Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo

" La Divozione "

Davanti al Crocifisso, Leopoldo medita sul suo sacrificio offerto in adorazione al Padre, in espiazione dei peccati del mondo.

Guarda con amore il corpo straziato e sanguinante di Gesù, le sue piaghe alle mani, ai piedi e al costato.

Rinnova a Lui un continuo contraccambio di amore ( la "redamatio", di cui parla S. Tommaso d'Aquino ): a Gesù che ama così, si può, si deve rispondere solo con l'amore.

Atti d'amore. Colloquio dolcissimo, sempre più ardente.

Leopoldo aggiunge le preghiere vocali del buon cristiano, il Pater, l'Ave, il Gloria.

Porta a Gesù la Chiesa, i peccatori, i sacerdoti, le anime del Purgatorio, coloro che si raccomandano alle sue preghiere.

Il 10 settembre 1906, Gesù Crocifisso gli dice: Sei tu che devi spingere questo e quello per propagare questa "divozione": non mancheranno anime buone che mi amano e che verranno in tuo aiuto; sappi, caro figlio, che ho dei fratelli laici che mi vogliono molto bene, se tu sapessi quanto Io li amo".

Tre giorni dopo, Leopoldo scrive: "Il mio dolce Gesù mi fece intendere che Egli ama chi fa questo santo esercizio di adorazione; fosse pure il più gran peccatore del mondo, se prometterà di servirlo sinceramente per tutto il tempo della vita, non solo Egli ne dimenticherà le iniquità e i peccati commessi, ma ne renderà l'anima bella, innocente".

E ancora: "Per questa santa "divozione", disse Gesù, mi servo di te, e desidero che esca dall'Ordine di S. Francesco, guardati di non venir meno".

È la prima volta che Gesù parla a Leopoldo - che lo narra nel diario - dell'adorazione a Lui Crocifisso secondo la forma di una "divozione", e lo invita a praticarla e a diffonderla, promettendo grandi grazie.

Si tratta non solo di una formula nuova di preghiera, ma di uno stile di vita, della vita stessa offerta come adorazione al Crocifisso, per amarlo, e farlo amare.

Seguendo le pagine di fra Leopoldo, trascriviamo questa "divozione", così come lui l'ha scritta sotto ispirazione di Gesù:

Alla piaga della mano destra: Amatissimo mio Signore Gesù Crocifisso, io adoro profondamente prostrato con tutti gli Angeli e i Beati del Cielo, la piaga SS.ma della vostra mano destra.

Vi ringrazio dell'amore infinito con cui voleste sopportare questi atroci dolori in isconto dei miei peccati, perciò li detesto con tutto il cuore, e Vi domando la grazia di liberare il Sommo Pontefice dai suoi nemici e che oggi tutti i sacerdoti del mondo abbiano a celebrare santamente.

Alla piaga della mano sinistra: Amatissimo mio Signore Gesù Crocifisso, io adoro profondamente prostrato con tutti gli Angeli e i Beati del Cielo, la piaga SS.ma della vostra mano sinistra, e vi domando grazia per i poveri peccatori e per i moribondi specialmente per quelli che non vogliono riconciliarsi con Dio.

Alla piaga del piede destro: Amatissimo mio Signore Gesù Crocifisso, io adoro profondamente prostrato con tutti gli Angeli e i Beati del Cielo, la piaga SS.ma del vostro piede destro e vi chiedo grazia affinché in tutti gli Ordini e Congregazioni religiose germoglino molti santi.

Alla piaga del piede sinistro: Amatissimo mio Signore Gesù Crocifisso, io adoro profondamente prostrato con tutti gli Angeli e i Beati del Cielo, la piaga SS.ma del vostro piede sinistro, e vi prego per la liberazione delle anime del Purgatorio, specialmente per quelle che molto sperano in questa devozione.

Alla piaga del sacro Costato: Amatissimo mio Signore Gesù Crocifisso, io adoro profondamente prostrato con tutti gli Angeli e i Beati del Cielo, la piaga SS.ma del vostro Costato e vi prego affinché vi degniate di benedire l'Angelo della nostra Arcidiocesi e tutte quelle anime che si raccomandano alle nostre preghiere.

Gesù Crocifisso, avvalorate queste preghiere con i meriti della vostra Passione; concedeteci la santità della vita, la grazia di ricevere i santi Sacramenti in punto di morte e la gloria eterna.

Sia lodato, benedetto, amato e adorato ogni momento il mio Crocifisso Gesù nel SS.mo Sacramento. Amen.

A leggerla in modo superficiale, questa "divozione", sembra nulla più che una pia preghiera, come possono esisterne tante, in fondo una "piccola cosa".

Ma Leopoldo ha la certezza che Gesù voglia fare grandi cose, per mezzo di essa, come è solito fare Lui che sceglie i piccoli per confondere i forti.

Una "divozione", come stile di vita e missione da compiere: la sua missione, che Gesù gli svelerà un passo dopo l'altro.

Intanto, in quei giorni di settembre, Gesù Crocifisso gli ha pure detto che "ha dei fratelli laici nel mondo che gli vogliono molto bene".

Chisono costoro? Leopoldo pensa ai "frati laici" dell'Ordine che fanno vita eremitica sul monte della Verna, dove S. Francesco ebbe le stimmate di Gesù nel suo corpo, ma non sono costoro.

Lo capirà più avanti, quando il disegno di Gesù gli sarà un po' alla volta spiegato.

Intanto Gesù gli chiede amore, riparazione, attaccamento sempre più intenso a Lui.

Come propagare la "divozione"? Occorre dirlo all'Autorità, perché è soltanto un piccolo frate converso, che lavora in cucina.

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