Filocalia

Discorso sulla sobrietà e sulla virtù, utili alla salvezza dell'anima

1. La sobrietà è una via spirituale che, con una pratica diuturna e accurata e Con l'aiuto a Dio, libera l'uomo perfettamente dai pensieri e dalle parole passionali e dalle azioni malvage.

Nel suo procedere essa ci fa il dono di una invisibile conoscenza di Dio, l'Incomprensibile, e c'introduce sui misteri divini e nascosti.

Porta a compimento tutti i precetti del Vecchio e del Nuovo Testamento, ed elargisce le benedizioni della vita futura.

Essa è principalmente la purezza di cuore che per la sua grandezza e bellezza, o, per parlare con più esattezza, a motivo della nostra negligenza è molto rara fra i monaci; essa è esaltata dalle parole di Cristo: "Beati i puri di cuore, essi vedranno Dio".

2. Essendo di tal natura, non può essere acquistata a poco prezzo.

La sobrietà, quando è seguita con perseveranza, è guida verso una vita giusta e gradita a Dio.

E, inoltre, una scala che conduce alla contemplazione, insegnando l'equilibrato controllo delle tre potenze dell'anima ( la mente, la passionalità, i desideri ), la vigilanza ferma sui sensi, ed aumenta di giorno in giorno le quattro grandi virtù ( la saggezza, il coraggio, l'astinenza e la giustizia ) ch'è la base della contemplazione.

3. La sobrietà è il sentiero di tutte le virtù e dei comandamenti di Dio.

Essa porta anche altri nomi: pace silenziosa del cuore, vigilanza di una mente del tutto libera da fantasticherie.

4. La vigilanza è il costante silenzio del cuore che, libero da tutti i pensieri, costantemente e senza interruzione, respira e invoca Gesù Cristo Figlio di Dio, e combatte i nemici affermando con fede che Lui solo ha il potere di perdonare i peccati.

Un'anima siffatta, con la continua invocazione, abbraccia Cristo che cerca soltanto il cuore, e non rivela agli altri la dolcezza e il suo interiore travaglio perchè il maligno non trovi possibilità di introdurre in lui la sua malizia e distruggere la perfezione raggiunta.

6. La sobrietà è una sosta immobile e prolungata della mente alla porta del cuore, cosicchè possa vedere i pensieri che vengono come ladri, ed ascoltare ciò che dicono e fanno questi devastatori, riconoscere l'impronta iscritta e delineata in essi dai demoni con la quale tentano di saccheggiare la mente con la fantasia.

Quest'opera, se compiuta con amoroso sforzo, ci rivelerà, se lo vogliamo, chiaramente e per esperienza la natura del combattimento interiore.

7. La costanza genera l'abitudine, questa a sua volta produce una specie di continuità naturale della sobrietà che, per natura delle cose, procura gradualmente, la visione diretta del combattimento che, affrontato con la perseverante preghiera di Gesù, produce la dolce solitudine della mente libera dalle fantasie e quello stato meraviglioso che nasce dall'unione con Gesù.

9. Se puoi ti è dato di presentarti al mattino e sostenere lo sguardo ( di Dio ), come pure volgere a lui lo sguardo, sai quel che dico.

Altrimenti sii sobrio e lo capirai.

10. Come il mare è formato da immense distese di acqua, la ferma sobrietà e il profondo silenzio dell'anima, dischiudendo un abisso di visioni straordinarie e ineffabili, di consapevole umiltà, di rettitudine e di amore, costituiscono la sobrietà perfetta e la preghiera di Gesù, libera da pensieri.

Questo, tuttavia, va fatto con intensità e continuità, senza scoraggiarsi.

11. "Non chiunque mi dirà: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio".

La volontà del Padre, però, è questa: "voi che amate il Signore, odiate il male".

Pertanto oltre alla preghiera di Gesù Cristo dobbiamo anche odiare i pensieri cattivi.

Compiremo così la volontà di Dio.

12. Il Signore nostro è Dio incarnato, con la sua virtuosa vita nella carne ci ha proposto un esempio di ogni virtù, un modello per tutti gli uomini ed un richiamo del vecchio uomo decaduto.

Tra tutti gli altri esempi con i quali ci ha dato insegnamento, non dimentichiamo che, dopo il battesimo, andò nel deserto per iniziare col digiuno il combattimento spirituale.

Il diavolo, infatti, si avvicina a lui come ad un semplice uomo.

Proprio attraverso tale tipo di vittoria, egli, il Signore, ha mostrato anche a noi, esseri da nulla, come si deve lottare contro gli spiriti del male, cioè con l'umiltà, il digiuno, la preghiera e la sobrietà.

Chi non ricorre a tali cose presume di essere come Dio e Dio degli Dei.

