Discorsi sul Nuovo Testamento

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Dalle parole dell'apostolo

Rm 8,30-31: " Quelli poi che ha predestinati, li ha anche chiamati e quelli che ha chiamati li ha anche giustificati ", ecc.

" Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? "

Contro i Pelagiani

1 - Nessuno ha il potere di nuocere ai predestinati
2 - In forza delle promesse Dio si è fatto nostro debitore
3 - Gratuitamente predestinati e chiamati
4 - Siamo stati già giustificati? La lotta che rimane quaggiù negli uomini giustificati
5 - La fede comporta veramente una qualche giustificazione
6 - La speranza; la carità
7 - Il culto gratuito di Dio. Egli solo appaga l'anima
8 - La speranza: il conforto in questa situazione di pellegrini
9 - Dio sarà tutto in tutti i beati. Unicamente la carità durerà sempre

1 - Nessuno ha il potere di nuocere ai predestinati

Abbiamo ascoltato il beato Apostolo intento a rianimarci e a renderci saldi nella fede, dicendo: Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?

Ora, a favore di chi sia Dio, lo ha dimostrato più sopra affermando: Quelli poi che ha predestinati, li ha anche chiamati; e quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; e quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

Che diremo allora per questo? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? ( Rm 8,30-31 )

Dio è per noi nel predestinarci; Dio è per noi nel chiamarci; Dio è per noi nel giustificarci; Dio è per noi nel glorificarci.

Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Ci ha predestinati prima che esistessimo; ci ha chiamati, poiché gli avevamo voltato le spalle; ci ha giustificati, poiché eravamo peccatori; ci ha glorificati, poiché eravamo mortali.

Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Da Dio predestinati, chiamati, giustificati, glorificati, chi vuol trattarci da nemico, se può, si prepari a combattere contro Dio.

Dove infatti abbiamo ascoltato: Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? troviamo che non ci fa danno se non chi vince Dio.

E chi è che vince l'Onnipotente? Chiunque abbia intenzione di opporsi, nuoce a se stesso.

È appunto ciò che dal cielo Cristo gridò a Paolo, quando era ancora Saulo: Non ti conviene recalcitrare contro il pungolo. ( At 9,5 )

Infierisca, infierisca quanto può; chi ricalcitra contro il pungolo, non è crudele verso se stesso?

2 - In forza delle promesse Dio si è fatto nostro debitore

In queste quattro realtà, che l'Apostolo ha fatto valere come straordinarie, che si riferiscono a coloro che incontrano il favore di Dio, cioè la predestinazione, la chiamata, la giustificazione, la glorificazione; di queste quattro realtà dobbiamo considerare quale è già posseduta da noi, e quale attendiamo.

In quelle cose che infatti abbiamo già, lodiamo Dio che elargisce, in quelle che ancora non sono nostre, intendiamo Dio debitore.

Poiché egli non si è fatto debitore ricevendo qualcosa da noi, ma promettendo ciò che gli è piaciuto.

Una cosa è se diciamo ad un uomo: Mi sei obbligato perché ti ho dato, altra è se diciamo: Mi sei obbligato perché mi hai promesso.

Quando tu dici: Mi devi perché ti ho dato, il beneficio è partito da te, ma dato in prestito, non donato.

Quando invece tu dici: Mi devi, perché mi hai promesso, tu nulla hai dato, eppure esigi.

Darà infatti la bontà di lui che ha promesso, perché la fiducia non si muti in mala fede.

Poiché chi inganna è malizioso. Al contrario, diciamo forse a Dio: Rendimi, perché ti ho dato?

Che cosa abbiamo dato a Dio quando tutto ciò che siamo e che abbiamo di buono ci viene da lui?

Niente infatti gli abbiamo dato.

Non è in questo senso che possiamo considerare Dio come debitore, soprattutto perché ci sta dicendo l'Apostolo: Chi ha conosciuto il pensiero del Signore, o chi è stato suo consigliere?

