Filocalia

8. Il principio di ogni attività gradita a Dio, è l'invocazione fatta con fede, del nome salvifico di nostro Signore, Gesù Cristo.

Egli stesso ci ha detto: "senza di me, nulla potete fare".

Con l'invocazione bisogna perseguire la pace: "la preghiera sia fatta senza collera né contenzioni" e cercare l'amore perchè "Dio è amore, chi dimora nell'amore dimora in Dio".

Queste due qualità, la pace e l'amore, non solo rendono gradita la preghiera a Dio, ma a loro volta rinascono e risplendono nella preghiera come due inseparabili raggi divini che crescono e raggiungono insieme la perfezione.

9. Ciascuna di queste tre qualità, e tutt'e tre insieme, depongono e moltiplicano in noi l'abbondanza di tutti i doni divini.

L'invocazione con fede del nome di Gesù, Signore nostro, rende più salda la nostra speranza di ricevere la misericordia e la vera vita che, in Lui sono contenute come in una divina e imperitura sorgente, fluiscono in noi quando pronunciamo con purità di cuore il suo nome.

Con la pace che supera ogni aspettativa ed ogni confine, veniamo resi degni della riconciliazione con Dio e con tutti gli esseri creati.

Con l'amore, che è superiore ad ogni lode, principio e termine della legge e dei profeti, poichè Dio ha il nome di amore, ci uniamo perfettamente a Dio.

I peccati vengono cancellati dalla giustizia di Dio, e la grazia che rende figli di Dio agisce miracolosamente in noi mediante l'amore.

13. I nostri illustri maestri precettori con saggezza hanno istruito noi tutti, in particolar modo quelli che vogliono scegliere l'agone del silenzio divino e di viver solitari con Dio rinunciando al mondo per praticare l'esicasmo con intelligenza, preferendo l'invocazione al Signore ad ogni altro impegno, o cura, implorando con indomita speranza la sua misericordia.

Essi devono sforzarsi, con ogni possibile mezzo, a vivere, respirare, dormire e vegliare, camminare, mangiare e bere con Lui ed in Lui, in modo generale compiere tutto ciò che i maestri hanno fatto.

Quanto il Signore è assente, tutti i penosi eventi si precipitano su di noi, non lasciando spazio ad alcuna cosa profittevole, quando invece è presente il male scompare, nessun bene viene a mancare, e tutto diventa possibile.

Il Signore dice "Chi dimora in me ed io in lui, produce molto frutto: senza di me non potete far nulla".

Così, per quanto indegni, invochiamo con fede il tremendo e adorabile nome; arditamente dispieghiamo le vele e ci inoltriamo in questi scritti.

14. Prima di qualunque altra cosa scegli, in conformità alla parola divina, la totale rinuncia, e l'obbedienza perfetta e sincera.

Per questo non risparmiarti fatica nel cercare un maestro e una guida che non possa ingannarti, e riconoscerai il suo disinteresse dalle testimonianze della divina Scrittura con le quali proverà le sue parole.

Dovrà essere un uomo animato dallo Spirito e dalla vita coerente con le parole che dice, di mente aperta, umile nei pensieri, dolce nel suo comportamento, in una parola sia come deve essere uno che insegna Cristo in tutto conforme alle parole divine …

Giovanni Climaco dice: "Se uno viaggia senza una guida facilmente smarrisce il sentiero e si perde, così se uno segue la vita monastica guidato dalla sua personale volontà con facilità sbanderà dal giusto cammino, anche se possiede la più vasta sapienza del mondo".

Per questo molti, per non dire tutti, di coloro che procedono senza obbedienza o guida, per quanti siano i loro travagli e fatiche, sognano, come nel sonno, di seminare molto, mentre in verità i loro raccolti sono magri.

Avendo organizzato la loro vita in conformità al loro arbitrio e preferenza, raccolgono pula invece di grano …

15. … Secondo il mio parere posso dire che il vero obbediente debba seguire, con tutta la vigilanza, le seguenti cinque virtù: prima di tutto la fede: una fede pura e sincera nel suo maestro, fino a considerarlo e obbedirgli come se fosse lo stesso Cristo.

