Segretario del Crocifisso

Istituto Arti e Mestieri

Anche le opere, che Fra Leopoldo vedeva svilupparsi con grandi difficoltà dal piccolo granellino

da lui gettato nelle anime, ebbero poi un'ammirabile fioritura destinata a portare nuovi frutti di bene

nell'educazione cristiana della gioventù specialmente operaia.

Il servo di Dio intuì mirabilmente che il nuovo compito degli educatori cristiani sarebbe stato

non solo di dare una formazione cristiana alla gioventù operaia, ma di liberare per tal mezzo ogni cuore umano

dalla schiavitù della materia mediante la santificazione del lavoro.

Secondo le direttive e le previsioni contenute negli scritti di Fra Leopoldo, l'Istituto Arti e Mestieri

dovrebbe essere il modello di tanti altri Istituti o Case di Carità da erigersi in tutte le Diocesi

per la riforma del mondo mediante la carità cristiana, e per la soluzione del grave problema

che tiene in lotta padroni e operai.

Il Comitato promotore dell'Istituto non riuscì a portarlo a compimento per le sorte dissensioni,

ma siccome parecchi tra i suoi membri, animati da spirito soprannaturale, vi lavorarono con grande sacrificio,

Iddio avvalorò i loro sforzi e mantenne le sue benedizioni sull'Istituto.

In realtà il Comitato non era stato sciolto da nessun atto formale:

visto che i suoi membri erano talmente assenti dalle adunanze da non raggiungere il numero richiesto

per prendere le deliberazioni necessarie, si giunse a non più convocali se non per partecipare alle feste dell'Istituto.

È però da notare che parecchi Consiglieri si dispensavano dalle adunanze,

perché vedevano l'Istituto progredire ottimamente sotto la sola direzione dei Fratelli delle Scuole Cristiane,

senza aver bisogno d'altro aiuto che di quello finanziario.

La Provvidenza di Dio, ricavando il bene dal conflitto che tormentò il Comitato, offriva ai Fratelli,

istituiti per l'educazione dei poveri, un nuovo tipo di scuole gratuite che dovrà sostituire quelle che vanno scomparendo

e che dipendevano da amministratori e da comitati sempre di difficile accordo.

Così i Fratelli furono posti come tratto di unione tra i poveri e i ricchi,

per eccitare la carità di questi in favore di quelli e per educare i figli dei poveri nella carità cristiana.

Negli scritti di Fra Leopoldo sono spesso ripetute espressioni come queste:

« Gesù raccomanda ai ricchi di venire in aiuto all'Opera di Carità Arti e Mestieri ».

« La carità devesi sempre domandare, perché venga l'aiuto ».

« Detti di Gesù: " Si ricordino sempre di domandare la carità " » ( D 2023 ).

I Fratelli che ressero l'infanzia dell'Istituto Arti e Mestieri avevano teso realmente la mano

per mendicare la carità in suo favore.

Ma il fattore soprannaturale brillava apertamente attorno alla loro opera, e meglio ancora fra le asprezze:

Dio moveva anime elette, il cui ricordo riempie tuttora di commozione coloro che le conobbero.

L'Ing. Rodolfo Sella, fervente entusiasta, attivo, fu l'artefice primo dell'istituzione:

nel momento di maggior burrasca, quando vide non potersi fregiare della parola « Carità » il titolo destinato alla scuola,

propugnò strenuamente che se ne conservasse gelosamente lo spirito, ed elargì una cospicua somma anonima.

Giuseppe Poma, l'industriale umilissimo che non volle mai comparire sugli elenchi dei Benefattori,

il fervido cristiano, il padre esemplare, fu dell'Istituto uno dei validissimi sostenitori,

e così il Conte Celidonio Airaldi, ed altri numerosi che non si nominano perché ancora viventi.

Si era presentato a Fra Leopoldo questa domanda: « Dobbiamo pubblicare i nomi dei Benefattori? ».

Il giorno 27 ottobre 1919, mentre stava pregando dinanzi al Santissimo Sacramento, udì quanto segue:

« Le persone che aspirano alla vita celeste offrono volenterose in modo che la mano sinistra

non sappia ciò che fa la mano destra; gli offerenti sanno pure che le loro offerte vanno in buone mani

e che sono spese in fior di carità secondo il Cuor di Dio » ( D 2016 ).

