Modernismo

Fu un movimento di studiosi cattolici che, alla fine del secolo XIX ed all'inizio del XX, si propose di avvicinare criticamente la fede al pensiero moderno.

Partì però dal gravissimo errore di rifiutare l'esistenza di una verità oggettiva: il cristianesimo sarebbe sorto originariamente come un'esperienza soggettiva di contatto col divino, al di fuori di qualsiasi verità razionale; Gesù si sarebbe limitato a recare un appassionato annunzio del regno di Dio imminente, che sarebbe poi stato inquinato da dogmi, i quali sarebbero incrostazioni razionali di coscienze esaltate, sul tipo di S. Paolo.

I dogmi sarebbero solo adattamenti necessari a cui il cristianesimo si dovette piegare per sopravvivere nell'ambiente razionalistico dell'ellenismo.

L'autentico spirito religioso consisterebbe in un'interpretazione personale della Bibbia, la quale non enuncerebbe la parola di Dio come una verità infallibile ma solo incitamenti morali.

Non esisterebbero quindi dimostrazioni razionali dell'esistenza di Dio; tutto poggerebbe sull'esperienza privata del sentimento religioso nell'assenza di distinzioni tra ordine naturale e soprannaturale: ciascuno sarebbe arbitro della verità e delle forme della vita spirituale.

Questa forzatura del sentimento e dell'impulso individuale, di chiare ascendenze protestantiche e romantiche, ai danni della ragione e della tradizione della Chiesa, fu condannata da Papa Pio X nel 1907.

Orientamento di pensiero e di riforma, sorto nella Chiesa cattolica tra il XIX e il XX sec., che assumeva nuovi metodi di ricerca improntati agli sviluppi del moderno sapere storico e psicosociologico e li applicava a ogni ambito della religione: all'interpretazione della Bibbia, della storia della Chiesa, dei dogmi, al dialogo tra scienza e fede, alla spiritualità, ai rapporti ecclesiali, e in specie al senso del magistero e del governo pastorale.

Come suoi principali rappresentanti si possono identificare in Francia A. Loisy, in Inghilterra G. Tyrrell, in Germania F. von Hugel, in Italia E. Buonaiuti.

La storiografia si interroga sul fatto se il modernismo sia stato un vero "movimento", in quanto la sua compattezza è assai discutibile e ricondurlo a un pensiero sistematico è una forzatura.

L'enciclica di Pio X Pascendi, nel 1907, condannò il modernismo, identificando in esso l'idea che l'esperienza dell'uomo sia misura ultima della religione, del dogma, della Chiesa.

Alla condanna del modernismo fece seguito una repressione durissima, che lasciò larghe ferite nella Chiesa.

La rilettura storica della vicenda è resa difficile dal carattere non organico del modernismo, ma anche dall'intrico di passioni e di lotte, di delazioni e di ripicche di cui essa è intessuta.

La tesi secondo la quale il concilio Vaticano II avrebbe ricuperato tesi del modernismo non ha alcun fondamento, se ci si riferisce alle dottrine condannate: immanentismo, esperienzialismo irrazionalista, sottomissione della fede al dettato delle scienze.

Ma se invece che alla lettera delle risposte date dal modernismo, o a esso attribuite, si pone attenzione alle istanze soggiacenti, possiamo notare aperture di orizzonti coincidenti; tuttavia è impossibile ascrivere puntualmente ed esclusivamente queste coincidenze al modernismo in quanto fenomeno storico identificabile e datato.

Si tratta soprattutto della valorizzazione della storia e della fenomenologia religiosa, del senso dell'esperienza nella verità della fede, della pluralità dei suoi linguaggi, del discernimento dei segni dei tempi, del necessario rinnovamento di prassi tradizionali.

È oggetto ancora di disputa storiografica la questione se il movimento modernista abbia favorito la maturazione dei cammini proponendo con forza tali istanze, o se al contrario le sue forzature abbiano in realtà frenato una loro generale matura accettazione nella Chiesa.

È un movimento di pensiero e di studi biblico-teologici ( così chiamato dagli avversari, dopo la sua condanna nel 1907 ), che voleva interpretare la Scrittura, i dogmi ed ogni realtà della Chiesa in chiave storico-critica, usando il puro metro di una ragione talvolta troppo sicura di se stessa e dei propri dati.

La reazione al Modernismo portò a bloccare per decenni un rinnovamento interno autentico degli studi biblici, una reale accettazione della storicità della Chiesa, e l'idea che essa permane anche nel variare delle sue forme storiche.

Magistero

Ed allora ecco la grande questione: come mai oggi è così difficile fare accettare la religione all'uomo moderno?

Non è forse in atto una decadenza religiosa?

Non sono forse sfavorevoli le disposizioni della psicologia umana al pensiero di Dio, alla religione, alla fede accolta e vissuta?

Catechesi Paolo VI
16-9-1970