Il Signore Gesù dice: "Chi ascolta voi, ascolta me, chi disprezza voi, disprezza me; chi disprezza me disprezza Colui che mi ha mandato".

Al secondo posto viene la verità, l'obbediente bisogno che sia veritiero nelle parole, nei fatti, nell'accurata confessione dei suoi pensieri; è scritto: "il principio delle tue parole è la verità"

… al terzo posto viene il rifiuto di compiere la propria personale volontà, il fare la propria volontà reca danno all'obbediente, egli deve continuamente porre da parte il proprio volere, e deve far questo volontariamente, non costretto dal suo maestro.

Inoltre non deve mai contraddire o polemizzare in alcuna maniera.

La contraddizione e le polemiche non sono convenienti per l'uomo religioso …

Esse sono figlie della vanità, amica della mancanza di fede e dell'orgoglio; e all'opposto, la loro assenza è segno di una disposizione giustamente e sapientemente umile.

Al quinto posto viene la virtù di manifestare al maestro, sinceramente e esattamente, tutto …

Giovanni Climaco dice: "Quando le piaghe vengono manifestate non peggiorano potendo esser curate" …

16. Chi vuole sinceramente vivere una vita di silenzio in Dio deve cercare di avere la fede ortodossa e insieme di essere ricolmo di opere.

a - Il Salvatore dice:

"Non chiunque mi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli; ma chi compie la volontà del Padre mio che è nei cieli"'.

Anche tu, amatissimo, se desideri il silenzio divino, non con vane parole, ma con le opere e con la verità procura non solo di avere la fede ortodossa ma di essere ricolmo di opere buone …

Sii in pace con tutti, per quanto dipende da te, libero da distrazioni, privo di pensieri agitati, non posseduto da inutili ansietà, taciturno, silenzioso, grato di tutto, consapevole delle tue debolezze.

Tieni sopra queste cose un occhio insonne, vigila attentamente sulle numerose e varie tentazioni che ogni giorno ti assalgono, affrontando con pazienza e con cuore intrepido qualunque tribolazione e tristezza che possa capirti …

b - Due generi di fede.

Secondo le parole divinamente ispirate della Scrittura, ci sono due generi di fede: una comune a tutti i cristiani ortodossi, ed è quella in cui siamo stati battezzati e nella quale ci allontaneremo da questo mondo; l'altra che appartiene a pochi.

Questi sono coloro che, nell'adempimento di tutti precetti divini, hanno attuato in sè stessi l'immagine e la somiglianza di Dio.

Resi ricchi dalla divina luce della grazia, hanno posto in Dio tutta la loro speranza in modo che conformemente alle parole del Signore quando pregano non si fermano a pensare alle cose che domandano, con fede chiedono e subito ricevono ciò che è necessario.

Tali uomini beati raggiungono, attraverso le opere, giusta solidità di fede, perchè hanno rinunciato con risolutezza ad ogni conoscenza e speculazione, immergendosi totalmente nel divino rapimento della fede, della speranza e dell'amore di Dio, sperimentando una trasformazione in uno stato migliore e di maggior benedizione compiuta "dalla destra dell'Altissimo", come afferma David il divino salmista …

S. Isacco di Siria scrive: "La fede è più sottile della conoscenza, come la conoscenza è più sottile delle sensazioni.

I santi hanno seguito questo modo di vita ispirato ad una venerazione timorosa di Dio, con il potere della loro fede dimorarono nel godimento di questa soprannaturale vita …

Per fede intendiamo quella qualità che viene accesa nell'anima dalla luce della grazia; essa, attraverso la testimonianza della mente rende saldo il cuore con la sicurezza della speranza e lo tien lontano da ogni stima di sè stesso, e si rivela non in ciò che le orecchie sensibili ascoltano, ma nella contemplazione con gli occhi dello spirito dei misteri sepolti nell'anima, di quel tesoro di grazia che rimane velato agli occhi dei figli della carne.

Misteri che sono rivelati dallo Spirito a chiunque mangi alla mensa di Cristo, praticando i suoi comandamenti …

c - Il Silenzio.

S. Isacco dice: "Chi tiene a freno la propria bocca dal troppo parlare, custodisce il cuore dalle passioni.

Chi ha il cuore libero dalle passioni, vede Dio in ogni momento.

