù Sacramentato e con la SS. Vergine, tanto da udirne interiormente la voce. " Il giorno 2 agosto 1906, festa della Madonna degli Angeli, Gesù mi fece intendere: "Si faccia devotamente l'Adorazione come nel Venerdì Santo, e molte grazie e favori concederò a tutti quelli che in grazia di Dio si prostreranno ad adorarmi" ". Inizia da qui la grande avventura spirituale di Fra Leopoldo. L'Adorazione a Gesù Crocifisso Alternando le preghiere vocali con l'orazione mentale più affettuosa, Fra Leopoldo, quasi senza accorgersene, venne a comporre sotto la guida di Gesù Crocifisso, una nuova formula di preghiera che egli stesso scrisse e propagò fra le persone di sua conoscenza. Per il Servo di Dio la Divozione a Gesù Crocifisso - questo è il titolo della preghiera che fu poi approvata e indulgenziata da Sua Santità Papa Benedetto XV nel 1915 - non fu una semplice recita meccanica delle formule, ma una penetrazione affettuosa, come dice Fratel Teodoreto, nelle Piaghe Santissime di Gesù e nel Cuore Immacolato della SS. Vergine trapassato dalla spada del dolore. Per questa sua intimità ebbe promesse consolanti per indurre i peccatori a convertirsi. La preghiera si sofferma sulle cinque piaghe, con una intenzione per ciascuna di esse. La prima formula La prima formulazione di questa preghiera risale al 1906, che riportiamo come risulta dai suoi scritti: Adorazione a Gesù Crocifisso come nel Venerdì Santo. Ti adoriamo, santissimo nostro Signor Gesù Cristo, sopra questa Croce e sopra tutte le Croci che sono nelle tue chiese dell'universo mondo: colla tua santa Croce e morte tua hai comprato il mondo! Recitando un Pater, Ave, Gloria per ogni piaga. 1a ( Per la sacra Piaga della Mano destra ) Si prega che il Signore santifichi il Santo Padre, Sommo Pontefice, e lo difenda dagli inimici suoi, che protegga sempre la sua Sposa, cioè la Chiesa, che dia ai sacerdoti la grazia di celebrare santamente, che benedica copiosamente l'Angelo dell'Arcidiocesi. 2a ( Per la sacra Piaga della Mano sinistra ) Si prega per la conversione dei poveri peccatori e per gli agonizzanti, principalmente per quelli che non vogliono riconciliarsi con Dio, invocando, poscia, la bontà di Dio colla giaculatoria "Gesù mio, misericordia!" tre volte. 3a ( Per la sacra Piaga del Piede destro ) Si prega che Dio conceda a tutti gli Ordini e Congregazioni religiose molti Santi a nostra edificazione; che benedica le nostre famiglie, le nostre case. 4a ( Per la sacra Piaga del Piede sinistro ) Si prega per le povere anime sante del Purgatorio, principalmente per quelle che aspettano da noi questa preghiera. 5a ( Per la sacra Piaga del Costato ) Si prega per tutti quelli che si raccomandano alle nostre preghiere avvalorate dai meriti infiniti di Gesù Crocifisso; preghiamolo inoltre che ci conceda la santità della vita, un ardentissimo desiderio di fare la SS.ma volontà di Dio in tutto, la rassegnazione nelle pene, nelle contrarietà, la grazia di ricevere i Santi Sacramenti in punto di morte, e la gloria eterna del Paradiso, nostro ultimo fine. Sia lodato, ringraziato, benedetto ogni momento il mio dolce Gesù Crocifisso e il SS.mo Sacramento! 3. Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata Amicizia con Fralel Teodoreto, fondatore dell'Unione Catechisti Fratel Teodoreto delle Scuole Cristiane ( Vinchio d'Asti 1870 - Torino 1954 ) conobbe l'Adorazione a Gesù Crocifisso, l'apprezzò e, con il permesso dei Superiori, la fece propagare tra i Confratelli, nelle classi, nelle famiglie, ottenendo non solo la grazia domandata in favore degli alunni ( conservare il diritto di dare in casa gli esami con valore legale ai 1050 alunni delle loro scuole elementari ), ma diverse altre importanti, tra le quali l'inizio dell'Unione del SS. Crocifisso. Conobbe Fra Leopoldo il quale gli parlò di cose straordinarie, ma con vera umiltà e confidenza. Nel 1913 Fratel Teodoreto pensò di approfittare della fraternità che aveva con Fra Leopoldo per esporgli un'idea che ebbe fin dal 1906 al secondo Noviziato, quella cioè di formare un'associazione di giovani veramente buoni e zelanti nell'apostolato catechistico, come quelle istituite dai suoi Confratelli a Parigi, a Madrid, a Lione. Il 23 aprile 1913, dopo aver pregato con molto fervore, Fra Leopoldo udì queste parole: "Dirai al Fratello Teodoreto che faccia ciò che ha nella mente". Il giorno 14 marzo 1914, in un'adunanza di tutti i giovani scelti nelle scuole diurne e serali, fu proclamato all'unanimità il titolo di Unione del SS. Crocifisso. L'intervento frequente della SS. Vergine nelle cose dell'Unione dimostrò che Ella voleva essere, come scrisse più volte Fra Leopoldo nel suo Diario, la Protettrice dell'Opera. Per questa ed altre ragioni, al titolo di Unione del SS. Crocifisso si aggiunse, il giorno 8 maggio, quello programmatico di Maria SS. Immacolata. E Fra Leopoldo? Fra Leopoldo potremmo ritenerlo cofondatore dell'Unione Catechisti per tutto quanto ha fatto, dalla conferma, come tramite privilegiato, della bontà dell'opera di Fratel Teodoreto alla preghiera fervorosa a Gesù Crocifisso e a Maria SS. Immacolata per la riuscita dell'opera stessa, comunicando tutti i messaggi che a questo fine gli venivano inviati. Per sottolineare l'importanza dell'opera di Fra Leopoldo nella fondazione e nello sviluppo dell'Unione Catechisti, citiamo le parole di Fratel Teodoreto: " Guidata dagli scritti e circondata dalle ferventi preghiere del Servo di Dio, l'Unione metteva robuste radici secondo alcune parole da lui udite e fattemi pervenire come spinta al lavoro" 4. Casa di Carità Arti e Mestieri Breve storia Elevare nello spirito gli operai, avviarli agl'ideali della fede, ponendo con ciò solidi fondamenti alla soluzione del problema sociale, fu sempre una delle premure dei dirigenti cattolici, l'assillante cura della S. Chiesa, così scrive Fratel Teodoreto nel libro citato. " Si sentiva da tutti i migliori, come si sente ancor oggi, la necessità di educare operai e dirigenti ai principi del Santo Vangelo e alle regole sociali emanate dai Sommi Pontefici". In futuro nacquero poi istituzioni cristiane per i lavoratori ( ad es. ACLI ) e per i dirigenti ed imprenditori ( ad es. UCID ). Per mezzo della scuola, nell'umiltà della loro missione, i Fratelli portarono a quest'opera il proprio contributo di non lieve peso, sin dal 1800 in varie località del Piemonte. Fra Leopoldo scriveva nel suo Diario: " Lunedì 24 novembre 1919, sera, ore 9,30. Nella santa Adorazione - Divozione al SS. Crocifisso, quando incominciai l'adorazione alla Piaga della Mano sinistra, Gesù disse: "Per salvare anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri " ". È proprio un manifesto programmatico comprensivo di tutti gli aspetti: - formazione professionale ( far imparare ai giovani arti e mestieri ), - formazione umana ( formare nuove generazioni ), - formazione cristiana ( salvare le anime ). Questa dovrebbe essere una proposta programmatica per ogni scuola cattolica. Il giorno 2 dicembre: "Ormai è tempo che si manifesti la mia volontà: voglio una Scuola Casa di Carità Arti e Mestieri". Questi scritti furono fatti leggere da Fra Leopoldo all'ing. Rodolfo Sella, uno degli Zelatori della Divozione a Gesù Crocifisso. L'ing. Sella pensò subito di formare un comitato dei principali signori cattolici di Torino, tra i quali incluse sé e il proprio figlio, avv. Riccardo. Fratel Teodoreto coinvolse il Superiore Fr. Candido che sostenne la proposta e così il 9 gennaio 1920 si tenne la prima adunanza. Maria SS. lo stesso giorno disse a Fra Leopoldo: "Anch'io voglio essere la Protettrice della grande opera Casa di Carità Arti e Mestieri". Nel 1925, data ufficiale della fondazione della Casa di Carità, i Catechisti aprirono una Scuola Festiva del tipo industriale presso la parrocchia di Nostra Signora della Pace, alla Barriera di Milano. Ma necessitando più locali, nel mese di maggio 1929 i Catechisti firmarono il compromesso per l'acquisto dello stabile di via Feletto 8, nella stessa zona di Torino, e lì tennero i corsi fino al 1950. Il 31 maggio 1940, a dieci giorni dall'entrata in guerra dell'Italia, fu acquistato il terreno di circa 10.000 metri quadrati, ove si costruì l'attuale sede nazionale della Casa di Carità Arti e Mestieri. E così anche questa Opera partiva con l'avallo celeste e con un manifesto programmatico, chiaro ed esigente. Di fronte allo sviluppo notevole di quest'opera, specie in quest'ultimo decennio, viene alla mente la visione di Fra Leopoldo nella notte dal 9 al 10 ottobre 1920, una visione della passione di Gesù "che portava nobilmente e faticosamente la Croce ... seguivano Gesù una miriade di Vescovi e qualche Papa. [ ... ] I Vescovi, a detta dello stesso Gesù, sono tutti quelli che devono impegnarsi a far erigere nelle loro diocesi Scuole di Arti e Mestieri modellate su quelle di Torino, per la riforma del mando, cominciando dalla gioventù educandola cristianamente". Già oggi più Vescovi stanno cooperando alla vita della Casa di Carità nelle loro diocesi e altri verranno come profetizzato da Gesù stesso. Maria Immacolata è sempre stata invocata Patrona e Protettrice dell'Opera e in suo onore, tutti gli anni, è stato fatto con gli allievi un pellegrinaggio e la celebrazione della S. Messa, sia nella chiesa di S. Tommaso "in ricordo dei favori e grazie ricevute, da Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù cooperati in loro vantaggio", sia nel Santuario della Consolata, ambedue in Torino. 5. La morte Fra Leopoldo morì il 27 gennaio 1922. La salma venne tumulata in un loculo del sepolcreto dei Frati Minori nel terzo ampliamento del Camposanto in Torino e successivamente traslata nella Chiesa Convento di S. Tommaso il 26 aprile 1948. Chi era Suor Faustina Elena Kowalska nacque il 25 agosto del 1905 a GIogowiec, parrocchia Swinice Wareckie, voivodato di Lódz. Era la terza dei dieci figli dei poveri contadini Marianna e Stanislao Kowalski. I genitori le trasmisero una fede viva in Dio presente nel mondo e nel prossimo. Le insegnarono ad amare Dio e a mettere al primo posto le cose di Dio. Per circa tre anni essa frequentò la Scuola Elementare ( 1917-1920 ). A sedici anni intraprese un lavoro di domestica ad Aleksandrów Lódzki e infine a Lódz. Fin dalla più tenera età sognava la vita religiosa. Nel luglio del 1924, sotto lo stimolo di una ispirazione interiore, partì per Varsavia per poter realizzare la sua vocazione religiosa. Lavorò per un anno presso la sig.ra Aldona Lipszyc a Ostrówek, comune di Klembów, vicino Varsavia, mettendo da parte il denaro necessario per la dote per poter entrare in convento. Il 1° agosto del 1925 entrò nella Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia e seguì il postulato nella casa di Varsavia presso via Zytnia 3/9. A quel periodo risalgono i suoi dubbi circa il carattere della sua vocazione, dubbi che la inducevano a prendere in considerazione la possibilità di abbandonare la Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia e di entrare in un ordine di natura più contemplativa. Ma dopo alcuni mesi trascorsi a Varsavia partì per Cracovia ai fini del noviziato, e lì assimilò una intensa formazione religiosa acquisendo la conoscenza dei principi della vita interiore, del carisma della Congregazione e del lavoro che avrebbe poi riempito la maggior parte della sua vita nel convento. Il 30 aprile del 1926 ebbe luogo la vestizione con il nome di Suor Maria Faustìna. Durante il noviziato sperimentò l'oscurità della notte dello spirito, un tempo di sofferenza e di prove che si traducevano in una sensazione di abbandono da parte di Dio. Superò anche questa prova. Dopo la conclusione del noviziato di due anni, il 30 aprile del 1928 emise a Cracovia i voti perpetui e il Giovedì Santo del 1934 scrisse l'atto con cui offriva completamente se stessa per i peccatori, specialmente per coloro che dubitano della misericordia di Dio. Durante la formazione nel noviziato, e in seguito durante tutta la vita religiosa, Sr. Faustina svolse varie funzioni, lavorando come cuoca, giardiniera, portinaia, aiuto panettiere e commessa di panetteria, a Varsavia, Ptock, Wilno e Cracovia. Svolse i servizi più umili con grande dedizione cercando di scoprire anche nelle più semplici occupazione l'amore di Dio e di rispondere ad esso con un impegno personale. A Wilno le si scoprì la tubercolosi che gradualmente invase poi tutti i suoi organi interni, causandole grandi sofferenze e infine la morte. Durante la malattia Sr. Faustina fu ricoverata negli ospedali di Pradnik Czerwony a Cracovia. Passò inoltre molto tempo nell'infermeria del convento. Appena si sentiva un po' meglio riprendeva i suoi compiti combattendo la malattia e la sofferenza con una grande forza di volontà e con un grande amore per Gesù. Morì nel convento di Cracovia il 5 ottobre del 1938 e fu sepolta nel cimitero del convento. Il Santo Padre Giovanni Paolo II l'ha proclamata beata il 18 aprile del 1993 e l'ha canonizzata il 30 aprile del 2000 a Roma. Analogie e confronti 1. Due cuochi Fra Leopoldo e Suor Faustina erano due cuochi. Il primo dovette lavorare come tale per provvedere a se stesso, ma soprattutto per aiutare la mamma e questo sino all'età di cinquant'anni, quando divenne religioso ed anche allora esercitò il mestiere nella cucina del convento di S. Tommaso a Torino e qualche volta fuori straordinariamente come aiuto in occasioni speciali ( ad esempio a Cuneo al convento della Madonna degli Angeli per la ricognizione del corpo del Beato Angelo da Chivasso ). E il fatto che fosse richiesto denota che era molto bravo nel suo mestiere di cuoco. La seconda, quando a vent'anni è ammessa come postulante fra le suore coadiutrici nella Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia, comincia a lavorare nella cucina. Nei due anni precedenti Elena Kowalska, la futura Suor Faustina, aveva già lavorato presso due famiglie. A quattordici anni Elena col permesso della mamma va a servizio presso gente conosciuta in Aleksandrów, vicino a Lódz, per guadagnarsi qualche cosa ed aiutare la famiglia. Il lavoro di cuoca era ben seguito dalla religiosa, al punto che "ogni volta che si doveva preparare un pasto più accurato - per l'arrivo di monsignore o di qualche personalità, si chiedeva sempre aiuto a lei - dice la sua superiora Madre Borgia. Curando la cucina suor Faustina aveva un fine ben determinato. Diceva: "Se le nostre pensionanti ( le penitenti ) mangiano bene, non offenderanno Dio brontolando e così Egli sarà glorificato. Scrive Suor Giustina: "Perciò non risparmiava la fatica e sfavillava di gioia quando poteva offrirci un piatto saporito e ben preparato". Nel noviziato, quando fu adibita alla cucina per i bambini, Suor Faustina fu in difficoltà, perché non era in grado di maneggiare le pentole che erano grandissime e soprattutto non riusciva a scolare bene le patate. E questo si ripeteva, tanto più che le sue forze diminuivano ogni giorno. Un giorno, a mezzogiorno durante l'esame di coscienza, si dolse con il Signore per la mancanza di forze ed Egli rispose: "Da oggi in poi la cosa ti riuscirà facile; accrescerò le tue forze". La sera, venuto il momento di scolare le patate, si affretta a farlo fiduciosa nella parola del Signore: prende la pentola con disinvoltura, scola le patate veramente bene e quando alza il coperchio per lasciare uscire il vapore, vede nella pentola, al posto delle patate, mazzi interi di rose rosse molto belle. Sente in quel momento in sé un voce: "Ecco come trasformo il tuo duro lavoro nei mazzi di fiori più belli, mentre il profumo di essi si innalza fino al mio trono". "Da quel momento - conclude Suor Faustina - ho cercato di scolare le patate non solo durante la settimana di lavori assegnatami, ma anche sostituendo in tale lavoro le suore durante le loro settimane di turno, e non solamente in questo lavoro, ma in ogni lavoro faticoso cerco di essere la prima ad aiutare, poiché ho sperimentato quanto la cosa piaccia a Dio". 2. Due amanti dei fiori Fra Leopoldo fu un fiorista, cioè colui che confeziona fiori artificiali, presumibilmente da offrire o da mettere ai piedi di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata. Il demonio, come vedremo, non è contento di queste devozioni gentili e nello scompaginare cucina e cella, fa scomparire i ferri per fare fiori artificiali di tela. Nella visita a Cuneo, in occasione delle feste del quattrocentesimo anniversario della beatificazione del Beato Angelo, reca come omaggio un giglio di fiori artificiali da lui preparato, secondo un desiderio del suo cuore. Quale fu la sua sorpresa quando P. Filippo gli dice: "Ha fatto molto bene ( a portare il giglio ); sappia, Fra Leopoldo, che quando fu scoperta la cassa del Beato gli fu trovato un giglio nato di fresco in segno della sua verginità!". E questo è anche un segno di come fossero apprezzati i fiori dì Fra Leopoldo sia sulla terra come in cielo. Suor Faustina fu invece una floricoltrice, che seminava fiori, li coltivava con tanto amore per poterli offrire in cappella a Gesù e a Maria. Da notare che, "quando si dedicò al giardino, praticamente non ne sapeva nulla, ma a poco a poco imparò molto mettendoci tutto il suo cuore. Curava soprattutto la serra e si informava volentieri dagli esperti": così Madre Irene, superiora di Suor Faustina a Wilno. Suor Clementina, la capo-giardiniera, conferma questa testimonianza: "È per obbedienza che dopo la sua professione Suor Faustina andò a Wilno per occuparsi del giardino. Non aveva la minima nozione di giardinaggio, ma diceva: "Il Signore mi benedirà anche se non so niente". Difatti un frate lazzarista, giardiniere di mestiere, l'aiutò con i suoi consigli ed ella finì per ottenere ottimi risultati, tanto nel giardino che nella serra costruita da lei stessa. Le piaceva infiorare la cappella e l'altare e mostrava volentieri alle suore e alle pensionanti i begli esemplari coltivati a questo scopo. "Tutto questo è per il Signore Gesù", diceva indicando con fierezza i suoi giacinti, le sue rose e i suoi tulipani. "C'era una grande siccità e Suor Faustina era molto addolorata nel vedere le sue piante assetate. Un giorno di pieno sole e di bel tempo stabile, si mise a supplicare il Signore perché mandasse la pioggia. Subito piovve a cateratte e le piante furono dissetate", così Suor Antonietta. Questo episodio è riportato nel Diario. 3. Due lavoratori Luigi Musso fin da piccolo comprese l'importanza del lavoro per sostenere la propria famiglia bisognosa. E infatti, come narra P. Maccono o.f.m. nel suo libro "Un apostolo di Gesù Crocifisso. Il Servo di Dio Fr. Leopoldo Maria Musso": "appena giunta l'età adatta Luigi fu dal padre messo al servizio del medico condotto di Terruggia, dott. Boltri. Presso di lui egli fu adibito a parecchi servizi di casa, di cocchiere, di giardiniere ecc. e in tutti con soddisfazione del padrone. Il suo fare disinvolto, modesto, e di una fedeltà scrupolosa gli attirava le generali simpatie". A 19 anni, come già detto, la necessità di avere un lavoro più redditizio per i suoi lo costrinse a cercare un impiego a Vercelli come cuoco, cui fecero seguito altri impieghi a Torino, a Casale e infine ancora a Torino come religioso francescano nel Convento di S. Tommaso. Una vita in conclusione da professionista della cucina, ed anche come scrupoloso amministratore delle spese relative, dapprima come laico e poi come religioso. Fu un lavoro abbracciato, come detto, sin dalla età giovanile, per necessità familiari e poi specificamente per sostenere economicamente la mamma, e successivamente come religioso per far fronte alle necessità naturali di una comunità. Il lavoro vissuto con forte impegno e, come già notato, quale rispetto dei doveri del proprio stato. Si comprendono così, alla luce della testimonianza umana di Luigi Musso, alcune parole chiave della lettera enciclica di Giovanni Paolo II sul lavoro umano: "Il lavoro è un bene dell'uomo, perché mediante il lavoro l'uomo ... realizza se stesso come uomo ed anzi, in un certo senso, diventa più uomo. Il lavoro è il fondamento su cui si forma la vita familiare ... consente la vita ed il mantenimento della famiglia". E la famiglia di Fra Leopoldo, che doveva mantenere sino all'entrata in convento, era esclusivamente la povera mamma ammalata. Ma l'enciclica dice anche questo: "Sopportando la fatica del lavoro in unione con Cristo Crocifisso per noi, l'uomo collabora in qualche modo col Figlio di Dio alla redenzione dell'umanità. Egli si dimostra discepolo di Gesù, portando a sua volta la croce ogni giorno nell'attività che è chiamato a compiere". E Fra Leopoldo ha sempre lavorato, in unione con il suo Gesù Crocifisso. Per Suor Faustina abbiamo già visto il suo impegno per il lavoro, dettato da esigenze familiari, e successivamente il suo inserimento nella Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia. Qui, dopo tre settimane, "si accorse di esservi qui assai poco tempo per le preghiere e di altre cose che le dicevano nell'animo di entrare in un convento di regola più stretta". Però questo non era il disegno di Dio, per cui Gesù apparsole in cella con il volto coperto di piaghe vive e con grandi lacrime che cadevano sulla sopracoperta del suo letto, le disse: "Tu mi procurerai tale dolore se uscirai da questo ordine religioso. È qui che ti ho chiamato e che ho preparato molte grazie per te". Suor Faustina chiede perdono a Gesù e si inserisce completamente nelle mansioni a lei affidate. "Ciò che avrebbe voluto realizzare in un Carmelo ecco che si adatta a viverlo tra padelle e casseruole, zappando la terra o vendendo pane, nell'andirivieni della portineria ... Obbligata dall'obbedienza a stare sulla breccia, converte ogni cosa in preghiera e si applica a vivere alla presenza di Dio ovunque si trovi e qualsiasi cosa faccia. Ogni tappa della sua vita laboriosa segnerà nuova ascesa verso le cime della vita mistica che essa raggiungerà non malgrado, ma a causa di condizioni apparentemente ingrate. Ben presto la nostra postulante assapora i frutti della sua immolazione. Dio la ricolma al di sopra d'ogni attesa. La grazia si fa sensibile e la inonda di gioia. Tutto le sembra leggero, nessuna pena le costa e crede di volare sul cammino della perfezione". Così i due religiosi tramite il loro lavoro manuale salgono verso le vette della santità personale, sotto gli occhi di Gesù Crocifisso. La santificazione attraverso le occupazioni ordinarie fu capita nel secolo ventesimo da Josè Escrivà de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei e dai vari Istituti secolari, tra cui l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS.ma Immacolata fondato da Fratel Teodoreto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, avendo Fra Leopoldo come fervente sostenitore. 