Filocalia

68. La continenza, il digiuno, il combattimento interiore fermano i desideri e gli impulsi carnali.

La lettura della Sacra Scrittura tempera la febbre dell'anima e l'agitazione del cuore; la preghiera ininterrotta li riduce alla loro umile misura, la compunzione come olio li rende radiosi.

69. Nient'altro al pari della preghiera pura e monda di interessi materiali rende l'uomo intimo a Dio, unisce a Lui chi prega senza divagazioni mentali, con l'anima lavata dalle lacrime, ammorbidita dalla gioia della compunzione e illuminata dalla luce dello Spirito.

70. Ottima è la persistenza nella recita dei salmi, se accompagnata dalla perseverante attenzione, ma è la qualità delle preghiere che dà vita all'anima e la rende feconda.

La qualità si ha quando la salmodia e le invocazioni vengono fatte con lo Spirito presente nella mente.

Chi considera il senso racchiuso nelle Scritture mentre prega e recita i salmi prega nella sua mente.

Questi pensieri divini costituiscono, nel suo cuore, altrettanti gradini spirituali: l'anima rapita nell'aria luminosa, accesa e pura s'innalza fino al cielo e contempla i beni preparati ai santi.

Consumata da struggenti desideri esprime con gli occhi il frutto della luce spandendo fiotti di lacrime sotto l'illuminatrice energia dello Spirito.

Dolce è il gusto di questi beni, tanto da rendere inutile la sunzione del cibo in tali momenti.

Questo è il frutto della preghiera che nasce dalla qualità della salmodia nell'anima orante.

71. Dove appaiono i frutti dello Spirito, si rivela la qualità della preghiera.

Ove c'è la qualità, anche la quantità della salmodia è ottima.

Dove i frutti non appaiono è segno che la qualità è sterile, e se quest'ultima è sterile la quantità a nulla serve.

La quantità può sottoporre il corpo ad un esercizio, ma ordinariamente è senza frutto.

72. Quando preghi o reciti i salmi sii attento alle insidie.

I demoni carpendo la sensibilità dell'anima le fanno proditoriamente dire una cosa per un'altra, cambiano in bestemmia i versetti dei salmi facendoci proferire delle empietà.

Quando incominciamo un salmo ci spingono verso gli ultimi versetti facendoci saltare quelli di mezzo.

Oppure ci fanno perdere dentro il primo versetto senza farci continuare il resto del salmo.

Altre volte, quando siamo arrivati a metà del salmo, bruscamente ci tolgono dalla memoria i versetti che seguono, in modo che dimenticato il versetto che stavamo recitando non riusciamo più a riprendere la recitazione.

Fanno così per stancarci e disgustarci, e per guastate i frutti della preghiera facendoci intravedere la sua lunghezza.

Resisti con fermezza, sii attento con tutte le forze al salmo che stai recitando potrai, con la contemplazione, raccogliere dai versetti i frutti della preghiera ed arricchirti con l'illuminazione che lo Spirito Santo concede all'anima orante.

7 . Se ti capita qualcosa del genere mentre stai salmodiando con intelligenza, non cedere alla pigrizia.

Non preferire la comodità del corpo a spese dell'anima, abbandonandoti alla preoccupazione della lunghezza dell'ora della preghiera.

Fermati sul punto in cui la tua mente si è lasciata catturare, se sei alla fine del salmo ricomincia con ardore dal primo versetto.

Se agirai in questo modo, i demoni non sopporteranno la tua paziente perseveranza e la fermezza della tua risoluzione; se ne andranno ricoperti di vergogna.

74. La preghiera incessante, abbilo per certo, è quella che sorta nell'anima non vien meno, nè giorno, nè notte.

Non ha alcun segno esteriore, nè movimenti di braccia, nè posizioni corporali, nè suoni di lingua.

Chi comprende sa che essa consiste nell'esercizio mentale con la partecipazione dell'intelligenza e della memoria di Dio, in uno stato di compunzione ininterrotta.

75. L'applicazione costante alla preghiera consiste nel raccoglimento dei propri pensieri sotto la vigilanza dell'intelletto in una grande pace e umiltà, indirizzandoli a scrutare le profondità del mistero divino, e a vivere nell'onda, dolcissima, della contemplazione.

Quando tutte le qualità dell'anima sono segnate dalla sapienza, la preghiera incessante può dirsi realizzata.

76. Se stai cantando un inno a Dio e sopraggiunge un fratello a bussare alla tua porta, non anteporre l'opera della preghiera a quella dell'amore, non compiresti opera gradita a Dio.

L'amore esige la compassione e non il sacrificio.

Lasciando il dono della preghiera, offri parole d'amore al fratello, confortandolo.

Riprendi quindi l'offerta del tuo dono al Padre degli spiriti con lacrime e cuore contrito, e immediatamente lo Spirito si rinnoverà sulle tue offerte.

77. Il mistero della preghiera può essere celebrato in qualunque luogo e in ogni tempo.

Se limiti la preghiera a delle vie e momenti precisi, a dei luoghi stabiliti, il tempo che rimane verrà perduto in vane occupazioni.

La preghiera può essere definita: la perenne dimora della mente in Dio, la sua opera specifica consiste nell'indirizzare l'anima verso le cose divine; la sua meta è l'adesione dell'intelletto al mistero divino in modo da fondersi con Lui.

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