13. Riguardo poi a quanti siano secondo me i modi della sobrietà capaci di purificare gradualmente lo spirito dai pensieri frutto di passioni, ecco, non sarò pigro nel farteli conoscere con lingua disadorna e semplice.

Infatti, considerate le difficili circostanze del combattimento, ho creduto opportuno di non velare col linguaggio ciò che è utile, pensando specialmente ai più semplici.

"Tu però, figlio Timoteo, fa attenzione a ciò che leggi".

14. Un primo modo della sobrietà, dunque, consiste nel sorvegliare continuamente l'immaginazione, cioè ogni tentativo d'assalto, perchè satana senza l'immaginazione non può produrre, nè insinuare nella mente pensieri menzogneri ed ingannatori.

15. Un altro, poi, è l'avere il cuore profondamente silenzioso, in quiete da ogni pensiero e pregare.

16. Ancora, invocare continuamente l'aiuto del Signore Gesù Cristo con umiltà.

17. Infine, avere nell'anima l'ininterrotto ricordo della morte.

18. Tutte queste pratiche, mio caro, come sentinelle tengono lontane le idee cattive.

Quando poi alla contemplazione del cielo, nulla considerando la terra - cosa appunto efficace assieme a tutte le altre cose - lo esporrò più estesamente altrove, a Dio piacendo.

19. Se, appena appena recise le cause delle passioni, ci preoccupiamo delle visioni spirituali, ma non seriamente e con perseveranza, assumendoci come compito costante proprio questo, allora torneremo facilmente, ancora una volta, alle passioni della carne senz'aver ricavato altro frutto che il completo oscuramento dell'intelletto e la deviazione verso le cose materiali.

20. È necessario che il combattente interiore abbia in qualsiasi momento questi quattro requisiti: umiltà, attenzione estrema, opposizione ( ai pensieri ) e preghiera.

Umiltà, perchè la sua lotta è contro orgogliosi demoni nemici ed inoltre affinchè abbia a portata del cuore l'aiuto di Cristo: il Signore infatti "ha in odio gli orgogliosi".

Attenzione, perchè possa sempre ottenere che il suo cuore non abbia alcun pensiero, fosse pure apparentemente buono.

Opposizione, perchè, quando da lontano lo scorga venire, subito con sdegno si opponga al malvagio.

E risponderò a chi mi si oppone ingiustamente: la mia anima non sarà sottomessa a Dio?

Preghiera, per gridare a Dio con inesprimibile gemito subito dopo l'opposizione.

Allora, il combattente vedrà il nemico dissolto e messo in fuga dall'adorabile nome di Cristo, come polvere dal vento, o come fumo che svanisce con le sue illusorie figure.

21. Chi non ha una preghiera pura da pensieri, non ha alcuna arma per il combattimento.

Intendo una preghiera costantemente attiva nel santuario dell'anima, affinchè, con l'invocazione di Cristo, il nemico, che conduce una subdola guerra, sia sferzato e costretto ad uscire allo scoperto.

22. Tu, poi, devi scrutare con lo sguardo acuto e intenso della mente in modo da accorgerti chi entra.

Appena te ne rendi conto, schiaccia subito, con l'opposizione, la testa del serpente, ma, nel far questo, grida con gemito verso Cristo ed allora sperimenterai il divino invisibile soccorso e vedrai distintamente la rettitudine del ( tuo ) cuore.

23. Come chi, stando in mezzo ad altri, tiene lo specchio in mano e guardandovi dentro vede sì il proprio volto ma anche quello degli altri che vi si riflettono, così chi osserva totalmente il proprio cuore, vede in esso e la propria condizione e i volti neri degli etiopi spirituali.

24. La mente non può da sola aver ragione dell'immagine demoniaca e non lo osi neppure: i demoni, infatti, sono scaltri, fingono perfino di darsi per vinti, mentre l'ingannano subdolamente con le vanità.

Però, dinanzi all'invocazione di Gesù Cristo, essi non possono, neppure per un attimo, sopportare di rimanere a tenderti insidie.

27. Ascolta bene, se intendi fare sul serio: modello e regola della quiete del cuore è un piccolo animaletto.

Ti sia sempre d'esempio il ragno, altrimenti non avrai neppure l'inizio della quiete vera dell'intelletto.

Il ragno, infatti, va a caccia delle piccole mosche.

Ebbene, anche tu, se mantieni questo tipo di quiete, anche soffrendo nell'intimo della tua anima, non smetterai di uccidere sempre i piccoli di Babilonia, uccisione per la quale sei reso beato dallo Spirito Santo secondo le parole di David.

