Zaccaria

Libro di ...

Libro profetico della Bibbia, penultimo dei profeti minori.

Zaccaria ( il cui nome in ebraico significa "JHWH si è ricordato" ), apparteneva a una famiglia sacerdotale; svolse il suo ministero profetico a Gerusalemme tra il 520 e il 518 a.C., cioè dal momento in cui ripresero i lavori per la costruzione del Tempio alla sua dedicazione.

Il messaggio di Zaccaria, forse con alcuni ritocchi e interventi dei suoi discepoli, e raccolto nella prima parte del libro ( Zc 1-8 ) ed è incentrato attorno al tema della ricostruzione del Tempio, segno della ricostruzione morale e spirituale del popolo di Israele che ha potuto ritornare a vivere nella sua terra.

La sua profezia è un forte appello alla speranza, fondato sull'annuncio dell'amore geloso di JHWH ( Zc 1,14 ), che non abbandona il suo popolo; la venuta del Messia inaugurerà un tempo di prosperità e di pace.

Il termine "germoglio", con il quale Zaccaria indica il Messia, viene tradotto nella Bibbia dei Settanta con "sole che sorge" e in tale versione è citato da Luca ( Lc 1,76 ), che indica in Gesù il Messia annunciato dal profeta.

In un altro passo della raccolta si annuncia la venuta di due messia: un messia sacerdote e un messia politico; il regno messianico si fonda sul sacerdozio e sulla regalità, distinti ma in perfetta armonia.

La questione sollevata da alcuni ( se si debba ancora digiunare per commemorare la distruzione del Tempio, dato che ormai è stato ricostruito ) diventa occasione per invitare a fare memoria del dolore patito non per ripiegarsi sul passato, ma per volgere gli occhi all'amore di Dio, che prepara un futuro di pace e di salvezza, e questa salvezza sarà per tutti gli uomini "di tutte le lingue delle genti" ( Zc 8,23 ).

La seconda parte del libro ( Zc 9-14 ) è costituita da una raccolta di profezie che presentano temi teologici diversi.

Due figure dominano la sezione: quella del Messia "giusto e salvato, umile che cavalca un asino" e non un cavallo da guerra ( Zc 9,9 ) e che porterà la pace; quella di un "trafitto" ( Zc 12,10 ), che con la sua morte porta salvezza a Gerusalemme.

Quest'ultima figura trae ispirazione da Giosia, un re "giusto", tragicamente ucciso nel 609.

Il Nuovo Testamento vede in Gesù il Messia "giusto e salvato, umile..." ( Mt 21,5; Gv 12,15 ) e il trafitto a cui tutti volgeranno lo sguardo ( Gv 19,37 ).