O chi gli ha dato per primo e gli si debba dare in cambio? ( Rm 11,34-35 )

Pertanto possiamo rivolgerci al Signore nostro solo per dire: Rendi ciò che hai promesso, perché abbiamo compiuto ciò che hai comandato, e che è anche opera tua, perché hai sostenuto quanti erano nella fatica.

3 - Gratuitamente predestinati e chiamati

Pertanto nessuno dica: Dio mi ha chiamato perché lo venerai.

Come gli avresti reso onore se non ti avesse preceduto la sua chiamata?

Se Dio ti ha chiamato per il fatto che gli rendesti il culto, ne segue che tu desti per primo ed egli ti ha ricambiato.

Non è forse vero che l'Apostolo, quando dice: O chi gli ha dato per primo e gli si debba dare in cambio, ( Rm 11,35 ) cancella tali tue parole?

Ma ecco che quando fosti chiamato, almeno esistevi già.

Perché venisti predestinato quando non esistevi, che cosa hai dato a Dio, dal momento che non esistevi per poter dare qualcosa?

Che fece allora Dio quando predestinò chi non esisteva?

Ciò che afferma l'Apostolo: Egli chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono, come le cose che esistono. ( Rm 4,17 )

Se tu esistessi già, non saresti oggetto di predestinazione; se tu non fossi lontano, non ti chiamerebbe; se tu non fossi empio, non saresti giustificato; se tu non fossi terreno e spregevole, non ti glorificherebbe.

Allora chi gli ha dato per primo e gli si debba dare in cambio?

Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose.

Che daremo in cambio, allora? A lui la gloria. ( Rm 11,36 )

Perché non esistevamo quando siamo stati predestinati; perché eravamo lontani quando ci ha chiamati; perché eravamo peccatori quando siamo stati giustificati; rendiamo grazie a Dio per non essere ingrati.

4 - Siamo stati già giustificati? La lotta che rimane quaggiù negli uomini giustificati

Vi avevamo già proposto di considerare che cosa delle quattro realtà abbiamo già ricevuto e che cosa attendiamo ancora di conseguire.

Infatti siamo stati predestinati ancor prima che fossimo.

Siamo stati chiamati, quando siamo diventati Cristiani, quindi, già abbiamo anche questo.

Giustificati, perché? Che significa essere stati giustificati? Osiamo dire che è nostra anche questa realtà?

E ci sarà qualcuno di noi che osi dire: Sono giusto?

Ritengo infatti che: Io sono giusto, equivalga a: Io non sono peccatore.

Se osi dirlo, ti affronta Giovanni: Se abbiamo detto che non abbiamo peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. ( 1 Gv 1,8 )

Che dunque? Ci manca del tutto la giustizia? Oppure l'abbiamo, ma non in pienezza?

Vediamo perciò di cercarlo.

Se infatti qualcosa abbiamo e qualcosa ci manca, si aumenti ciò che abbiamo e sarà colmato il vuoto di ciò che ci manca.

Ecco dunque: degli uomini sono stati battezzati, a loro sono stati perdonati tutti i peccati, sono stati purificati dai peccati; non lo possiamo negare; tuttavia rimane la lotta con la carne, rimane la lotta con il mondo, rimane la lotta con il diavolo.

Ma chi è impegnato nella lotta, ora ferisce, ora è colpito; può vincere come può morire; si sta a vedere come lascia lo stadio.

Giacché: Se abbiamo detto che non abbiamo peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.

Analogamente, se abbiamo detto che non c'è ombra di giustizia in noi, mentiamo contro i doni di Dio.

Se infatti non c'è ombra di giustizia in noi, neppure la fede abbiamo; se non abbiamo la fede, non siamo Cristiani.

Se, al contrario, abbiamo la fede, c'è della giustizia in noi.

Vuoi sapere che valore abbia quel qualcosa di giustizia?

Il giusto vive di fede; ( Ab 2,4; Rm 1,17 ) il giusto, ripeto, vive di fede, perché crede ciò che non vede.