28. Come non è possibile vedere il Mar Rosso nel firmamento, tra le stelle, e come non può essere che un uomo vivente sulla terra non respiri la sua aria, così è impossibile purificare il nostro cuore dai pensieri, frutto di passioni, e scacciare da esso i nemici spirituali senza la frequente invocazione di Gesù Cristo.

29. Se vivrai sempre nel tuo cuore con umiltà di pensiero, con il ricordo della morte, l'autorimprovero, la contraddizione e l'invocazione di Gesù Cristo; se, giorno dopo giorno, sobriamente, percorrerai armato di tali armi la strada stretta ma gioiosa e piena di grazia dell'intelligenza, allora giungerai alle sante visioni delle cose sante.

Il Cristo, nel quale sono i tesori nascosti della sapienza e della Conoscenza, nel quale abita la pienezza della divinità corporalmente, illuminerà per te i misteri profondi.

Dinanzi a Gesù, infatti, sentirai che ha preso possesso della tua anima lo Spirito santo dal quale la mente dell'uomo riceve luce per guardare a volto scoperto la storia del Signore.

"Nessuno, dice che Gesù è il Signore, se non nello Spirito Santo", che misteriosamente conferma il cercatore del Signore".

41. Come la pioggia quanto più si riversa sulla terra tanto più la rende morbida, così anche il santo nome di Cristo fa gioire e rallegra la terra del nostro cuore, quando sia da noi chiamato in aiuto e sempre più frequentemente invocalo.

42. È bene che gli inesperti sappiano anche questo: quei nemici incorporei, invisibili, malvagi esperti nel fare il male, solerti, muti, per anni esperimentati nella lotta, dai tempi di Adamo fino ad oggi, ebbene, questi nemici, noi, appesantiti e attratti verso terra nel corpo e nel pensiero, non possiamo sconfiggere altrimenti che con l'ininterrotta sobrietà spirituale e con l'invocazione di Gesù Cristo, Dio e Creatore nostro.

Per gli inesperti è necessario che la preghiera a Gesù Cristo sia un incentivo al progresso del discernimento e nella conoscenza del bene; per gli esperti invece, l'esercito del bene il discernimento e il riposo nel bene sono il miglior maestro.

48. Ti sia da modello della quiete del cuore chi ha lo specchio in mano e ci guarda dentro; vedrai i mali e i beni spirituali scritti nel tuo cuore.

49. Guarda di non mantenere nel tuo cuore nessun pensiero nè secondo ragione, nè contro ragione, per accorgerti facilmente degli estranei, cioè dei figli primogeniti degli Egiziani ( le suggestioni ).

51. La sobrietà è simile alla scala di Giacobbe al cui vertice sta Dio e sulla quale gli angeli salgono.

Toglie infatti ogni male da noi, ad essa si deve che si smetta con le troppe parole e le ingiurie, le mormorazioni e tutto il catalogo dei mali sensibili, poichè non sopporta neppure un po' di essere da questi privata della propria dolcezza.

53. Lo spirito che non trascura il proprio segreto lavoro, oltre agli altri beni provenienti dalla continua opera di custodia, otterrà anche che i cinque sensi del corpo siano liberi dai mali esteriori.

Infatti, dedicandosi totalmente alla propria virtù e sobrietà, volendo dilettarsi di buoni pensieri, non può sopportare di essere derubato attraverso i cinque sensi allorchè si insinuano pensieri terrestri e vani; anzi, conoscendone il carattere ingannevole e le molte rovinose conseguenze, li ricaccia indietro.

54. Sii saldo nella vigilanza sulla mente, non li affaticherai nelle tentazioni.

Se te ne allontani, però sopportane le conseguenze

57. La mente è resa cieca da queste passioni: l'avidità, la vanità e il piacere.

58. Conoscenza e fede, i compagni di sempre della nostra natura, da niente altro se non da queste passioni Sono state fiaccale.

59. La collera, l'ira, le guerre, gli omicidi, tutti gli altri mali, si sono con forza imposti all'uomo attraverso di esse.

60. Chi non conosce la verità non può credere veracemente, perchè per natura la conoscenza precede la fede.

Infatti ciò che la scrittura dice non è stato detto solo perchè lo afferriamo intellettualmente ma perchè lo facciamo.

62. In verità dall'esperienza ci è venuto un gran bene; chi vuole purificare il cuore invochi continuamente il Signore Gesù contro i nemici spirituali.

Nota come questo, che ho detto per esperienza, concordi con le testimonianze della Scrittura: "Preparati Israele ad invocare il nome del Signore tuo Dio", e l'Apostolo: "pregate senza interruzione".

Il Signore dice: "non potete far niente senza di me.

Chi rimane in me ed io in lui porta molto frutto".

Ed ancora: "Se qualcuno non rimane in me, sarà gettato fuori come il tralcio".