4. Il diario Fra Leopoldo e Suor Faustina hanno redatto ambedue un diario sulla loro vita, ma soprattutto sui colloqui mistici con Gesù e Maria. La stesura di questi diari è voluta espressamente da questi attraverso l'indicazione del confessore o di religiosi. A Suor Faustina Gesù aveva detto: "Il tuo compito è quello di scrivere tutto ciò che ti faccio conoscere sulla Mia Misericordia, per il bene delle anime, che leggendo questi scritti proveranno un conforto interiore e saranno incoraggiate ad avvicinarsi a Me". E Suor Faustina risponde: "Ho il compito di descrivere gli incontri della mia anima con te, o Dio; devo scrivere di te, ineffabile nel dimostrare misericordia alla mia povera anima ... Tale ordine mi fu dato da colui che mi spiega la tua santa volontà, o Gesù. Tu vedi quanto mi riesce difficile lo scrivere, come io non sappia descrivere con chiarezza quello che sperimento nell'anima. O Dio, posso io servirmi di una penna per dire cose per le quali mi mancano talvolta le parole? Tu però mi ordini di scrivere, o Dio; questo mi basta. " Fra Leopoldo scrive sulle prime pagine del diario: "Il mio buon Gesù mi farà scrivere molte cose; i lettori che avranno il bene di leggerle, comprenderanno che furono dettate dall'Altissima Provvidenza, e la grazia del Signore li farà certo contenti e umili; grazie più belle non potrebbero avere chi ama Gesù!" Da tutte queste dichiarazioni deduciamo che il vero autore di questi diari è sempre e solo Gesù, coadiuvato dal sua Madre, per messaggi e indicazioni che vanno oltre i due religiosi per estendersi a tutti gli uomini di buona volontà. Lo stile di Suor Faustina non è quello di una contadina illetterata con tanto di "ortografia che lascia molto a desiderare", ma è di una chiarezza, di una precisione e di una trasparenza assolute. Analogamente lo stile di Fra Leopoldo è semplice, chiaro e ricco d'amorosi sensi nel commentare le parole che Gesù gli rivolgeva quasi ogni giorno. "Un sottile conoscitore dei mistici giardini ha detto che gli amici di Dio scrivono sempre bene, essendo fidanzati al Verbo il quale conferisce alle loro parole peso, misura, senso e consistenza". 5. Luigi Musso ed Elena Kowalska scelti tra i "piccoli" Gesù non sceglie i "sapienti" e gli "intelligenti" per rivelare il Vangelo, come dice S. Matteo ( Mt 11,25 ) e straordinariamente per rivelare se stesso con apparizioni, visioni o locuzioni interne, ma sceglie invece abitualmente i "piccoli". E, analogamente a Gesù, anche sua Madre Maria Santissima, che ai piedi della croce del figlio, divenne Madre di tutti noi, sceglie per confidenti dei "piccoli". Così Luigi Musso ed Elena Kowalska, i futuri Fra Leopoldo e Suor Faustina si aggiungono alla schiera dei "piccoli" del passato, Melania e Massimino di La Salette, Bernadette di Lourdes e Teresa di Lisieux, Giacinta, Francesco e Lucia di Fatima e tanti altri. Gesù guarda il cuore per verificare se c'è innocenza ed umiltà ed allora "i puri di cuore vedranno Dio" ( Mt 5,8 ). La giovane Bernadette disse a coloro che l'interpellavano perché la Madre di Dio avesse scelto proprio lei come destinataria dei messaggi celesti, che se ci fosse stata a Lourdes un'altra ragazza più ignorante, la Vergine Immacolata avrebbe sicuramente scelto questa. Il povero Fra Leopoldo il 12 agosto 1908 annota: "Mio Dio ... hai scelto me per questa Opera, che sono così ignorante! Egli mi rispose: "Piace così a me: uomini pieni di scienza ce ne sono già troppi, ce ne sono pure alcuni che abusano del sapere che io ho loro conferito, e qualche volta mi danno dispiacere. Beati gli umili, che la loro scienza tutta ripongono nella bontà e nei voleri di Dio!". Suor Faustina, "la piccola contadina polacca, non possiede né il genio né la cultura di S. Teresa d'Avila che ha scritto pagine immortali, ma non a caso Dio propone a un mondo sconvolto dall'angoscia e stanco di viaggi nella notte, il suo messaggio di totale ed esaltante trasparenza. Ci voleva una fanciulla per ricordare ad un secolo vecchio e nevrotico, l'instancabile, l'incomprensibile, l'infinita misericordia". E non è detto, aggiungiamo noi, che questi diari di Fra Leopoldo e di Suor Faustina non costituiscano un'opera come quella riconosciuta per gli scritti di S. Teresa di Lisieux, per un riconoscimento, dato il pensiero profondo espresso nei diari, per tutti e due di "dottori della Chiesa ad honorem". 6. La chiamata mistica Fra Leopoldo Una visione di Maria Santissima L'intervento della Santissima Vergine nella vita dei santi si riscontra frequentissimo, come annota Fr. Teodoreto nel suo libro. "Nell'anno 1887, nel mese di novembre - scrive Fra Leopoldo nel suo Diario - ebbi in sogno una visione di Maria Santissima: vidi la Vergine SS. Addolorata in atteggiamento mestissimo con il capo nobilmente chino, e dolcemente mi disse: " Ricordati di ciò che ha soffèrto mio Figlio! ". Sebbene non intendessi tutto il significato di queste parole, tuttavia mi rimasero impresse nella mente. Disparve la visione, e nel mio povero cuore andavo meditando la bontà, la pietà, la misericordia di Maria Santissima verso i poveri peccatori ". Per Fra Leopoldo fu come una luce del Cielo che illuminò la sua mente e riscaldò il suo cuore in modo così efficace da produrre in lui un nuovo slancio di vita soprannaturale. A Torino: primi segni di intimità Una mattina nella chiesa di S. Dalmazzo ero ansioso di ricevere la S. Comunione, e appena l'ebbi ricevuta, sentii il mio buon Gesù dirmi: " Tra me e te, in avvenire, ci sarà una grande intimità ". E Luigi annota nel Diario: " Come è possibile che un Dio voglia abbassarsi fino a me poveretto peccatore? Eppure si vedrà in appresso quanto sia grande la bontà e la Misericordia di Dio verso di noi poveri mortali ". Visione di Gesù " Nel 1893 ebbi una visione in sogno nel castello: vidi, in alto, Gesù Crocifisso; stava abbracciata ai suoi piedi un'anima bellissima, dal volto nobilissimo; teneva gli occhi modestamente bassi, un po' chino il capo; e la veste era come luminosa: il tutto mi imparadisava. Fissai lo sguardo su quella visione dolcissima; dopo pochi minuti sparì, e mi lasciò una dolcezza inenarrabile, che non dimenticherò per tutto il tempo della mia vita. Il ritorno a Terruggia L'8 maggio 1899 la mamma era moribonda ed aveva ricevuto il SS. Viatico; anche Luigi Musso cadde malato e chiese a Maria di poter guarire per aiutare la mamma. "Mi addormentai e dormii un'ora, dalle otto alle nove di sera ( da quaranta giorni non riposavo più ) ed ecco vidi maestosamente avvicinarsi Maria SS. tenendo in braccio il suo Divin Figlio Gesù e mi disse queste parole: ' Alzati, la grazia della tua guarigione è fatta! '. Maria Santissima non solo mi donò la guarigione, ma mi conservò ancora la mia buona mamma ". La visione della SS. Trinità Stanco e abbattuto dalle intere notti passate al capezzale della mia defunta genitrice, presi riposo per qualche giorno; ed ebbi una visione in sogno. " Vidi Maria SS. che mise le mani sopra una tenda che dalla terra arrivava al cielo; la separò e allora vidi la Santissima Trinità ... Oh meraviglia! E mi disse di non disgustare mai quelle tre gemme preziosissime, cioè il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo ". La visione di S. Francesco Nei primi anni del 1900 presso il Convento Parrocchia di S. Tommaso in Torino, Fra Leopoldo ebbe una visione: preso il sonno contro la sua volontà, si desta poiché ad un tratto si sente spingere fortemente, apre gli occhi e vede un Frate che sale in alto con grande rapidità; la figura somigliava del tutto a quella di S. Francesco: scomparve così ogni malanno e stanchezza. 18 agosto 1906 " Una grande confidenza passerà tra Me e te ". " Mi rammentai ciò che mi aveva detto il mio Gesù una mattina appena ricevuto la S. Comunione nella Chiesa di S. Dalmazzo, sedici anni prima ": sono di fatto le stesse parole. Suor Faustina Nel 1912, a sette anni, la piccola Elena, durante i Vespri, davanti al SS.mo Sacramento esposto, sente nell'anima per la prima volta una voce che l'invita alla vita perfetta. Nell'autunno del 1919 la quattordicenne Elena è a servizio presso gente conosciuta in Aleksandrow, vicino a Lódz. Durante questo periodo ha la visione di un gran chiarore e poco dopo torna a casa. Nell'estate 1920 Elena dichiara a sua mamma che vuole andare in convento, ma i genitori sono decisamente contrari alle sue aspirazioni. Nell'autunno-inverno 1922 la diciottenne Elena chiede insistentemente ai genitori il permesso di entrare in convento e riceve un rifiuto categorico. Nel 1923, il 2 febbraio, rompe gli indugi e cerca lavoro a Varsavia per acquisire una piccola dote e il corredo che le consenta di essere accettata in convento. Il 1° agosto 1925, a vent'anni, Elena è ammessa come postulante fra le suore coadiutrici nella Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia. Il 30 aprile 1926, dopo gli esercizi spirituali di otto giorni, Elena Kowalska inizia il noviziato ricevendo l'abito e il nome da religiosa. Da questo momento si chiamerà Suor Maria Faustina. 7. Che cosa vuole Dio da loro È chiaro che con queste premesse mistiche, Gesù preparava due anime per un suo disegno specifico. Quale? Innanzitutto la loro santità, da rifulgere nelle virtù, la loro disponibilità al sacrificio sino alla totale offerta di se stesse quale anime vittime, la ricezione dei suoi messaggi da tradurre in opere concrete quali finalizzazioni della volontà di Dio e da tutto questo la creazione di due testimoni, perché altri potessero riferirsi a loro come modelli di vita cristiana. E, data la loro piccolezza umana, la grazia che Dio potesse apparire in maniera ancora più evidente, quale causa di trasformazione di persone che hanno dato liberamente il consenso a tale stato. Fra Leopoldo, apostolo di Gesù Crocifisso Dall'intimità con Gesù profetizzata da Lui stesso nella chiesa di S. Dalmazzo, alla composizione, quasi senza accorgersene, della Divozione a Gesù Crocifisso, per cui Fra Leopoldo divenne l'Apostolo di Gesù Crocifisso. La sua grande intimità con Gesù gli permise di essere l'interlocutore privilegiato di Gesù stesso, per cui chiedeva e riceveva risposte da riferire ad altri. Fu così che spinse Fratel Teodoreto ad operare per la costituzione dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata. E Fra Leopoldo, come rilevato, fu giustamente considerato il fervente sostenitore dell'Unione Catechisti. Ma anche per la fondazione della Casa di Carità Arti e Mestieri il ruolo di Fra Leopoldo fu determinante, a partire da quella frase-programma da lui udita il 24 novembre 1919 e trasmessa subito a Fratel Teodoreto: " Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri ". A Fra Leopoldo ricorrevano in tanti, umile gente del popolo e persone illustri e prelati ... per un consiglio, un'indicazione, un orientamento di vita. Lo stesso Papa Benedetto XV volle essere tenuto al corrente dei detti e consigli di Fra Leopoldo. Suor Faustina, apostola della Divina Misericordia " Gesù ha affidato a questa religiosa semplice, senza istruzione, ma forte e infinitamente fiduciosa in Dio, una grande missione: il messaggio della Divina Misericordia rivolto al mondo intero. " Oggi mando te - le disse - a tutta l'umanità con la Mia Misericordia. Non voglio punire l'umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio Cuore misericordioso" ( Diario, p. 827 ). " Sei la segretaria della Mia misericordia: ti ho scelta per questo incarico in questa vita e in quella futura" ( Diario, p. 838 ), per "far conoscere alle anime la grande Misericordia che ho per loro ed esortarle alla fiducia nell'abisso della Mia Misericordia" ( Diario, p. 818 ). La missione di Santa Faustina consiste nel ricordare una verità di fede da sempre conosciuta, ma forse dimenticata, riguardante l'amore misericordioso di Dio per l'uomo e nel trasmettere nuove forme di culto della Divina Misericordia, la cui pratica dovrebbe portare al rinnovamento della vita di fede. Il culto della Divina Misericordia consiste nella fiducia nella infinita bontà di Dio e nelle opere di misericordia verso il prossimo. L'immagine della Divina Misericordia Il 22 febbraio 1931 a Plock, la sera della prima domenica di Quaresima, Suor Faustina ha una visione di Gesù che le ordina di dipingere un'immagine secondo il modello che vede, con sotto scritto: Gesù confido in Te! Il Signore Gesù è vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l'altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l'uno e l'altro pallido. "I due raggi rappresentano il Sangue e l'Acqua. Il raggio pallido rappresenta l'Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime ". Entrambi i raggi uscirono dall'intimo della Mia Misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia. Tali raggi riparano le anime dallo sdegno del Padre Mio. Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio. Desidero che la prima domenica dopo la Pasqua sia la Festa della Misericordia. ... In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita, questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene ... Annuncia che la Misericordia è il più grande attributo di Dio. Tutte le opere delle Mie mani sono coronate dalla Misericordia". " Figlia mia ... il tuo compito ed impegno qui sulla terra è quello di impetrare la Misericordia per il mondo intero. Nessun'anima troverà giustificazione finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia, e perciò la prima domenica dopo Pasqua dev'essere la festa della Misericordia, ed i sacerdoti in quel giorno debbono parlare alle anime della Mia grande ed insondabile Misericordia. Ti nomino dispensatrice della Mia Misericordia. Dì al confessore che questa immagine deve venire esposta in chiesa e non nel convento dentro la clausura. Attraverso questa immagine concederò molte grazie alle anime, perciò ogni anima deve poter accedere ad essa". Finalmente a fine giugno 1934 viene terminata l'immagine della "Divina Misericordia", che sotto la direzione di Suor Faustina è stata dipinta dal pittore Kazimirowski. Suor Faustina piange amaramente perché Gesù non appare così bello come lo ha visto. E allora dice al Signore: "Chi ti potrà dipingere bello come sei?" All'improvviso ode queste parole: "Non è nella bellezza del colore né nel tocco del pennello, ma è nella mia grazia che sta il valore del quadro". La festa della Misericordia Occupa il posto più importante tra tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia che sono state rivelate a Santa Faustina. Per la prima volta Gesù le ha parlato dell'istituzione di questa festa a Plock nel 1931, quando le trasmise la sua volontà riguardo all'immagine: "Io desidero che vi sia una festa della Misericordia: voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia" ( Diario, p. 75 ). La scelta della prima domenica dopo Pasqua come festa della misericordia ha un suo profondo significato teologico, che indica un forte legame tra il mistero pasquale della Redenzione e il mistero della Divina Misericordia. Questo legame è sottolineato ulteriormente dalla Novena alla Divina Misericordia, che precede la festa e inizia il Venerdì Santo e durante la quale si recita la Coroncina. La festa non è soltanto un giorno di particolare adorazione di Dio nel mistero della misericordia, ma è un tempo di grazia per tutti gli uomini. " Desidero - ha detto Gesù - che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori" ( Diario, p. 440 ). " Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione. Concedo loro l'ultima tavola di salvezza, cioè la festa della Mia Misericordia. Se non adoreranno la Mia Misericordia, periranno per sempre " ( Diario, p. 561 ). L'importanza di questa festa si misura con le straordinarie promesse che Gesù ha legato ad essa. "In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita - ha detto Cristo - questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene" ( Diario, p. 235 ). "In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. ( ... ) Nessun'anima abbia paura di accostarsi a me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto" ( Diario, p. 441 ). Per ottenere questi grandi doni bisogna adempiere alle condizioni della devozione alla Divina Misericordia ( fiducia nella bontà di Dio e carità attiva verso il prossimo ), essere in stato di grazia ( dopo la confessione ) e ricevere degnamente la santa Comunione. " Nessun'anima troverà giustificazione finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia e perciò la prima domenica dopo Pasqua deve essere la festa della Misericordia ed i sacerdoti in quel giorno debbono parlare alle anime della Mia grande ed insondabile Misericordia" ( Diario, p. 378 ). 1995 23 aprile. I Domenica dopo Pasqua - Sua Santità Giovanni Paolo II celebra nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia la Messa solenne nella Domenica della Divina Misericordia. 1999 11 aprile. I Domenica dopo Pasqua - S. Em. Il Cardinale Fiorenzo Angelini celebra in Piazza S. Pietro la Festa della Divina Misericordia. 1-3 ottobre - I Convegno della Divina Misericordia in Italia, celebrato presso la Chiesa di S. Spirito in Sassia a Roma. 2001 22 aprile. I Domenica dopo Pasqua - Il Santo Padre Giovanni Paolo II celebra in Piazza S. Pietro la Messa solenne nella Domenica della Divina Misericordia. 2002 29 giugno - Il Santo Padre Giovanni Paolo II concede l'indulgenza nel giorno della Domenica della Divina Misericordia. A completamento del piano della Divina Misericordia Gesù ha suggerito queste altre forme di culto. La coroncina alla Divina Misericordia È stata dettata da Gesù a Suor Faustina a Vilnius ( oggi capitale della Lituania ) il 13-14 settembre 1935, come preghiera per placare l'ira di Dio. " La reciterai per nove giorni con la comune corona del rosario nel modo seguente: prima reciterai il Padre Nostro, l'Ave Maria ed il Credo; poi sui grani del Padre Nostro, dirai le parole seguenti: Eterno Padre, io ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero. Sui grani delle Ave Maria reciterai le parole seguenti: Per la Sua dolorosa Passione abbi misericordia di noi e del mondo intero. Infine reciterai tre volte queste parole: Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero". " Figlia mia, esorta le anime a recitare la coroncina che ti ho dato. Per la recita di questa coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno. Se la reciteranno peccatori incalliti, colmerò di pace la loro anima, e l'ora della loro morte sarà serena. Scrivi questo per le anime afflitte: quando l'anima vede e riconosce la gravita dei suoi peccati, quando si svela ai suoi occhi tutto l'abisso di miseria in cui è precipitata, non si disperi, ma si getti con fiducia nelle braccia della Mia Misericordia, come un bambino fra le braccia della madre teneramente amata ... Proclama che nessun'anima, che ha invocato la Mia Misericordia, è rimasta delusa né confusa ... Scrivi che quando verrà recitata la coroncina vicino agli agonizzanti, Mi metterò fra il Padre e l'anima agonizzante non come Giusto Giudice, ma come Salvatore misericordioso". L'ora della Misericordia Nell'ottobre 1937, a Cracovia, Gesù disse a Suor Faustina di venerare l'ora della sua morte. " Figlia mia, ogni volta che senti l'orologio battere le tre, ricordati di immergerti tutta nella Mia Misericordia, adorandola ed esaltandola; invoca la sua onnipotenza per il mondo intero e specialmente per i poveri peccatori, poiché fu in quell'ora che venne spalancata per ogni anima. In quell'ora otterrai tutto per te stessa e per gli altri; in quell'ora fu fatta grazia al mondo intero, la Misericordia vinse la giustizia ... Voglio il culto della Mia Misericordia da ogni creatura ... ". Diffusione del culto della Divina Misericordia " Le anime che diffondono il culto della Mia Misericordia, le proteggo in tutta la vita, come una tenera madre protegge il suo bimbo ancora lattante, e nell'ora della morte non sarò per loro Giudice, ma Salvatore misericordioso". " La diffusione del culto della Divina Misericordia non richiede necessariamente molte parole, ma esige fede, fiducia in Dio e misericordia sempre più grandi. Santa Faustina durante la sua vita dette esempio di tale apostolato. Il culto della Divina Misericordia portò ad un rinnovamento della vita religiosa nella Chiesa, nello spirito di cristiana fiducia e misericordia ". " Nuova Congregazione " C'è però un'altra missione da svolgere, Suor Faustina il 9 giugno 1935 comprende che " Iddio esige che ci sia una congregazione che annunci la Misericordia di Dio al mondo e la impetri per il mondo. " Tu vivrai in essa con le tue compagne. Il Mio spirito sarà la regola della vostra vita. La vostra vita deve essere modellata su di Me, dalla mangiatoia alla morte in croce. Penetra nei Miei segreti e conoscerai l'abisso della Mia Misericordia verso le creature e la Mia bontà insondabile, e questa farai conoscere al mondo. Per mezzo della preghiera farai da intermediaria fra la terra e il cielo". " Lo scopo tuo e delle tue compagne è quello di unirti a Me nella maniera più stretta per mezzo dell'amore. Concilierai la terra col cielo, mitigherai la giusta collera di Dio ed impetrerai la Misericordia per il mondo. Affido alle tue cure due perle preziose per il Mio cuore, che sono le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi; per loro pregherai in modo particolare; la loro forza dipenderà dal vostro annientamento. Le preghiere, i digiuni, le mortificazioni, le fatiche e tutte le sofferenze, le unirai alla preghiera, al digiuno, alla mortificazione, alla fatica ed alla sofferenza Mia ed allora avranno valore di fronte al Padre Mio ". Questo pensiero ha avuto una certa evoluzione: da un ordine contemplativo diventa un movimento formato sia da congregazioni di vita attiva, che da laici. Questa grande comunità di persone, che supera le nazionalità, è un'unica famiglia legata da Dio nel mistero della Sua Misericordia e unita dal desiderio di meditare questo attributo divino nel proprio cuore manifestandolo nelle proprie azioni, per procurare la Sua gloria in tutte le anime. È una comunità di persone che in modi diversi, a seconda della condizione e della vocazione ( sacerdotale, religiosa o di vita nel mondo ), vive l'ideale evangelico di fiducia e di misericordia, proclama con la propria vita e la parola l'ineffabile mistero della Divina Misericordia e invoca la Misericordia di Dio per tutto il mondo. 