Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo

Un sogno, una visione

Dalle letture quotidiane, semplici e dense, Luigi apprende la sapienza dei santi.

È rassicurato nella sua ascesa dalla voce dei buoni sacerdoti che avvicina in confessione.

Medita e prega e diventa presto un contemplativo, secondo quanto scrive l'Imitazione di Cristo: " Se non sai meditare cose alte e celesti, fermati alla Passione di Cristo e abita volentieri nelle sue sacre Piaghe " ( II,1,4 ).

Grazie alla meditazione e alla preghiera, Luigi ha ormai imparato a inserire il Vangelo, lo stile e lo spirito di Gesù, negli incontri e nei discorsi con le persone che avvicina.

Chi lo ascolta, ne rimane illuminato, penetrato, scosso in profondità.

Sa dire le parole giuste, citando il Vangelo, le vite dei Santi, l'esempio buono che trascina.

Qualcuno sorride ironico, ma molti lo ascoltano volentieri, anzi lo ricercano come l'amico buono.

Nel 1884 - Luigi ha 34 anni - è morto Mons. Miglione, ma lui non rimane senza lavoro.

La sua fama è così buona che subito è accolto come cuoco nella famiglia dei Conti Arborio Mella nella stessa città di Vercelli.

Ama intensamente la Madonna, che lo custodisce per il Figlio suo Gesù e per sé.

Abbiamo visto il ritratto di Luigi Musso in questi anni: è un giovane uomo distinto, dallo sguardo nobile e puro, i capelli ondulati spartiti in mezzo al capo, i baffetti folti, secondo la moda del tempo, assai elegante.

Ma è l'uomo di un solo unico Amore: Gesù Cristo.

Poteva amare ed essere riamato, farsi una famiglia sua, avere dei figli.

Nulla di tutto questo.

C'è Gesù solo nella sua vita: Luigi vive solo per Lui.

Forse fin da bambino pensava a consacrarsi a Lui nella vita religiosa, ma finora, o per necessità di assistere la madre o per il dissesto delle comunità religiose causato dalle leggi dello stato ( 1854/55 e poi ancora 1866 ) che le hanno soppresse, è rimasto nel mondo.

Il suo cuore, la sua vita, il suo essere appartiene però a Uno solo: Gesù Cristo.

Forse Dio lo ha lasciato 50 anni per le vie del mondo, per far di lui un modello anche per i christifideles laici, per i buoni cattolici chiamati a essere luce e sale della terra nelle cose del "secolo".

" Nel mese di novembre 1887 - scrive Luigi nel suo Diario - ebbi in sogno una visione di Maria SS.ma: vidi la Vergine Addolorata, in atteggiamento mestissimo, con il capo nobilmente chino, e dolcemente mi disse: "Ricordati di ciò che ha sofferto mio Figlio".

Sebbene non intendessi tutto il significato di queste parole, tuttavia mi rimasero impresse nella mente.

Disparve la visione e nel mio povero cuore andavo meditando la bontà, la pietà, la misericordia di Maria SS.ma verso i poveri peccatori.

Non dimenticherò più l'invito della Madonna " .

Ora l'invito di Maria SS.ma gli appare "come la chiamata di Dio ad un apostolato, specialmente tra i laici, per richiamare gli uomini alla fonte della vita cristiana.

Contro lo spirito del mondo, contro la smodata ricerca dei piaceri e dei divertimenti, contro le infinite offese a Dio, nulla poteva di più che il richiamo alla meditazione, all'amore al SS.mo Crocifisso che versa il suo sangue per redimerci dal peccato".1

Indice

1 F. Maccono, Un apostolo di Gesù Crocifisso.
Il S.d.D. Fra Leopoldo M. Musso, Torino 1947, p. 26.