Se poni in un piatto della bilancia tutte le tue pratiche ascetiche e nell'altro metti il silenzio, vedrai che quest'ultimo supera le prime.

Ama sopra tutte le cose il silenzio, ti avvicinerà al raccolto dei frutti, la lingua non riesce a spiegare queste cose.

Prima di ogni altra cosa imponiamoci il silenzio.

Dio ti conceda di assaporare qualche dono che nasce dal silenzio.

Quando comincerai questo genere di vita, non riesco a dirti quale e quanta luce vi troverai.

Il silenzio è il mistero del secolo futuro, le parole sono lo strumento del mondo presente …"

d - L'amore della solitudine.

S. Basilio il Grande dice: "la vera ricerca del silenzio è l'inizio del cambiamento dell'anima".

S. Isacco ci ammonisce: "l'ultimo stadio della vita silenziosa è il silenzio essenziale".

Con queste parole il primo tratteggia rapidamente i primi passi nell'esperienza del silenzio, il secondo ne descrive gli ultimi frutti …

S. Giovanni Climaco dice: "Il primo frutto del silenzio è il distacco dalle ansietà delle cose, siano esse buone o cattive, chi apre la porta alle ansietà delle cose buone, può esser sicuro che l'aprirà anche a quelle cattive.

Il secondo frutto e la preghiera senza stanchezza; il terzo l'incessante operosità del cuore.

Nell'ordine naturale delle cose non è possibile leggere un libro senza conoscere l'alfabeto, molto più impossibile è acquistare i due ultimi frutti del silenzio, senza aver raggiunto il primo.

S. Isacco scrive: "La costante e serena attesa della morte è necessaria per condurre una vita di silenzio.

Chi non intraprende il cammino del silenzio con questo pensiero, non sopporterà ciò che dovrà affrontare e tollerare, ad ogni evenienza".

19. Il metodo naturale per entrare nell'intimo del cuore servendoci della respirazione unita all'invocazione: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio abbi pietà, essa è utile al raccoglimento mentale.

Sai bene fratello, che il respiro che inaliamo è l'aria, e lo ispiriamo con l'ausilio del cuore, e non di un altro organo.

Il cuore è infatti il principio della vita e del calore nel corpo.

Il cuore attira il respiro per emettere fuori il proprio calore con l'espirazione, e assicurarsi in tal modo una temperatura ideale.

Il principio o meglio lo strumento di questa operazione sono i polmoni.

Costruiti dal Creatore con leggero tessuto, essi assorbono ed emettono l'aria senza posa come un mantice.

In tal modo il cuore assorbendo da una parte l'aria fredda ed emettendo quella calda, esegue senza fallo il compito che gli è stato assegnato per l'equilibrio dell'essere vivente.

Poniti a sedere nella tua cella, raccogli la tua mente, e falla discendere nella via che la respirazione segue per discendere nel cuore.

Spingila e forzala a discendere nel cuore insieme all'aria inspirata.

Quando vi sarà entrata le cose che proverai non saranno prive di gioia e di gaudio.

Come uno che torna a casa dopo esserne stato lontano, non trattiene più la gioia di poter ritrovare i suoi figli e la moglie; così la mente quando si trova unita all'anima, è ricolma di gioia e di gaudio inesprimibile …

L'intenzione principale del beato Padre è questa: di ricondurre la mente dalla sua abituale divagazione, dalla sua prigionia, dalla sua dissipazione, per riunirla, con questo metodo, all'attenzione su se stessa, e renderla una sola cosa con la preghiera per farla discendere insieme alla preghiera nel cuore, e fissarvela per sempre.

20. Per chi vuole conoscere di più aggiungo anche questo: alleniamo la mente a discendere dentro di noi insieme al respiro, e impareremo in pratica che nel momento in cui la mente discende bisogna che sia libera da ogni pensiero, riunificata e nuda in se stessa, e non abbia altra memoria che quella dell'invocazione di Gesù Cristo.

Reciprocamente quando ritorna verso il mondo esterno, si ritrova, contro voglia, divisa in molteplici ricordi.

23. Chiunque voglia praticare la sobrietà mentale, specialmente chi è principiante, deve vivere, durante il tempo della preghiera, in una celletta silenziosa e oscura, perchè con questo mezzo, la mente e i pensieri possano essere raccolti e unificati …

La vista, distrae e disperde la mente negli oggetti che osserva, la tormenta e la dissipa.