8. La risposta Il Signore li ha preparati, ha manifestato quello che voleva da loro, soprattutto per quanto riguarda le opere da avviare nel contesto della ricerca di una santità personale; ora è il momento dei due religiosi di dare una risposta concreta a queste sollecitazioni mistiche. Umiltà Fra Leopoldo 12 settembre 1908. "Essendo io nient'altro che un povero strumento nelle Tue mani, di grazia, stampami sulla fronte e nella mente queste parole: Chi opera è Dio, Gesù Crocifisso". Gesù: "Fra Me e te siamo uno solo; ti dirò che chi opera sono Io il tuo Dio, ma faccio fare da te, perché Io, tuo Gesù, sono tutto in te". 23 gennaio 1909. "Se siamo favoriti da Dio abbiamo un motivo di più di tenerci umili avanti a Lui. Non fidiamoci di noi stessi se abbiamo operato esternamente del bene, piuttosto preghiamo il Signore che ci dia la luce di conoscere il nostro nulla e la grazia di poterci tenere sempre vicini a Lui, Dio nostro ...". Suor Faustina "O mio Gesù, vita, via e verità. Ti prego, tienimi accanto a Te, come una madre stringe al seno un piccolo bimbo, poiché io sono non solo una bimba inetta, ma un cumulo di miseria ed una nullità". "Non c'è un'anima più misera di me, come veramente mi riconosco e sono stupita che la Maestà Divina si abbassi tanto ..." Gesù: "Tu sei per Me una grande gioia; il tuo amore e la tua umiltà fanno sì che abbandoni il trono del cielo e Mi unisca a te. L'amore pareggia l'abisso che c'è fra la Mia grandezza e la tua nullità". Gesù: "Figlia Mia, tutte le tue miserie sono state bruciate nel fuoco del Mio amore, come una pagliuzza gettata in un immenso incendio. E con questo umiliarti attiri su di te e su altre anime tutto il mare della mia Misericordia. " Fede Di fronte a quanto indicato da Gesù per le opere, ambedue i religiosi si sentono, oltre che indegni, anche e soprattutto incapaci. Come è possibile che si realizzino determinate opere, data la loro pochezza? Ma la fede in Gesù viene in loro soccorso e lo testimoniano tanti pezzi dei loro diari. Fra Leopoldo 24 settembre 1906. "Gesù: "Su, fa coraggio; quando ti ordino qualcosa, fallo subito; perché dubitare quando ti sentisti dire che tu devi aiutarmi in questa impresa? So bene che ti mette difficoltà il credere che un Dio Crocifisso venga dal Cielo a te". "Sono molto peccatore". "Eppure è così, - soggiunse - tu non mi vedi con gli occhi mortali, ma sono a te vicino: rammentati ciò che Io ti dissi nella chiesa di S. Dalmazzo". 25 giugno 1908. Così risponde Fra Leopoldo: "Non v'inquietate: la causa è di Dio: come ha fatto finora, lo farà per l'avvenire; io non sono che un povero strumento disusato; la Croce in tutti i tempi più difficili ha sempre trionfato". Suor Faustina "La mia fiducia è riposta senza limiti nel Suo misericordiosissimo Cuore. Nonostante la mia grande miseria, non ho paura di nulla ..." Gesù: "La tua grande fiducia verso di Me mi costringe a concederti continuamente grazie. Hai dei grandi ed inesprimibili diritti sul Mio Cuore, poiché sei una figlia piena di fiducia". "Faccio ciò che Dio vuole", racconta a Suor Feliciana, "perciò mi sento perfettamente felice. In quanto alle contrarietà, ce ne saranno dovunque e sempre, ricordiamoci che Dio le permette". Preghiera In questa crescente intimità con Gesù, i due religiosi si abbandonano ad una preghiera più fervorosa, più profonda, che costituisce il loro legame con Dio. La preghiera si apre al mondo, alle necessità di quelli che vivono sulla terra e di quelli che si sono salvati, ma che debbono scontare delle pene al Purgatorio. E con le preghiere, le sofferenze e le offerte di sé. Fra Leopoldo 12 ottobre 1908. Gesù: "Colla preghiera otterrai di fare scaturire acqua dalla pietra; alla scuola di Gesù sopporta le buffonerie che ti vengono fatte; perché preghi, appunto colla tua preghiera mi hai rubato il Cuore e sarai quello che un giorno Io, il tuo Crocifisso Gesù, vorrà". Come già rilevato, Fra Leopoldo si metteva ai piedi del Crocifisso ogni mattina circa le ore quattro e vi rimaneva in profonda adorazione fino alle ore sei, l'ora della prima Messa. Dopo la S. Messa e la S. Comunione egli, al ringraziamento comune, aggiungeva nella mattinata un'altra adorazione alle cinque Piaghe, come ringraziamento della Comunione. Verso le ore dieci della sera si rimetteva dinanzi al suo Crocifisso e vi rimaneva ordinariamente fino a mezzanotte in fervente orazione. 28 settembre 1908. Gesù: "Ti piace, o Leopoldo, dopo aver fatto l'Adorazione alle Sacre mie Piaghe delle mani e dei piedi, farla con più trasporto al Mio Cuore?" "Si, mio Dio". "Il Mio Cuore è il centro della mia Divozione ...". Suor Faustina L'atteggiamento della religiosa durante la preghiera colpiva particolarmente le sue compagne di noviziato. Suor Maria Jolanda: "Non pregava come le altre. Il suo spirito di preghiera e il suo atteggiamento in cappella ci riempivano di ammirazione. Era sempre in ginocchio, senza muoversi, senza appoggiarsi, indifferente a tutto ciò che accadeva intomo a lei". Suor Irene: "Quando guardava il Santissimo Sacramento i suoi occhi diventavano luminosi; si sarebbe detto che vedesse Nostro Signore". Quando Elena entrò come postulante nella Congregazione di Nostra Signora della Misericordia, dopo tre settimane, come abbiamo già rilevato, si accorse di esservi qui assai poco tempo per le preghiere e di molte altre cose che le dicevano nell'anima di entrare in un convento di regola più stretta. Ma Gesù la fermò in quella Congregazione. La realtà è che proprio in quella Congregazione Suor Faustina fece della preghiera la sua condizione di vita, assimilandosi sempre più al suo amato Gesù. Gesù le indica di pregare anche per le anime del purgatorio, facendole vedere quel luogo di dolore, come noi non pensavamo che potesse essere. All'uscita da quella "prigione del dolore" Suor Faustina nell'intimo udì una voce che disse: "La Mia Misericordia non vuole questo, ma lo esige la giustizia". Ci piace rilevare, a mo di consolazione, che Suor Faustina in quella visione scorse la Madonna che visitava le anime del purgatorio, recando loro refrigerio. Di più Gesù le affida il compito di pregare per gli agonizzanti: "Impetra loro la fiducia nella Mia Misericordia, poiché essi hanno più che mai bisogno della fiducia e ne hanno tanto poca. Sappi che la grazia della salvezza eterna d'alcune anime, all'ultimo momento, è dipesa dalle tue preghiere". Sofferenze La sofferenza fisica e morale sopportata con Gesù ed offerta a Gesù stesso, è una forma di preghiera speciale delle anime elette. Per tutta la loro vita Fra Leopoldo e Suor Faustina sono stati contrassegnati dal dolore sopportato e offerto a Gesù. Ricaviamo dai due diari questi fatti indicativi. Fra Leopoldo 24 luglio 1908. Stamane, venerdì, appena ricevuta la Comunione, mi venne un malessere tanto doloroso per tutto il corpo, che io credetti di morire. Domandai al mio Gesù d'alleviare i miei mali, affinché potessi fare il santo ringraziamento; il mio buon Gesù mi disse: "Ricordati che oggi è venerdì, rammentati delle mie sofferenze della Croce e soffri in parte con Me: ti basti come ringraziamento". La grazia di Dio mi diede forza di sopportare pazientemente per amor del mio Gesù in silenzio; e feci i miei lavori, come Dio ha voluto, senza manifestare il mio male. 9 gennaio 1909. Gesù: "Dopo gli onori passerai per la via del Calvario; molti sorgeranno: sorgeranno degli eredi di Caifa e di Pilato, e tu soffrirai con pazienza somma; il pensiero dei beni eterni ti farà poi dimenticare un po' le grandi miserie di questa terra". 2 marzo 1909. Ad esempio del Signore e per piacergli, bisogna bere il calice amaro come Gesù Crocifisso, il nostro Dio l'ha sorso fin l'ultima goccia. 20 dicembre 1909. Gesù: "Se vuoi piacere a me, o Leopoldo, sempre più prendi la croce e cammina! ". 19 dicembre 1911. Maria Santissima: "Fra Leopoldo, soffri quel po' per amore del mio Divin Figlio! Sopporta con pazienza ilare le tue sofferenze, infermità, senza lamento: e questo ti basta". 31 dicembre 1912. "Ti permetto le spine: sopportale per amor mio; sono meriti infiniti: quanto vantaggio porterebbero per la vita eterna! E queste sono le lezioni mie - il tuo Gesù". E tanti altri detti di Gesù e di Maria riguardano le sofferenze che Fra Leopoldo dovette sopportare nella sua vita, sia fisiche che morali. Accanto alle sofferenze fisiche, le sofferenze morali di Fra Leopoldo, per le quali attingiamo, come prima, dalle pagine del suo diario. 31 dicembre 1908. "Nelle angustie sentirai sempre il tuo Gesù vicino, per farti conoscere che Io sono sempre con te in qualunque momento di pericolo!" 31 marzo 1909. Gesù: "Leopoldo in avvenire avrai da soffrire pene indicibili interne, ma ben presto si cambieranno in gaudi celestiali, come già ti ho fatto provare. Voglio che tu assomigli a Me nel dolore ..." 20 aprile 1909. Tutte le sofferenze, le pene sopportate in pace con rassegnazione per amore di Gesù, sono tante gemme che servono ad adornare la veste nuziale per renderla più bella, più splendente. 8 giugno 1909. "Grazie, o mio Gesù, se oggi ho sopportato pazientemente spine pungenti. Devo rendere grazie a Dio, Gesù Crocifisso! Il ricordo di Gesù in croce ha richiamato alla mente i miei peccati, e questo è stato il mezzo opportuno per sopportare per amore di Dio la tribolazione. 15 febbraio 1910. Gesù: "Volevo domandarti ancora una volta, se consenti a passare molte sofferenze". Gli risposi di si a imitazione di Maria SS.ma, quando le profetizzò il vecchio Simeone che una spada le avrebbe trafitto il cuore. 6 marzo 1910. Nelle nostre pene, affanni, nel dolore, invochiamo Maria con soave Amore! Non disperiamo se infido sia il porto, amiamo Maria, nostro augusto conforto! 14 gennaio 1914. Gesù: "Soffri, mio Leopoldo, soffri molestia! Ed ogni piccola cosa che ti mando è per accrescerti il mio amore!" L'ultima prova Fra Leopoldo, nel difendere l'Opera della Casa di Carità con il suo nome completo ( Carità nel significato di amore, come programma e mezzo per mantenere all'istituzione il carattere cristiano soprannaturale ), si fece dei nemici all'interno del Comitato, preposto alla realizzazione dell'Opera stessa. "Fu avanzata un'inchiesta e fra Leopoldo invitato a non ricevere più nessuno, a troncare ogni rapporto con l'esterno. Ad uno ad uno, si diradarono tutti ... Anche il miglior amico, anche Fratel Teodoreto sospese le visite per rispettare l'ordine dei superiori francescani e non far avere guai al povero interlocutore del Crocifisso, intorno al quale si fece così, ad un tratto, un lancinante vuoto. Nel silenzio degli uomini e delle cose un gemito: fievole, sommesso: " ... Tutti mi hanno abbandonato! ... "( 14 dicembre 1921 ). Ed il Crocifisso: "Fa coraggio! Non siamo due amici? " Su quel lamento rincuorato si chiude il Diario. Era stato incominciato col segno della Vergine Addolorata che prediceva la prova di Vercelli, sofferta nel 1889 per preservare il candore d'un giovane, e si chiudeva su un'altra prova, sofferta per dare alla gioventù povera del mondo soccorso di vita cristiana con la Casa di Carità Arti e Mestieri, in un ordine di giustizia sociale. Fra Leopoldo muore il 27 gennaio 1922. L'Apostolo del Crocifisso non poteva non essere un imitatore nella sofferenza profonda del suo Gesù, per il bene delle anime. Forse l'ultima prova era proprio la corona di martirio spirituale che mancava a Fra Leopoldo per essere amato compiutamente dal suo Gesù Crocifisso. Suor Faustìna La vita di Suor Faustina è stata tutta un Calvario. Il 12 agosto del 1934 ha un forte indebolimento, che spinge don Michele Sopocko, suo confessore, ad amministrarle l'Olio Santo. Il 19 settembre 1936 è ricoverata nel sanatorio di Pradnik, così come il 9 dicembre dello stesso anno. Il 13 aprile 1937 lo stato di salute di Suor Faustina peggiora a tal punto da farle pensare che, se la tosse si fosse ripetuta ancora un paio di volte, sarebbe stata certamente la fine. Il 21 aprile 1938 lo stato di salute di Suor Faustina peggiora a tal punto che deve essere ricoverata nuovamente in ospedale. Il 5 ottobre 1938, alle ore 22.45, Suor Faustina dopo lunghe sofferenze sopportate con grande serenità e pazienza, lascia la terra per ricevere la ricompensa promessa. Abbiamo voluto così tratteggiare alcuni aspetti delle sue sofferenze fisiche. Le sofferenze morali non furono da meno, anzi. Nel marzo-aprile del 1927 Suor Faustina attraversa un periodo di oscurità spirituale. Questa prova dura quasi fino alla conclusione del noviziato. Riportiamo alcune sue frasi. " La mia anima si tormentava non trovando soddisfazione da nessuna parte. In un certo momento mi venne una forte idea di essere respinta da Dio. Questo pensiero spaventoso mi trafisse l'anima da parte a parte; per questa sofferenza la mia anima cominciò ad agonizzare ... Mi rifugiai nelle Piaghe di Gesù ... Nella notte mi fece visita la Madonna con in braccio il Bambino Gesù. La mia anima fu piena di gioia e dissi: "O Maria, Madre Mia, lo sai quanto terribilmente soffro? ... E la Madonna mi risposte: "Lo so quanto soffri, ma non temere, io partecipo e parteciperò sempre alla tua sofferenza". "Tutte queste prove sono pesanti e difficili, e Iddio non le manda ad un'anima che in precedenza non sia stata ammessa ad un più profondo rapporto con Lui e che non abbia gustato le dolcezze del Signore, ed anche in questo Dio ha i suoi scopi insondabili per noi. Spesso Iddio in modo analogo prepara le anime per scopi futuri, per grandi imprese, e le vuole provare come oro puro. Ma questa non è ancora la fine della prova. C'è ancora la prova delle prove, cioè il rigetto totale da parte di Dio. Quando l'anima esce vittoriosa dalle prove precedenti e, sebbene forse incespicando, continua a combattere valorosamente ... Allora un buio tremendo avvolge l'anima. L'anima vede dentro di sé soltanto peccati. Ciò che prova è tremendo. Si vede abbandonata completamente da Dio; sente come se fosse oggetto del Suo odio ed è ad un passo dalla disperazione ... Muore e inaridisce; muore di una morte che non fa morire, cioè non può morire. I suoi sforzi non sono nulla ... Respinta per l'eternità. Questo è il momento più teso e soltanto Iddio può provare un'anima in questo modo, poiché Lui solo sa che l'anima può sopportarlo. Ma il Signore a questo punto della prova interviene e le dice: "Non temere, figlia Mia, Io sono con te". In quello stesso momento svanirono tutte le tenebre e le angosce, i sensi furono inondati da una gioia indescrivibile, le facoltà dell'anima ripiene di luce". Le pagine citate sono di una chiarezza impressionante e svelano la psicologia di una persona così ricca di interiorità. Sono un monumento di teologia spirituale che l'avvicinano a grandi figure di sante come S. Teresa d'Avila e S. Teresa del Bambino Gesù. Ma a Suor Faustina, oltre alle sofferenze fisiche e spirituali, Dio concesse le sofferenze procurate dalle stimmate nel suo corpo. Queste, su richiesta della religiosa, non apparvero visibilmente, senza togliere però il peso di questo dolore. Ci avviciniamo, così, all'altezza dei grandi mistici, come San Francesco d'Assisi, Santa Caterina da Siena, San Pio da Pietralcina ed altri ancora. Le stimmate, visibili o meno, non sono una decorazione gratuita, bensì l'esperienza di un amore del soggetto che vuole identificarsi in Gesù Crocifisso. E Suor Faustina, innamorata di Gesù, di Gesù Crocifisso che vedeva continuamente nella Sua Passione, non poteva non assomigliare a Lui, non solo nella sua vita integerrima vissuta nella ricerca di una perfezione spirituale, ma anche nel vivere come l'Amato una vita di passione offerta per i peccatori. Il 19 novembre 1936 scrive: "La prima volta che ricevetti questa sofferenza fu così: dopo i voti annuali ( cioè dopo il 30 aprile 1928 ), un certo giorno mentre pregavo vidi un grande bagliore e da quel bagliore uscirono dei raggi che m'investirono e subito provai un terribile dolore alle mani, ai piedi ed al costato e le punture della corona di spine. Provavo questa sofferenza il venerdì durante la santa Messa, ma durava un momento molto breve. La cosa si ripeté per alcuni venerdì ... Alla fine di settembre di quest'anno, il venerdì durante la Santa Messa sento che vengo investita dalla stessa sofferenza, che si ripete ogni venerdì e qualche volta quando incontro un'anima che non è in stato di grazia. Benché la cosa avvenga raramente, la sofferenza dura pochissimo; ma è terribile e senza una particolare grazia di Dio non potrei sopportarla. Esternamente non ho alcun segno di questa sofferenza. Quello che verrà in seguito non lo so. Tutto per le anime ... Il 25 marzo 1937, Giovedì Santo, Gesù volle sottomettere Suor Faustina ad "una piccola parte della Sua Passione" con un "dolore così acuto che strinse l'anima" della religiosa. "Dimenticai quello che avveniva intorno a me, l'anima mia anelava al Signore e tutta l'amarezza del Suo Cuore divino si comunicò a me. Ciò durò circa tre ore ... Agonizzavo con Lui e non potevo morire. Però non cambierei questo martirio per tutte le delizie del mondo. Il mio amore in questa sofferenza si è accresciuto in maniera indicibile. So che il Signore mi ha sostenuto con la Sua onnipotenza, poiché diversamente non avrei potuto resistere nemmeno un istante. Ho vissuto insieme a Lui in maniera singolare ogni genere di tormenti". Alle 11 Gesù mi ha detto: "Va a riposare, ti ho fatto rivivere per tre ore quello che ho sofferto per una notte intera". 16 agosto 1937. "Quando conosco lo stato di un'anima e quello che in essa non piace a Dio, vengo a saperlo in questo modo: istantaneamente provo dolore alle mani, ai piedi ed al fianco, nei punti in cui trafissero le mani, i piedi ed il costato del Salvatore ... In casi di questo genere desidero riparare nei confronti di Gesù". Cooperazione pratica Sia per Fra Leopoldo che per Suor Faustina, oltre a tutte le disponibilità spirituali di cui abbiamo parlato, nel rispondere a Gesù e Maria, vi è stata una cooperazione pratica. Per Fra Leopoldo si trattava di diffondere la Divozione a Gesù Crocifisso, che cominciava ad essere conosciuta. Rileviamo che Fratel Teodoreto ebbe notizia di questa preghiera nei primi giorni del novembre 1911, quando si presentò a lui presso la Scuola di via delle Resine 14 a Torino, una di quelle terziarie francescane che propagavano appunto la Divozione a Gesù Crocifìsso. Da allora la stampa della Divozione a Gesù Crocifisso crebbe in modo esponenziale e in diverse lingue. Per Suor Faustina l'incarico operativo comportava certi passaggi materiali. Come convincere il suo direttore spirituale, don Michele Sopocko, di dipingere l'immagine di Gesù Misericordioso? Una volta convinto, con l'aiuto di Gesù, Suor Faustina si reca il 2 giugno 1934 per la prima volta dal pittore E. Kazimirowski incaricato da don Sopocko. A fine giugno 1934 viene terminata l'immagine della Divina Misericordia. Suor Faustina piange amaramente perché Gesù non appare così bello come ella Lo ha visto. Ma Gesù, come già ricordato, la rassicura dicendo: "Non è nella bellezza del colore, né nel tocco del pennello, ma è nella grazia che sta il valore del quadro". Il 15 febbraio 1935 Suor Faustina collabora all'allestimento e all'addobbo dell'immagine della Divina Misericordia esposto alla venerazione pubblica, per la prima volta nel Santuario di Ostra Brama per la celebrazione della chiusura del Giubileo della Redenzione. L'8 gennaio 1936 Suor Faustina si reca in visita dall'Arcivescovo Jaibrzykowski e gli rivela che il Signore Gesù esige che sorga una nuova congregazione. In conclusione, Fra Leopoldo e Suor Faustina, di fronte all'invito di Gesù Crocifisso hanno fatto di tutto nella loro vita per realizzare le opere a loro affidate, sia con le preghiere e le sofferenze personali offerte, sia con la buona volontà operativa palesata pur con i limiti della loro condizione di religiosi. 