5 - La fede comporta veramente una qualche giustificazione

I padri, santi arieti, Apostoli guide, quando portarono il messaggio della salvezza, non solo videro, con gli occhi ma toccarono anche con mano; eppure, riservando a noi il dono della fede, il Signore, proprio il Signore e Dio, ad uno dei suoi discepoli - che toccava, palpeggiava, ricercando e scoprendo la verità con le dita fino ad esclamare: Signore mio e Dio mio - disse: Perché hai veduto, hai creduto.

E, con lo sguardo rivolto a noi posteri, affermò: Beati quelli che non hanno veduto ed hanno creduto. ( Gv 20,28-29 )

Non abbiamo veduto, abbiamo udito e abbiamo creduto.

Predetti beati senza che in noi ci sia ombra di giustizia?

Il Signore venne ai Giudei nella carne e fu ucciso; non è venuto a noi ed è stato accolto.

Un popolo che non ho conosciuto mi ha servito; all'udirmi, mi ha obbedito. ( Sal 18,45 )

Si tratta di noi e non abbiamo ombra di giustizia? L'abbiamo sicuramente.

Siamo grati di ciò che abbiamo, perché ci sia dato in aggiunta ciò che non abbiamo e non perdiamo ciò che abbiamo.

Pertanto, già si trova in noi anche questa terza realtà.

Siamo stati giustificati, ma la stessa giustizia aumenta quando facciamo progressi.

E dirò come si accresce e in certo modo ne tratterò con voi, perché ciascuno di voi, già fondato proprio nella giustificazione, ricevuto, s'intende, il perdono dei peccati con il lavacro di rigenerazione, ricevuto lo Spirito Santo, progredendo di giorno in giorno, veda dove si trovi, vada avanti di conquista in conquista e si accresca fino alla consumazione, non perché sia la fine, ma per raggiungere la perfezione.

Grazie alla speranza ed alla carità, la fede che rende giusti gli uomini si distingue dalla fede dei dèmoni.

6 - La speranza; la carità

L'uomo parte dalla fede: che comporta la fede? Credere.

Ma inoltre questa fede sia distinta dagli spiriti immondi.

Che comporta la fede? Credere.

Afferma però l'apostolo Giacomo: Anche i dèmoni credono, ma tremano. ( Gc 2,19 )

Se ti limiti a credere, e vivi senza speranza e non hai l'amore: Anche i dèmoni credono, ma tremano.

Che gran cosa è se dici del Cristo il Figlio di Dio?

Lo disse Pietro, sentì dirsi: Beato te, Simone, figlio di Giona; lo dissero i dèmoni ed ascoltarono: Tacete.

Beato l'uomo a cui si dice: Poiché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. ( Mt 16,17 )

Quelli invece ascoltano: Tacete, ( Mc 1,25 ) e dicono la stessa cosa e sono respinti.

Unica è l'espressione: ma il Signore si rivolge alla radice, non al fiore, come al riguardo è stato detto agli Ebrei: Non vi danneggi alcuna radice velenosa che emette germogli in mezzo a voi, così che molti ne siano contagiati. ( Eb 12,15 )

Primamente distingui la tua fede da quella dei dèmoni, da cui infatti è differenziata.

I dèmoni lo dissero nel timore, Pietro nell'amore.

Aggiungi quindi la speranza alla fede.

E che speranza esiste che non sia da una qualche bontà di coscienza?

Alla stessa speranza aggiungi la carità.

Secondo la parola dell'Apostolo, abbiamo una via eccellente: Io vi mostro una via migliore di tutte.

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna, ( 1 Cor 13,1 ) e descrive altre cose buone e garantisce che senza la carità non giova nulla.

Pertanto siano costanti queste: la fede, la speranza, la carità; ma la più grande di esse è la carità.

Ricercate appassionatamente la carità.

Differenziate perciò la vostra fede.

Già fate parte dei predestinati, dei chiamati, dei giustificati.

Dice l'apostolo Paolo: Né la circoncisione, né la incirconcisione vale qualcosa, ma la fede.

