Abelardo, Pietro

Filosofo e teologo francese (Le Pallet, Bretagna, 1079 - Gluny 1142).

Entrò in polemica con i più celebri maestri del tempo ( Roscellino, Guglielmo di Champeaux, Anselmo di Laon ) dei quali fu discepolo.

Brillò come maestro di filosofia e di teologia in varie scuole, particolarmente a Notre-Dame di Parigi.

Il contrastato amore per Eloisa, che divenne infine sua sposa, è narrato nella liistoria calamitatum ( Storia delle mie sciagure ) e nelle lettere, nelle quali Abelardo mostra una sensibilità psicologica anticipatrice dell'autobiografia moderna.

Cercò di porre termine alle sue inquietudini rifugiandosi nell'abbazia di S. Dionigi, mentre Eloisa si ritirava nel monastero di Argenteuil.

Nuove polemiche con Roscellino e le condanne nei concili di Soissons ( 1121 ) e di Sens ( 1141 ) turbarono ma non impedirono il suo insegnamento.

Trovò finalmente pace nel monastero di Cluny.

Delle sue numerose opere di esegesi biblica, di commento ad Aristotele, di teologia - Theologia Summi Boni ( Teologia del Sommo Bene ), Theologia christiana ( Teologia cristiana ), Scito tè ipsum ( Conosci te stesso ) - è celebre il Sic et non ( Si e no ), ove non solo mostra in atto la sua dialettica, ma, pur non screditando l'autorità della Scrittura, ne sottomettendo la fede alla ragione, affronta il problema dell'autonomia intellettuale e morale e discute il valore della tradizione.