La preghiera è un grande bene; comprensivo di tutti i beni, perchè rende puro il cuore nel quale l'io si fa visibile a chi crede.

64. Ci sono molte operazioni dello spirito che possono ottenerci il dono buono della umiltà, se invero non siamo disinteressati alla nostra salvezza cioè: il ricordo dei peccati in parole, opere, pensieri e moltissime altre cose che contribuiscono all'umiltà le quali vengono colte dalla visione contemplativa.

Ingenera umiltà vera anche questo, che si tengano in mente continuamente i successi del prossimo e si ingrandiscano dietro di noi le qualità naturali altrui, confrontandole con le nostre.

In tal modo, infatti, la mente, vedendo la propria piccolezza e quanto sia lontana dalla perfezione dei fratelli, viene a considerarsi terra e cenere, non un uomo ma un cane qualsiasi; indietro e lontano, sotto ogni aspetto, da tutti gli esseri ragionevoli della terra.

67. Via della conoscenza sono l'immunità dalle passioni e l'umiltà, senza di esse nessuno può vedere il Signore.

68. Colui che incessantemente si occupa delle cose interiori è santo.

Non solo: egli conosce la contemplazione, la parola, la preghiera.

Per lui vale ciò che dice l'Apostolo: "camminate nello Spirito e non compirete il desiderio della fame".

70. Chi si sottrae al dominio delle cose, come la donna, le ricchezze e in generale le cose esterne, rende "monaco" l'uomo esteriore, ma non ancora quello interiore.

Chi, invece, si sottrae al dominio dei pensieri originati dalle passioni nella mente, costui è un vero monaco.

Ora, è ben facile, volendo fare "monaco" l'uomo esteriore; solo una lunga lotta, invece, può fare "monaco" l'uomo interiore.

73. Non dedicare tutto il tuo tempo libero alla carne.

Stabilisci piuttosto per essa un determinato esercizio secondo le sue possibilità e volgi tutto il tuo spirito verso le cose interiori.

"L'esercitare il corpo infatti è ben poco utile; la pietà invece è utile sotto tutti gli aspetti".

74. Quando le passioni tacciono, sia per il venir meno delle cause che per ritirata strategica dei demoni, nasce l'orgoglio.

79. Il Signore, volendo mostrare che ogni comandamento è un dovere ma che ha "donato" l'adozione nel suo sangue agli uomini dice: quando fate ciò che vi è stato ordinato, dite: "siamo servi inutili e abbiamo fatto ciò che dovevamo".

Perciò il regno dei cieli non è il salario delle opere, ma dono del Signore preparato per i suoi fedeli.

Il servo non esige come salario la libertà, ma ringrazia come debitore ed accoglie la libertà come un dono.

81. Chi onora il Signore fa ciò che Egli comanda.

Se sbaglia o disobbedisce, attende come dovuto ciò che segue alle sue azioni.

Se sei amico del sapere diventa anche amico della fatica.

La conoscenza superficiale, infatti, rende l'uomo arrogante.

86 Se l'uomo non fa la volontà di Dio e la legge di Dio nelle proprie viscere, cioè nell'intimo del cuore, non può farlo facilmente neppure all'esterno.

Il non sobrio e indifferente dirà al Signore: "non voglio conoscere le tue vie", completamente privo di divina illuminazione; mentre chi ne partecipa, in qualche misura, non diverrà incerto ma solidamente capace riguardo alle cose divine.

88. Dall'attacco demoniaco vengono i molti pensieri e da questi l'atto sensibile cattivo.

Ma chi con Gesù spenga subito il primo impulso, eviterà le conseguenze, acquistando una dolce conoscenza divina per mezzo della quale troverà Dio ovunque presente.

Allora, se volgerà a Lui la mente come specchio sarà continuamente illuminato, come il vetro terso dal sole sensibile.

A quel punto, l'intelletto, giunto ormai all'estremo vertice dei suoi desideri, riposerà in se stesso da ogni altra attività contemplativa.

89. Dal momento che ogni pensiero penetra nel cuore attraverso le immagini delle cose sensibili, solo quando sarà completamente libero dalle realtà sensibili e vuoto delle figure che ne derivano, risplenderà in lui la luce beata della divinità; questa illuminazione sopravviene nella mente che è priva di tutti gli altri pensieri.

91. La continua invocazione di Gesù con un desiderio ricolmo di dolcezza e di gioia fa sì che il cielo del cuore, per l'estrema attenzione, sia colmo di gioia e di pace.

Della purificazione perfetta del cuore, però, è causa Gesù Cristo Figlio di Dio e Dio, al quale si devono tutti i beni: "io sono un Dio di pace:".

92. L'anima beneficata e resa dolce da Gesù, riconoscendone il beneficio, ricambia il benefattore con esultanza e amore, rendendogli grazie e invocando con diletto perchè le dà pace.