Prosegui, o Apostolo, aggiungi, rileva la differenza, perché: Anche i dèmoni credono e tremano; ( Gc 2,19 ) perciò aggiungi e fa' distinzione, i dèmoni, infatti, credono e tremano, poiché odiano.

Distingui la mia fede, o Apostolo, e sottoponila alla circoncisione e tieni distinta la mia causa da quella di gente empia. ( Sal 43,1 )

Egli fa perfetta distinzione, differenzia, circoncide. E la fede - dice - che opera per mezzo della carità. ( Gal 5,6 )

7 - Il culto gratuito di Dio. Egli solo appaga l'anima

Ciascuno di voi, fratelli miei, si guardi nell'intimo, si giudichi da sé, si esamini in tutte le sue opere; nelle sue opere buone veda se le compie con carità, senza attendersi una ricompensa temporale, ma la promessa di Dio, il volto di Dio.

Infatti niente di ciò che Dio ti promette vale qualcosa eccetto Dio stesso.

Di nulla Dio mi farebbe contento se non mi promettesse sé, Dio medesimo.

Cos'è la terra intera? Cos'è la vastità del mare? Cos'è tutto il cielo? Cosa sono gli astri? Cos'è il sole e cos'è la luna?

Cos'è la moltitudine degli angeli? Ho sete del Creatore di tutte queste cose; di lui ho fame, di lui ho sete, a lui dico: Poiché in te è la sorgente della vita. ( Sal 36,10 )

Egli mi dice: Io sono il pane che sono disceso dal cielo. ( Gv 6,41 )

Il mio soggiorno da pellegrino sia contrassegnato dalla fame e dalla sete, perché io trovi pieno appagamento al mio arrivare.

Il mondo sorride con molte cose che hanno bellezza, forza, varietà; colui che le fece è più bello, colui che le fece è più forte e più risplendente; colui che le fece è più amabile.

Mi sazierò quando si manifesterà la tua gloria. ( Sal 17,15 )

Se c'è in voi la fede che opera per mezzo dell'amore, già fate parte dei predestinati, dei chiamati, dei giustificati; aumenti perciò in voi. Infatti la fede che opera per mezzo dell'amore, non può essere senza speranza.

Ma quando saremo arrivati, vi sarà ancora la fede? Ci verrà chiesto: Credi? No certamente!

Lo vedremo, lo contempleremo.

Dilettissimi, noi siamo figli di Dio e non è stato ancora rivelato ciò che saremo.

Siccome non è stato ancora rivelato, perciò la fede.

Siamo figli di Dio, predestinati, chiamati, giustificati: noi siamo figli di Dio e non è stato ancora rivelato ciò che saremo.

Ora perciò la fede, ora prima che si riveli ciò che saremo.

Noi sappiamo che quando egli si sarà manifestato, saremo simili a lui.

Forse per il fatto che crediamo? No. Perché allora? Perché lo vedremo così come egli è. ( 1 Gv 3,2 )

8 - La speranza: il conforto in questa situazione di pellegrini

Che dire della speranza? Vi sarà? Quando ci sarà la realtà, non ci sarà più la speranza.

Evidentemente proprio la speranza è necessaria nella situazione di pellegrini, è essa che dà conforto lungo la via.

Il viandante, infatti, quando si affatica nel cammino sopporta la stanchezza appunto perché spera di raggiungere la mèta.

Strappagli la speranza di giungere e immediatamente crollano le possibilità di andare avanti.

Pertanto, anche la speranza che è propria di quaggiù, concerne la giustizia relativa alla nostra situazione di pellegrini.

Ascolta lo stesso Apostolo: Aspettando l'adozione - egli dice - gemiamo tuttora interiormente. ( Rm 8,23 )

Dove risuona il gemito non si può chiamare felicità quella di cui parla la Scrittura: È passata la fatica e il gemito. ( Is 35,10 )

Perciò, egli dice: Gemiamo tuttora interiormente aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo.

