Calvinismo

Confessione cristiana che ha in Giovanni Calvino ( v. ) l'esponente principale.

Il calvinismo è una forza storica di notevole consistenza e di proporzioni oggi mondiali, sorta come un'articolazione della Riforma protestante: ha svolto un ruolo di primo piano non solo nel rinnovamento della cristianità del XVI sec. ma anche nella formazione del mondo moderno, europeo e nordamericano.

Il calvinismo è, dunque, un particolare tipo di protestantesimo, di cui Calvino è senza dubbio l'esponente principale e più influente, ma che egli non ha creato, dato che è sorto prima e indipendentemente da lui, e alla cui costruzione hanno contribuito molti altri teologi che hanno preceduto o affiancato la sua opera.

Il termine stesso calvinismo sembra essere stato forgiato con intenti polemici da un teologo luterano, Joachim Westphai, tra il 1549 e il 1555, nel tentativo di screditare questo tipo di protestantesimo ( che in più luoghi stava soppiantando il luteranesimo ) e di arginarne l'espansione in Germania.

Calvino rifiutò di chiamare calvinismo la riforma della Chiesa che ha in lui l'esponente di maggior spicco, ma nonostante questa sua opposizione il termine si affermò rapidamente, anche fuori dagli ambienti luterani che lo hanno creato.

È, comunque, significativo che nessuna delle Chiese nate dalla Riforma di cui Calvino fu il protagonista si sia chiamata calvinista.

Si sono chiamate e si chiamano "riformate" ( sottintendendo: secondo la Parola di Dio, cioè secondo le Sacre Scritture dell'Antico e del Nuovo Testamento) oppure - negli Stati Uniti e in molte Chiese sudamericane, africane e asiatiche nate da iniziative missionarie statunitensi - "presbiteriane" ( per l'importanza che nell'ordinamento ecclesiastico calvinista ha il "presbiterio", cioè un gruppo di comunità vicine strettamente collegate tra loro così da costituire un'unità e un soggetto ecclesiale di base ), oppure ancora "evangeliche" ( come la Chiesa Evangelica Valdese in Italia ).

Vi sono poi Chiese calviniste che rinunciano a qualunque qualifica particolare ( come la Chiesa di Scozia ).

Come s'è detto: nessuna Chiesa calvinista si chiama così.

L'elaborazione del calvinismo

Il tipo di cristianesimo e di protestantesimo comunemente chiamato calvinismo fu in realtà concepito ed elaborato nelle sue linee di fondo a Zurigo da U. Zwingli ( 1484-1531 ) e dal suo successore H. Bullinger ( 1504-75 ); a Basilea da J. Houschein ( 1482-1531 ); a Berna da B. Haller ( 1492-1536 ) e V. Capitone ( 1478-1541 ), ma anche dal francese G. Farei ( 1489-1565 ), che operò soprattutto in Svizzera romanda; dal polacco G. Lasco ( 1499-1560 ), che operò in diversi paesi europei; dall'italiano Pietro Martire Vermigli ( 1500-62 ), esule dal 1542 prima a Strasburgo, poi in Inghilterra, infine a Zurigo; dallo scozzese John Knox ( 1505-72 ), discepolo di Calvino; dagli svizzeri G. Vadiano ( 1483-1551 ), riformatore di S. Gallo, e P. Viret ( 1511-71 ), attivo a Losanna prima e in Francia meridionale poi; e da molti altri.

Questa lista di nomi, che potrebbe essere facilmente allungata, dimostra che il protestantesimo chiamato ( più o meno propriamente ) "calvinismo" nacque prima di Calvino nella Svizzera tedesca nel decennio 1520-30 e divenne ben presto un fenomeno europeo.

A questo contribuì in maniera determinante Calvino con un progetto originale di riforma che, pur ponendosi in sostanziale continuità con quelli di Luterò e di Zwingli, si discosta da entrambi su più punti, mentre accoglie diversi elementi del riformatore Martin Bucer ( 1491-1551 ), appresi e già messi in opera durante il soggiorno a Strasburgo ( 1538-41 ).

Il credo delle Chiese "riformate" è esposto in una serie di documenti ormai classici come: la Fidei ratio di Zwingli ( 1530 ), indirizzata all'imperatore Carlo V; la Fidei expositio ( 1531 ), ancora di Zwingli, indirizzata al re Francesco I; le due Confessioni di fede della Chiesa di Basilea ( 1534 e 1536 ); la confessione di fede della Chiesa di Boemia, in seguito adottata anche dai calvinisti polacchi ( Bohemica, 1535 ); il Catechismo di Ginevra ( 1537 ); il Consenso di Zurigo tra le Chiese di Ginevra e di Zurigo sulla comprensione della Cena del Signore ( 1549 ); le confessioni di fede della Chiesa di Francia ( Gallicana, 1559 ), dei Paesi Bassi ( Belgica, 1559 ), di Scozia ( Scotica, 1560 ), della Svizzera ( Helvetica posterior, 1566 ), di Polonia ( Consenso di Sendomir, 1570 ), d'Inghilterra ( Westminster, 1646 ); il Catechismo di Heidelberg ( 1563 ).

La fede cristiana riceve, nel calvinismo, una forte impronta confessante e militante.

Anche nel '900 il protestantesimo riformato ha prodotto numerose "confessioni di fede" nei più svariati contesti storici e culturali, in particolare nel Terzo Mondo.