9. Fra Leopoldo e Suor Faustina due cuochi, servi di Cana A Cana di Galilea, in uno sposalizio manca il vino e Maria interviene, chiedendo aiuto a Gesù e dicendo ai servi: "Fate quello che vi dirà". I servi di fronte alle parole di Gesù obbediscono e diventano strumenti. Maria in primo luogo, del primo miracolo del Figlio di Dio. ( Gv 2 ) I servi di Cana sono persone modeste, umili, pronte sempre ad obbedire ai superiori. Così Fra Leopoldo e Suor Faustina, persone molto modeste, ma ricche di un amore vero e profondo verso Gesù e verso Maria, obbediscono a ciò che Gesù dice loro. Al primo parla della Divozione al Crocifisso e alla seconda di quanto attiene alla Divina Misericordia. E tutte e due, come i servi di Cana, obbediscono e offrono la loro vita per la realizzazione di quest'opera e per il loro sviluppo. 10. Intimità mistica Fra Leopoldo È bene sottolineare di quante espressioni affettuose nel clima mistico che si è instaurato con Gesù e Maria, è stato oggetto fra Leopoldo. Pur riconoscendo che siamo in presenza di rapporti soprannaturali, ciò nonostante non si può rimanere stupiti di queste espressioni così cariche di amore mistico. Diamo qui di seguito alcune di queste espressioni: 13 settembre 1908. Gesù dice: "Guarda Leopoldo, se tu mi togliessi amore anche minimamente, per darlo a qualche oggetto, Io ti castigherei per amore, che è tale che ti ho donato tutto il mio cuore ... " Due giorni dopo: "Sempre ti ripeto la medesima cosa, cioè: tu, mio figlio, amami con tutta la potenza dell'anima tua, perché il mio amore verso di te è immenso." Il 25 settembre 1908 fra Leopoldo scrive: "... come io posso fare per ricompensare un tanto Dio? Tu vedi, o mio Dio, che sono meno che nulla, sono un cencio. Tutto ciò che io ho, è dono di te, Altissimo mio Dio." Ma Gesù continua, 29 settembre 1908: "Ma non sai Leopoldo, se tu non venissi con Me quando puoi, come già ti dissi, sarebbe crocifiggermi? Tanto è immenso l'amore che ti porto! " E Fra Leopoldo replica: "Le sante Comunioni le faccio tutte per il mio Gesù ... " È uno scambio d'amore che continua per tutti questi anni. 16 agosto 1909. Gesù: " ... tu ami me e Io amo tanto te! Tu, Leopoldo, sei il mio conforto, il beniamino del mio Vicario, il Papa ( Pio X ); tu sei segnato dentro il mio cuore, se tu conduci l'aratro come voglio Io". E poi altri ancora ... E analogamente Maria Santissima: 24 ottobre 1908 "Tu sei il mio segretario angelico". 3 gennaio 1909 "Prendi, figlio mio, il cuore della Mamma SS, donato dall'Eterno Genitore". 2 luglio 1909 "Ella mi disse se ero contento che l'anima mia diventi sposa di Maria SS.ma, gaudio indicibile! ". 21 dicembre 1909 " Voglio mettere talmente nel tuo cuore e nell'anima tua il nome mio santissimo, che nessuno verrà a sradicarlo ". 26 novembre 1912 "Il mio Spirito sarà sempre unito al tuo! Questi sono momenti solenni: riflessi divini dal ciclo alla terra". Questa intimità, sia con Gesù che con Maria, continua per tutta la vita. Le espressioni dell'intimità sono così profonde, così esclusive che ci si domanda sul piano umano come è possibile che avvenga un rapporto simile tra un Dio e sua Madre con un povero mortale. Ma chi era fra Leopoldo per meritare tale intimità? Dio non guarda le apparenze umane, i titoli umani, bensì il cuore, lo spirito. E così, i piccoli, ricchi di tutte le beatitudini guadagnate con la loro vita semplice e altamente virtuosa, attirano l'attenzione, l'amore ed anche, a volte, un'intimità così profonda e così sconvolgente. 10 settembre 1908, Gesù: "... ma l'intimità come con te, mio Leopoldo, non l'ho mai avuta con altri!". Fra Leopoldo si schermisce sempre non appena sente che Gesù e Maria usano espressioni così affettuose nei suoi riguardi, ma deve obbedire nel riportarle fedelmente nel suo Diario. Che cosa possiamo allora dire noi? La prima vedere in fra Leopoldo un modello da imitare, e ciò per ogni fedele: per i consacrati attraverso una sempre più intensa spiritualità, radicata nella percezione viva dell'amore a Gesù - Lui, Pane vivo e Crocifisso Risorto - e alla sua e nostra Madre, amore che si riversa nello zelo apostolico e caritativo per il prossimo. Ma parimenti per ogni cristiano, nella consapevolezza che in virtù del carattere battesimale, che è il sigillo di Cristo nell'anima, il fedele è un consacrato, e in modo esistenziale: occorre quindi avere consapevolezza di ciò, e coltivare questo seme ricevuto nel battesimo nutrendo profondi sentimenti di amore a Gesù e a Maria, e di servizio per il prossimo, nel rispetto scrupoloso dei doveri del proprio stato, in particolare nella santificazione della famiglia e mediante la famiglia. La consapevolezza della chiamata di tutti alla santità - costante insegnamento della Chiesa, e contrassegno del magistero di S.S. Giovanni Paolo II - è uno dei cardini del messaggio di Fra Leopoldo, attuato da fr. Teodoreto attraverso l'Unione Catechisti. La seconda, che noi non conosciamo a sufficienza Fra Leopoldo, non abbiamo approfondito il suo messaggio e che, tutto sommato, ancora oggi tutto ciò che ha scritto Fra Leopoldo, non tanto le sue osservazioni, quanto i detti di Gesù e Maria, costituisce un tesoro nascosto. Fin dai primi tempi della fondazione dell'Unione e della Casa di Carità, i Catechisti si sono impegnati ad approfondire e a diffondere il messaggio di Fra Leopoldo, che avevano ricevuto da fratel Teodoreto. Anche per Suor Faustina ricaviamo dal diario alcune espressioni di questa intimità mistica. 1928 Gesù: "Non vivi per te, ma per le anime. Dalle tue sofferenze trarranno vantaggi altre anime. Le tue prolungate sofferenze daranno loro la luce e la forza per uniformarsi alla Mia volontà". "Io sono sempre nel tuo cuore", "Tu sei la Mia gioia, tu sei la delizia del Mio cuore", "Ti concedo eterno amore, affinché la tua purezza sia intatta ed a conferma che non andrai mai soggetta a tentazioni impure". "Durante l'Ora Santa, così scrive Suor Faustina, cercai di meditare la Passione del Signore. Tuttavia la mia anima era colma di gioia ed all'improvviso vidi Gesù Bambino. Ma la Sua maestà penetrò in me e dissi: "Gesù, Tu sei così piccolo, ma io so che Tu sei il mio Creatore e Signore". E Gesù rispose: "Lo sono, e perciò ho rapporti d'intimità con tè come un Bambino, per insegnarti l'umiltà e la semplicità". In un'altra occasione Gesù le disse: "Sì, starò sempre accanto a te, se sarai sempre una bambina piccola. E non aver paura di nulla; come sono stato qui il tuo principio, così sarò anche la tua fine ... Io voglio solo esserci nella tua anima. Ti fortificherò nell'anima e darò luce e capirai dalla bocca del Mio sostituto, che Io sono con te ... Da questa frase c'è da rilevare il valore che Gesù attribuisce al ruolo del Confessore, di ogni Confessore, specialmente quando assume anche la veste di Direttore spirituale dell'anima. L'amore per le anime la spinge ad offrire tutta se stessa: "Mi offro come vittima che implora per il mondo. Iddio non mi negherà nulla, quando l'invocherò con la voce di Suo Figlio. Il mio sacrificio è niente per se stesso, ma quando l'unisco al sacrificio di Gesù Cristo diviene onnipotente..." Anche con Maria Santissima si stabilisce un'intimità mistica affettuosa. Come già rilevato, a Maria, che le fa visita una notte con in braccio il Bambino Gesù, dice: "O Maria Madre mia, lo sai quanto terribilmente soffro? E la Madonna risponde: "Lo so quanto soffri, ma non temere, io partecipo e parteciperò sempre alla tua sofferenza". Comprende che la grazia della purezza le era stata ottenuta dalla Santissima Vergine Maria, dato che per questa grazia l'aveva pregata per molti anni. "Da allora è aumentata la mia devozione per la Madre di Dio. È Lei che mi ha insegnato ad amare interiormente Iddio e come adempiere in tutto la Sua santa volontà". Vigilia di Natale: "Oggi mi sono unita direttamente alla Madonna; ho vissuto i Suoi momenti intimi. Durante la S. Messa di mezzanotte nell'Ostia ho visto Gesù Bambino; il mio spirito si è immerso in Lui. Benché fosse un bambinetto, la Sua maestà è penetrata nella mia anima". Anno 1934. Il giorno dell'Assunzione della SS.ma Vergine vede Maria che le dice: "Figlia Mia, voglio da te preghiere, preghiere e ancora una volta preghiere per il mondo e specialmente per la tua Patria ... Fa la Comunione riparatrice per nove giorni, unisciti strettamente al sacrificio della Santa Messa. Per questi nove giorni starai davanti a Dio come vittima ... Pregare di continuo interiormente è possibile". "Io sono non solo la Regina del Cielo, ma anche la Madre della Misericordia e la Madre tua". Il 30 giugno 1935 Suor Faustina vive una esperienza mistica particolare durante la Santa Messa. Vede Gesù splendente di bellezza indicibile che le parla della congregazione da fondare. Al momento della Comunione Gesù scompare, ma lei vede una grande luce e ode queste parole: "Ti imponiamo la nostra benedizione" e, nello stesso tempo, un raggio luminoso esce da questa luce e le trafigge il cuore. Uno strano fuoco si accende nella sua anima e crede che potrebbe morire di gioia e di felicità. Sente il suo spirito staccato dal corpo, si sente totalmente immersa in Dio, sente di essere rapita dall'Onnipotente ... Trema di felicità nell'abbraccio del Creatore e sente che Egli stesso la sostiene, onde possa sopportare la grandezza della felicità e contemplare la Sua maestà. Siamo nell'ultimo anno della sua vita terrena ( 1938 ) e al termine degli esercizi spirituali Gesù le dice: "Figlia Mia, tre virtù ti adornino in modo particolare: l'umiltà, la purezza d'intenzione e l'amore. Non fare nient'altro, se non quello che esigo da te ed accetta tutto ciò che ti da la Mia mano. Procura di vivere nel raccoglimento, in modo da poter udire la Mia voce; essa è tanto sommessa che possono udirla solo le anime che vivono nel raccoglimento ...". 11. Sposalizio dell'anima Ai vertici dell'intimità mistica per i due religiosi arriva lo sposalizio dell'anima, in coincidenza con la professione solenne. Per Fra Leopoldo 18 giorni dopo la professione solenne Gesù dice: "Segna, figlio mio: oggi, venerdì 14 maggio, è il più bei giorno della tua vita, perché il tuo Gesù Crocifisso, per le suppliche di Mia Madre Maria Santissima, conferma lo sposalizio dell'anima tua con Me, tuo Gesù Crocifisso". Per Suor Faustina durante la funzione dei voti perpetui Gesù dice: " Mia Sposa, i nostri cuori sono uniti per l'eternità. Ricordati a Chi sei impegnata ...". Sono passati quattro giorni dai voti perpetui. Era il primo giovedì del mese. "Appena entrata in cappella, la presenza di Dio s'impossessò di me. Sentivo chiaramente che il Signore era accanto a me. Dopo un momento vidi il Signore tutto coperto di ferite, che mi disse: "Vedi chi hai sposato". Io compresi il significato di queste parole". E più avanti il Signore le dice: "La sposa deve essere simile al suo Sposo". "Compresi queste parole fino in fondo. Qui non c'è possibilità di alcun dubbio. La mia somiglianza con Gesù ( apparsole privo delle vesti, coperto di piaghe su tutto il corpo, con gli occhi inondati di sangue e di lacrime, col volto deturpato coperto di sputi ) deve avvenire attraverso la sofferenza e l'umiltà". Il cammino verso la santità, nell'ascesi mistica di questi due religiosi, è simile, e l'intimità di Gesù e Maria verso i due ripete quasi le stesse parole. Sono due testimoni che nel silenzio, nella loro sofferenza fisica e spirituale, per di più per Suor Faustina estrinsecata dalle stimmate, offrono la loro vita per il solo bene delle anime conosciute o meno, in una dilatazione dei loro cuori verso il mondo materiale e soprannaturale come il purgatorio. Di fronte a queste elevatezze mistiche, ci dobbiamo a questo punto fermare e ringraziare Dio di tali preziose testimonianze. 12. Gli interventi soprannaturali e i contesti storici Gli scritti dei due religiosi, come le varie locuzioni e le apparizioni di Maria e di Gesù avvenute in passato, avvengono in periodi cruciali per l'umanità. Come rileva Vittorio Messori in una intervista e più diffusamente nel libro "Gli occhi di Maria": "studiando questi eventi si ha proprio l'impressione che la Madonna segua la storia e, di tanto in tanto, intervenga per dare un aiuto, un'indicazione", "la storia che tutti vedono è accompagnata da una sorta di storia parallela che solo la fede può scorgere". E qui Messori cita che cosa hanno significato determinate apparizioni mariane in specifici periodi storici, come l'apparizione a Parigi nel 1830 a Catherine Labouré, nel 1846 a La Salette a Melania e Massimino, nel 1858 a Lourdes a Bernadette, nel1917 a Fatima ai tre pastorelli, nel 1933 a Banneaux a Manette Beco. E le locuzioni e le visioni a Fra Leopoldo dal 1906 che cosa significavano - tra l'altro - se non un avvertimento agli uomini di convertirsi, altrimenti sarebbe arrivato "un castigo tremendo", - cioè la prima guerra mondiale? Il 28 gennaio 1915 - in piena prima guerra mondiale - Gesù Crocifisso dice a Fra Leopoldo: "Vedi, Leopoldo, quanti flagelli mando, eppure non si piegano, ma ne tengo altri ancora!". E siamo a pochi mesi dall'entrata in guerra dell'Italia. Sembrano queste le stesse parole pronunciate da Maria a Fatima il 13 luglio1917: "La guerra sta per finire, ma se gli uomini non smetteranno di offendere Dio, nel pontificato di Pio XI ne comincerà un'altra peggiore". Si rileva qui una sintonia fra le locuzioni e visioni di Torino e le apparizioni di Fatima. È evidente che il messaggio a Fra Leopoldo, così come i messaggi di Fatima, non si esauriscono nell'avvertimento a non offendere più Dio, altrimenti altri castighi - procurati volontariamente dagli uomini - sarebbero arrivati. Se per Fatima una sintesi dei messaggi è espressa da queste parole: penitenza, preghiera, riparazione, devozione al Cuore Immacolato di Maria, per Fra Leopoldo è rimettere al centro della religione cattolica il Cristo Crocifisso, in un'epoca di eresia modernista ( bollata dall'Enciclica "Pascendi" di S. Pio X del 1907 ). Come rileva Paolo Risso, "il modernismo ha portato ( oggi ) alle più gravi e dannose conseguenze ciò che nei decenni passati già aveva diffuso, nonostante le ripetute condanne della Chiesa, nelle encicliche e nei discorsi dei Pontefici S. Pio X , Pio XI e Pio XII ... modernismo diabolico, che nega Dio, il suo Cristo, la Redenzione, l'Eucaristia e in fondo demolisce tutti i Sacramenti, corrompe la catechesi e la predicazione ... Il demonio non si sbaglia, quando si accanisce ... a far scomparire il Crocifisso, a negare il Sacrificio della Messa. Egli sa che attaccare l'opera di Nostro Signore nel suo centro vitale e che ogni disistima del Sacrificio comporta la rovina di tutto il Cattolicesimo, in ogni campo". Oggi il modernismo ha altri nomi come secolarizzazione e, quindi, di fatto ateismo: oggi per tante persone non si distingue più il bene dal male, anzi il male è talvolta codificato in leggi dello Stato ( divorzio, aborto, eutanasia, ecc. ). Il contesto storico in cui vive Suor Faustina è ancor più drammatico. Il 5 ottobre 1938 la religiosa muore e dopo pochi mesi, undici per la precisione, il 1° settembre 1939 la Germania invade la Polonia, dando così inizio alla Seconda Guerra mondiale, con milioni di lutti e immani rovine. Gesù, nell'avvicendarsi di questa tremenda tragedia, che riguarda in particolare la Polonia, da dei segni espliciti a Suor Faustina. Nel 1929 Suor Faustina vede il fuoco del cielo divorare Varsavia. "Un certo giorno Gesù mi disse che avrebbe mandato un castigo a una città, la quale è la più bella città della nostra patria; tale castigo doveva essere quello con cui Dio aveva punito Sodoma e Gomorra. Vedevo lo sdegno grande di Dio e un brivido mi penetrò e mi trafisse il cuore. Pregavo nel silenzio". La religiosa tenta almeno di strappare alla misericordia qualche rinvio. Quattro anni più tardi, 1933, "udii nell'anima una voce dirmi le seguenti parole: "Fa una novena per la patria". Le invocazioni di Gesù e di Maria erano incalzanti. 15 agosto 1935. Nel giorno della rinnovazione dei voti la Madonna mi toccò con le Sue mani, mi coprì col Suo manto e mi disse: "Offri questi voti per la Polonia. Prega per essa". 16 dicembre 1936. Suor Faustina offre la giornata per la Russia; tutte le sue sofferenze e preghiere vengono offerte "per quel povero Paese". Dopo la S. Comunione, Gesù le dice: "Non posso sopportare più a lungo questo Paese; non legarMi le mani, figlia Mia". 17 febbraio 1937. "Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione. Concedo loro l'ultima tavola di salvezza, cioè la festa della Mia Misericordia. Se non adoreranno la Mia Misericordia, periranno per sempre. Segretaria della Mia Misericordia, scrivi, parla alle anime di questa Mia grande Misericordia, poiché è vicino il giorno terribile, il giorno della Mia giustizia". 9 luglio 1937. "Prego spesso per la Polonia, ma vedo il grande sdegno di Dio contro di essa, perché è ingrata. Faccio ogni sforzo dell'anima per difenderla". Purtroppo noi sappiamo come i fatti si sono svolti, con la distruzione materiale di Varsavia, l'eccidio dei militari polacchi nelle fosse di Katin ad opera dei russi, lo sterminio di milioni di ebrei ad Auschwitz e in altri lager. Ma sulle rovine materiali della terra polacca sorgono tre figure emblematiche, tre "K": - Elena Kowalska, portatrice del Messaggio di Misericordia - Massimiliano Maria Kolbe, morto il 14 agosto 1941 ad Auschwitz, offrendosi al posto di un compagno condannato a morte - Karol Wojtyla, il sacerdote polacco, futuro papa Giovanni Paolo II. Con queste tre figure è sorto nel cielo della Polonia, ma anche nel cielo di tutto il mondo, un arcobaleno di pace, che spetta solo agli uomini di conservare, in quanto Gesù Misericordioso è sempre pronto a perdonare. 13. I due religiosi e il demonio Giovanni Paolo II all'Angelus di domenica 17 febbraio 2002, commentando il Vangelo sulle tentazioni di Gesù, ha parlato dell'opera del demonio su ciascuno di noi. Più precisamente ha detto: "Ogni uomo oltre che dalla propria concupiscenza e dal cattivo esempio degli altri, è tentato anche dal demonio e lo è ancor più quando meno se ne avvede". È un argomento, come si vede, di strettissima attualità, anche se gli uomini di questo tempo vivono come se non esistesse, e purtroppo anche alcuni Pastori non ne parlano più o ne parlano poco. A maggior ragione nella vita dei santi, soprattutto nella misura in cui si cresce in santità e tale potenziale di grazia è messo a disposizione degli altri per la loro salvezza, in funzione anche di opere provvidenziali per l'umanità, come per Fra Leopoldo e Suor Faustina, tutto questo non può non disturbare il demonio che se la prende in vari modi con la persona che è la causa di questo bene. Fra Leopoldo non ha fatto appunto eccezione e pertanto ha dovuto subire tali vessazioni. Il 26 marzo 1909 Maria SS. l'avverte: "Il demonio tenterà di mistificare la cosa, cioè i detti di Dio, ma non ci riuscirà ". Il 30 maggio 1909 anche Gesù l'avverte: "Stai attento, figlio mio, che il demonio tenta di farti prevaricare, cioè di suggestionarti, mentre che tu preghi e che sei stretto con me, il tuo Gesù, cerca di mistificare la realtà: guardati dal bugiardo tentatore ". Ad un certo momento il demonio passa all'azione, non più solo con suggestioni, ma operativamente, come si rileva dalle annotazioni del 16 novembre 1909. Spaventa Fra Leopoldo al punto tale che gli esce sangue dalle narici; ogni giorno viene a molestarlo, smuove le pianelle della cucina, getta via gli oggetti che gli abbisognano, scompaiono ferri per fare fiori artificiali di tela, ecc. "Un giorno mentre pregava nella sua cella, il demonio lo scosse e percosse fortemente ed egli per liberarsi die di mano alla disciplina, raddoppiò le preghiere, percosse il proprio corpo e fu libero" ( da una deposizione di Sebastiano Ellena, aiutante cuoco di Fra Leopoldo, nel Convento di S. Tommaso in Torino ). Un sacerdote che lo conobbe intimamente scrisse: "All'inizio della vita religiosa il demonio visibilmente lo tormentava". È anche un crescendo, al punto che Gesù gli dice il 17 gennaio 1915; "Il demonio si scatena; vorrebbe tirarti a sé, ma non può". Come allontanarlo? Maria Santissima gli dice, il 28 dicembre 1911: "Il demonio ti muove guerra spirituale: tu armati della preghiera". E come ha ricordato Giovanni Paolo II proprio nel già citato Angelus di domenica 17 febbraio gli strumenti "antichi e sempre nuovi" per combattere le suggestioni del male sono: "la preghiera, i sacramenti, la penitenza, l'ascolto attento della Parola di Dio, la vigilanza e il digiuno", necessari per "vincere ogni seduzione di satana". Maria SS. il 10 gennaio 1913 dice a Fra Leopoldo: "Il demonio tende a soggiogarti ma fosse pure tutto l'inferno, non lo potrà, perché tu hai la grazia mia e quella del mio Divin Figliolo! Prega!". Anche, e forse più, Suor Faustina fu tormentata dal demonio. Nel suo diario vi è una carrellata di episodi in cui i demoni sotto varie forme la spaventano, anche se il suo ricorso all'Angelo Custode, o al segno della Croce, li mette in fuga. 9 agosto 1934. Terminata l'adorazione notturna del giovedì, mentre si incamminava verso la cella, fu circondata da un gran branco di cani neri, alti, che saltavano ed ululavano, mostrando chiaramente l'intenzione di sbranarla. Suor Faustina si accorse però che non erano cani, ma demoni. Uno di loro disse con rabbiosa malvagità: "Dato che questa notte ci hai portato via tante anime, ora noi ti facciamo a pezzi". La religiosa: "Se questa è la volontà di Dio misericordiosissimo, fatemi pure a pezzi ...". A questo punto risposero tutti insieme i demoni: "Fuggiamo, perché non è sola, ma c'è con lei l'Onnipotente". E scomparvero, mentre Suor Faustina andò in cella riflettendo sulla infinita e insondabile Misericordia divina". 