Spiritualmente poi, lo vede dentro di sè che dissolve le immagini provocate dagli spiriti cattivi.

97. Per la continua invocazione ed il continuo ricordo del Signore nostro Gesù Cristo si realizza nella mente una specie di tranquillità divina, purchè non trascuriamo la preghiera continua a Lui, la sobrietà senza tregua e l'opera di vigilanza.

Invero, cerchiamo di compiere in modo sempre uguale ed in modo proprio l'invocazione di Gesù Cristo nostro Signore, gridando con cuore fervente cosicchè possiamo aver parte a gustare il santo Nome di Gesù.

La continuità, infatti, sia per la virtù che per il vizio, è madre dell'abitudine e l'abitudine poi ha forza al pari della natura.

Poi, la mente, che giunga a tale tranquillità, insegue i nemici come il cane che caccia la lepre nelle boscaglie, il cane per divorarle la mente per annientarli.

99. Come non è possibile andare in guerra a corpo nudo, o attraversare un grande specchio di mare con le vesti, ovvero vivere senza respirare, così è impossibile imparare il combattimento spirituale e segreto in modo da inseguire abilmente il nemico e colpirlo senza l'umiltà e la continua invocazione a Cristo.

104. Il cuore incessantemente custodito, che non consenta di accogliere figure, immagini e rappresentazioni provenienti dagli spiriti tenebrosi e malvagi, genera naturalmente, da sè stesso, pensieri luminosi.

Infatti, come il carbone genera la fiamma, così, e assai più grandemente, Iddio che abita nel cuore dal momento del Santo Battesimo, se troverà il cielo del cuore libero dai venti cattivi e ben custodito dallo spirito, lo accenderà col potere della contemplazione, come la fiamma accende il cero.

105. Nello spazio del nostro cuore deve sempre brillare il Nome di Gesù Cristo, come brilla in cielo il lampo che annuncia la pioggia imminente.

Ben lo sanno coloro che hanno esperienza dello spirito e del combattimento interiore.

Disponiamo pertanto con ordine il combattimento spirituale: innanzitutto, attenzione; quindi, appena un pensiero nemico si fa innanzi, rigettiamolo con parole violente e con sdegno.

Per la terza cosa, lanciamo imprecazioni contro di esso e raccogliamo il cuore con l'invocazione di Gesù Cristo perchè subito si dissolva l'immagine demoniaca, affinchè la mente non segua la fantasticheria, come un fanciullo tratto in inganno da abile giocoliere.

106. Ostiniamoci nel gridare: Signore Gesù Cristo!

Si consumi la nostra gola e non vengano meno i nostri occhi spirituali nell'attesa fiduciosa del Signore nostro Dio, come fece David.

108. È impossibile a chi fissa il sole non aver gli occhi abbagliati dall'intensa luce, così chi si volge sempre verso il cielo del cuore non può non essere illuminato.

109. È impossibile vivere sulla terra senza mangiare e bere.

Allo stesso modo è impossibile, senza la custodia dell'intelletto e la purezza del cuore, in altre parole senza la 'sobrietà', che l'anima pervenga ad alcunchè di spirituale e di gradito a Dio e che si liberi dal peccato dell'intelligenza, anche se uno si fa violenza per non peccare, terrorizzato dalle punizioni.

110. Tuttavia coloro che violentemente si tengono lontani dal compiere il peccato concretamente, sono beati presso Dio, gli angeli e gli uomini; infatti, sono essi coloro che fanno violenza al Regno dei cieli.

111. Dalla quiete viene alla mente un meraviglioso frutto, questo: tutti i peccati spirituali che all'inizio colpiscono con pensieri solo per diventare poi peccati spirituali che all'inizio colpiscono con pensieri solo per diventare poi peccati materiali e visibili, se appena la mente si mostra recettiva, sono recisi dalla virtù di una mente sobria che non consente loro di penetrare nell'uomo interiore e di condurre ad azioni cattive, in forza dell'intervento e dell'aiuto del Signore Gesù Cristo.

112. Immagine dell'ascesi corporale esteriore e sensibile è il Vecchio Testamento; invece, il Santo Vangelo, cioè il nuovo Testamento, è immagine dell'attenzione, ovvero della purezza di cuore.

Il Vecchio, pertanto, non portava alla perfezione o al compimento dell'uomo interiore riguardo alla pietà, poichè, come dice l'Apostolo, "la legge è finita", ma impediva solo i peccati materiali; mentre è certamente più importante per la purezza del cuore recidere i pensieri - cosa che è comandata dal Vangelo - e i desideri cattivi che il divieto di togliere l'occhio o il dente al prossimo.