Se invece la vista viene imprigionata, come è stato detto, in una celletta tranquilla e oscura i pensieri cesseranno di essere divisi e dispersi dalla vista e dallo sguardo.

Così la mente, di buon grado o no, comincerà ad acquetarsi ed in sè stessa si raccoglierà.

S. Basilio dice: "La mente non turbata dalle cose esterne e non dissipata dai sensi in mezzo alle cose del mondo, rientra in sè stessa.

24. Ma prima di queste pratiche, prima di qualunque cosa, la mente conduce a termine questo combattimento col soccorso della grazia divina.

La grazia divina porta a compimento l'invocazione monologica rivolta a Gesù Cristo con la purità di cuore, senza distrazione.

In nessun modo può essere raggiunta dal solo naturale esercizio della respirazione, praticata in un luogo tranquillo e oscuro.

Questo non potrà mai essere!

I santi Padri, suggerendo questo metodo, non hanno pensato ad altro che ad uno strumento per concentrare il pensiero ricondurlo in sè stesso dalla sua abituale dispersione, e fissarlo nell'attenzione.

I pensieri raccolti e l'attenzione concentrata fanno nascere la preghiera ininterrotta, pura e libera da distrazioni.

S. Nilo dice: "L'attenzione che cerca la preghiera troverà la preghiera; ciò che naturalmente accompagna l'attenzione è la preghiera.

Applichiamoci con ogni cura all'attenzione!"

Se tu, figlio mio, vuoi la vita e desideri trascorrere dei giorni felici, e dimorare incorporeamente nel corpo, segui la regola che ti ho proposto.

25. Al tramonto del sole, dopo aver invocato l'aiuto del Signore Gesù Cristo, il misericordioso e potente, mettiti seduto su uno sgabello, in una celletta tranquilla e oscura, raccogli i tuoi pensieri dalle abituali distrazioni e vagabondaggi, spingilo insieme al respiro nel cuore, e attaccati alla preghiera: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me!

In questo modo contemporaneamente al respiro, tu vieni a introdurre nel cuore le parole della preghiera, come Esichio dice: "Unisci al tuo respiro la sobrietà, il nome di Gesù, l'ininterrotto ricordo della morte e l'umiltà, queste portano un grande vantaggio".

Unisci anche alla preghiera il pensiero del giudizio, il premio che accompagnerà il bene e il male, considerati il più grande peccatore e il più spregevole dei demoni.

Tieni ben presente che sei meritevole delle pene eterne.

Se uno di questi pensieri ti apportano il dono della contrizione, delle lacrime e del pianto, interrompi questo pensiero finchè le lacrime spontaneamente non cessino.

Se il dono delle lacrime ancora non ti è dato, rimani fermo nella preghiera e fisso su questi pensieri, almeno per un'ora.

Quindi alzati, recita attentamente la piccola Compieta, torna di nuovo a sederti, e riprendi con tutte le forze la preghiera, con purezza e senza distrarti, senza preoccupazioni, pensieri, fantasticherie e in piena vigilanza durante una mezz'ora.

Per obbedire a colui che ha detto: "Durante la preghiera all'infuori della respirazione e del nutrimento, metti da parte tutte le altre cose, se vuoi riunificarti con la tua mente.

Segna te stesso e il tuo giaciglio con il segno della venerabile e vivificante Croce; stenditi sul giaciglio, pensa ai premi e ai castighi futuri; all'aspetto effimero e ingannatore delle cose temporali, all'improvviso sopraggiungere della morte riservata a tutti …

Dopo aver esaminato come hai trascorso la giornata, stenditi sul tuo giaciglio, senza abbandonare la preghiera, seguendo il consiglio di chi ha detto: La memoria di Gesù condivida con te il sonno.

Dormi per cinque o sei ore; regola il tuo sonno con la lunghezza della notte.

26. Quando ti sveglierai, ringrazia Dio e implorane l'aiuto, e riprendi il tuo più importante lavoro: la pura preghiera del cuore, compiuta senza distrazione per un'ora.