21 marzo 1935. Dopo l'episodio di mezzogiorno, in cui Suor Faustina era in cappella e satana prese un vaso di fiori e lo scagliò rabbiosamente a terra con tutte le forze, la religiosa alla sera, molto affaticata, si mette a letto, ma verso le undici satana diede uno scossone al letto. Allora, svegliatasi immediatamente, comincia tranquillamente a pregare il suo Angelo Custode e vede le anime che stanno espiando in purgatorio. Il loro aspetto era come un'ombra e fra loro vide molti demoni. Uno cercò di infastidirla, gettandosi sul letto sui suoi piedi sotto forma di gatto molto pesante. Suor Faustina continua per tutto il tempo a recitare il rosario. Sul fare del mattino quelle figure se ne vanno e può prendere sonno. Al mattino, arrivata in cappella, sentì nell'anima questa voce: " Sei unita a Me e non aver paura di nulla. Ma sappi questo, figlia Mia, che satana ti odia. Benché odi ogni anima, gli arde un odio particolare contro di te, perché hai sottratto molte anime al suo dominio". 26 aprile 1935. Suor Faustina partecipa ad Ostra Brama alle solennità del Venerdì Santo, durante le quali viene esposta l'immagine di Gesù Misericordioso e il suo confessore don Sopocko tiene una predica sulla Misericordia di Dio. Quando il sacerdote comincia a parlare della grande Misericordia del Signore, l'immagine prende un aspetto vivo e i raggi penetrano nei cuori della gente riunita. Improvvisamente ode queste parole: "Tu sei testimone della Mia Misericordia: starai per i secoli davanti al Mio trono come viva testimone della Mia Misericordia". Sulla strada del ritorno, le viene sbarrata la strada da una moltitudine di spiriti del male, che la minacciano di terribili tormenti, mentre si odono queste voci: "Ci ha portato via tutto quello per cui avevamo lavorato per tanti anni". Quando Suor Faustina domanda loro: "Da dove venite in tale moltitudine?", quelle figure maligne rispondono: "Dai cuori degli uomini. Non ci torturare!". Vedendo allora l'odio tremendo che hanno contro di lei, chiede aiuto all'Angelo Custode ed in un attimo compare la figura luminosa e raggiante dell'Angelo Custode, che le dice: "Non temere, sposa del mio Signore; questi spiriti non ti faranno nulla di male senza il Suo permesso". Quegli spiriti maligni scompaiono immediatamente ed il fedele Angelo Custode la accompagna in modo visibile fin dentro la casa. 14. I due religiosi e l'Angelo Custode Esaminando la vita di fra Leopoldo, quale risulta dal Diario, ci imbattiamo nei rapporti tra il frate francescano e il suo angelo custode. Riscontriamo un'intimità crescente con il suo compagno di viaggio di tutta l'esistenza. 28 ottobre 1908: L'angelo custode gli fa compagnia nei lavori. 16 dicembre 1908: Chiede a Maria Santissima di "mandargli sovente il suo buon Angelo Custode a svegliarlo, almeno ogni quarto d'ora, onde la sua mente nutrita da pensieri nobili e santi faccia sempre riparazione al nome SS.mo di Maria ". 3 gennaio 1909: "Questa mattina sono stato avvertito nel ricevere il Pane degli Angeli dalla Mamma SS.ma che quando non viene Lei, il mio Angelo Custode prende tutte le cure di assistermi". 10 gennaio 1909: Dopo la S. Comunione, Maria SS.ma: "Se tanto ami il tuo Angelo Custode, se vuoi renderti bello come lui, adora, prega, soffri in croce col tuo Gesù, mio Divin Figlio!", 11 gennaio 1909: L'Angelo Custode l'aiuta nel ringraziamento della Comunione. 16 gennaio 1909: "Mio Gesù, io voglio amare tanto il mio Angelo Custode, affinché custodisca i miei pensieri, alimento dell'anima mia, m'aiuti a far bello il mio interno ". 27 gennaio 1909: "... che momento di felicità sarà quando nell'ultima ora si avvicinerà l'Angelo Custode, intento ad eseguire la missione avuta dall'Altissimo, e ci trasporterà in seno al nostro Dio dove si riceverà il bacio del Creatore ". 9 febbraio 1909: Maria SS. : "... cogli al volo dal tuo Angelo Custode quei suggerimenti di far piccole mortificazioni; se al tuo giudizio paiono piccolezze, in punto di morte troverai molto ". 8 ottobre 1912: "L'Angelo tuo Custode, che veglia sopra di te e batte alla porta del tuo cuore, da te vuole la carità ...; insomma la celeste sua missione è di voler salva l'anima tua a qualunque costo coll'osservanza delle belle virtù da praticarsi. Al tramonto del giorno ascende al cielo, va a depositare ( nel luogo segnato da Dio, là dove si conservano ) il corredo delle opere buone ... le quali verranno presentate all'Eterno Padre l'ultima ora della tua vita ...". 23 aprile 1914: Gesù Crocifisso: "... non fa più bisogno che dica direttamente a tè tante cose; e poi il mio Angelo Custode è posto alla tua custodia, affinché ti guidi, e tu approfitti dei suoi tenerissimi e caritatevoli avvisi! ". 8 marzo 1920, ore 9, sera, in cella: "... alla fine della preghiera recitavo le tre Ave Maria prima di mettermi a riposo, implorando dalla Vergine l'aiuto per passare la santa notte in compagnia del mio Angelo Custode ... ". Certo, l'intimità con l'Angelo Custode è profonda, è come se egli fosse l'amico visibile, che gli sta accanto, a cui si rivolge non solo per gli aiuti spirituali contro le tentazioni, specialmente per difendersi dal demonio, e per perfezionarsi nelle virtù, ma anche, più materialmente, nelle incombenze pratiche, come la compagnia nel corso del lavoro. Comunque, la missione dell'Angelo Custode, di tutti gli Angeli Custodi, è quella di salvare l'anima "a qualunque costo", come risulta dal detto sopra riportato dell'8 ottobre 1912. Siamo rimasti colpiti dall'espressione "a qualunque costo ": è come un grido di guerra per difendere delle posizioni strategiche. E la salvezza dell'anima è per ciascuno di noi la posizione strategica più importante della nostra vita. Le stesse considerazioni valgono per Suor Faustina che, come abbiamo visto, ricorre frequentemente all'Angelo Custode, specie se minacciata dai demoni. Visione del Purgatorio Un giorno vede l'Angelo Custode che le ordina di seguirla. "In un momento mi trovai in quel luogo nebbioso, invaso dal fuoco e, in esso, una folla enorme di anime sofferenti. Queste anime pregano con grande fervore, ma senza efficacia per se stesse: soltanto noi le possiamo aiutare. Le fiamme che bruciavano loro, non mi toccavano. Il mio Angelo Custode non mi abbandonò un solo istante. E chiesi a quelle anime quale fosse il loro maggior tormento. Ed unanimemente mi risposero che il loro maggior tormento è l'ardente desiderio di Dio. Scorsi la Madonna che visitava le anime del purgatorio. Le anime chiamano Maria "Stella del Mare". Ella reca loro refrigerio ... Udii nel mio intimo una voce che disse: "La Mia Misericordia non vuole questo, ma lo esige la giustizia". Da allora sono in rapporti stretti con le anime sofferenti del purgatorio". Da questa visione ricaviamo vari insegnamenti. Innanzi tutto la immediata disponibilità e protezione dell'Angelo Custode che è sempre al suo fianco, a maggior ragione quando questi deve realizzare la volontà divina. La visione del purgatorio ci fa capire che non è un luogo neutro, bensì, come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, "la purificazione finale degli eletti, purificazione al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo". E la purificazione comporta una sofferenza. Per questo dovremmo aiutare le persone che sono al purgatorio, a cominciare dai nostri cari, con preghiere. Sante Messe ed anche lucrando le indulgenze plenarie applicabili ai defunti. Una luce ed un refrigerio su quel mondo sofferente è Maria che non abbandona queste anime elette che trascorrono questo periodo di purificazione. Suor Faustina da questa visione voluta da Dio comprende che deve aiutare queste anime del purgatorio e indirizzerà dal quel momento le sue preghiere, intrise da tante sofferenze, per il beneficio delle stesse. Lo stesso Gesù le dirà più avanti: "Oggi conduciMi le anime che sono nel carcere del purgatorio, ed immergile nell'abisso della Mia Misericordia. I torrenti del Mio Sangue attenuino la loro arsura. Tutte queste anime sono molto amate da Me; ora stanno dando soddisfazione alla Mia giustizia; è in tuo potere recar loro sollievo. Prendi dal tesoro della Mia Chiesa tutte le indulgenze ed offrile per loro ... Oh, se conoscessi i loro tormenti, offriresti continuamente per loro l'elemosina dello spirito e pagheresti i debiti che essi hanno nei confronti della Mia giustizia!". Visione dell'Inferno Suor Faustina, oltre ad aver avuto la possibilità di vedere il purgatorio, sempre sotto la guida di un angelo è stata negli abissi dell'inferno. Così la religiosa lo descrive. "È un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l'inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l'anima, ma non l'annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall'ira di Dio; la quinta pena è l'oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l'odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie. Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile. Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall'altro. Sarei morta alla vista di quelle orribili torture, se non mi avesse sostenuta l'onnipotenza di Dio. Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l'eternità. Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun'anima si giustifichi dicendo che l'inferno non c'è, oppure che nessuno c'è mai stato e nessuno sa come sia. Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell'inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l'inferno c'è. Ora non posso parlare di questo. Ho l'ordine da Dio di lasciarlo per iscritto. I demoni hanno dimostrato un grande odio contro di me, ma per ordine di Dio hanno dovuto ubbidirmi. Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto. Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l'inferno. Quando ritornai in me, non riuscivo a riprendermi per lo spavento, al pensiero che delle anime là soffrono cosi tremendamente, per questo prego con maggior fervore per la conversione dei peccatori, ed invoco incessantemente la Misericordia di Dio per loro. O mio Gesù, preferisco agonizzare fino alla fine del mondo nelle più grandi torture, piuttosto che offenderli col più piccolo peccato". 15. Gesù Crocifisso e Gesù Misericordioso Fra Leopoldo e Suor Faustina sono tutt'e due amanti di Gesù e adoratori di Gesù Crocifisso. Quest'amore parte da lontano, da quando Luigi Musso rimase impressionato dalle immagini della Via Crucis su un libro prestategli dalla mamma. Così la piccola Elena Kowalska, come già rilevato, durante i Vespri, davanti al SS.mo Sacramento esposto, sente nell'anima per la prima volta una voce che l'invita alla vita perfetta. Tutt'e due per Gesù, Gesù Crocifisso. Sensibili alle sofferenze patite dal Figlio di Dio per espiare i peccati degli uomini, vogliono ambedue collaborare offrendo preghiere, mortificazioni, sofferenze, tutto se stessi, come vittime consapevoli, in un trasporto d'amore mistico. Il Gesù Crocifisso adorato nella "Divozione" preparata da Fra Leopoldo, apre alla Misericordia specie con l'ultima riflessione sulla Piaga del costato. E il flusso di questa Misericordia viene esplicitato da Gesù stesso con l'icona della Misericordia e affidato a Suor Faustina perché lo comunichi al mondo come un vessillo di estremo amore da parte del Figlio di Dio. Dalla crocifissione alla Misericordia il passo è breve e i due religiosi, pur lontani come tempo e come spazio ( Fra Leopoldo 1850 - 1922; Suor Faustina 1905 - 1938 ), spiritualmente erano vicini e uniti in questo amore a Gesù Crocifisso e Misericordioso. Possiamo quasi dire che Suor Faustina prosegue e completa la Divozione a Gesù Crocifisso di Fra Leopoldo. Come dice Gesù, da tutte le Piaghe, come da ruscelli, scorre la Sua Misericordia per le anime, "ma la Piaga del Mio Cuore è la sorgente della Misericordia senza limiti; da questa sorgente sgorgano tutte le grazie per le anime ...". Così Fra Leopoldo e Suor Faustina diventano alfieri della Misericordia di Dio per la salvezza delle anime. 16. Amore a Maria Santissima Addolorata Fra Leopoldo è stato sin dall'inizio un innamorato della Croce, sia per un sentire personale ( il Crocifisso e la Passione l'hanno sempre colpito ), sia per indicazioni celesti ( nel sogno del 1887 la Vergine SS. Addolorata gli disse: "Ricordati di ciò che ha sofferto mio Figlio!" ). Come ha annotato fratel Teodoreto, "meditando sulle sofferenze di Gesù e di Maria, addentrandosi nell'abisso di misericordia e di dolore che compì l'umana redenzione, fra Leopoldo si sentì singolarmente tratto a seguire il Salvatore, e la sua divina Madre con fervente vita d'amore". Fra Leopoldo il 18 agosto 1906, proprio a commento della frase di Gesù "Una grande confidenza passerà fra Me e te", scrive; "Il Crocifisso è un gran libro d'istruzioni santissime". Proprio meditando su questo gran libro, ha voluto seguire Gesù pregando e riparando; e, innamorato di Maria, ha approfondito il ruolo della Vergine addolorata nell'essere stata vicina al Figlio nella sua vita terrena, perché Lei, istruita nelle Sacre Scritture, sapeva della profezia di Isaia e quindi sapeva "dell'uomo dei dolori". Per Lei, dunque, ogni ora della vita di Gesù era un avvicinarsi sempre più all'ora della morte; da qui la lunga Passione di Maria durata 33 anni e non solo il Venerdì Santo. Per fra Leopoldo, dunque, l'amore al Crocifisso, punto terminale dell'amore misericordioso di Gesù, fu anche amore a Maria Santissima, l'Addolorata, la Corredentrice. Aggiungiamo, a questo riguardo, alcune riflessioni di P. Vasconi. " La storia della Chiesa intreccia nella vita dei propri testimoni la figura del Crocifisso e quella della Madre, l'Immacolata. È inconcepibile un profeta cristiano, un ambasciatore del Calvario senza Maria. È Lei, infatti, perché creatura umana, che stimola i fedeli della Croce a tendere verso la virtù, la santità, la "normalità"! ... La grandezza di Maria non è di parata che può incantare, ma è una grandezza costituita sul quotidiano sacrificio di sé che fa pensare e sollecita alla imitazione ". Per Suor Faustina abbiamo visto nel capitolo "Intimità mistica" quante espressioni affettuose vi sono state tra la religiosa e Maria e, reciprocamente, tra Maria e lei. Ecco, alcuni esempi. "O Maria, Madre e Signora mia, affido a Te la mia anima ed il mio corpo, la mia vita e la mia morte e ciò che verrà dopo. Metto tutto nelle Tue mani. O Madre mia, copri col Tuo manto verginale la mia anima e concedimi la grazia della purezza del cuore, dell'anima e del corpo e difendimi con la Tua potenza da tutti i nemici e soprattutto da quelli che nascondono la loro malvagità sotto la maschera della virtù. O splendido Giglio, Tu sei il mio specchio, o Madre mia". Il giorno dell'Immacolata Concezione della Madonna, durante la S. Messa, sentii un fruscio di vesti e vidi la Madre Santissima risplendente e di una bellezza straordinaria. Aveva una veste bianca con una sciarpa azzurra e mi disse: "Mi dai una grande gioia quando adori la SS.ma Trinità per le grazie ed i privilegi che mi ha concesso". 17. Maria, mamma dei due religiosi Maria per fra Leopoldo non è solo l'Addolorata, è anche, e forse soprattutto, la Mamma. Quante volte la chiama: "Mamma santissima", "santa Mamma", "dolce Madre del buon Consiglio", "Maria SS.ma Consolatrice", "Mamma dolcissima", "Madre amatissima", "Madre gloriosa" ... Fra Leopoldo ricorda il Vangelo di Giovanni: "Gesù vide sua madre e accanto a lei il discepolo preferito. Allora disse a sua madre: Donna, ecco tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco tua madre. Da quel momento il discepolo la prese in casa sua" ( Gv 19,26-27 ). Per questa ragione Maria, che lui sente e che vede con gli occhi dell'anima, diventa sua Mamma. E, in particolare, la Mamma dei consacrati: Giovanni rappresenta ciascuno di noi, ma specialmente il consacrato, in particolare il presbitero. È il punto fermo, cui si aggrappa il consacrato o la consacrata, che ha offerto tutta la vita per suo Figlio, l'amato Gesù. Nella vita del consacrato, per eventi naturali dovuti al ritmo del tempo, scompaiono via via le persone care, in particolare padre e madre e, nell'avanzare dell'età, si rimane sempre più soli. La solitudine del consacrato è una costante della vita offerta ( non sono molti i flussi di bene, di amicizia, di affetto che arrivano al consacrato, visto, purtroppo, come colui che può e deve dare, nella maggior parte dei casi ). L'amore a Gesù, l'amore al Padre fanno da contraltare a tale vuoto umano. Ecco che l'amore a Maria, unitamente a quello ai Santi venerati e all'Angelo Custode, aggiunge calore e affetto spirituale al consacrato. Costui sente di avere una vera Mamma, cui rivolgersi per tutte le necessità spirituali e anche materiali. E questa Mamma aiuta il consacrato, tanto più se la mamma terrena è già dipartita. Fra Leopoldo fu legatissimo a sua madre, al punto da rinviare la vocazione religiosa solo dopo aver ottemperato ai suoi impegni familiari, quali quelli di sostenere economicamente la propria genitrice. Nel momento del distacco doloroso della propria madre, fra Leopoldo "prese, Maria Santissima, in casa sua", nel senso che visse una intimità reale con questa seconda Mamma, mentre dall'alto del cielo la sua prima mamma lo benediceva con tutto il suo amore. Per Suor Faustina il rapporto con la propria madre è stato più complicato. Elena Kowalska vuole bene alla mamma, come normalmente tutti i bambini. Ma la piccola Elena, come abbiamo rilevato nella breve storia della sua vita, non era una bambina "normale", era una bambina nella cui anima sente a sette anni una voce che l'invita alla vita perfetta, a quattordici anni ha la visione di un gran chiarore e a quindici anni dichiara a sua mamma che vuole andare in convento. I genitori però sono decisamente contrari alle sue aspirazioni. A diciotto anni Elena chiede insistentemente ai genitori il permesso di entrare in convento e riceve un rifiuto categorico. In seguito ad ispirazione divina, incontra in una chiesa di Varsavia Don Giacomo Dabrowski che le trova un idoneo servizio domestico presso la famiglia Lipszyc finché non venga accolta in un convento. Il 1° agosto 1925, a vent'anni, Elena è ammessa come postulante fra le suore coadiutrici nella Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia, senza far ritorno in famiglia. Otto anni dopo, la sorella più giovane Wanda, viene a trovarla in convento e Suor Faustina s'accorge che "un fitto buio era sceso su di lei e non sapeva come cavarsela. Il buon Dio l'ha affidata a me. Per due settimane ho potuto lavorare su di lei ... Sentii d'aver costretto Dio a concederle la grazia. Mi rendo conto del grande potere che ha la preghiera d'intercessione presso Dio". Il 15 febbraio 1935, dieci anni dopo il suo ingresso in convento, ritorna Suor Faustina, con il permesso della Madre Superiora, a casa dei genitori e dei fratelli e sorelle, per esaudire il desiderio della madre morente. In quei pochi giorni stette molto vicino ai suoi ed anche ad amici e conoscenti con i loro bambini. "Quando salutai i genitori e li pregai di benedirmi, sentii la potenza della grazia di Dio che scendeva nella mia anima. Mio padre, mia madre e la madrina del battesimo, mi diedero la loro benedizione piangendo, mi augurarono la massima fedeltà alla grazia di Dio e mi dissero di non dimenticare mai le tante grazie che Dio mi aveva concesso, chiamandomi alla vita religiosa. Mi chiesero di pregare per loro". Che differenza rispetto al precedente diniego d'entrare in convento! Addirittura Suor Faustina è meravigliata di come prega suo padre con tanta sincerità e tanto fervore. Tutto questo è edificante e Suor Faustina non si dimenticherà mai di pregare per la sua famiglia, e nella fattispecie per sua mamma. Un'altra Madre interviene nella sua vita, una Madre dolcissima che l'aiuta a sopportare tutte le fatiche di questa vocazione, tutte le sue sofferenze, come abbiamo visto. E Maria le dice che è la Regina del Cielo, ma anche la Madre della Misericordia ed in particolare la sua Madre. Nel giorno dei voti perpetui Suor Faustina si rivolge a Maria e le dice: "Tu ora sei mia Madre in modo particolarissimo e questo perché il Tuo amato Figlio è mio Sposo e quindi siamo entrambi figli Tuoi. Per riguardo verso il Figlio devi amarmi. O Maria, Madre mia amatissima, dirigi la mia vita interiore, in modo che sia gradita al Figlio Tuo". 