Agostino d'Ippona

S. Agostino

Santo e padre della Chiesa ( Tagaste, Numidia, 354 - Ippona, attuale Algeria, 430 ); festa: 28 agosto.

Il fascino che s. Agostino ha esercitato in ogni epoca, dall'antichità a cui appartiene, al Medioevo, alla modernità, è senza dubbio legato al suo modo di raccontare se stesso, la sua esperienza e la sua ricerca, nella forma di un dialogo, cordiale ed esigente, con se stesso, con Dio, con il lettore.

Di un tale modo di scrivere, indubbia eco di un modo di vivere, le Confessioni sono l'espressione più nota.

Il notevole influsso esercitato da Agostino è certo dovuto all'originalità e alla complessità della sua figura e del suo genio: filosofo, monaco, vescovo, dottore, santo ad un tempo.

La profondità e l'originalità di questi molteplici aspetti non hanno cessato di suggerire rinnovamenti ( per la vita monastica e ministeriale ), impostazioni e discussioni ( per la filosofia e la teologia ).

L'itinerario ulteriore

Agostino nacque nell'Africa latina.

La sua famiglia, come il suo tempo e la sua terra erano per diversi aspetti situazioni di frontiera.

Il padre, Patrizio, funzionario dell'amministrazione imperiale, non ricevette il battesimo che nell'imminenza della morte.

La madre, Monica, era cristiana convinta.

L'arco della vita di Agostino vide ancora bagliori ammirevoli della grandezza dell'impero romano ( l'epoca teodosiana ) e insieme segni inequivocabili del suo vicino tramonto in Occidente ( quando egli morì nel 430 la sua Ippona era assediata dai vandali ).

Il suo itinerario interiore lo portò a vivere drammaticamente e a coniugare genialmente le istanze della cultura antica ( platonismo ) e del Vangelo, della ragione e della fede, della libertà e della grazia, riconoscendo che il loro preciso confine, il punto d'incontro, è più intuibile che afferrabile compiutamente.

Agostino stesso ha descritto la sua vita e il suo pensiero come una grande traversata, prima tentata con le energie della ragione e gli strumenti della cultura classica ( retorica e filosofia ), poi con il loro investimento e rinnovamento nelle risorse della Scrit
tura e della fede cristiana ( Commento al Vangelo di Giovanni ).

Il suo percorso può essere raccolto nel dinamismo traboccante di due parole che gli sono care: "conversione" e "confessione", alle quali Agostino ha dato timbro e dimensioni personalissime.

La conversione evoca una serie di aperture successive, del desiderio, dell'intelligenza, della libertà.

Aperture che egli riconosce come riverberi sempre più intensi della grazia di Dio ( Confessioni X,27,38 ).

La confessione esprime il modo con cui Agostino rende conto della grazia a se stesso e agli altri, all'interno di un grato colloquio con Dio.

Destinato dal desiderio di famiglia e dal suo talento alla carriera nell'alta amministrazione imperiale, Agostino visse verso i 18
anni la prima delle sue conversioni.

La lettura di un testo di Cicerone, l'Hortensius ( oggi perduto ) "trasformò le mie aspirazioni e i miei desideri... presi a desiderare l'immortalità della sapienza con incredibile ardore dell'animo" ( Confessioni III,4,7 ).

Sulle vie della ricerca della sapienza Agostino incontrò i cruciali problemi di sempre: l'interrogativo bruciante del male ( Confessioni VII ), il rapporto tra conoscenza e verità e, ormai vescovo, la possibilità di fissare il volto di Dio ( La Trinità ), di delineare l'intrecciarsi di grazia e libertà nell'uomo ( natura e grazia, grazia e libertà ), e i significati della complessa vicenda della Chiesa e dell'intera storia umana ( La Città di Dio ).

Il rapporto con la Scrittura

A partire dal battesimo ( ricevuto da s. Ambrogio a Milano nella Pasqua del 387 ) il filo maestro della riflessione è dato dalla Sacra Scrittura che Agostino, vescovo d'Ippona dal 395, spiegò con impegno inesauribile ai fedeli ( documenti impressionanti ne sono i commenti: soprattutto quelli ai Salmi e al Vangelo e alla Prima lettera di Giovanni ).

Di questa lunga traversata, di queste successive aperture sollecitate dalla progressiva scoperta della prossimità di Dio nell'umile umanità di Gesù Cristo, gli scritti di Agostino sono "confessione", servizio, testimonianza: "Chiunque legge quest'opera prosegua con me ove si trova a condividere la mia certezza, ricerchi con me dove si troverà a condividere i miei dubbi.

Dove si riconoscerà in errore ritorni a me, dove troverà me in errore mi richiami.

Insieme ci metteremo così sui sentieri della carità, in cerca di Colui del quale è detto: 'cercate sempre il suo volto' ( Sal 105,4 )" ( La Trinità, I, 3,5 ).

Nel lasciarsi dare forma compiuta da Dio, dal suo inesauribile rendersi familiare a noi, conversione e confessione trovano la loro forma compiuta, il loro appagamento e insieme riconoscono il loro impulso sorgivo ( La Trinità, XV, 28,51 ).

Per questa capacità sofferta e goduta di trattenere nel cuore dell'uomo il dialogo con le diverse sponde dell'essere che la vita lascia intuire, Agostino emerge sull'orizzonte di ogni epoca come uno dei grandi, personalissimi, testimoni e suggeritori di umanità.

Magistero

Grande per i mirabili effetti che la conversione operò nella sua vita, per l'atteggiamento costante di umile adesione a Dio, per la fiducia illimitata nella grazia divina.

Discorso Giovanni Paolo II
17-9-1986