C 49

Carteggio

Luigina

Un incidente occorso F. L.; la ricerca di un impiego per Mario e Severina; "tutto si vuol fare senza Dio"

Viva Gesù e Maria SS.ma

Mia buona nipote Luigina,

oggi martedì con mio ben piacere ricevo tua lettera unita alla cartolina di Mario,

dal mio buon provinciale ebbi l'ubbidienza di venire a Terruggia il giorno 16 agosto,

senza che io avessi domandato questo permesso,

se nonché spinto dalla squisita bontà del mio Superiore Maggiore

dicendomi che se vado a prendere un po' di aria buona sarei stato bene tutto l'inverno.

Il fatto è che prima della mia partenza volli andare ossequiare la pia damigella Rossi Maria

e nel ritorno mi offerse di accompagnarmi per prendere il tramvia,

così feci, quando in piazza Castello una signora scende ed io per fare due passi volli scendere anche io,

mentre il conduttore diede avvio al motore,

mentre che scendevo spinto fortemente a terra mi sentì le ossa tutte come slogate,

che appena ebbi tempo di arrivare al convento, mi sentì come svenire,

ho preso un po' di cordiale, ma intanto per otto o dieci giorni dovetti sopportare

pregando il Signore Iddio che non mi sia venuto di peggio.

Ora sono del tutto ristabilito e ne ringraziamo ben di cuore Iddio di averci protetto,

sento che Severina non è impiegata, pazienza, il guaio è il non essere in una città grande,

che in un modo o l'altro si sarebbe aggiustato.

Un posto per Severina si sarebbe aggiustato presentando una figlia sola?

In Torino il mio desiderio era di trovare un impiego a Mario per portarmi qui anche Severina,

non scoraggiatevi la provvidenza divina non ci abbandona,

piuttosto preghiamo e facciamo un po' di penitenza affinché la bontà somma di Dio voglia breviare un tanto flagello.

Qui in Torino sono già molti a lutto e se ne aggiungeranno purtroppo ancora moltissimi

e questo è un gran richiamo alla mente di ognuno che esiste un Dio, che tanti anni pazientò,

ma la misura troppo colma e se potesse dire di più ma Gesù mentre che predicava nella Palestina

ebbe a dire non esser profeta in patria tua, tutto si vuole fare senza Dio,

non c'è più sincerità, chi più fa male più si vanta, il godimento smisurato dei mondani,

la bestemmia, il turpiloquio sono l'ordine del giorno, il vizio, la bestemmia linguaggio dell'inferno,

donne, fanciulle, uomini ne fanno strumento indiavolata offesa a Dio,

le chiese deserte e le signore buona parte se la frequentano sono per far mostra delle loro toilette indecentissime.

Dunque nel cuor SS.mo di Gesù riponiamo le nostre speranze

e teniamo cara la memoria dei nostri buoni genitori che ci hanno messi sulla via cristianamente

ed avremo sempre la bella pace del cuore, ogni sera alle ore 9 vado salutare Gesù e nostra Signora

e la imploro per te e per tutta la carissima tua famiglia, le più belle e le più elette benedizioni celesti.

Ti saluto di tutto cuore e con te la buona mamma Gigia, Mario, Severina, Francesco, una carezza all'angioletto Elda.

Tuo aff.mo nel Signore Fra Leopoldo Maria.

Torino 31 agosto 1915 - sera ore 11

[ -Originale Busta 12 n. 49- ]

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