18. Fra Leopoldo e la Madonna Consolata, Suor Faustina e la "Madonna Nera" di Czestochowa Fra Leopoldo ha sempre avuto una forte devozione verso la Madonna Consolata. Diamo alcuni esempi di questo amore. Nel maggio 1897 ritorna a Terruggia per essere vicino alla mamma inferma. Prima però a Torino volle provvedersi di una grande immagine di Maria SS. della Consolata e farla benedire personalmente dal Card. Richelmy, Arcivescovo di Torino, e perché la benedizione avesse per così dire la conferma da Dio e dalla Madonna, volle deporta sull'altare del Santuario mentre egli serviva la S. Messa, come annota P. Maccono. Da religioso fra Leopoldo teneva nella sua cella una statuetta della Consolata. Nel 1914 spedisce al Papa, Benedetto XV, una statua della Consolata. A fronte di questo atto devozionale, Maria SS.ma il 18 dicembre 1914 dice a fra Leopoldo: "Cosa debbo dar per te che mi onori presso il Vicario, il Papa Benedetto XV, sotto il titolo di Consolata? che hai cooperato nel mandargli la mia statua della Consolata?". E fra Leopoldo risponde: "Desidero fede, speranza, amore, carità e la salvezza di tutto il mondo. Ogni virtù, un grande amore a te e al tuo Divin Figlio, Gesù Cristo Crocifisso: a tutti dona l'amore tuo!". Nel rapporto filiale tra fra Leopoldo e il Papa s'inserisce questa invocazione alla Consolata: "O santissima Madonna Consolata, aiuta il tuo Vicario in questi momenti terribili!": 11 marzo 1915, in piena prima guerra mondiale, a pochi mesi di distanza dall'entrata in guerra dell'Italia. Suor Faustina amava la Madonna, qualunque fosse il suo titolo; addirittura, più di una volta, i dipinti e le statue scomparivano per lasciar posto, in una visione, a Maria Santissima stessa che s'intratteneva a colloquio con lei. Così come nel suo pellegrinaggio alla "Madonna Nera" di Czestochowa. "Per la prima volta vidi la Madonna allorché mi recai, alle cinque del mattino, ad assistere allo scoprimento dell'immagine. Rimasi là a pregare senza interruzione fino alle undici e mi sembrava d'essere appena arrivata. La Madre di Dio mi disse molte cose: - Non aver paura di nulla. Mia figlia fedele. Parla coraggiosamente della Misericordia di Dio per gli uomini, affinché le anime acquistino fiducia verso di Lui. La misericordia è il più grande ornamento del Trono divino. Affidai a Lei i miei voti perpetui. Sentivo d'essere la Sua bambina e che Lei era mia Madre. Non mi rifiutò nulla di quello che Le chiesi". E Suor Faustina, in queste intimità mistiche, come abbiamo già rilevato, vede non solo Maria, ma anche a volte Gesù Bambino. E addirittura Gesù Bambino viene deposto eccezionalmente tra le braccia di Suor Faustina. Certo la religiosa ha sofferto tanto per tutta la vita, ma ha avuto, come segno di riconoscenza ed affetto, tante testimonianze d'amore da Gesù, anche come bambino, e da sua Madre. Fra Leopoldo e Suor Faustina e i Santi 19. Fra Leopoldo e Francesco d'Assisi Si impone un paragone tra fra Leopoldo designato da Gesù Crocifisso con la frase "sarai quello che farai rialzare dalla terra al cielo la mia Croce" e un altro francescano che si è sentito dire dallo stesso Gesù Crocifisso tanti anni prima queste parole "Figlio mio, va' e ripara la mia casa che crolla". C'è una equivalenza tra queste due designazioni: infatti rialzare la Croce significa mettere al centro della vita Gesù Crocifisso, e la devozione a Gesù Crocifisso preparata da fra Leopoldo ne è un mezzo efficace; così facendo, la vita cristiana viene tonificata, la Chiesa come popolo di Dio s'irrobustisce e avanza spedita senza tentennamenti e senza possibilità di crolli. Tutto ciò non significa altro che riparare la Chiesa, che nel XIII secolo stava crollando. Quindi, possiamo dire, che quanto chiesto con forza da Gesù Crocifisso a Francesco d'Assisi è stato ripetuto, con uguale energia, dallo stesso Crocifisso a fra Leopoldo. È un paragone forte, con una deduzione forte. La storia della Chiesa d'altra parte passa attraverso i campioni, i "piccoli" scelti dall'alto, con criteri che a noi sfuggono, per finalità specifiche nell'immediato e con effetti a largo raggio nel tempo. Fra Leopoldo e i santi imitatori del Crocifisso Ci sono altre analogie tra fra Leopoldo ed altri santi, sia per l'amore a Gesù Crocifisso sia per la riparazione conseguente. P. Vasconi parla di una analogia tra il francescano e Caterina da Siena: " Caterina da Siena e fra Leopoldo ripresentano, pur distanziati dal tempo, lo stesso contatto divino fatto attraverso gli ultimi della terra. Caterina innamorata del 'Sangue' di Cristo lo annunzia agli uomini del suo tempo come bagno della vita. Fra Leopoldo nel nostro "oggi", innamorato delle "Piaghe" del Cristo, le illumina come porta della vita. Anche Caterina come Fra Leopoldo, è affascinata sin dall'infanzia dalla figura del Crocifisso". E come lei altri santi, secoli dopo. Gemma Galgani: Gesù a fra Leopoldo il 7 ottobre 1908: "Amami molto! Avevo un'anima ardente d'amore come la tua, ma ora non esiste più su questa terra, l'ho trapiantata nel giardino delizioso del Paradiso: è Gemma Galgani; ora continua tu a farmi compagnia; a quelle anime che si offrono a soffrire per Me, tuo Gesù, Io brucio il cuore d'amore". E poi Francesco Forgiane, il futuro Padre Pio da Pietrelcina, proclamato santo. " A nove anni circa Francesco in quaresima viene trovato da sua madre intento a flagellarsi usando una catena di ferro. Al rimprovero della mamma, Francesco risponde "Mi devo battere, mamma, come i giudici hanno battuto Gesù e gli hanno fatto uscire il sangue sulle spalle ". L'immedesimazione con il Cristo ha portato vari campioni ad essere testimoni viventi con le loro stigmate del loro amore senza limiti al Crocifisso: Francesco d'Assisi, Caterina da Siena, Gemma Galgani, Padre Pio da Pietrelcina. Fra Leopoldo, designato da Gesù come continuatore dell'amore di Gemma Galgani, pur senza il dono delle stigmate, offre la sua vita nell'amore profondissimo a Gesù Crocifisso e a Maria Santissima per il bene delle anime e soprattutto per la conversione dei peccatori. Citiamo alcune espressioni dal Diario. 27 giugno 1914, Gesù Crocifisso: "La mia carne è tanto unita con la tua, la tua con la mia, che non è possibile separare le anime nostre!". 21 marzo 1915: Lasciami, Signor Mio Dio, Gesù Crocifisso, vivere della tua santissima vita per amore della tua divina Madre! "Tutto come vuoi, Leopoldo!": Gesù Crocifisso. 1 febbraio 1918: "Io voglio la santificazione delle anime!": Gesù Crocifisso. Fra Leopoldo e suoi santi protettori Il 28 maggio 1911 Gesù dice a fra Leopoldo: "Sappi, Leopoldo, che tu hai due grandi protettori in cielo e sono S. Pasquale Baylon e il Beato Angelo da Chivasso, e vogliono che io ti faccia grandi cose!". ... il mio buon Gesù comandò di segnarlo. Riguardo al Beato Angelo Carletti da Chivasso rileviamo dal Diario in data 3 maggio 1911 che fra Leopoldo fu l'unico tra i francescani della Provincia religiosa che poté assistere alla ricognizione della salma del Beato. In occasione delle feste del quattrocentesimo anniversario della beatificazione del Beato Angelo, Fra Leopoldo si reca a Cuneo su disposizione del Superiore, nel convento della Madonna degli Angeli, recando come omaggio un giglio di fiori artificiali da lui preparato, secondo un desiderio del suo cuore, come già rilevato nel capitolo "Due amanti dei fiori". Quale fu la sua sorpresa quando P. Filippo gli dice: "Ha fatto molto bene ( a portare il giglio ); sappia, fra Leopoldo, che quando fu scoperta la cassa del Beato gli fu trovato un giglio nato di fresco in segno della sua verginità!". C'è anche da rilevare, come scrive fra Leopoldo, che "da tredici anni che feci una malattia di polmonite fierissima, questa mi lasciò colla guarigione l'imperfezione del batticuore di tanto in tanto. Quando mi sorprendeva, mi durava abbastanza, lasciandomi una spossatezza per cinque o sei giorni e non potevo più lavorare a mio agio". Fra Leopoldo ha timore che gli ritorni questo male al cuore proprio lì a Cuneo dove era stato inviato per collaborare ai lavori per le feste. Si rivolge al suo protettore e, benché il disturbo ritorni per ben quattro volte, dicendo: "Beato Angelo ricordati anche di me!", come per incanto tutto passa. E conclude: "così per tutto il tempo che fui a Cuneo, nulla di questo male ebbi a soffrire". Il commento di fra Leopoldo è questo: "Caro Beato Angelo, non ti lascio più, sarai unito al Confratello San Pasquale: mi assisterete in vita e in morte per la misericordia di Dio: oh! quanto è la potenza dei santi presso Dio, per intercessione dei Santi s'ottengono grazie per noi poveri mortali!". Suor Faustina e Santa Teresa del Bambino Gesù Suor Faustina era ancora novizia ed aveva certe difficoltà che non riusciva a risolvere. Erano difficoltà interne collegate con difficoltà esterne. Aveva fatto parecchie novene a vari santi, ma la situazione diveniva sempre più pesante. Improvvisamente le venne l'idea di pregare Santa Teresa del Bambino Gesù. Cominciò la novena a questa santa, poiché prima di entrare in congregazione aveva molto devozione per lei. Il quinto giorno della novena sogna Santa Teresa, ma come se fosse stata ancora sulla terra. Questa cominciò a dirle parole di conforto, di non rattristarsi a motivo di quella questione, ma avesse più fiducia in Dio. "Sappia, sorella, che fra tre giorni lei risolverà la sua questione nel modo migliore ..." e Santa Teresa si fece conoscere come santa. E qui inizia un colloquio apparentemente curioso. "Tu sei santa?" "Si, sono santa ed abbi fiducia che quella questione la risolverai fra tre giorni" "Santa Teresa, dimmi, andrò in paradiso?" "Sorella, lei andrà in paradiso" "E sarò santa?" "Sarai santa" "Ma, Teresina, sarò santa come te, sugli altari?" "Si, sarai santa come me, ma devi avere molta fiducia in Gesù". Suor Faustina chiese anche se suo padre e sua madre andranno in paradiso. Alla risposta affermativa chiese anche per le sorelle e i fratelli; per questi avrebbe dovuto pregare molto. Questo è stato un sogno e, per quanto concerne quella questione, si avverò tutto alla lettera come Santa Teresa aveva detto. Ma nostro Signore si è servito tante volte dei sogni per dare il giusto avvertimento alle persone ( pensiamo solo ai sogni che San Giuseppe ha avuto per guidare e mettere in salvo la Sacra Famiglia ). E Suor Faustina conclude così: "Questo è un sogno, ma ha avuto un suo significato". Suor Faustina e Sant'Ignazio di Loyola Nel giorno di Sant'Ignazio del 1935, Suor Faustina prega fervorosamente il santo durante la Santa Messa, pregandolo di aiutarla a realizzare i disegni di Dio, cioè la fondazione della nuova congregazione. All'improvviso, sul lato sinistro dell'altare, vede Sant'Ignazio con un gran libro in mano, il quale le dice: "Figlia mia, non sono indifferente alla tua causa. Questa regola si può adattare anche a questa congregazione". E indicando il libro con la mano scompare. Suor Faustina si rallegra enormemente vedendo quanto i santi si interessino di noi e quanto sia stretta l'unione con loro. Da questo episodio si può dedurre effettivamente come i santi siano molto vicini a noi, specie i santi protettori, coloro che invochiamo più frequentemente, così come era Sant'Ignazio per Suor Faustina. È la realtà mistica della comunione dei santi, che "non cessano di intercedere per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini. La nostra debolezza, quindi, è molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine". Suor Faustina e i santi polacchi "Una volta vidi il trono dell'Agnello di Dio e davanti al trono tre santi: Stanislao Kostka, Andrea Bobola ed il principe Casimiro, che intercedevano per la Polonia". Cosi Suor Faustina scriveva nel settembre 1936, tre anni prima dell'inizio della catastrofe per la sua Patria. Forse i tre santi prevedevano il flagello che si sarebbe scatenato sulla loro terra e chiedevano pietà per tutto il loro popolo. Suor Faustina e i santi stimmatizzati Suor Faustina, come abbiamo rilevato, ha avuto nella sua vita il dono delle stimmate e per questo motivo non possiamo non collegarla a quei santi che hanno avuto questo doloroso privilegio. Ecco perché come per Fra Leopoldo, che però non ha avuto questo dono, ma che è stato tanto intimo con Gesù Crocifisso, citiamo alcuni di questi religiosi stimmatizzati: Francesco d'Assisi, Caterina da Siena, Gemma Galgani, Padre Pio da Pietrelcina, Anna Katharina Emmerick. Le stimmate non sono un orpello da sbandierare quale un lustrino da cavalierato, ma un segno d'amore che realizza sempre più l'unione tra l'anima e il suo Creatore. Doni mistici Suor Faustina con Padre Pio in particolare ha avuto delle assonanze in tema di doni mistici. "Questi doni mistici sono dati per l'utilità del popolo di Dio, ma al tempo stesso, sono fonte di sofferenza per una maggiore purificazione dell'anima eletta che li riceve". Ci riferiamo, oltre che alle stimmate, a fenomeni di bilocazione e di conoscenza dello stato delle anime. Portiamo alcuni esempi: 28 maggio 1926. Elena Kowalska termina il postulato e viene inviata a Cracovia per il noviziato. Quando arriva, sta morendo Suor Enrica Losinska. Qualche giorno dopo le appare questa Suora, ordinandole di andare dalla Madre Maestra a dirle di chiedere al suo confessore di celebrare una Santa Messa per lei. Elena tergiversa, poiché non sa bene se si è trattato di un sogno o di realtà. La notte seguente si ripete la stessa cosa, in modo più chiaro. Ad un tratto, nella giornata, incontra nel corridoio la suora defunta che la rimprovera. Corre allora immediatamente dalla Madre Maestra e le racconta l'accaduto. La Madre risponde che avrebbe provveduto. Il terzo giorno quella suora torna di nuovo e le dice: "Iddio gliene renda merito". Il rapporto di Suor Faustina con le anime del purgatorio sicuramente, come abbiamo visto, è aumentato da quando ha potuto assistere alle sofferenze di queste anime nella visione del purgatorio. 29 gennaio 1936. Suor Faustina, mentre era in unione col Signore, vede due persone e non le fu nascosto il loro intimo; è triste lo stato di queste anime, ma ha fiducia che anche loro finiranno col glorificare la Divina Misericordia. Nello stesso momento vede anche una certa persona ( identificata poi con il suo confessore Don M. Sopocko ), lo stato della sua anima e le grandi prove che Iddio manda a quest'anima. "Perché agisci così con lui?" E il Signore risponde: "Per la sua triplice corona", facendole anche conoscere quale ineffabile gloria attende l'anima che è simile a Gesù sofferente su questa terra. Vede delle anime pure e innocenti, sulle quali Iddio esercita la sua giustizia e queste anime sono le vittime che sostengono il mondo e completano ciò che è mancato alla passione di Gesù. 16 dicembre 1936. L'Angelo Custode le raccomanda di pregare per una certa anima, e la mattina viene a sapere che si trattava di una persona che era entrata in agonia in quel momento. In maniera sorprendente Gesù le fa conoscere che qualcuno ha bisogno delle sue preghiere. In modo particolare viene a conoscerlo quando chi ha bisogno delle sue preghiere è un'anima in agonia. Questo ora si verifica più spesso che in passato. 24 giugno 1938, festa del Sacro Cuore di Gesù. Suor Faustina vede il Sacratissimo Cuore di Gesù in cielo in un grande splendore. Dalla ferita uscivano i raggi e si diffondevano sul mondo intero. Il Signore viene da lei e le dice: "Figlia Mia, aiutami a salvare le anime. Andrai da un peccatore agonizzante e reciterai la coroncina e con ciò gli otterrai la fiducia nella Mia Misericordia, poiché è già nella disperazione". Improvvisamente si trovò in una capanna sconosciuta, dove stata agonizzando fra dolori tremendi un uomo già avanti negli anni. Attorno al letto c'era una moltitudine di demoni e la famiglia in lacrime. Appena cominciò a pregare, gli spiriti delle tenebre si dispersero con sibili, indirizzando minacce contro di lei. Quell'anima si rasserenò e piena di fiducia si addormentò nel Signore. Nello stesso istante Suor Faustina si ritrovò nella sua stanza, senza sapere come ciò avvenisse". 20. Fra Leopoldo e Suor Faustina e i pontefici Fra Leopoldo ha sempre nutrito una devozione filiale verso i Pontefici, godendo altresì della confidenza di Gesù e Maria anche riguardo agli stessi Pontefici. S. Pio X ( 1903-1914 ) 15 maggio 1906: "Dolcissimo Gesù, volgi il tuo sguardo pietoso, consola, difendi il nostro SS. Padre, il Papa, il tuo Vicario in terra dai nemici suoi in questi tempi d'empietà tanto amareggiato". 4 gennaio 1909: "Signore mio Dio! La voce del tuo Vicario, il Papa, saprà estendere la tua Croce, l'unica nostra speranza e nostra salute, per tutto il mondo". Gesù Crocifisso il 13 gennaio 1909 gli dice: "Fammi amare con la Divozione in tutto il mondo, da palesarsi al mio Vicario il Papa". È un invito a scrivere al Papa per l'approvazione della Adorazione. Il 5 aprile dello stesso anno Gesù incalza: "Insisterai presso il Santo Padre, il Papa, a voler sollecitare questa 'Divozione ' ". Alcuni giorni dopo, il 14 aprile. Gesù gli confida: "Il modernismo avrebbe fatto desolantissime stragi se il Santo Padre, il Papa, non l'avesse energicamente fermato ... abbi ampia sottomissione al mio Vicario, il Papa". Il 16 novembre 1909, Gesù, dopo aver ricordato che "senza questa Croce santificata col mio prezioso Sangue, nessuno entrerà in Paradiso - aggiunge - verrà il giorno in cui farai noto al mio Vicario il Papa d'estenderla fra tutte le genti del mondo ''. 9 gennaio 1912: Maria SS.ma: "Segna senza temere: dirai al Santo Padre che io lo aiuto nel suo lavorò". 12 gennaio 1912: Maria SS.ma: "Dirai al Papa di rimanere sempre in Roma e, come colossale macigno, sarà di rimprovero ai suoi persecutori ... Guai a chi perseguita il mio Vicario e fa un buco nell'acqua". 14 gennaio 1914: Gesù Crocifisso lo informa che "presto riceverai notizie consolantissime da Roma ..." ed infatti arriva la lettera del Fratello delle Scuole Cristiane che fu ricevuto dal Santo Padre che disse che avrebbe appoggiato la richiesta presso il Santo Ufficio. 19 agosto 1914: Gesù informa fra Leopoldo che il Santo Padre, Pio X, è morto: "Il Papa è con Me, nessuno me lo toglie! ". Sono le ore 23. Fra Leopoldo annota: "Più tardi seppi che l'anima bella del Santo Padre andò alla eterna beatitudine alle ore una e mezza dopo mezzanotte. Gesù andò Lui a prendere il suo Vicario!" Benedetto XV ( 1914-1922 ) 4 settembre 1914 - Gesù Crocifisso: "Dunque sei contento che ti ho dato un Sommo Pontefice Benedetto? e sarà proprio da me benedetto ... quando tutto sarà stabilito in pace, il mio Vicario confermi santamente la mia Croce là dove non mi hanno più voluto. Prima la croce, poi il mondo! Vi ho dato un Pontefice Santo! ". Il 18 dicembre 1914, come già annotato, Maria Santissima si compiace per fra Leopoldo perché questi ha inviato al Papa una statua della Consolata. 27 marzo 1915: Maria SS.ma: "I detti ( che riguardano il Papa ) è necessario che vadano dal Sommo Pontefice". E infatti il 12 aprile 1919 partì per Roma il Sig. Cavaliere Achille Cavallotti, portando con sé i detti di Gesù Crocifisso riguardanti il Santo Padre, Benedetto XV. Come già annotato la Divozione a Gesù Crocifisso viene poi approvata ed indulgenziata dal Papa Benedetto XV nel 1915. Il 22 gennaio 1922 Benedetto XV morirà a soli cinque giorni dalla scomparsa di fra Leopoldo, 27 gennaio 1922: l'uno e l'altro si stimavano e si aiutavano nelle preghiere; con la morte si ritrovarono uniti nella patria celeste. Pio XII ( 1939-1958 ) Suor Faustina non ha avuto riferimenti specifici ai Pontefici, come risulta dal Diario. Tuttavia dallo stesso rileviamo un accenno al cardinale Pacelli, Segretario di Stato, futuro papa Pio XII, quale persona che si era "occupata parecchio sulla istituzione della festa della Divina Misericordia". Da notare che Suor Faustina ha potuto conoscere i discorsi che si facevano in Vaticano in merito alla festa della Divina Misericordia, presente il cardinale Pacelli, attraverso una visione interiore, possedendo lei il dono di conoscere, sebbene fosse lontana, certe questioni e situazioni. E che il cardinale Pacelli fosse favorevole verso il culto della Divina Misericordia, fa fede il fatto che il monito emesso dal Sant'Uffizio il 28 novembre 1958 relativo al divieto di diffondere la devozione alla Divina Misericordia nelle forme proposte da Suor Faustina, fu emanato solo dopo la sua morte. Per completezza aggiungiamo che tale notifica fu di fatto annullata con una successiva notificazione del 30 giugno 1978. Giovanni Paolo II Il 16 ottobre dello stesso anno l'arcivescovo di Cracovia, cardinale Karol Wojtila viene eletto Papa con il nome di Giovanni Paolo II. Riteniamo di riferire a questo Pontefice le parole sentite da Suor Faustina: "Una volta pregavo per la Polonia, udii queste parole: Ama la Polonia in modo particolare e, se ubbidirà al Mio volere, l'innalzerò in potenza e santità. Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta". Non facciamo nessun commento. 