Tuttora siamo nei gemiti. Per quale ragione? Poiché nella speranza noi siamo stati salvati.

Ma se l'oggetto della speranza si vede, non c'è più speranza.

Infatti, se uno già vede, che spera? Ma se speriamo ciò che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. ( Rm 8,25 )

Per questa attesa paziente venivano coronati i martiri, desideravano ciò che non vedevano, disprezzavano ciò che tolleravano.

In tale speranza dicevano: Chi ci separerà dall'amore di Cristo? La tribolazione? O l'angustia?

O la persecuzione? O la fame? O la nudità? O la spada? Perché per causa tua. ( Rm 8,35 )

E dove ciò che è per causa di lui? Perché per causa tua - dice - siamo fatti morire tutto il giorno. ( Rm 8,36 )

Per causa tua. E dov'è: Beati coloro che non hanno veduto ed hanno creduto? ( Gv 20,29 )

Ecco dov'è: è in te, in quanto anche la fede stessa è appunto in te.

O c'inganna l'Apostolo affermando che Cristo abita nei nostri cuori per mezzo della fede? ( Ef 3,17 )

Al presente per mezzo della fede, allora sarà per mezzo della visione; ora per mezzo della fede, finché siamo in cammino, per tutta la durata dell'esilio.

Infatti: Finché abitiamo nel corpo, siamo pellegrini lontano dal Signore; camminando nella fede, non ancora nella visione. ( 1 Cor 5,6-7 )

9 - Dio sarà tutto in tutti i beati. Unicamente la carità durerà sempre

Se questa è la fede, che sarà la visione? Ascolta che cosa sarà: affinché Dio sia ogni realtà in tutti. ( 1 Cor 15,28 )

Che vuol dire: ogni realtà? Tutto ciò che nel mondo ricercavi, tutto ciò che nel mondo valutavi assai, sarà egli stesso per te.

Che cosa desideravi quaggiù, che cosa amavi? Mangiare e bere?

Egli per te sarà cibo, egli sarà per te bevanda.

Che volevi sulla terra? La sanità del corpo, proclive ad incrinarsi, caduca?

Egli sarà per te l'immortalità.

Che cosa cercavi quaggiù? Le ricchezze? Avaro, che cosa infatti ti basta, se Dio stesso non ti basta?

Ma che cosa amavi? La gloria, gli onori?

Dio sarà la tua gloria. Lui, a cui anche ora si dice: Tu la mia gloria che sollevi il mio capo; ( Sal 3,4 ) ha già esaltato infatti il mio capo.

Cristo è il nostro capo.

Ma di che cosa ti meravigli? Perché il capo e le altre membra saranno esaltate; allora Dio sarà ogni realtà in tutti.

Questo ora crediamo, questo ora speriamo; quando saremo arrivati, possederemo; sarà già visione, non fede; quando saremo giunti, lo avremo in possesso, e sarà già realtà, non speranza.

Che diremo della carità? Forse che essa ora è presente e allora non ci sarà?

Se amiamo quando crediamo e non vediamo, come ameremo quando vedremo ed entreremo in possesso?

Consegue che la carità ci sarà, ma sarà perfetta, come afferma l'Apostolo: La fede, la speranza e la carità: tre cose queste, ma la più grande di esse è la carità. ( 1 Cor 13,13 )

Avendola in possesso ed alimentandola interiormente, con l'aiuto di Dio, perseverando sicuri in lui, possiamo dire: Chi ci separerà dall'amore di Cristo?

Finché egli abbia compassione di noi ed egli stesso la renda perfetta.

La tribolazione? O l'angoscia? O la fame? O la nudità? O il pericolo? O la spada?

Poiché per causa tua siamo fatti morire tutto il giorno, come pecore siamo destinati all'uccisione.

E chi sopporta? Chi tollera tutto questo? Ma in tutte queste cose siamo vincitori.

Come? In virtù di colui che ci ha amati. Perciò: Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? ( Rm 8,36-37 )

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