Zwingli

Ulrich ...

Riformatore religioso svizzero ( Wildhaus, San Gallo 1484 - Kappel, Zurigo, 1531 ).

È l'autore dell' "altra Riforma" protestante, accanto a quella di Lutero, di cui era quasi coetaneo.

La Riforma protestante infatti sorse più o meno negli stessi anni in due versioni diverse; quella luterana e quella zwingliana, poi ripresa e completata da Calvino.

Comuni a entrambe sono l'affermazione della centralità e della superiore autorità della Sacra Scrittura, la confessione di Cristo unico salvatore ed esclusivo mediatore tra Dio e l'umanità, la comprensione del cristianesimo come annuncio di grazia incondizionata e immeritata, ricevuto unicamente per fede, la Chiesa intesa come comunità di fratelli e sorelle in Cristo, chiamata a testimoniare Dio in mezzo agli umani con la parola e le opere.

Accanto a questi elementi comuni vi sono però nella Riforma di Zwingli ( e più tardi di Calvino ) alcuni tratti distintivi che la differenziano nettamente da quella di Lutero, in particolare nell'interpretazione della Cena, nella dottrina dell'azione dello Spirito rispetto alla Sacra Scrittura, nel rapporto tra Chiesa e Stato, in quello tra Legge ed Evangelo, tra Antico e Nuovo Testamento, tra giustificazione e santificazione.

Prima di diventare predicatore del duomo di Zurigo nel 1519, Zwingli era stato parroco a Glarus ( 1506-16 ) dove tra l'altro coltivò intensamente studi umanistici.

Nel 1515 conobbe personalmente Erasmo a Basilea e divenne "erasmiano", sposando il suo riformismo, costituito da un ritorno allo studio assiduo e personale della Sacra Scrittura e da un profondo rinnovamento della pietà.

Più tardi Zwingli superò le posizioni di Erasmo sulla Riforma della Chiesa, senza però mai rinnegare il suo retaggio umanistico.

Zwingli morì a 47 anni, cadendo come cappellano militare nella battaglia di Koppel contro le forze cattoliche.

A Zwingli si deve la fondazione nel 1523 della prima Chiesa evangelica riformata d'Europa: al termine di una disputa pubblica di fronte a 600 persone, intorno a 67 tesi riformatrici scritte da Zwingli ( e giustamen- te considerate "la prima dogmatica evangelica in lingua tedesca" ), Zurigo decise di adottare la riforma proposta da Zwingli.

Ecco alcune delle sue tesi: "Tutti coloro che affermano che l'Evangelo non ha alcun valore senza la conferma della Chiesa, errano e disprezzano Dio" ( 1 ).

"Summa dell'Evangelo è che il nostro Signor Gesù Cristo, vero figlio di Dio, ci ha rivelato la volontà del suo Padre celeste e con la sua innocenza ci ha liberati dalla morte e riconciliati con Dio" ( 2 ).

"Gesù Cristo è la sola eterna salvezza e capo di tutti i credenti, i quali sono il suo corpo, un corpo, però, che è morto e nulla può senza di lui" ( 7 ).

"Tutti i cristiani sono fratelli in Cristo e fratelli tra loro; nessuno può inorgoglirsi come padre al di sopra degli altri sulla terra..." ( 27 ).

"L'autorità ecclesiastica non trova alcun fondamento, per il suo fasto, nell'insegnamento di Cristo" ( 34 ).

L'azione di Zwingli fu determinante per l'adesione di Berna alla Riforma ( 1528 ).

Oltre al conflitto con Roma, rappresentata dal vescovo di Costanza, Zwingli fu direttamente coinvolto in due altre polemiche assai impegnative.

La prima contro gli anabattisti ( che egli perseguitò duramente ) e il loro rifiuto del battesimo dei bambini: Zwingli sostenne che come in Israele, in virtù del patto di Dio col popolo, si circoncidevano i neonati all'ottavo giorno, cosi per la stessa ragione era lecito battezzare i bambini nel nuovo patto ( opere maggiori di Zwingli sull'argomento: Battesimo, secondo battesimo e battesimo dei fanciulli, 1525; Risposta all'opuscolo di B. Hubmaier sul battesimo, 1525 ).

La seconda polemica ebbe per oggetto la Cena e come antagonista Lutero: contro il "realismo" sacramentale luterano, Zwingli sostenne, sulla base di un'audace critica filologica della nozione di "sacramento" e di un'esegesi dei passi biblici relativi alla Cena del Signore, un'interpretazione simbolica della celebrazione eucaristica e la presenza spirituale, non materiale o corporale, di Cristo nel pane e nel vino ( opere maggiori di Zwingli sull'argomento: Lettera a Matteo Alberus sulla cena del Signore, 1524; Amica exegesis, 1526; Queste parole 'Questo è il mio corpo' avranno eternamente il loro antico significato, 1527 ).

Il tentativo di accordare le posizioni di Zwingli e di Lutero sulla Cena, svoltosi a Marburgonel 1529, fallì.

Zwingli si occupò di tutti gli aspetti della Riforma della Chiesa: tratteggiò in un'opera apposita la fisionomia morale e spirituale del predicatore evangelico ( Il pastore, 1524 ), indicò le linee essenziali della formazione religiosa degli adolescenti ( Come educare i giovinetti, 1523 ) e creò una struttura apposita per la formazione biblica permanente dei laici, una specie di università popolare chiamata Prophezey.

Ma Zwingli dedicò altrettante energie al rinnovamento della città, della società civile ( Giustizia divina e giustizia umana, 1523; Chi sono i veri sovversivi, 1524 ) e lavorò appassionatamente per la libertà politica e l'autonomia morale della Confederazione Elvetica ( due Esortazioni ai Confederati, 1522, 1524 ), in funzione antiasburgica, cioè antimperiale.

La sua opera maggiore resta il Commentario sulla vera e falsa religione ( 1525 ), mentre la sua concezione della Sacra Scrittura è ben delineata nella Chiarezza e certezza della parola di Dio ( 1522 ).

Tratti originali della teologia di Zwingli sono la sua dottrina dello Spirito Santo, che agisce anche indipendentemente dalla parola biblica, la quale peraltro gli da voce articolandone il discorso; la sua nozione di sacramento, inteso non più come mezzo di grazia, ma come attestato pubblico di grazia ricevuta, azione dunque del credente ( battesimo ) o della comunità ( Cena ) più che di Dio; la sua idea di una salvezza estesa anche a chi, pur non appartenendo alla Chiesa visibile, teme Dio e vive virtuosamente; la legge divina intesa come Evangelo ( differenziandosi consapevolmente da Lutero anche su questo punto ), perché è una vera benedizione per ogni uomo e ogni società conoscere la buona volontà di Dio che la Legge rivela.