In quest'ora la mente è d'ordinario tranquilla e serena.

È prescritto di offrire a Dio le primizie, il nostro primo pensiero che dobbiamo indirizzare al Signore Gesù Cristo con la pura preghiera nel cuore.

S Nilo dice: "Se offri sempre il tuo primo pensiero a Dio come un frutto maturo, raggiungerai la perfetta preghiera".

Dopo recita i salmi del mattutino …

Dopo la recita dei salmi, mettiti di nuovo seduto e prega nel tuo cuore, con purità e senza distrazioni, come ti ho mostrato, e questo fà per un'ora e di più se il Dispensatore di tutti i beni te lo concederà.

Giovanni Climaco dice: "Durante la notte occupa il tempo più nella preghiera che nella recita dei salmi.

Lungo i giorni misura la tua preghiera sulle forze che hai".

Se, dopo esserti impegnato in questo modo, ti accorgi di essere indebolito dalla accidia e vedi che la tua mente è distratta da qualche avvenimento, alzati e, rimanendo in preghiera, con ogni possibile sforzo cerca di raggiungere uno stato di piena vigilanza.

Quindi rimettiti a sedere e prega con intensità, mettendo tutta la tua cura nel parlar con pura preghiera a Dio puro.

Alzati di nuovo, recita sei salmi e il salmo 51 e il canone che preferisci.

Torna, dopo questo, a sederti e prega per una mezz'ora con sincera sobrietà!

Alzati di nuovo e canta le lodi a Dio, la dossologia consueta dell'ora prima.

Dopo questo concludi …

31. Il lunedì, il giovedì e il venerdì osserva le "none", cioè prendi il cibo solo una volta al giorno all'ora nona.

Mangia non più di sei once di pane o di cibo asciutto, non raggiungere la sazietà, bevi tre o quattro tazze d'acqua …

32. Il martedì e il mercoledì prendi il cibo due volte al giorno.

Sei once di pane, con moderazione del cibo cotto, un po' di alimenti secchi.

Se sei abituato a bere il vino, bevine tre o quattro tazze, annacquato.

La sera mangia metà quantità di pane, qualche alimento secco o qualche vegetale, bevi del vino annacquato, una o al massimo due tazze se hai molta sete …

33. Ogni Sabato, ad eccezione del Sabato Santo, puoi consumare due pasti al giorno, come il Martedì e il Mercoledì …

34. La Domenica consuma due pasti, come hai fatto il Sabato.

Questa regola va strettamente osservata eccetto in caso di malattia …

Non cercare le comodità che confortano la carne.

S. Isacco dice: "L'anima che ama Dio, solo in Dio trova conforto".

Miglior cosa è scegliere il lavoro e la vita povera e l'umiltà.

Un santo ha lasciato scritto: "La fatica e l'umiltà acquistano Cristo".

37. Dopo esserti fortificato con il cibo … mettiti seduto e leggi gli scritti che parlano della sobrietà, in particolare quelli dei Padri.

Se le giornate sono lunghe riposa per un'ora.

Dopo esserti alzato fa qualche lavoro con le mani, continuando a pregare.

Poi riprendi la preghiera come sopra è stato esposto; leggi di nuovo, metti ogni cura nell'essere umile e nel ritenerti al di sotto di ogni altro uomo …

S. Barsanufio dice: "Se vuoi raggiungere la salvezza, obbedisci con le azioni.

Solleva i piedi dalla terra, conduci la mente nel cielo e lì rimani col pensiero giorno e notte.

Contemporaneamente con ogni tua capacità senti di essere spregevole, sforzati di considerarti l'infimo di tutti.

Questa è la via giusta; altra non è offerta all'uomo che vuole arrivare alla salvezza appoggiandosi a Cristo che "lo rende forte".

Chi desidera corra, chi desidera corra, corra chi desidera arrivare.

Di questo io rendo testimonianza davanti al Dio vivente che vuole salvare chiunque sia disposto.

S. Giovanni Climaco afferma: "Non feci digiuni, non vegliai a lungo, non dormii sulla nuda terra, umiliai me stesso, cercai di sentirmi un nulla, e il Signore mi ha dato la salvezza" …

Dopo riprendi la preghiera, con purezza e senza distrazioni fino al tramonto.