Allo stesso modo, anche riguardo alla giustizia e alla ascesi del corpo, cioè il digiuno, la continenza, il dormire per terra, lo stare in piedi, la veglia notturna ecc. - tutte cose che riguardano il corpo e che placano la parte passiva del corpo dal compiere il peccato concretamente - ebbene, come ho detto, tutto ciò è buono ma rispetto al Vecchio Testamento.

Sono, infatti, una pedagogia del nostro uomo esteriore e un presidio contro l'efficacia delle passioni, ma non salvaguardano dai peccati spirituali, così da liberarci, con l'aiuto di Dio, dall'invidia, dall'ira ecc.

113. La purezza del cuore, cioè la custodia attenta della mente, della quale è modello il Nuovo Testamento, se è perseguita da noi come si deve, recide e sradica tutte le passioni e tutti i mali dal cuore, introducendo al loro posto gioia, buona speranza, compunzione, contrizione, lacrime, profonda conoscenza di sè e dei nostri peccati, ricordo della morte, verace umiltà, amore sconfinato verso Dio e verso gli uomini ed un divino desiderio nel cuore.

115. Se, dunque, nel Signore vuoi essere e non solo sembrare monaco, essere sempre buono, prudente, unito al Signore, se veramente vuoi essere così, mira con tutte le tue forze alla virtù dell'attenzione, che è custodia attenta della mente e pienezza nel cuore di dolce quiete, tranquillità dell'anima beata e nuda di ogni immaginazione, cosa questa che non troviamo in molti.

116. È questa infatti che si dice filosofia spirituale.

Percorri tale via con molta sobrietà e caldo desiderio, accompagnandoti con la preghiera di Gesù, l'umiltà, la frequenza e il silenzio delle labbra sensibili e spirituali, con la continenza nel mangiare e nel bere e in ogni cosa connessa.

Percorrila con pensiero consapevole e saggio e ti insegnerà, con l'aiuto di Dio, ciò che non sapevi e ti farà giungere alla conoscenza, ti illuminerà, ti farà intendere e ti farà discepolo di ciò che prima ritenevi impossibile accogliere nella mente, quanto camminavi nell'oscurità delle passioni e delle opere tenebrose, avvolto dall'oblio e dal turbamento dell'abisso.

126. Dobbiamo muovere ognuna delle tre potenze dell'anima giustamente, secondo natura, come fu creata da Dio.

La potenza irascibile, così, contro il nostro uomo esteriore ed il serpente demoniaco.

"Adiratevi contro li peccato", cioè adiratevi contro voi stessi e il diavolo, "per non peccare contro Dio".

La potenza concupiscibile, invece, deve muoversi verso Dio e la virtù, mentre la potenza ragionevole la disporremo ad ordinare, consigliare, punire e signoreggiare, come il re signoreggia sui servi, sulle altre due potenze con sapienza e scienza.

Allora, anche se le passioni insorgeranno contro di essa, la ragione, che è in noi, le governerà secondo Dio.

Avremo cura pertanto che la ragione le diriga.

Dice, infatti, il fratello del Signore: "se uno non manca nel parlare, questi è un uomo perfetto, capace di dominare anche tutto il corpo"; ed anche le cose seguenti; poichè veramente è chiaro che ogni violazione della legge e ogni peccato si compie mediante queste tre cose, così come ogni virtù e giustizia sl costituisce egualmente attraverso di esse.

128. Chi ricerca e persegue ogni giorno la pace e la quiete dell'intelletto disprezzerà facilmente ogni cosa sensibile per non affaticarsi invano.

Ma se uno tenta di ingannare la propria coscienza dormirà l'amara "morte dell'oblio" che il divino David si augura di non dormire.

Anche l'Apostolo afferma: "Se uno conosce il bene che deve fare e non lo fa, commette peccato".

130. L'asino legato alla ruota del mulino non può più andare avanti in linea retta.

Allo stesso modo, lo spirito non procederà nella virtù che rende perfetti se non rettifica la propria vita interiore.

Sarà sempre cieco negli occhi interiori e non potrà vedere la virtù, nè Gesù scintillante di luce.

131. Un cavallo ardito ed orgoglioso balza su con slancio e piacere quando qualcuno sale su di lui.

Così la mente contenta si diletterà nella luce del Signore, entrando nel giorno, libera da pensieri.

Procederà in forza della filosofia pratica dell'intelletto, da sè rinnovandosi alla segreta potenza di contemplare realtà nascoste e virtù e, se accoglierà nel cuore la profondità sconfinata dei divini concetti, si mostrerà a lui, per quanto è possibile al cuore, il Dio degli eserciti.

Allora lo spirito sbigottito glorificherà con amore il Dio che è visto e vede, e, appunto perciò, salvatore di colui che così lo contempla.

