Filocalia

5. - Sui pensieri malvagi

1. Tra gli spiriti del male che contrastano la vita ascetica, ce ne sono alcuni che assalgono frontalmente e sono i collaboratori dell'incontinenza e delle bramosie della gola quelli che piantano in noi l'amore del denaro e stimolano l'ambizione.

Tutti gli altri vizi vengono dopo e invadono chi è già stato ferito dai tre sunnominati.

È impossibile divenir preda dell'incontinenza se prima non si è commesso peccato di gola; ugualmente non è vittima dell'ira chi non è avido di cibo, di denaro e di gloria mondana.

Il demone della tristezza non abiterà nel cuore di chi mai è stato ferito dai suddetti peccati.

L'uomo che ha sradicato da sè stesso l'amore del denaro - radice di tutti i peccati - sarà libero dall'orgoglio, come dice il saggio Salomone " la povertà mantiene l'uomo nell'umiltà " ( Pr 10,4 ) …

Il tentatore suggerì al Signore quei suddetti tre malvagi pensieri;

il primo quando lo istigò a trasformare le pietre in pani;

il secondo con la promessa di darGli tutti i reami della Terra, purchè lo adorasse;

il terzo dicendoGli che non avrebbe patito ingiuria e avrebbe avuto gran plauso se si fosse gettato giù dal pinnacolo del Tempio.

Il Signore, che è al di sopra di tutte queste cose, ingiunse al demonio di andarsene, mostrando chiaramente a noi che è impossibile mettere al bando il peccato se non disprezziamo questi tre pensieri.

2. Ogni pensiero che viene dai demoni porta nell'anima delle immagini di oggetti sensibili, la mente una volta ricevutele, le rumina.

Così dall'oggetto predominante nei pensieri possiamo sapere se il demone si è introdotto in noi.

Per esempio, il ripetersi dell'immagine di qualcuno che mi ha amareggiato o offeso indica che il demone del risentimento mi ha sfiorato; se il pensiero del denaro o di qualche ghiottoneria torna di frequente, so subito chi è che mi importuna …

Non voglio dire con questo che ogni ricordo di tali cose venga dal demonio, la mente stessa riproduce a volontà le immagini di eventi passati.

Dagli spiriti del male vengono solo quei ricordi che provocano eccitazione e desiderio.

Sotto il potere di tali turbamenti la mente commette adulteri e risse, e perde la capacità di conservare in sè stessa il pensiero di Dio che è il suo legislatore.

La chiarità della mente è ferma nel pensiero costante di Dio, appare quando, nella preghiera, i pensieri che nascono dalle realtà esteriori sono aboliti.

5. Gli intenti e le abili astuzie degli spiriti del male sono aiutati dalla nostra recettività, quando diviene sensibile in un modo non conforme a natura.

Per questo non si lasciano sfuggire un'occasione di provocarla sia di giorno che di notte.

Quando si accorgono che essa è moderata dalla dolcezza, cercano di scatenarla servendosi di speciosi pretesti, così, una volta eccitata, diventa docile ai loro bestiali pensieri.

Per questo motivo non dobbiamo mai lasciarla agire non controllata, sia per buoni o non buoni propositi - altrimenti mettiamo nelle mani di chi ci spinge al male una arma pericolosa.

So bene che molti fanno questo per ragioni molto meschine e si accaniscono ben oltre il richiesto.

Sai dirmi perchè prendi così presto un atteggiamento combattivo, tu che hai rinunciato al cibo, al denaro e alla fama mondana?

Perchè, dopo aver fatto il voto di rinunciare a tutto, allevi il cane?

Se abbaia e assale la gente, è segno che tu hai qualcosa da difendere.

Un simile uomo, son certo, è ben lontano dalla pura preghiera, apprenderà che la collera uccide la preghiera …

L'antica usanza di mettere fuori di casa i cani durante la preghiera, c'insegna, in una forma allegorica, la stessa cosa: chi prega deve esser libero dall'ira …

7. Una lunga osservazione mi ha mostrato la differenza tra il pensiero che viene dagli Angeli, quello che nasce dall'uomo e quello che è stimolato dagli spiriti demoniaci.

Il pensiero angelico è la scoperta del mistero e del significato spirituale delle creature: per esempio, come mai l'oro fu creato e disperso sulla terra come sabbia e scoperto con faticoso lavoro.

Come mai, quando vien trovato, è sottoposto a lavaggi e a purificazioni nel fuoco e infine consegnato agli artisti perchè ci facciano degli utensili per la casa del Signore ( 2 Cr 4,19-21 ) che non possono essere usati dal re di Babilonia ( Dn 5,3 ) …

Il pensiero demoniaco non conosce e non comprende ciò, ma vergognosamente istiga al possesso dell'oro indicando i piaceri e la gloria mondana che può procurare.

Il pensiero umano nè cerca di impadronirsi dell'oro, nè tenta di capirne il significato riposto; si forma soltanto l'immagine dell'oro senza passione o cupidigia.

Se uno applica la sua mente seguendo la linea di questo esempio, scoprirà che simile ragionamento può essere applicato ad altri oggetti.

