C 133-2

Carteggio

A. Visetti

"Dio ti donò la fede; l'infermità è dono del Signore"

Al giovane signore Augusto Visetti studente - sue g. mani.

Viva Gesù e la Madre sua SS.ma - mio carissimo nel Signore, io non sono capace,

contraccambio alla tua carissima ricevuta oggi 17 ottobre,

tu mio buon Augusto che tanta fede rilevo dal tuo caro scritto,

va contento il tesoro tanto prezioso che Dio ti donò la fede, la fede fa miracoli,

io vorrei avere la penna di un angelo scorra velocemente per narrarti le bellezze,

le carezze che Gesù va facendo alle sue creature che lo amano e che lo servono,

e così semplicemente scrivo come già dissi alla meglio, scrivo col cuore, tu non hai bisogno dei miei consigli,

hai ricevuto dalla tua buona e santa mamma un'educazione tanto sublime da fare innamorare il tuo angelo custode,

continua pure nei tuoi pii sentimenti e con l'adorare i decreti, la volontà di Dio, sta pur certo da Dio sarai benedetto.

L'infermità è dono del Signore, se avessimo molta salute del corpo non ti assicuro di aver sempre quell'amore puro

e santo del Signore perché il corpo vorrebbe la sua parte ma il Signore bontà infinita ci umilia

e sempre più ci purifica con la penitenza.

Gesù ci accarezza, ci incoraggia al ben soffrire anche nelle sofferenze Gesù ci parla del suo Santo amore,

delle bellezze eterne e nei trasporti ineffabile in Dio nella preghiera l'anima vorrebbe uscire dal corpo

e immergersi nell'oceano immenso del cuore di Gesù,

e chi può descrivere la bellezza dei colloqui di Gesù con un'anima,

è sempre una pallida cognizione a confronto lo splendore aureo di chi lo prova?

Caro Augusto parlami di Dio, scrivimi anche tu se hai qualche dono del Signore dillo pure apertamente,

con me Gesù mi fece sentire di aiutarci a farci santi uno con l'altro,

sebbene vi sia disparità di anni ma un'anima in grazia di Dio è sempre giovane.

Non sono sicuro se questa settimana potrò venire disturbarti, tengo male un piede,

ho paura che il mio Gesù mi voglia guarire troppo presto così posso di più meditare le sofferenze di Gesù Crocifisso,

quasi ogni giorno ricevo lettere dei poveri soldati nostri confratelli, per quanto posso le rispondo a tutti,

scrivo alla sera perché di giorno è impossibile, voglia il Signore Gesù Crocifisso

col mio povero scritto sollevare il loro spirito a più dolce soave speranza per l'avvenire.

Ricevi mio buon Augusto i miei rispettosi ossequi accompagnati dalle più elette benedizioni celesti,

estensibile a tutta la famiglia tua carissima.

Tuo in Gesù Crocifisso, Fra Leopoldo Maria - 17 ottobre 1916 - Torino.

[ -Copia autenticata Busta 25 n. 133-2- ]

[ -Originale- ]

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