132. Un abisso profondo di conoscenza si aprirà al cuore che ha realizzato la quiete, e l'orecchio dello spirito in quiete udrà allora da Dio cose straordinarie.

137. Per sua natura la preghiera di Gesù unita alla sobrietà può cancellare dal profondo dell'attenzione del cuore quei pensieri che quasi vi si sono radicati e sembrano inamovibili, anche se ci opponiamo.

142. Come non è possibile attraversare un gran tratto di mare senza una grande nave, così è impossibile respingere l'attacco di un pensiero cattivo senza l'invocazione di Gesù Cristo.

145. La mente è una realtà debole ed ingenua; va dietro facilmente alle apparenze e cede alle immaginazioni illecite, a meno che non abbia costantemente ad ostacolarla e a frenarla un pensiero che signoreggi le passioni.

146. Contemplazione e conoscenza conducono per loro natura ad una vita secondo la norma perchè la mente, da esse elevata, giunge a disprezzare i piaceri e le altre dolcezze sensibili della vita come meschine.

148. Cosa assai difficile per l'uomo è il raggiungere la quiete dell'anima da ogni pensiero.

Si tratta veramente di cosa laboriosa e faticosa.

Infatti è pesante non solo per i non iniziati a questo tipo di combattimento ( chiudere e delimitare l'incorporeo dell'abitazione corporea ) ma anche per gli esperti nella battaglia interiore e immateriale.

Chi però stringe al cuore il Signore Gesù con la preghiera continua "Non proverà fatica nel seguirlo", come dice il profeta: egli non desidererà "il giorno della sventura" essendo ricolmo della bellezza, delicatezza e dolcezza di Gesù.

E davanti agli impuri demoni che lo circondano, ai suoi nemici, non arrossirà, parlando loro dalla porta del cuore e ponendoli in fuga per mezzo di Gesù.

152. Cominciando a risvegliare l'attenzione della mente, se uniremo alla sobrietà l'umiltà e alla resistenza la preghiera, procederemo bene lungo la strada della penitenza, in quanto appunto ci sforzeremo di fare bella e di spazzare la casa del nostro cuore dal male, mettendola in ordine e rendendola pura con la lampada luminosa dell'adorabile e santo nome di Gesù Cristo.

Se invece oseremo tentare solo con la nostra sobrietà e attenzione, allora, subito sospinti dai nemici, saremo abbattuti e sottomessi da quelli astutissimi ingannatori.

Saremo sempre più avvinti dalle loro reti e dai loro malvagi suggerimenti; anzi saremo da loro facilmente messi a morte non avendo più quella possente arma, il nome di Gesù Cristo.

Infatti, solo questa venerabile spada, continuamente roteata con cuore semplice, può affrontarli insieme e farli a pezzi, consumarli e metterli allo scoperto come fa il fuoco con lo stoppino.

156. Un cuore totalmente estraneo alle immagini, genererà dentro di sè improvvisi pensieri, divini e misteriosi.

Allo stesso modo, balzano i pesci e saltano i delfini nel mare tranquillo quando il mare è sollevato dal vento leggero, così l'abisso del cuore dallo Spirito Santo, poichè "siete figli, Dio ha mandato lo spirito del Figlio suo nei vostri cuori, gridando: "Abba, Padre".

157. Ogni monaco sarà incerto e titubante nell'assumere l'opera spirituale prima della sobrietà dell'intelletto, o perchè non ne conosce la bellezza, o perchè, pur sapendola, non ne è in grado per mancanza di ardore.

Scioglierà però ogni incertezza iniziando decisamente la custodia della mente, la quale è ed è detta amore mentale della sapienza, o amore pratico della sapienza mentale.

In essa troverà la via di colui che disse "Io sono la via, la resurrezione e la vita".

159. Il vero monaco è colui che realizza la sobrietà e veramente sobrio è colui che è monaco nel cuore.

162. Guai a coloro che perdono il cuore: "cosa faranno quando il Signore verrà?".

Perciò, diamoci da fare, fratelli!.

166. Se, fortificati nel Signore Gesù nella sobrietà, iniziamo a correre sicuri, ci si manifesterà per prima cosa nella mente come una lampada che, quasi tenuta per mano dalla mente stessa, ci guida lungo i sentieri del pensiero.

Successivamente, ( ci apparirà ) come una luna lucente e in movimento nel cielo del cuore.

Infine, come un sole apparirà Gesù, sole di giustizia, che mostrerà sè stesso e le sue tutte splendenti luci della contemplazione.

168. Una nave non può viaggiare per molto senza acqua.

Anche la custodia dello spirito non farà progressi senza la sobrietà, l'umiltà e la preghiera di Gesù Cristo.