In Europa è da segnalare la Dichiarazione teologica di Barmen ( 1934 ), con cui la "Chiesa confessante" ( v. ) tedesca oppose resistenza al movimento filonazista dei "cristiano-tedeschi": questo importante documento teologico politico, che reca una forte impronta riformata, fu redatto, nelle sue linee essenziali, dal calvinista Karl Barth.

I tratti salienti del calvinismo

Le caratteristiche principali del calvinismo possono essere così individuate:

1. Mentre Lutero ama opporre "Evangelo" e "Legge", Calvino e il calvinismo sottolineano di più il valore positivo della Legge sostenendo che l'Evangelo è il contenuto della Legge e che quest'ultima è la forma dell'Evangelo.

Calvino ha molto insistito sull'unità dei due Testamenti ( Antico e Nuovo ) e sulla continuità del Patto di Dio con il suo popolo.

Non stupisce quindi che in ambito calvinista - prima che in ogni altra confessione cristiana - ci si sia resi conto del legame profondo esistente tra Israele e la Chiesa e come questo rapporto vada ricuperato, perché la Chiesa l'ha rimosso fin dai primordi della sua storia.

2. Mentre Lutero mette al centro di tutto l'amore incondizionato di Dio che giustifica gratuitamente il peccatore e lo salva senza
meriti per pura grazia, Calvino, che condivide e ribadisce questo Evangelo, ne prolunga le linee insistendo sulla necessaria santificazione del credente giustificato.

La riforma è, sì, riforma della dottrina, ma anche della vita.

Con Calvino, in maniera più marcata che con Lutero, avviene quella che è stata chiamata la "secolarizzazione della santità", cioè la trasposizione della "intera sfera dell'esistenza umana nel quadro della santificazione divina e della consacrazione umana.

È questa santificazione della vita, di cui la santificazione del lavoro è il pilastro principale, che diede un'impronta particolare ai seguaci di Calvino" ( A. McGrath ).

Il calvinismo ha dato vita a quella "ascesi intramondana" ( M. Weber ) che, da un lato, ha accelerato il collasso delle strutture economiche feudali, e dall'altro, ha introdotto nei processi produttivi atteggiamenti e comportamenti che hanno favorito, senza determinarlo, lo sviluppo del capitalismo.

Sia rimuovendo remore e ostacoli ( come, per esempio, il rifiuto di produrre ricchezza perché considerata peccaminosa in sé ), sia incoraggiando virtù sociali come la vita parsimoniosa, l'austerità dei costumi, la santificazione del lavoro manuale vissuto come vocazione, la diligenza e la perizia professionale, la creazione di ricchezza non da consumare ma da reinvestire.

Tutto questo ha contribuito molto a modellare la moderna società occidentale e ad animare interiormente quella che è stata chiamata la "civiltà del lavoro".

3. Il credente calvinista può investire le sue energie morali e spirituali migliori nel mondo, non dovendole investire nella ricerca o costruzione della propria salvezza: questa è tutta e solo opera e dono di Dio, che fin dall'eternità "elegge" e destina gli eletti alla salvezza.

La dottrina della predestinazione ( v. ) non occupa in Calvino il posto centrale che occuperà nel calvinismo, di cui divenne in qualche modo e per un certo tempo la bandiera.

Il sinodo di Dordrecht ( 1618-19 ) segnò la vittoria dei fautori della predestinazione contro i suoi critici chiamati "arminiani" ( v. arminianesimo ).

Nel '900 K. Barth ha ripensato a fondo questa dottrina, ribadendone il significato evangelico come dottrina dell'elezione, ma abbandonando totalmente la teoria della "doppia predestinazione", secondo cui alcuni sono dannati dall'eternità per decreto divino.

Il "no" di Dio è caduto su Cristo, che lo ha cancellato per sempre.

4. Le Chiese calviniste o riformate seguono i quattro principi che riassumono il messaggio della Riforma protestante: sola fide ( per sola fede ), sola gratia ( per sola grazia ), sola Scriptura ( solo la Scrittura ), solus Christus ( solo il Cristo ).

Sul piano etico esse sottolineano il valore dei 10 Comandamenti, riassunti nel doppio comandamento dell'amore di Dio e del prossimo e insistono sulla libertà e responsabilità di ogni credente davanti a Dio per le scelte concrete.

Sul piano organizzativo, le Chiese calviniste adottano l'ordinamento sinodale: il sinodo, costituito dai deputati ( pastori e laici ) delle Chiese locali o dei sinodi regionali, è la massima autorità terrena della Chiesa.

A livello locale la Chiesa con i suoi ministri si autogoverna sotto l'unica autorità della Parola di Dio.

Le Chiese calviniste o riformate d'Europa vivono dal 1973 in piena comunione ecclesiale con le Chiese luterane grazie alla Concardia di Leuenberg.

L'Alleanza Riformata Mondiale esiste dal 1875 ( con sede a Ginevra ) e raggruppa 175 Chiese in 84 paesi del mondo, con 65 milioni di membri.

Il calvinismo è in forte espansione in alcuni paesi del Terzo Mondo ( in Corea specialmente ) e ha dato e continua a dare un grande e convinto contributo al movimento ecumenico.

v. Calvino, Giovanni; Protestantesimo; Riforma protestante