Canta il consueto ufficio vespertino e la preghiera finale, fiducioso con cuore puro che in proporzione alle nostre fatiche e travagli per acquisire la virtù e nella misura dei nostri sforzi, Dio ci concederà i suoi doni, la sua ricompensa e le sue consolazioni.

David, il santo re, dice: "Nella solitudine dei miei intimi travagli, le tue consolazioni allietano l'anima mia".

38. In aggiunta a tutto quello che ho detto sappi, fratello, che i metodi, le regole e gli esercizi sono stati pensati e fissati per la nostra incapacità a pregare con purezza e senza distrazioni.

Quando, per la benignità e la grazia del Nostro Signore Gesù Cristo, riusciamo a possederla, allora, superando la molteplicità e la dissipazione, ci troviamo uniti con l'Uno, il Semplice, l'Unificatore, al di là di tutti i ragionamenti in maniera diretta.

Il glorioso Teologo dice: "Quando Dio si unisce agli uomini divinizzati, e viene da loro conosciuto, il loro cuore è colmo di splendore per la penetrazione dello Spirito Santo …".

Se vuoi arrivare a questi nuovi misteri nelle azioni e in realtà, mediante l'esperienza di Gesù Cristo, sforzati di pregare con cuore puro e raccolto, sempre ed in ogni momento, qualunque cosa tu stia facendo.

Perseverando diventerai dal piccolo lattante che sei "uomo adulto nella statura della pienezza di Cristo" …

39. Riguardo al numero delle genuflessioni, sappiamo, dalle direttive dei Santi Padri, che devono essere trecento, esse devono esser praticate ogni giorno ed ogni notte dei primi cinque giorni della settimana.

Da esse dobbiamo astenerci il Sabato e la Domenica e in quei giorni stabiliti dalle consuetudini, ispirate ad alcune misteriose e segrete ragioni.

Alcuni compiono un numero più grande di genuflessioni, altri meno, conformemente alle loro forze e alle loro scelte.

Tu segui le tue forze …

41. Chi vive seguendo la carne e comportandosi contro natura, ha perso totalmente la capacità di giudizio.

Chi invece è risoluto nell'abbandonare il male e nel seguire il bene ed entra nel regno del bene aprendo le orecchie all'insegnamento, acquista un piccolo grado di capacità di giudizio, quello proprio dei principianti.

Chi vive ed agisce in conformità alla sua anima e alla sua natura, cioè con sentimento giusto e capacità di giudizio, accede a un grado superiore di vita e riesce a vedere e a giudicare, per questa sua capacità, ciò che lo concerne e ciò che riguarda gli altri uomini.

Chi infine conduce una vita conforme allo Spirito e al di sopra della natura, vede, giudica se stesso con maggior chiarezza avendo superato i limiti della propria passionalità, e anche quelli dello stato dei principianti e dei proficenti e avendo raggiunto, per la grazia di Gesù Cristo, la perfezione, cioè, l'illuminazione transustanziale e la più perfetta capacità di giudizio.

Egli può vedere e giudicare gli altri con rettitudine e perfetta esattezza; mentre lui in se stesso, anche se esposto pienamente all'altrui vista, non può essere né visto, né giudicato nella sua realtà.

L'Apostolo dice: "L'uomo spirituale giudica tutte le cose, e da nessuno può venir giudicato".

45. Chi inizia la pratica del silenzio deve trascorrere i suoi giorni e le sue notti nel compimento di cinque opere gradite a Dio.

Nella preghiera: nella costante ripetizione del nome del Signore Gesù Cristo, introducendolo nel cuore per mezzo della respirazione nasale, come sopra è stato detto, lentamente, poi espellendolo con le labbra chiuse senza pensieri e immaginazioni estranee.

Questa va praticata nel raccoglimento della cella e bisogna sia accompagnata da un'astinenza estesa al controllo del cibo, del sonno, dei sensi, insieme a una sincera umiltà.

Quindi la recita dei salmi, la lettura degli scritti apostolici, del Vangelo, delle opere dei santi Padri, in particolare i capitoli sulla preghiera e la sobrietà della mente, e le altre divine parole dello Spirito.