171. La custodia del cuore sia chiamata nel conveniente e giusto modo, cioè madre di luce abbagliante, radiosa e bruciante.

In verità, infatti, è superiore a tutte le innumerevoli virtù, perchè essa genera splendide luci nel suo interno.

Per mezzo di Gesù Cristo, i suoi amanti da peccatori possono diventare giusti, da inutili utili, da impuri e privi di conoscenza puri, da ingiusti e senza intelletto santi e avveduti.

Non solo, possono contemplare realtà misteriose, conoscere Dio; divenuti poi contemplativi, sono attraversati da questa luce assolutamente improvvisa ed infinita e la toccano con misteriosi sensi e con essa abitano e vivono perchè davvero hanno gustato "quanto è buono il Signore".

In esseri angelici si compie con certezza ciò che disse il divino David: "sì, i giusti celebreranno il tuo nome e i retti abiteranno alla tua presenza".

In realtà, solo questi invocano sinceramente Dio e lo celebrano e con Lui gioiscono di colloquiare per sempre amandolo.

175. Dalla preghiera continua, dunque, il cielo del pensiero è reso sereno senza nuvole oscure, senza i venti degli spiriti del male, e quindi nel cielo del cuore è puro non è possibile che non splenda la luce divina di Gesù.

Se invece, gonfi di vanagloria, alterigia e ostentazione, tentiamo di sollevarci alle cose inarrivabili ci troveremo per di più senza aiuto da parte di Gesù.

Il Cristo, infatti, odia tali cose, Egli che è l'esempio di umiltà.

179. Così, dunque, l'anima può rimanere nel Signore con quella sua bellezza, perfezione di forme e rettitudine, come aveva quando fu all'inizio creata da Dio, molto buona e retta.

Allo stesso modo dice il grande servitore di Dio Antonio: "la virtù consiste nell'essere la parte intellettuale dell'anima secondo natura".

Ed ancora egli disse: "l'anima retta vuol dire questo, che la parte intellettuale o spirituale sia secondo natura così come fu creata".

E dopo poco ancora: "purifichiamo il pensiero; infatti, io credo che se in tutto è purificato e secondo natura, può, diventando perspicace, vedere di più e più da lontano i demoni, avendo il Signore che glielo rivela".

Questo dice il glorioso Antonio, come dice il grande Atanasio nella vita di Antonio.

189. Al tuo respiro e alle narici unisci la sobrietà e il nome di Gesù oppure la meditazione indefettibile della morte e l'umiltà.

Sono molto utili ambedue le vie.

196. Veramente beato chi si unisce alla preghiera di Gesù nel pensiero e lo chiama incessantemente allo stesso modo che l'aria è unita ai nostri corpi o la fiamma al cero.

Il sole, passando sopra la terra, produce il giorno; il nome santo e venerabile di Gesù Cristo, invece splendendo senza interruzione nel pensiero, genera innumerevoli concetti splendenti come il sole.

197. Il cielo si manifesta chiaro quando le nubi si dissolvono.

Una volta dissolte le immaginazioni frutto di passioni dal sole di giustizia, Gesù Cristo, si generano inevitabilmente nel cuore pensieri brillanti e luminosi come stelle, perchè il cielo del cuore è stato illuminato per mezzo di Gesù.

Dice infatti l'Ecclesiaste: "quanti confidano nel Signore comprenderanno la verità e i fedeli vivranno preso di Lui nell'amore".

198. Uno dei Santi ha detto: "quando serbi rancore, serba rancore contro i demoni e quando hai in odio abbi in odio il corpo, sempre.

Amico scaltro è la carne e, se servita, fa guerra ancora di più.

Perciò nutri odio per il corpo e sii battagliero contro il ventre".

202. Non c'è veleno più terribile di quello dell'aspide e del basilisco; così, non c'è vizio peggiore del vizio dell'amor proprio.

I figlio dell'amor proprio, poi, ce li hai presenti e sono: la lode interiore, il piacere a sè stessi, la golosità, la fornicazione, la vanagloria, l'invidia e il culmine di tutti, l'orgoglio, che è capace di rovinare non solo gli uomini ma anche gli angeli del cielo e di circondare di tenebra invece che di luce.

203. Questo, scrivo a te, o Teodulo, io che porto il nome del silenzio, Esichio, anche se esso non è ancora reale in me.

Ma forse non del tutto … in ogni caso sia ciò che Dio ha concesso, Iddio santato e glorificato da ogni natura ragionevole nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, dagli angeli, dagli uomini, da ogni creatura che l'ineffabile Trinità ha creato, l'unico Dio, dello splendido regno del quale anche noi speriamo far parte, per le preghiere della purissima Vergine e dei nostri Santi Padri.

Al Dio inattingibile, gloria eterna. Amen.

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