Regole di buona creanza e di cortesia cristiana

Gli occhi e lo sguardo

55 Il Saggio dice che quello che una persona ha nel fondo del suo animo si conosce spesso da quanto appare nei suoi occhi.

Si possono anche capire le sue buone o cattive disposizioni, e, benché non si possa affermare con certezza, né è tuttavia un segno molto comune.

Perciò una delle prime attenzioni che si deve avere al riguardo del proprio aspetto esteriore, è quella di controllare gli occhi e di regolare bene lo sguardo. ( Sir 19,26 )

56 Una persona che vuole apparire umile e modesta e mostrare un atteggiamento esteriore saggio e posato, deve fare in modo di atteggiare gli occhi a dolcezza, serenità e riservatezza.

Coloro a cui la natura non ha dato questo vantaggio, debbono sforzarsi di correggerne la mancanza con un'espressione gioviale e modesta, e fare attenzione a non rendere con la negligenza il loro sguardo ancora più sgradito.

Ci sono alcuni che hanno lo sguardo imperioso proprio di un uomo collerico e violento; altri che hanno invece gli occhi completamente spalancati e guardano dappertutto con sfrontatezza; questo è un difetto tipico delle persone insolenti che non hanno rispetto per nessuno.

57 Vi sono alcuni che hanno lo sguardo smarrito, mai fermo e che guardano un po' di qua e un po' di là, indice di uno spirito volubile.

Si trovano talvolta individui che hanno lo sguardo così fisso su un oggetto, che sembrano volerlo divorare con gli occhi.

Tuttavia capita spesso che questo genere di persone non presti la minima attenzione all'oggetto che ha davanti; si tratta di solito di persone che sono troppo concentrate su qualcosa che hanno particolarmente a cuore o che hanno lo spirito sognatore, che non si sofferma su nulla di determinato.

58 Ve ne sono altri che guardano fisso a terra e qualche volta da un lato e dall'altro, come se cercassero qualcosa che hanno perso: sono animi inquieti e perplessi, che non sanno uscire dalla loro inquietudine.

Tutti questi modi di fissare e di guardare sono completamente contrari alla buona creanza e alla correttezza.

Possono correggersi solo mantenendo il corpo e la testa eretti, gli occhi modestamente abbassati e cercando di assumere un aspetto disinvolto e impegnato.

59 Come non è opportuno tenere lo sguardo rivolto troppo in alto, non occorre nemmeno che quelli che vivono nel mondo abbiano lo sguardo rivolto troppo in basso, perché questo è l'atteggiamento più di un religioso che di un secolare.

Gli ecclesiastici tuttavia e quelli che aspirano a diventarlo, debbono farsi vedere con occhi e portamento molto riservati.

È importante che coloro che sono consacrati o che hanno intenzione di impegnarsi in questo stato, si abituino alla mortificazione dei sensi e mostrino con la loro modestia che, essendosi consacrati a Dio o volendolo fare, hanno l'animo occupato da Lui e da quanto lo riguarda.

60 La regola da adottare per quanto concerne gli occhi è di averli mediamente aperti, in modo da vedere distintamente e facilmente tutte le persone con le quali si sta.

Tuttavia non bisogna fissare lo sguardo su nessuno, specialmente se persone di altro sesso o propri superiori.

Se capita di dover guardare qualcuno, occorre farlo in modo naturale, dolce e pudico e che non si faccia notare alcuna passione ne affetto sregolato.

61 È molto incivile guardare qualcuno di traverso, perché è segno di disprezzo, di qualcosa che al massimo può essere permesso ai padroni nei confronti dei loro domestici per riprenderli di qualche grave mancanza che avessero commesso.

È anche disdicevole muovere gli occhi in continuazione, ammiccare insistentemente, perché sarebbe segno di poca intelligenza.

62 È contrario sia alla buona educazione che al rispetto, far scorrere gli occhi con curiosità su tutto quello che ci si presenta, come pure fissare lo sguardo da troppo lontano.

Piuttosto bisogna guardare solo davanti a sé, senza volgere la testa e gli occhi di qua e di là.

Poiché lo spirito dell'uomo è naturalmente portato ad osservare tutto e a voler sapere tutto, bisogna controllarsi per astenersene e per rivolgere spesso a Dio queste parole del Re Profeta: "Mio Dio, distogli i miei occhi dalle vanità e non permettere che si soffermino a guardare cose inutili". ( Sal 119,37 )

63 È grave inciviltà guardare al di sopra della propria spalla, volgendo la testa; comportarsi così è segno di disprezzo verso i presenti.

Ed è ancora molto incivile guardare da dietro e sopra la spalla di chi legge o tiene qualcosa in mano per vedere cosa legge o cosa ha.

64 Ci sono mancanze al riguardo dell'uso degli occhi che dimostrano un tale rango inferiore o sventatezza, che possono essere commesse solo da bambini o da scolari.

Per quanto grossolani possano essere questi difetti, non ci si deve sorprendere che vengano citati qui, affinché i bambini li evitino e perché si possa vigilare su di essi per impedire che vi cadano.

65 Vi sono talvolta alcuni che fanno gli occhiacci per spaventare, altri che imitano i ciechi e gli orbi per far ridere i presenti.

Si vedono di quelli che divaricano le palpebre con le dita ed altri ancora che guardano con un occhio chiuso, come fanno i balestrieri quando prendono la mira.

Tutti questi modi di usare gli occhi sono incivili e maleducati; non c'è persona ragionevole o ragazzo a modo, che non consideri tutte queste smorfie atti indegni di persona giudiziosa.

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