Il ricordo doloroso dei propri peccati nel cuore; la meditazione del giudizio di Dio, della morte, della punizione e della ricompensa ecc., un piccolo lavoro manuale per bandire l'indolenza …

48. La preghiera, compiuta col cuore, con l'attenzione e la sobrietà, libera da divagazioni di pensiero e di immaginazione, con la ripetizione delle parole "Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio", silenziosamente e immaterialmente porta la mente verso colui che è invocato.

Con le parole "abbi pietà di me", il pensiero rientra in sè stesso, quasi non sopporti l'idea di pregare per se stesso.

Raggiungendo l'esperienza dell'amore perfetto, si rivolgerà unicamente al Signore Gesù Cristo, avrà la certezza, della seconda parte ( del perdono dei peccati ).

49. Per questa ragione i santi Padri non consigliano di dire sempre la preghiera per intero, ma alcuni insegnano di ripeter la completa invocazione, altri di dirne la prima metà, altri la seconda, a seconda delle forze e dello stato di colui che prega.

Il divino Crisostomo ci esorta a ripetere l'intera formula: "Vi scongiuro, fratelli, a non abbandonar mai e a non trascurare la regola della preghiera.

Ricordo un Padre che diceva: Che monaco è mai chi trascura o abbandona la regola della preghiera?

Mangiando o bevendo, in casa, o compiendo qualche lavoro, viaggiando o facendo qualunque altra cosa, un monaco instancabilmente dica l'invocazione: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me!

L'evocazione del nome del Signore Nostro Gesù Cristo, lo renderà ardente nel combattimento contro il nemico.

Con questa invocazione l'anima … potrà scoprire ciò che è ancora malvagio in sè stessa prima, poi vedrà quanto in lei c'è di buono.

L'invocazione risveglierà il serpente, l'invocazione lo sottometterà.

L'invocazione farà emergere il male che in noi ancora sussiste, l'invocazione lo distruggerà; risveglierà tutta l'energia del nemico nel cuore, l'invocazione gradualmente la vincerà e la sradicherà.

Il nome del Signore nostro Gesù Cristo, discendendo nelle profondità del cuore, dominerà il serpente che insidia i pascoli del cuore, e condurrà l'anima alla salvezza e alla vita.

Dimora costantemente nel nome del Signore Gesù Cristo, così che il cuore divori il Signore e il Signore il cuore, e i due divengano una sola realtà vivente.

Questa opera non si porta a termine in uno o due giorni, domanda molti anni e tempi non brevi.

Lungo travaglio e tempo sono necessari per allontanare il nemico e per rendere abitabile il cuore a Cristo.

50. Troverai le parole della preghiera non solo nei santi Padri e negli scritti che di essa parlano, ma anche ben prima di loro negli Apostoli, Pietro Paolo e Giovanni.

Uno di loro disse: "Nessun uomo è in grado di dire Gesù è il Signore, se non in virtù dello Spirito Santo"; un altro disse: "La grazia e la verità vennero per opera di Gesù Cristo"; e: "Ogni spirito che afferma che Gesù Cristo è disceso nella carne, è da Dio".

L'apostolo prescelto tra tutti gli altri, rispondendo alla domanda posta dal Salvatore ai discepoli: "Chi dicono che sia il Figlio dell'uomo?" rispose con la gloriosa professione di fede: "Tu sei il Cristo il figlio del Dio vivente".

Quelli che vennero dopo di loro, i nostri gloriosi maestri, in particolare coloro che abbracciarono la via della vita solitaria e silenziosa nel deserto, ricomposero questi detti pronunciati dalle tre colonne della Chiesa, in maniera frammentaria e parziale, in una unità e la offrirono come parola rivelata dallo Spirito Santo.

Con l'aiuto dello Spirito Santo che in loro dimorava unirono armoniosamente e in modo meraviglioso le varie parole, così si sviluppò la sacra invocazione e la consegnarono ai loro seguaci perchè la custodissero e la trasmettessero nella stessa forma.

Osserva il suo stupendo ordine e la successione delle parole, che portano in maniera evidente il sigillo della sapienza celeste!

Un apostolo pronunciò il nome del Signore Gesù; un altro quello di Gesù Cristo; il terzo: Cristo Figlio di Dio.