8. Esiste una specie di pensiero che potrebbe esser chiamato, con piena verità, il pensiero girovago.

Ordinariamente si presenta ai monaci sulle ultime ore della notte e conduce la mente da una città all'altra, da paese a paese, da casa a casa.

Da principio la mente conversa soltanto, poi, tratta à più lungo parlare con vecchie conoscenze, inquina il suo stato iniziale con le qualità delle persone con cui si intrattiene.

Lentamente perde il contatto cosciente con Dio e dimentica la sua vocazione e i suoi impegni sacri.

Il solitario deve esser ben accorto con questo demone, osservando donde viene e dove mira giungere; certo non per niente intraprende il suo lungo periplo.

Vuol turbare lo stato interiore del monaco eccitando la mente e, intossicandola con le vecchie conversazioni, tentare di renderlo preda del demone impuro, di quello iracondo o di quello melanconico, che sono, secondo lui, i più rovinosi.

Se vogliamo conoscer bene le mire di questo demone, non dobbiamo subito contrastarlo e neppure dobbiamo manifestare all'anziano che ha cura di noi le sue sottili astuzie … altrimenti, vedendosi scoperto, cosa che lui non ama, fuggirebbe immediatamente, lasciando noi privi di quelle conoscenze che dal combattimento dobbiamo imparare.

Piuttosto lasciamogli recitare fino in fondo la commedia che si concluderà o il giorno dopo il suo apparire o il terzo giorno, impareremo le sue abili astuzie e apprenderemo quelle parole che lo metteranno in fuga.

Siccome, durante la tentazione, la mente, essendo turbata, non sempre riuscirà a veder chiaro ciò che sta succedendole, al momento in cui il demone si ritira agisci così: siedi in luogo solitario e richiama quello che ti è capitato.

Da dove è cominciato il tuo vagabondaggio mentale, quali posti hai visitato, in che luoghi lo spirito impuro, quello iracondo o quello malinconico ti sono venuti incontro, e tutto quello che può esserti successo.

Osserva con cura e affida alla memoria tutto, in modo da poter fare un chiaro resoconto al demone, quando tornerà all'assalto.

Nota anche il luogo recondito dove vuol condurti e che cerca tener nascosto, e non lo seguire più oltre.

Fatto questo, se lo vuoi fare andare in collera, appena si presenta esponigli, nominandoli verbalmente, il primo luogo dove ti condusse, il secondo e il terzo; non sopporta l'esser preso in giro e vedrai che rimarrà molto umiliato.

Vedrai allontanarsi da te un tale pensiero non buono, e ciò sarà il segno della bontà del trattamento che ti ho consigliato, questo demone odia di esser riconosciuto apertamente.

La vittoria ti lascerà una grande sonnolenza, una pesantezza alle palpebre, un senso di freddo, sbadigli e languore fisico, con la diligente preghiera allo Spirito Santo, disperderai queste penose tracce.

16. Il Signore ha affidato, nell'era presente, all'uomo le energie del pensiero come pecorelle a un buon pastore; come aiuti, gli ha dato l'appetito concupiscibile e quello irascibile.

Con l'irascibile l'uomo può debellare i pensieri dei lupi, cioè degli spiriti del male; con il concupiscibile può amare con tutto il cuore le pecorelle, i buoni pensieri, e condurli al pascolo, affrontando le non rare piogge e venti che gli si fanno incontro.

Inoltre gli ha dato la legge come meta cui condurre il gregge, e prati verdeggianti ed acque di quiete, il salterio e la cetra, il bastone e il pastorale, cosicchè da questo gregge egli può trarre nutrimento e vesti e raccogliere il fieno della montagna.

Poichè il Signore dice: " Chi curando il gregge non si nutre del latte delle pecorelle? " ( 1 Cor 9,7 ).

Il solitario vegli, giorno e notte, sul suo gregge, perchè alcun agnello non gli venga rapito dalle belve o rubato dai ladri.

Se ciò accadesse, in qualche luogo selvaggio, deve subito estrarlo dalle fauci del leone o dell'orsa.

Bestie da preda sono: l'odio alimentato contro un fratello; l'impura bramosia di donne; il pensiero avido del denaro e dell'oro; anche il pensiero di donazioni sacre, se alimentate nella mente per vanagloria.

La stessa cosa vale per ogni altro pensiero che sia devastato dalle passioni …

20. Quando uno spirito del male viene e ti ferisce con le sue suggestioni e tu persisti nel volere che la spada della Parola di Dio si pianti nel tuo cuore per annientarlo, agisci come sto per dirti.

Analizza la suggestione diabolica, domandandoti cosa è in sè stessa, quali le sue componenti, in che cosa influisce sulla tua mente.

Supponi che ti abbia suggestionato col pensiero dell'oro, nella mente separa il pensiero dell'oro, l'oro in se stesso, dalla passione che propende verso l'oro.

Domandati ora: Quale di queste cose è peccato?

La mente forse?

Ma come può essere se essa è l'immagine di Dio?

Il pensiero dell'oro?

Chi essendo sano di mente può asserire ciò?

È l'oro in se stesso, peccato?