21. Eucaristia e Croce Come annota intelligentemente P. Vasconi, "Fra Leopoldo trova nell'Eucaristia la testimonianza continua e dolorosa del Crocifisso. Non fa distinzione tra Croce e tabernacolo ... La piccola fiamma che arde nel silenzio della Chiesa di S. Tommaso indica la presenza fisica di "Lui", il suo sconfinato soffrire. L'altare diviene ogni giorno Croce e sulla Croce, fra le mani del Sacerdote, si offre realmente la Redenzione". Fra Leopoldo aveva ben capito ciò che era stato formulato nel Concilio di Trento ( 1545-1562 ) sul sacramento dell'Eucaristia. Rileggiamo dal Catechismo della Chiesa Cattolica: "il sacrificio di Cristo e il sacrificio dell'Eucaristia sono un unico sacrificio. Si tratta infatti di una sola e identica vittima e lo stesso Gesù la offre ora per il ministero dei sacerdoti, egli che un giorno offrì se stesso sulla croce: diverso è solo il modo di offrirsi ... In questo divino sacrificio, che si compie nella Messa, è contenuto e immolato in modo incruento lo stesso Cristo che si offrì una sola volta in modo cruento sull'altare della croce". Anche per Suor Faustina l'amore a Gesù Eucaristia si identifica nell'amore a Gesù Crocifisso. Diamo alcuni esempi di questa profonda, umile ed appassionata devozione. "Fin dai più teneri anni Gesù nel Santissimo Sacramento mi ha attirata a Sé. All'età di sette anni, mentre ero ai vespri e Gesù era esposto nell'ostensorio, fu allora che mi venne trasmesso per la prima volta l'amore di Dio e riempì il mio piccolo cuore ed il Signore mi fece comprendere le cose divine, e da quel giorno ad oggi il mio amore verso Dio nascosto è aumentato fino a raggiungere la più stretta intimità. Tutta la forza della mia anima proviene dal Santissimo Sacramento. Tutti i momenti liberi li passo a colloquio con Lui. Egli è il mio Maestro". "O Ostia Santa, in cui è contenuto il Corpo ed il Sangue del Signore Gesù, come dimostrazione dell'infinita Misericordia verso di noi, ma specialmente verso i peccatori". 12 dicembre 1936. "Sarebbe difficile per me trascorrere una giornata senza accostarmi alla S. Comunione. Egli è il mio scudo. Senza di Te, Gesù, non riesco a vivere". "Ho continuamente davanti agli occhi il Suo Volto oltraggiato e sfigurato, il Suo Cuore divino trafitto dai nostri peccati e specialmente dall'ingratitudine delle anime elette". Nell'ultimo anno della sua vita, come altre volte, Suor Faustina durante la santa Messa vede Gesù sofferente, come se agonizzasse in croce, il quale le dice: "Figlia Mia, medita spesso sulle Mie sofferenze che ho subito per te, e quello che tu soffri per Me non ti sembrerà eccessivo. Mi fai molto piacere quando mediti sulla Mia dolorosa Passione. Unisci le tue piccole sofferenze alla Mia dolorosa Passione, affinché acquistino un valore infinito davanti alla Mia Maestà". 22. I doni carismatici dei due religiosi Iniziamo questa volta da Suor Faustina. Possiamo dividere questi doni in tre categorie: 1. Comunione con le anime del purgatorio Abbiamo visto nei capitoli precedenti, episodi straordinari di intervento con le preghiere per le anime del purgatorio; addirittura alcune di queste anime, anche subito dopo la morte, le apparivano fisicamente e la pregavano di intervenire al più presto, onde diminuire le sofferenze reali che pativano in quell'ambiente sì di salvezza, ma sempre un "purgatorio" nel senso stretto del termine. 2. Conoscenza dello stato delle anime Ciò che più colpisce in questo dono è, come abbiamo visto, la sofferenza fisica e morale che subisce Suor Faustina, quando è a contatto fisico o spirituale con le anime in peccato mortale. Lei, pura come un angelo, subisce il contatto con queste anime che ai suoi occhi dispiegano, purtroppo per la religiosa, la vera condizione spirituale. Viene in mente, a questo punto, un paragone, forse un po' ardito, con la purissima Vergine Maria Immacolata, allorché sulla terra prima in senso fisico e poi in cielo in senso più spirituale, viene e a contatto con le anime non in stato di grazia. E Maria Santissima ha il potere di vedere la reale condizione delle anime ... Ma Maria Santissima, dall'alto della Croce è anche la Madre di tutti, di ciascuno di noi, e pertanto, malgrado la nostra condizione di peccatori, anzi proprio per questo, ci viene in aiuto per suggerirci pensieri di pentimento, scorgendo noi stessi la nostra situazione deplorevole, al fine di ritornare ad essere suoi veri figli e quindi in grazia di Dio. "Per Mariam ad Jesum". 3. Unione spirituale con i moribondi Gesù in varie occasioni fa vedere a Suor Faustina persone in fin di vita e la fa intervenire: è una delle tante bilocazioni che caratterizzano la vita della religiosa che, dopo questa missione, si ritrova, senza ovviamente sapere il perché, nella sua camera da dove fisicamente non si era mai mossa. E il suo intervento presso il moribondo si risolve, tramite le sue preghiere incessanti e con fervore, nella salvezza della persona, con tanto di serenità di spirito per la stessa, che passa all'altra vita senza più i dolori lancinanti e soprattutto senza una forma di disperazione. Per Fra Leopoldo forse il dono straordinario più rilevante fu il fatto che, a fronte di una richiesta espostagli da un amico conosciuto, su temi diversi, lui rispondeva che avrebbe consultato Gesù, così con tanta naturalezza. E Gesù rispondeva con altrettanta naturalezza, con delle indicazioni chiare che ovviamente Fra Leopoldo trasmetteva all'interessato. Così è stato per Fratel Teodoreto in particolare, quando voleva sapere se il suo progetto di un'associazione di giovani catechisti avrebbe avuto uno sviluppo o meno. E Gesù, tramite Fra Leopoldo, lo rassicurò di ben proseguire ( "Dirai al Fratello Teodoreto che faccia ciò che ha in mente " ). ( 23 aprile 1913 ) Oppure i messaggi arrivavano senza essere delle risposte a domande di Fra Leopoldo ed erano a volte dei comandi nel contesto delle esigenze pastorali dell'epoca: "Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri". E allora Fra Leopoldo aiutò Fratel Teodoreto a realizzare quest'opera pur fra mille difficoltà. In sostanza Fra Leopoldo è stato delegato da Gesù Crocifisso e da Maria Santissima quale persona di collegamento tra gli uomini e Dio. E il religioso nella sua umiltà ha cercato di svolgere questo compito nella massima naturalezza, quasi paradossalmente senza rendersi conto del grande dono che Gesù gli aveva concesso. Fra Leopoldo e Suor Faustina modelli 23. Fra Leopoldo modello di vivificazione del mondo. Ma fra Leopoldo è anche un modello di vivificazione del mondo. " Il mio buon Gesù mi disse: 'Tu, Leopoldo, sei la pianta vivificatrice del mondo attuale nel tuo Gesù Crocifisso: alzati e vallo a segnare ' ( 8 maggio 1909 ) ". "Nell'albero divino di soave misericordia di Dio, per mano della pia Unione, dei giovani del SS.mo Crocifisso, degli zelatori, delle pie zelatrici e degli adoratori delle SS. Piaghe vi sono e vi saranno tanti tronchi che estenderanno i loro rami rapidamente per tutto il mondo, affinché l'adorabile Croce, circondata dalla divinità di Gesù Crocifisso, ritorni come nei tempi dei primi Cristiani, e splenda divinamente il SS. Nome di Gesù Cristo Crocifisso per tutto il mondo!" ( 21 gennaio 1918 ). "Santa Mamma di Dio, tu che sei la protettrice di questa bella opera, la pia Unione del SS. Crocifisso, cosa intendi che ti faccia? domando, stando ai piedi della Croce. Risposta: "Per seminare in mezzo al mondo famiglie sante, viventi una vita esemplare, veramente cristiana ..." ( 25 marzo 1915 - Annunciazione di Maria Vergine ) e, aggiungiamo noi, facendo penetrare la Divozione - Adorazione al SS. Crocifisso in tutte le famiglie, realizzando cosi la sua missione ( 27 novembre 1908 ). C'è qui una sintesi operativa: Divozione - Adorazione nelle famiglie - santificazione della famiglia. " Le piante vivificatrici dell'Unione hanno il compito di colonizzare il deserto della modernità soffocato dalla crosta mortifera della "tiepidezza" e della "indifferenza", diffondendo, con l'educazione alla preghiera e alla penitenza ( che è anche il messaggio di Lourdes ), la "potenza" vivificante dello Spirito Santo. Questa, suscitando la prima virtù teologale e le conseguenti virtù cardinali, sarà poi in grado di "rifare il tessuto cristiano" della società ... Ecco il legame esistente tra Adorazione del Crocifisso, ricomposizione col cuore ( luogo delle intenzioni profonde ) di Gesù e missione "vivifìcatrice ". , Dunque la novità fondamentale introdotta dalla dottrina dell'amore di fra Leopoldo, usando il termine "vivificare" consiste nella aspirazione a incarnare questa stessa concezione spirituale nella società secolare, nel "deserto " del mondo ". La vivificazione del mondo passa, in altre parole, partendo dal Crocifisso, dalla sua meditazione e adorazione attraverso la "Divozione" alle opere, quali l'Unione Catechisti e le Case di Carità. Queste sono prospettive operative non certo uniche nel variegato campo delle attività e dei carismi della Chiesa cattolica, ma sinceramente provvidenziali e volute direttamente da Gesù Crocifisso, soprattutto per "salvare le anime". Ne consegue, per coloro che comprendono questo disegno divino, di aiutare Gesù nel realizzarlo in profondità e in estensione. Suor Faustina modello di perfezione Abbiamo visto nel capitolo della risposta ai disegni di Dio come i due religiosi, e nella fattispecie Suor Faustina, abbiano offerto la loro testimonianza. Umiltà, fede, preghiera e sofferenza hanno connotato il loro agire, soprattutto nel contesto dell'intimità mistica. E Suor Faustina, anche perché Iddio le aveva detto che nel giorno del Giudizio le avrebbe chiesto conto di un gran numero di anime, cercò in tutti i modi di rispondere alle ispirazioni interiori, perfezionando se stessa attraverso l'esercizio dell'eroicità delle virtù. E il Signore le dice: "Ecco, io vedo il tuo amore così puro e sincero, che ti do la precedenza fra le vergini. Tu sei l'onore e la gloria della Mia Passione. Vedo ogni umiliazione della tua anima e nulla sfugge alla Mia attenzione. Innalzo gli umili fino al Mio trono, perché così voglio". Suor Faustina risponde, in questo ciclo di amore, in cui più si ama e più si è amati: "O Dio Unico nella Santissima Trinità! Desidero amarti quanto ancora nessuna anima umana Ti ha amato ... Nonostante la mia grande miseria, non ho paura di nulla ... Ognuna può diventare una grande santa, poiché è grande la potenza della grazia di Dio. Noi dobbiamo solo non opporci alla grazia di Dio". A Fra Leopoldo la via della santità era stata indicata da Gesù il 14 settembre 1908 in questi termini: "Per te, Mio Leopoldo, ho scelto di darti il mio immenso amore, sofferenze e lavoro, questa è la via che hai da seguire per arrivare nella terra dei viventi là dove il tuo Gesù amorosamente ti aspetta". In precedenza Gesù aveva detto: "Tutti i Santi io ho scelto come tanti fiori di grato odore, ma di diversi profumi: - a uno ho concesso grande penitenza, - all'altro grande amore e dolore della mia Passione, - ad altri gran pentimento dei loro peccati e d'essere penitenti ( bella virtù da imitare ), - ad altri il dono della preghiera continua, tanto da diventare grandi Santi, - ad altri il dono di avvicinare anime al mio Cuore e trarle salve colla mia grazia". Certo che Fra Leopoldo e Suor Faustina sono stati due campioni di santità, come abbiamo visto nei vari capitoli precedenti. La consacrazione a modelli viene da queste parole di Gesù: A Fra Leopoldo, come già ricordato, 10 settembre 1908, " ... ma l'intimità come con tè non l'ho mai avuta con altri! ". A Suor Faustina, 24 aprile 1938, Domenica in Albis, "Tu sei la Mia figlia più cara". 24. I due religiosi per i sacerdoti Fra Leopoldo e Suor Faustina ricevono vari messaggi che riguardano i Sacerdoti. In particolare, a questo scopo, Fra Leopoldo nel suo Diario annota varie esortazioni forti di Gesù e di Maria. 7 gennaio 1912 - Maria Santissima: "Dirai al Clero che si converta, che abbia un po' più di fede!" "Nelle anime regna molto scontento, perché non è esemplare chi conduce l'aratro". "Tu Leopoldo, non far meraviglia e non ti scandalizzare per quanto ti dico, ma prega per loro!" 22 gennaio 1912 - Maria Santissima "Questa mattina scriverai dei miei dolori". E qui la Madre di Dio elenca i dolori che le arrecano i Sacerdoti, tra cui: " ... non hanno neanche più la forza di pronunziare il mio nome, quasi solo bestemmie per la loro mollezza! " " ... grandi interessi materiali; poca carità per la loro anima! " " Nei religiosi regolari voglio riforma! " 12 aprile 1915 " ... stando io ai piedi del santo altare, nella recita del Santo Rosario, Gesù mi fece vedere la bellezza di questa SS.ma Divozione: vescovi, parroci, religiosi, tutti devono predicare Gesù Crocifisso ". 21 maggio 1915 - Gesù Crocifisso "Tu Leopoldo, preghi per la pace; sì, la pace verrà, ma la pace che Io voglio è la pace delle coscienze di tutta l'umanità; voglio che si purghi il cuore degli uomini: predicatori seri, non mondani, cioè non vadano secondo la corrente del mondo; la predicazione sia evangelica e non romantica; predicare la virtù, la morte al vizio, e predicare l'amore di Dio!" 16 ottobre 1919 Fra Leopoldo, di fronte alle osservazioni di Gesù riguardo ai Sacerdoti, nella sua semplicità chiede a Gesù: " Voi, dunque, mio Signore e mio Dio, vi curate dei vostri sacerdoti e li consolate? " E Gesù risponde: " Riguardo ai Miei figli, non avranno mai a lamentarsi di me! Tu hai messo del tuo nel lavorare; ora metto del Mio per riordinare ( il tuo lavoro ) ". Gesù innanzi tutto chiama i sacerdoti suoi " figli "; essi non sono altro che i discepoli di quel Giovanni diventato figlio di Maria dall'alto della Croce, ma anche e soprattutto Suo figlio. Il fatto di " riordinare " il lavoro di questi figli, vuoi significare, a nostro avviso, che i figli, se non si comportano molto bene per tiepidezza, abitudine e altro, in particolare nella celebrazione della S. Messa, hanno bisogno pertanto di essere richiamati, perché il sacrificio della S. Messa deve essere celebrato - come risulta da un cartello in parecchie sacrestie del mondo - " come se fosse la prima, l'ultima, l'unica ". E poi il cuore e la verità evangelica nelle omelie senza nessun timore umano, ricordando altresì che, se si richiama Maria nelle esortazioni, vuoi dire essere efficaci in quello che si dice ed ottenere anche la protezione della Gran Madre di Dio nella propria vita personale e pastorale. Il rapporto di Suor Faustina con i Sacerdoti è soprattutto quello di una religiosa che riceve illuminazioni spirituali interiori ed ha bisogno di una verifica con loro. Ha bisogno assolutamente di un Direttore spirituale e finalmente, dietro indicazione di Gesù, lo trova nella persona di don Michele Sopocko, che la guiderà sino al termine della sua vita terrena nel realizzare la sua missione. Nel novembre 1932, durante gli esercizi spirituali, Gesù le dice amabilmente: " Figlia Mia, parla ai Sacerdoti della Mia insondabile Misericordia. Le fiamme della Misericordia Mi bruciano: voglio riversarle sulle anime ma le anime non vogliono credere alla Mia bontà". Comprendendo il ruolo e l'importanza del Sacerdote, come apostolo di Gesù, a Wilno nel 1934 scrive sul Diario: " Desidererei diventare Sacerdote; parlerei incessantemente della Tua Misericordia alle anime peccatrici, immerse nella disperazione. Desidererei essere un missionario e portare la luce della fede nei paesi selvaggi, per farti conoscere alle anime e morire annientata per loro con la morte del martirio, con la quale sei morto Tu, per me e per loro". Marzo 1938, sanatorio di Pradnik. Immobilizzata a letto in una stanzetta, desidera ricevere la santa Comunione e il suo desiderio è così forte che Gesù l'accontenta inviandole un Serafino; e questo per tredici giorni. Da notare che il Serafino, porgendole la santa Comunione, pronuncia queste parole: "Ecco il Signore degli Angeli". Un giorno le viene un dubbio prima della santa Comunione e chiede al Serafino: "Mi potresti confessare?" E questi risponde: "Nessuno spirito celeste ha questo potere". Riteniamo che questa risposta, pur ricevuta nell'ultimo anno della sua vita, abbia ulteriormente accresciuto in Suor Faustina la grande stima e considerazione verso il ruolo dei Sacerdoti. Ricordiamo quanto già riportato nel capitolo "Che cosa vuole Dio da loro" a proposito dei Sacerdoti. " Affido - è Gesù che parla - alle tue cure due perle preziose per il Mio Cuore, che sono le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi; per loro pregherai in modo particolare; la loro forza dipenderà dal vostro annientamento. La preghiera, i digiuni, le mortificazioni, le fatiche e tutte le sofferenze, le unirai alla preghiera, al digiuno, alla mortificazione, alla fatica ed alla sofferenza Mia ed allora avranno valore di fronte al Padre Mio ". Qui c'è da sottolineare il peso specifico spirituale di Suor Faustina con le sue preghiere e sofferenze per i Sacerdoti e per altre anime e nel contempo il valore che acquistano queste azioni se unite a quelle di Gesù. 25. Due segretari Il 2 settembre 1908 Fra Leopoldo viene designato segretario da Gesù: " Dunque figlio, ti piace di essere il mio segretario? ". Il 24 ottobre 1908 viene designato segretario anche da Maria Santissima: " Tu scrivi, figlio mio, di me e io ti saprò ricompensare. In avvenire io sarò la tua Maestra, Tu sei il mio segretario angelico ". 26 ottobre 1908: " Ora che ti ho confermato mio segretario, sei contento? Dunque tu sei mio figlio: sii intento ai miei suggerimenti, a seguire quanto ti comando ". 20 novembre 1908: " Figlio mio, comincerai da questi momenti ad esercitare tutte le virtù; per prima: unito con Dio e colla tua Maestra, Maria SS., praticherai il silenzio e la preghiera e se non sarai interrogato, parlerai solo con Gesù e con sua Madre Maria SS. " 28 novembre 1908: " Figlio, se tu sapessi quanto sono strapazzata e derisa dagli uomini! Sì, la Mamma del tuo Gesù è insultata. Fa tu riparazione, figlio mio, collo scritto e colla preghiera, io poi saprò contentarti ". E Fra Leopoldo annota: " Ricordiamoci che Ella colla Passione del suo Divin Figlio concorse alla redenzione nostra; non le diamo più disgusto; cantiamo le glorie sue cogli Angeli e i Santi ... ". 21 novembre 1908: " Leopoldo, la tua missione è quella di far penetrare la Divozione - Adorazione al SS. Crocifisso in tutte le famiglie cristiane, sotto il comando del Santo Padre, il Papa ". 28 novembre 1908: " Un numero immenso, incalcolabile d'anime andranno salve per questa Divozione, e tu, Leopoldo, ne avrai il merito ". 8 dicembre 1908: " Figlio mio, va' innanzi sempre con me. Io sarò come capitano avanti all'esercito per combattere e vincere i nemici miei: abbi fede in quello che tifacelo scrivere e non temere di nulla, io sono la tua forza ". 24 ottobre 1909: " Mentre scrivevo, il demonio venne a suggestionarmi; il buon Gesù mi disse di allontanarlo, ma risposi: 'Come posso io, ci vuole della virtù!' ". "Ti basta un segno di Croce ". 8 aprile 1909: " Figlio mio, se tu non avessi tribolazioni, non comprenderesti il nostro amore ( Gesù e Maria ); le pene ti aprono gli occhi per vedere molto lontano ". 17 aprile 1909: " In tutte le cose, anche nelle più piccole, per acquistare merito bisogna che vi sia lo Spirito del Signore ". 20 aprile 1909: Gesù: " Il giorno 26 ( Professione con voti solenni di Fra Leopoldo ) dedicato alla Madonna del Buon Consiglio, io rivestirò di nuovo l'anima tua in modo da renderla tutta simile agli angeli e unendovi vita angelica tu verrai ogni sera a visitarmi ai piedi del mio altare e là io benedirò le fatiche della giornata sopportate in pace per amore del tuo Gesù, benedirò il riposo della notte e ti istruirò nella via della virtù ". Anche Suor Faustina viene nominata segretaria. 14 febbraio 1938 - Gesù " Figlia Mia, sei la segretaria della Mia Misericordia: ti ho scelta per questo incarico in questa vita e in quella futura. Voglio cosi, nonostante tutte le opposizioni che ti faranno; sappi che non cambierò ciò che è di Mio gradimento". Allora con grande umiltà mi sprofondai davanti alla Maestà di Dio. Però più mi umiliavo, più la presenza di Dio penetrava in me .. .". Riguardo all'incarico di Gesù Misericordioso di scegliere Suor Faustina come sua segretaria, non solo nella vita terrena, ma anche nella vita futura, la spiegazione potrebbe essere questa: tante grazie potrebbero essere chieste a Gesù tramite la religiosa. E la conferma viene dalle guarigioni straordinarie che si sono verificate negli anni tramite l'intercessione di Suor Faustina e che sono valse al riconoscimento della sua beatificazione e canonizzazione. 5 giugno 1938. " Quanto desidero la salvezza delle anime! Mia carissima segretaria, scrivi che desidero riversare la Mia vita divina nelle anime umane e santificarle, purché esse vogliano accogliere la Mia grazia. I più grandi peccatori potrebbero raggiungere una grande santità, se soltanto avessero fiducia nella Mia Misericordia. La Mie viscere sono colme di Misericordia, che è diffusa su tutto ciò che ho creato. La Mia delizia consiste nell'agire nelle anime degli uomini, riempirle con la Mia Misericordia e giustificarle. Il Mio regno in terra è la Mia vita nelle anime degli uomini. Scrivi, Mia segretaria, che direttore delle anime sono Io stesso direttamente, mentre indirettamente le guido tramite i sacerdoti e conduco ognuna alla santità attraverso una strada nota soltanto a Me ". 