Cammino di perfezione

Capitolo 35

Conclude l’argomento trattato con un’esclamazione all’eterno Padre.

1. Mi sono assai dilungata su questo argomento, anche se già avevo parlato circa l’orazione di raccoglimento, della grande importanza di ritirarci nel nostro intimo per ritrovarci sole con Dio, essendo cosa assai importante.

Anche quando non riceverete la comunione, ascoltando la Messa, potete comunicarvi spiritualmente e raccogliervi poi nel vostro intimo, il che è di grandissimo profitto; così, infatti, s’imprime nel cuore un profondo amore di nostro Signore.

Dal momento in cui ci prepariamo a riceverlo egli non cessa mai di farci doni in molti modi che ci sono ignoti.

È come avvicinarci al fuoco che, sia pur molto grande, se ne state lontano e nascondete le mani, non riuscirà a riscaldarvi molto, anche se vi darà sempre molto più caldo che non se foste dove esso manca.

Ben diverso è volersi accostare al Signore, perché se l’anima è ben disposta – intendo dire se ha il desiderio di togliersi il freddo di dosso – e se resta lì un momento, di calore ne avrà per molte ore.

2. Badate inoltre, sorelle, che se al principio non vi trovaste tanto bene –, cosa probabile, perché il demonio, conoscendo il gran danno che gliene viene, vi darà strette e angosce di cuore, facendovi credere che troverete più devozione in altre pratiche che non in questa –, non abbandonate tale metodo: in esso il Signore metterà a prova l’amore che gli portate.

Ricordatevi che vi sono poche anime che l’accompagnano e lo seguono nei patimenti; soffriamo qualcosa per lui ed egli ce lo pagherà.

Ricordate anche che vi saranno perfino anime le quali non solo non vogliono stare con lui, ma lo cacciano scortesemente da sé.

Dobbiamo dunque soffrire un po’ per dimostrargli il desiderio che abbiamo di vederlo.

E poiché egli soffre e soffrirà sempre tutto, pur di trovare una sola anima che lo accolga e lo trattenga in sé con amore, fate che sia la vostra!

Se infatti non ve ne fosse alcuna, a buon diritto l’eterno Padre non gli permetterebbe di restare con noi.

Ma egli è così amico dei suoi amici e così buon padrone dei suoi servi che, vedendo il desiderio del suo Figlio divino, non lo distoglierà mai da un’opera così divina, nella quale dimostra con tanta perfezione l’amore che nutre per suo Padre.

3. Allora, Padre santo che siete nei cieli, poiché lo volete e l’accettate, essendo chiaro che non potete rifiutarvi di concedere un favore di così gran profitto per noi, ci dev’essere qualcuno – come ho detto all’inizio – che prende le difese di vostro Figlio, perché egli non le ha mai prese in suo favore.

Ebbene, prendiamole noi, figlie mie, anche se è una temerità, essendo quelle che siamo, ma fiduciose che è il Signore a imporci di chiedere.

Obbedienti al suo comando, in nome del buon Gesù, supplichiamo Sua Maestà che, non avendo suo Figlio tralasciato di far nulla per dare a noi, poveri peccatori, un così gran beneficio come questo, la sua pietà non voglia permettere che sia oltraggiato , ponendovi rimedio.

E poiché il suo santo Figlio ce ne ha fornito uno così incomparabile che ci permette di offrirgli lui stesso in sacrificio di continuo, valga tale dono prezioso ad arrestare il corso di tanti gravi mali ed irriverenze come son quelli che si commettono nei luoghi ove stava questo santissimo Sacramento e dove i luterani hanno distrutto le chiese, cacciati tanti sacerdoti e soppressi i sacramenti.

4. Che è mai questo, mio Signore e mio Dio!

O date fine al mondo o ponete rimedio a tanti terribili mali!

Non c’è cuore, infatti, che lo sopporti, neanche i nostri, pur essendo noi tanto miserabili.

Vi supplico, eterno Padre, di non sopportarlo voi oltre; arrestate questo fuoco, Signore, voi che, volendolo, lo potete.

Considerate che vostro Figlio è ancora nel mondo; per rispetto a lui cessino tante cattiverie, orrori e sozzure: la sua bellezza e la sua purezza non meritano ch’egli stia dove si annidano simili cose.

Non fatelo per noi, Signore, che non lo meritiamo; fatelo per vostro Figlio.

Quanto a supplicarvi che egli non resti quaggiù, non osiamo chiedervelo: che ne sarebbe di noi?

Se infatti c’è qualcosa con cui potervi placare è l’aver fra noi tale pegno.

Ma ci dev’essere, mio Signore, qualche rimedio a tutto questo.

Vostra Maestà vi faccia ricorso.

5. Oh, mio Dio! Potessi io importunarvi insistentemente e avervi reso molti servigi per chiedervi la grazia in ricompensa di essi, visto che non ne lasciate alcuno senza retribuzione.

Ma non l’ho fatto, Signore, anzi forse proprio io ho provocato la vostra collera a causa dei miei peccati, da attirare tanti mali.

Allora, che altro posso fare se non presentarvi questo Pane sacratissimo e, anche se ce l’avete dato, tornare a darvelo e supplicarvi, per i meriti di vostro Figlio, che mi facciate questa grazia ch’egli ha meritato in tanti modi?

Oh, sì, Signore, fate che questo mare si calmi, che non proceda sempre in così gran tempesta la nave della Chiesa, e salvateci, Signore, perché siamo sul punto di perire.

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