Allora perchè fu creato?

Non resta che la quarta possibilità: la passione avida dell'oro.

Essa non è nè una cosa concreta a sè stante, nè l'apprensione di un dato oggetto, ma l'avidità indegna dell'uomo, nata dal libero arbitrio e che urge la mente ad abusare della creazione di Dio …

Se la tua discriminazione sarà del tutto perfetta, il pensiero malefico, scomposto nelle sue parti, si dileguerà; e il demone fuggirà via non appena il tuo pensiero volerà alto sulle ali di questa conoscenza.

Se, invece di trafiggerlo con la spada della parola, desideri colpirlo con la fionda prendi un sasso dalla tua borsa di pastore e comincia a pensare così: come mai gli spiriti buoni o quelli malefici possono influire nel mondo presente, mentre a noi non è concesso di agire in nessun modo su di loro?

Non possiamo portare nessun angelo più vicino a Dio, nè rendere più impuro un demone.

Pensa anche alle parole della Scrittura: "Come sei caduto Lucifero, figlio dell'aurora, come sei caduto dal cielo!" ( Is 14,12 ).

"Dio fà bollire il fondo del mare, come una caldaia, lo agita come un vaso pieno di essenze odorose, trascina le parti più profonde dell'abisso come prigioniero di guerra, ritiene l'abisso come suo sentiero … ( Gb 41,22-23 ).

Il pensiero accurato su queste cose, ferisce molto lo spirito del male e finisce col debellare tutte le sue schiere.

Questa operazione è concessa solo a quelli che hanno raggiunto un considerevole grado di purezza interiore, ed hanno conoscimento delle cause di ciò che loro sta succedendo.

L'uomo non purificato non sa pensare con cura a questi fatti; anche se viene istruito sul modo di esorcizzare gli spiriti del male, non ascolterà, essendo il suo interiore tutto in tumulto e ricoperto dalla polvere sollevata dalle passioni.

In questo secondo modo di affrontare il nemico è essenziale che tutta la schiera degli spiriti del male sia tenuta immobile, e solo il loro campione venga affrontato dal nostro eroe.

Finchè in noi il pensiero non sarà purificato, usiamo il primo metodo di analisi; raggiunta la purificazione, possiamo servirci dell'attacco diretto contro l'avversario.

22. I pensieri non puri prendono radice in noi a motivo delle passioni che spingono la mente verso la perdizione.

Il pensiero del pane si attarda nella mente dell'affamato, causa la fame che ha; il pensiero dell'acqua nella mente dell'assetato, a motivo della sete; così i pensieri di possesso o di impurità, generati da ricco e abbondante cibo, si attardano in noi, esistendo in noi le corrispettive passioni.

La mente, abitata da tali pensieri, non può comparire davanti a Dio per ricevere la corona della rettitudine.

In questi pensieri era occupata la mente, tre volte maledetta, quando, secondo la parabola del Vangelo, si scusò di non poter partecipare al banchetto della conoscenza di Dio ( Lc 14,18-20 ).

L'uomo che venne gettato, legato mani e piedi, nelle tenebre esteriori aveva una veste intessuta di tali pensieri, e l'Ospite lo ritenne indegno del banchetto nuziale ( Mt 22,11-13 ).

La veste nuziale è la libertà dalle passioni, raggiunta dall'intelligenza che ha respinto la concupiscenza terrena.

27. Gli spiriti del male non conoscono il nostro cuore, come qualcuno è portato a pensare.

Il nostro cuore è compreso solo da Colui che capisce "la mente dell'uomo" ( Gb 7,20 ) e ne "formò il cuore" ( Sal 33,15 ).

Però sia dalle parole, sia dai movimenti del corpo, gli spiriti del male intuiscono i sentimenti del nostro cuore.

Supponiamo che, conversando, qualcuno dica male di uno che ha sparlato di noi; il demonio da questo deduce l'ostilità che abbiamo verso questo tale; così cadiamo sotto il giogo del malo spirito del risentimento che ci spinge a pensieri di vendetta.

Per questo lo Spirito Santo ci accusa con le parole: "Ti sei assiso ed hai parlato contro tuo fratello, ed hai diffamato il figlio di tua madre" ( Sal 50,20 ).

Cioè, tu hai aperto l'uscio ai pensieri di risentimento e la tua mente è confusa durante la preghiera, immaginando costantemente il viso del tuo avversario e così fai di lui il tuo dio.

Perchè l'oggetto che la mente ha di continuo presente durante la preghiera può essere considerato giustamente come il suo dio.

Evitando il male dei discorsi maligni, non avremo il ricordo di ostilità con nessuno, nè un ostile ricordo dei fratelli.

Gli spiriti del male accuratamente spiano ogni nostro movimento e non si lasciano sfuggire nulla che possa venir usato contro di noi, sia il nostro riposo, come il nostro alzarci; il nostro cammino, come la nostra sosta; le nostre parole, come i nostri sguardi.

Son sempre attenti con il desiderio di nuocerci in ogni tempo, per tendere tranelli durante la preghiera alla mente umile ed estinguere la benefica luce.

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