26. La morte Fra Leopoldo Come sottolinea Fratel Teodoreto " la morte di Fra Leopoldo fu quella di un santo ". Egli ebbe il preannunzio della sua fine e lo disse a qualche suo intimo, tra cui il Catechista rag. Giovanni Cesone. Il rev. Padre Vincenzo Vallerò Parroco di S. Tommaso scrisse: " Nell'ultima malattia Fra Leopoldo parlava con trasporto del Paradiso; e mentre lo esortavo a sperare la guarigione come era avvenuto altre volte, egli con sicurezza mi rispose " Questa è l'ultima mia malattia e vado a trovare la Mammina " ". Un'altra testimonianza asserisce che nell'ultima ora di vita " lo vidi guardare due o tre volte in un canto del letto, verso il muro, con un sorriso sfuggevole come un lampo, quale mai avevo notato sul suo labbro " Forse " Mammina " gli era apparsa, e lo stava aspettando per aprirgli le porte del Paradiso ... Era il 27 gennaio 1922. Suor Faustina 21 aprile 1938. Lo stato di salute di Suor Faustina peggiora a tal punto che deve essere nuovamente ricoverata nel sanatorio di Pradnik. Il dott. Adamo Silberg, direttore del sanatorio, dopo la prima visita, conferma che il suo stato è veramente grave. Suor Faustina prova una pace profonda che se la morte fosse sopraggiunta in quel momento, l'avrebbe salutata con gioia. 2 - 5 giugno 1938. Prima della Pentecoste Suor Faustina fa tre giorni di esercizi spirituali sotto la guida di Gesù stesso. 23 luglio. La Madre Generale M. Moraczewska, in visita alla casa di Cracovia, va a trovare Suor Faustina nel sanatorio e la vede per l'ultima volta in terra. Agosto. Suor Faustina indirizza la sua ultima lettera alla Madre M. Moraczewska. Chiede scusa per tutte le mancanze commesse durante la sua vita nella Congregazione e finisce con le parole: " Arrivederci in cielo ". 25 agosto. Il Cappellano Don Czaputa si reca a Pradnik per confessare Suor Faustina e amministrarle il Sacramento degli infermi. 2 settembre. Don Sopoóko, durante una visita a Suor Faustina nel sanatorio di Pradnik, la vede in estasi. 17 settembre. " Suor Faustina è ricondotta al convento da Pradnik. È molto debole. Non riesce affatto ad alzarsi e praticamente non mangia. È rassegnata e molto edificante. Aspetta il momento in cui si unirà al Signore Gesù. E non teme affatto la morte ". 22 settembre. " Suor Faustina ha chiesto scusa a tutta la comunità " per le involontarie mancanze commesse durante tutta la sua vita in religione ( una consuetudine della congregazione ). 2 ottobre. "Suor Faustina sta sempre peggio. Ma con esemplare tranquillità attende la sua morte ". 5 ottobre. " Oggi alle 22 e 3/4 Suor Faustina dopo lunghe sofferenze sopportate con grande serenità e pazienza, è partita al Signore per ricevere la ricompensa promessa. Ancora oggi alle 16 del pomeriggio era arrivato P. Andrasz e Suor Faustina si era confessata per l'ultima volta; la sera alle 9 il Cappellano insieme alla comunità riunita aveva recitato le preghiere per gli agonizzanti. Suor Faustina cosciente fino all'ultimo momento poteva unirsi con noi nello spirito ". 7 ottobre. Suor Faustina viene sepolta nella tomba comune del cimitero della comunità ( che si trova nell'orto della casa della Congregazione a Cracovia - Lagiewniki ). 27. Fatti straordinari Fra Leopoldo Elenchiamo i miracoli, a nostra conoscenza, che sono da attribuire all'intercessione di fra Leopoldo. Ovviamente per un riconoscimento specifico di tali eventi ci rimettiamo al giudizio della Chiesa. 1. Il prodigio della pioggia il 5 agosto 1895, Madonna della Neve; se n'è parlato in precedenza: serve qui sottolineare che il fatto è realmente accaduto, in seguito alle preghiere dei popolani di Viale d'Asti sotto la guida di Luigi Musso, che incitava gli stessi ad avere fiducia in Maria; e che la pioggia è caduta improvvisamente solo sul territorio di Viale. 2. L'8 maggio 1899, come è già stato ricordato, Luigi Musso gravemente ammalato e con la madre moribonda, chiede la grazia della guarigione. Maria SS., tenendo in braccio il suo Divin Figlio Gesù, gli dice: "Alzati, la grazia della tua guarigione è fatta! ". E fra Leopoldo annota nel suo Diario: " Maria Santissima non solo mi donò la guarigione, ma mi conservò ancora la mia povera mamma ". 3. C'è una premessa da fare. Il 12 settembre 1908 Gesù Crocifisso gli dice; " Voglio darti il dono dei miracoli: abbiamo da riformare il mondo: il mondo è perverso ". Venticinque giorni dopo, il 7 ottobre 1908, Festa della Beata Vergine Maria del Rosario, fra Leopoldo chiede un miracolo. " Mio Dio, carità senza limiti, guarisci colla tua potenza quel bambino di 15 mesi, affinché risplenda sempre più la tua gloria nei Santi tuoi ". Gesù gli risponde subito: " Questo sarà il primo miracolo che il tuo Crocifisso ti fa' ". E il bambino guarisce. Questo episodio è raccontato nel Diario. Purtroppo non abbiamo altri elementi per individuare il miracolato e le circostanze del prodigio. Fra Leopoldo le ha serbate nel suo cuore, fedele a quanto Gesù gli dice nello stesso contesto: " Guarda la guarigione sarà completa, ma non voglio che si sappia che da questa cella è partita la grazia; a suo tempo, poi! ... ". Resta ferma comunque, l'irrecusabilità degli scritti leopoldiani. 4. P. Maccono, il secondo biografo di fra Leopoldo, sperimenta direttamente la potenza dell'intercessione del francescano, documentandola nel suo libro. Infatti, sul finire della prima guerra mondiale, si reca dal francescano per raccomandare un fratello che era ancora sotto le armi ed era " gravemente ammalato ". Gli espone il caso, pregandolo di raccomandarlo al Signore, perché solo un miracolo l'avrebbe potuto salvare. Fra Leopoldo risponde semplicemente: " Abbia fiducia nella Madonna: vedrà che Ella ne sa più dei medici ... ". Ritorna alcuni giorni dopo, informandolo che anche specialisti avevano sentenziato la prossima fine del fratello. E ancora fra Leopoldo ripete: " La Madonna è più potente dei medici e ne sa di più ". P. Maccono fa come indicato dal francescano, cioè prega, avendo fiducia in Maria. Un mese dopo all'improvviso il fratello guarisce tra la meraviglia dei medici che confessano di non saper spiegare il caso. P. Maccono si precipita da fra Leopoldo per portargli la notizia e questi per la terza volta risponde: "Oh sì, la Madonna è più potente e più sapiente dei medici". Il precedente è un elenco provvisorio, che potrà essere integrato da altri fatti. Ma annotiamo questi messaggi di Maria: " Sono contati i tuoi giorni: Io, tua Madre Santissima, volgo il mio sguardo sempre verso di te e tu sta sempre ritto, abbi sempre lo sguardo al cielo! Si compiranno molti miracoli sulla tua tomba per la misericordia di Dio sempre" ( 21 settembre 1911 ). È una profezia di Maria sulle grazie che verranno concesse dopo la morte di fra Leopoldo, tramite la sua intercessione. A noi spetta allora di andare a pregare il Servo di Dio sulla sua tomba nel Santuario di Nostra Signora del S. Cuore nella Chiesa di S. Tommaso. E per coloro che non potessero recarvisi, riteniamo che anche semplici preghiere saranno sufficienti per chiedere la grazia al Signore tramite sua Madre e fra Leopoldo. Suor Faustina Il prodigio della pioggia ( 13 luglio 1937 ), chiesto dalla religiosa per salvaguardare le piante assetate, come già riferito. Sembra incredibile che il Re dell'universo per far piacere ad una suora, unita però a Lui da un amore genuino, profondo, dia ordine agli elementi atmosferici di agire in un determinato modo. D'altra parte sul lago di Tiberiade, di fronte al timore degli apostoli, comandò al vento e al mare, rispettivamente, di " tacere e di calmarsi " ( Mc 4,35-41 ). Da notare che Suor Faustina per chiedere la pioggia " ha recitato senza interruzione la coroncina della Divina Misericordia per la durata di tre ore. E il Signore le ha fatto conoscere che per mezzo della preghiera si può ottenere ogni cosa ". Cessazione improvvisa di una tempesta. Un'altra volta, di notte si è verificata una tempesta tremenda. Suor Faustina nella sua camera si stende con la faccia a terra e comincia a recitare le litanie dei Santi. Verso la fine delle litanie la religiosa viene presa da una tale sonnolenza, che non riesce a terminare le litanie stesse. Allora si alza e dice al Signore: " Gesù placa la tempesta, poiché la tua bambina non riesce a pregare più a lungo e casca dal sonno ". Dopo queste parole la tempesta è cessata del tutto. Il giorno dopo le suore parlano dell'improvvisa cessazione della tempesta, non sapendo come spiegarla. Suor Faustina non risponde, ma pensa fra di sé: " Gesù e la piccola Faustina sanno come spiegarlo ... " Quest'episodio, come d'altra parte il precedente, ha dell'incredibile: una piccola suora si rivolge al Creatore del mondo. Padrone dell'universo, e gli chiede di far cessare la tempesta che le impedisce di pregare. E il Padrone dell'universo obbedisce subito, senza alcun ritardo, come se fosse la richiesta più naturale! Tutto questo, ovviamente, si spiega con la grande intimità interiore che si era stabilita tra Dio e la sua creatura ed anche per la totale disponibilità di Suor Faustina per il bene delle anime, nella ricerca eroica delle proprie virtù. 28. Processi per la santità Fra Leopoldo Per fra Leopoldo il 24 gennaio 1941 ebbe inizio il processo informativo per la sua beatificazione presso la Curia Arcivescovile di Torino con la costituzione del Tribunale Ecclesiastico. Questi per decreto emanato il 10-2-1941 da S. Em. il Card. Arcivescovo circa la consegna degli scritti del Servo di Dio, procedette altresì alla trattazione del processicolo relativo ai medesimi. Il processo informativo diocesano terminò il 4 giugno 1943. Gli atti del processo diocesano furono portati alla Sacra Congregazione dei Riti, in attesa del processo apostolico, se e quando piacerà alla Santa Sede. La causa è promossa dai PP. Francescani per mezzo della loro Postulazione Generale che ha sede in Roma, via Merulana 124, e dalla Vicepostulazione per la causa specifica del nostro Servo di Dio ( Santuario S. Antonio da Padova, via S. Antonio da Padova, 5 ). I quaderni manoscritti di Fra Leopoldo e i suoi oggetti personali ( il Crocifisso, la Madonna, l'abito e altri ) sono conservati presso il Convento di S. Antonio in Torino. Suor Faustina Nell'ottobre del 1965 inizia il processo informativo sulla Causa di beatificazione di Suor Faustina nell'Arcidiocesi di Cracovia, che si chiude due anni dopo, precisamente il 20 settembre 1967, sotto la presidenza dell'Arcivescovo, Cardinale Karol Wojtila. I documenti del processo vengono inviati a Roma. Il 31 gennaio 1968 con il Decreto della Congregazione delle Cause dei Santi, si apre il processo di beatificazione della Serva di Dio Suor Faustina. Il 18 aprile 1993, proprio l'ex-Arcivescovo di Cracovia, ora Papa Giovanni Paolo II, procede alla beatificazione di Suor Faustina Kowaiska a Roma. Il 23 aprile 1995, prima Domenica dopo Pasqua, Giovanni Paolo II celebra nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, che è la Chiesa che promuove la spiritualità della Divina Misericordia, la Santa Messa solenne nella Domenica della Divina Misericordia. L'11 aprile 1999, prima Domenica dopo Pasqua, Sua Eminenza il Cardinale Fiorenzo Angelini celebra in Piazza S. Pietro la Festa della Divina Misericordia. Il 30 aprile 2000 Giovanni Paolo II procede alla canonizzazione della Beata Faustina Kowalska: Suor Faustina è Santa! Il 17 agosto 2002 Giovanni Paolo II consacra l'umanità alla Divina Misericordia. Conclusione Citiamo le parole del Pontefice regnante, Benedetto XVI, tratte dalla sua Lettera enciclica "Deux caritas est", 42: " Alla vita dei Santi non appartiene solo la loro biografia terrena, ma anche il loro vivere ed operare in Dio dopo la morte. Nei Santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino. In nessuno lo vediamo meglio che in Maria ". Questo significa che i nostri due religiosi, ora in cielo, anche con l'aureola di santità, già riconosciuta pienamente per Suor Faustina, sono a noi " veramente vicini ", come d'altra parte loro stessi avevano affermato in vita. Ricorriamo pertanto alla intercessione dei due religiosi che hanno realizzato opere insigni, seguendo le indicazioni dello Spirito, nella loro realtà operativa di modesti cuochi. Due cuochi al servizio di Dio. Ringraziamo Iddio per aver donato alla Chiesa e a noi tutti questi due modelli, che parlano ancora oggi ai nostri cuori con la loro vita e con i messaggi di Misericordia di cui sono stati portatori. Preghiere Adorazione a Gesù Crocifisso ( preparata da Fra Leopoldo ) O Dio vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria. Alla piaga della Mano destra Amabilissimo mio Signore Gesù Crocifisso, adoro profondamente prostrato, con Maria Santissima e tutti gli Angeli e i Beati del cielo, la Piaga sacralissima della tua mano destra. Ti ringrazio dell'amore infinito col quale volesti sopportare tanti e così atroci dolori per espiare i miei peccati, che io detesto con tutto il cuore. Ti chiedo la grazia di concedere alla Chiesa vittoria sui suoi nemici, e a tutti i suoi figli di camminare santamente nella via dei tuoi comandamenti. Padre nostro, Ave Maria, Gloria. Alla piaga della Mano sinistra Amabilissimo mio Signore Gesù Crocifisso, adoro profondamente prostrato, con Maria Santissima e tutti gli Angeli e i Beati del cielo, la Piaga sacralissima della tua mano sinistra, e ti domando grazia per i poveri peccatori e per i moribondi, specialmente per quelli che non vogliono riconciliarsi con te. Padre nostro. Ave Maria, Gloria. Alla piaga del Piede destro Amabilissimo mio Signore Gesù Crocifisso, adoro profondamente prostrato, con Maria Santissima e tutti gli Angeli e i Beati del cielo, la Piaga sacralissima del tuo piede destro. Ti chiedo la grazia che in tutto il clero e tra le persone a Te consacrate fioriscano molti santi. Padre nostro, Ave Maria, Gloria. Alla piaga del Piede sinistro Amabilissimo mio Signore Gesù Crocifisso, adoro profondamente prostrato, con Maria Santissima e tutti gli Angeli e i Beati del cielo, la Piaga sacralissima del tuo piede sinistro. Ti prego per la liberazione delle anime del Purgatorio, principalmente di quelle che in vita furono più devote delle tue sacralissime piaghe. Padre nostro, Ave Maria, Gloria. Alla piaga del sacro Costato Amabilissimo mio Signore Gesù Crocifisso, adoro profondamente prostrato, con Maria Santissima e tutti gli Angeli e i Beati del cielo, la Piaga sacralissima del tuo Costato. Ti prego di benedire e di esaudire tutte le persone che si raccomandano alle mie preghiere. Padre nostro, Ave Maria, Gloria. Vergine Addolorata, prega per noi ( 3 volte ) Gesù Crocifisso, avvalora queste preghiere con i meriti della tua passione. Concedimi di vivere santamente, di dedicarmi totalmente a estendere il tuo Regno, di ricevere i tuoi Sacramenti in punto di morte e di essere per sempre con Tè nella gloria. Amen. Il mio buon Gesù mi fece intendere ( 2 agosto 1906 ): "Si faccia devotamente l'Adorazione come nel Venerdì Santo e molte grazie e favori concederò a tutti quelli che in grazia di Dio si prostreranno ad adorarmi"; ( 7 ottobre 1906 ): " Quante anime si sarebbero salvate per questa Santa Adorazione, principalmente peccatori ". La Coroncina della Misericordia ( dettata da Gesù Crocifisso e Misericordioso ) 13 settembre 1935. Si recita il Padre Nostro, l'Ave Maria ed il Credo; poi, con la comune corona del rosario, sui grani del Padre Nostro si dicono le parole seguenti: Eterno Padre, io ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero. Sui grani delle Ave Maria si recitano le parole seguenti: Per la Sua dolorosa Passione abbi misericordia di noi e del mondo intero. Infine si recitano tre volte queste parole: Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero ". " Per la recita di questa coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno ". Adorazione a Gesù Crocifisso con Fra Leopoldo e suor Faustina Meditando l'Adorazione a Gesù Crocifisso risaltano ancor più i legami fra la spiritualità dei due religiosi. Alla Piaga della mano destra E un ringraziamento per l'amore infinito col quale Gesù ha sopportato i suoi atroci dolori per espiare i nostri peccati; sono i peccati di ciascuno di noi, che sono passati in rassegna davanti agli occhi del Gesù Crocifisso morente, in questa immolazione totale. Fra Leopoldo e Suor Faustina hanno sempre avuto questa sensibilità al dolore enorme sofferto dal Crocifisso. Suor Faustina quante volte ha visto il viso deturpato del Cristo che le appariva davanti in questa dimensione mistica. E anche quanta sofferenza morale per Gesù che vede come Uomo - Dio, che questo incommensurabile sacrificio di sangue non servirà, purtroppo, a tante persone nel corso dei secoli! La grazia è per concedere alla Chiesa vittoria sui suoi nemici. I nemici di oggi sono più sofisticati di ieri, utilizzando come fattore corrosivo i mass-media: oggi non si va a toccare questo e quell'aspetto della dottrina cristiana, oggi non si crede più a Dio, non lo si vuole nelle nostre faccende umane. Vale qui ricordare quanto detto da Paolo VI nella " Populorum progressio" 42: " Senza dubbio l'uomo può organizzare la terra senza Dio, ma senza Dio egli non può alla fine che organizzarla contro l'uomo ". Le guerre del secolo scorso e di quelle di questo primo scorcio del secolo XXI e i tanti delitti contro l'uomo, stanno a dimostrare la tragica realtà di questa proposizione. Per l'attacco alla famiglia riportiamo le parole di Papa Benedetto XVI rivolte agli amministratori pubblici della Regione Lazio, del Comune e della Provincia di Roma, l'11 gennaio 2007: "Salvaguardare quel fondamentale bene umano che è la famiglia fondata sul matrimonio, che ha bisogno di tutela etica e sostegno sociale, anche rispetto a quei progetti pericolosi e controproducenti ( i Pacs ), che puntando al riconoscimento di altre forme di unione, finiscono per indebolire e destabilizzare la famiglia legittima. " Per la minaccia alla vita umana con leggi varate dai vari Stati, facciamo solo queste due citazioni: "Il nuovo paradigma della salute, nuovi diritti dell'uomo, la nuova etica, lasciano sempre maggiore spazio a una cultura della morte che, servendosi dell'ONU e delle sue agenzie, intende banalizzare pratiche quali l'aborto, l'eutanasia, la sterilizzazione, la contraccezione, che vanno contro la vita e sanciscono il dominio dei più forti sui più deboli". "Il più grande genocidio del Novecento non è avvenuto in guerra, nei gulag o nei campi di sterminio. È una strage di cui nessuno parla di oltre un miliardo di vittime innocenti: l'aborto ". Di fronte a tutti questi nemici dobbiamo con forza chiedere la grazia di vincerli, mentre camminiamo nella via dei comandamenti di Dio, pregando Gesù Misericordioso per tutta l'umanità. Alla Piaga della mano sinistra " Ti domando grazia per i poveri peccatori e per i moribondi, specialmente per quelli che non vogliono riconciliarsi con te" . È un inno di battaglia per la salvezza delle anime. Questo vale per tutt'e due i religiosi. In particolare Suor Faustina, per incarico di Gesù Misericordioso, ha voluto aiutare i moribondi con le preghiere della coroncina, addirittura a volte in bilocazione andando al capezzale di queste persone in preda alla disperazione. Da notare che la religiosa vedeva accanto a queste persone degli spiriti del male che sostenevano lo stato di disperazione. È una dura lotta per salvare queste anime. Alla Piaga del piede destro " Ti chiedo la grazia che in tutto il clero e fra le persone a te consacrate fioriscano molti santi ". Soprattutto per Fra Leopoldo è una preghiera per santificare i sacerdoti diocesani o regolari, tanto più avendo sentito da Gesù osservazioni critiche sul comportamento di alcuni in quel periodo storico. Per Suor Faustina quante preghiere in particolare per i sacerdoti a lei vicini. Da notare che la santificazione dei sacerdoti significa la santificazione delle Parrocchie e di altri ambiti pastorali. In altre parole è la salvezza di tante anime. Maria in varie apparizioni ha pregato per i sacerdoti. Ricordiamo quanto detto da Gesù alla religiosa: " Affido alle tue cure due perle preziose per il mio Cuore, che sono le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi, per loro pregherai in modo particolare ". Anche noi dobbiamo pregare per i nostri sacerdoti offrendo le nostre mortificazioni e le nostre fatiche, unite alle sofferenze patite da Gesù. Alla Piaga del piede sinistro " Ti prego per la liberazione delle anime del Purgatorio, principalmente di quelle che in vita furono più devote delle tue sacralissime piaghe ". Suor Faustina, specie dopo aver constatato nella sua visione del purgatorio di quali sofferenze patiscono le anime in quel luogo, profondamente colpita da tutto questo, non ha tralasciato giorno nel pregare per queste anime, comunque salvate, ma sofferenti, come ha detto Gesù, sotto il peso della " Giustizia ". E questo è un invito per tutti noi a ricordarsi delle tante persone care e conoscenti che possono essere in quel luogo, lucrando le varie indulgenze che la Chiesa benigna offre in più occasioni. A Ila Piaga del Sacro Costato " Ti prego di benedire ed esaudire tutte le persone che si raccomandano alle mie preghiere ". È la preghiera personale per tutti coloro che noi conosciamo e che hanno bisogno del nostro aiuto. Quante preghiere ha elevato Fra Leopoldo a Gesù, e a Sua Madre, per aiutare le persone che si sono rivolte a lui e per sostenere le opere che hanno avuto inizio dai celesti messaggi da lui ricevuti ( es. Unione Catechisti e Casa di Carità Arti e Mestieri ). E Suor Faustina ha pregato e scritto per tante persone che avevano bisogno di questo suo aiuto. Così anche noi dobbiamo agire mettendoci sotto la protezione della Vergine Addolorata, sapendo con certezza che le nostre preghiere vengono avvalorate con i meriti della Passione di Gesù, concedendoci di vivere santamente, dedicandoci esclusivamente ad estendere il suo regno, ricevendo in punto di morte i suoi sacramenti ed essere poi sempre nella sua gloria.