I Fratelli di via delle Rosine ebbero i precipui aiuti dalla carità dei loro Confratelli

del Collegio S. Giuseppe di Torino e dell'Istituto Gonzaga di Milano.

Con queste ed altre sovvenzioni, grandi e piccole, derivate da molte altre sorgenti, con visibile benedizione di Dio,

essi pervennero ad innalzare il grande edificio scolastico di Corso Trapani 25, in Torino.

Grandioso per mole, bello per armoniose linee architettoniche, ricco di aule, laboratori, attrezzature moderne,

esso non teme di gareggiare coi migliori istituti governativi del genere.

Fortunate coincidenze, non preparate, provvidero di macchinario e di importanti elargizioni

giunte nei giorni anniversari della morte di Fra Leopoldo; e tale fatto dimostra la benevolenza speciale di Gesù

per l'Istituto e il suo desiderio di vederlo appoggiato unicamente sulla Divina Provvidenza.

Il giorno 30 luglio 1920, mentre Fra Leopoldo pregava Gesù Crocifisso per il buon successo della Casa di Carità

Arti e Mestieri, udì queste parole: « Fra Leopoldo, faremo una cosa che farà strabiliare il mondo;

ci vorrà tempo, e fatiche, e vi saranno anche intrighi che non fanno per noi » ( D 2008 ).

L'Istituto Arti e Mestieri costruito dai Fratelli delle Scuole Cristiane della Comunità più povera della loro provincia,

con una spesa molto rilevante, e che in pochi anni poté contare più di seicento allievi d'avviamento al lavoro,

fece realmente strabiliare gli stessi membri del Comitato che conoscevano la povertà dei Fratelli

e le difficoltà della felice riuscita da parecchi di loro considerata come utopia.

Senza una protezione particolare di Dio, i Fratelli non avrebbero certamente potuto compiere

un'opera tanto superiore alle loro forze.

Al Fr. Direttore Aquilino che aveva portato l'Istituto a un tale sviluppo da non poter più contenersi

nei locali di via delle Rosine, successe, nel 1934, il Fr. Direttore Ippolito che fece costruire

l'edificio dell'Istituto Arti e Mestieri in corso Trapani.

Appunto nel corso di tale costruzione il nuovo Direttore mi disse più volte d'aver ricevuto,

in molte circostanze, aiuti straordinari dalla Divina Provvidenza.

Una di tali circostanze fu quella dell'urgente necessità di trovare un Istituto di Credito

che concedesse il mutuo di una somma piuttosto forte per fare i pagamenti secondo gl'impegni con l'Impresa costruttrice.

Dopo aver fatto inutilmente molte ricerche, si era venuti nella convinzione che fosse impossibile ottenere tale muto,

quando fu suggerito al Fr. Direttore Ippolito di fare una novena al SS. Crocifisso

interponendo l'intercessione di Fra Leopoldo.

La novena terminò proprio nel giorno in cui il Fr. Visitatore Provinciale Costanzo firmava a Milano

il contratto per un muto cospicuo ottenuto da un Istituto di Credito.

Avrebbe forse l'Istituto Arti e Mestieri potuto riuscire anche più grandiosi,

come l'aveva ideato in un primo disegno il suo Architetto Paolino Napione, ma anche così com'è,

se si considera non solo nella costruzione, ma nel suo sviluppo progressivo,

si è obbligati ad ammettere un'assistenza speciale della Provvidenza di Dio.

Che l'Istituto Arti e Mestieri, per compiere la missione a cui fu destinato,

debba contare più sulla carità generale che non su quella di pochi, si rileva anche dal seguente scritto di Fra Leopoldo:

« La sera di mercoledì 22 dicembre 1920, Gesù Crocifisso disse:

" Coraggio, coraggio! i miei beneficati, che sono i giovani studenti di Arti e Mestieri,

verranno, a suo tempo, in aiuto; il mondo si convertirà, verrà terra di paradiso " » ( D 2020 ).

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