Come l'uno segue l'altro, e come attentamente uno tien conto di ciò che il precedente ha detto, in perfetto armonioso accordo …

In tal modo la divina invocazione fu composta, intrecciata e intessuta con saggezza e equilibrio, come corda formata da tre elementi …

Le parole finali: "Abbi pietà di me" … furono aggiunte dai padri in vista di quelli che nel cammino della virtù sono tutt'ora fanciulli, dei principianti e degli imperfetti.

Chi è avanti e perfetto può essere contento della prima parte … e alle volte della sola invocazione del nome di Gesù … sufficiente per colmarlo di inesprimibile gioia e benedizione che sorpassano ogni pensiero, visione e audizione …

51. I principianti possono recitare a volte tutta la preghiera, altre volte una sola parte, ma siano impegnati a pregare ininterrottamente e col cuore.

S. Diadoco ci dice: "Chi dimora costantemente nel cuore è immune dagli aspetti incantatori della vita presente.

Camminando nello spirito, non sperimenta la lussuria della carne.

Egli si muove sotto la protezione delle virtù, la vigilanza delle virtù custodisce le porte della sua cittadella; ogni sortita dei demoni contro di lui viene sgominata".

S. Isacco scrive: "Chi vigila ogni momento sulla sua anima, ha il cuore allietato dalle rivelazioni.

Chi concentra la visione della mente nel proprio intimo vedrà sorgere l'alba dello Spirito.

Chi aborrisce da ogni divagamento mentale, vedrà, nel suo stesso cuore, il Signore".

Per questo è bene astenersi dal frequente cambiamento dell'invocazione, la mutevolezza e il cambiamento frequenti, abituerà la mente a non concentrarsi su un oggetto, ma a divagare e a rimanere non stabilmente ferma in sè stessa; e non produce frutti come un albero frequentemente trapiantato.

52. San Giovanni di Karpathos dice: "Lungo travaglio e prolungato tempo sono necessari a chi, con mente ardente, cerca un nuovo cielo nel proprio cuore dove Cristo dimora, l'Apostolo infatti dice: "Non sapete ancora che Gesù Cristo è in voi tutti, eccetto che nei reprobi?".

53 . La perseveranza pratica di questo metodo per raggiungere la preghiera pura e priva di distrazioni, conduce l'orante e al superamento degli ostacoli che concernono i pensieri e i rapporti esteriori, e allo stato di preghiera pura e priva di distrazioni, alla costante dimora della mente nel cuore senza più alcuno sforzo.

In questo stato non ha più bisogno di costringere la mente nel cuore servendosi della respirazione, ma essa amerà dimorarvi e pregare senza interruzione.

S. Esichio dice: "Chi non possiede la preghiera libera da distrazioni, è privo di armi per il combattimento.

Per preghiera intendo quella che è costantemente attiva nelle profondità del cuore, e che con l'invocazione di Gesù Cristo flagella e sconfigge gli invisibili attacchi del nemico".

E ancora quest'uomo santo dice: "Beato chi tiene unito il pensiero alla preghiera di Gesù, chiamandolo senza stanchezza nel cuore, come l'aria aderisce al nostro corpo o la fiamma alla lucerna.

Il sole, passando sulla terra, vi porta la luce del giorno; il nome santo venerabile del Signore Gesù illuminando di continuo la mente, vi risveglia un'innumerevole copia di pensieri solari.

54. Questa preghiera è chiamata ed è la preghiera del cuore, pura e senza distrazioni, da essa nasce nel cuor un certo calore …

Esso è quel fuoco che il Signore Gesù Cristo è venuto a portare sulla terra nei nostri cuori, dove prima crescevano le erbacce delle passioni e che ora per opera della grazia producono dei frutti spirituali …

S. Isacco scrive: "L'intenso impegno nella preghiera accende uno smisurato calore, un vivo fuoco nel cuore di pensieri ardenti, che a loro volta ascendono nella mente.

Operando in tal maniera raffinano la mente col loro calore e le portano il dono della visione.

Questo calore, frutto della grazia della contemplazione fa scaturire la sorgente delle lacrime.

Dopo breve tempo le incessanti lacrime portano la pace del calmo pensiero dell'anima e la mente viene purificata, con la mente pura l'uomo è in grado di contemplare i misteri di Dio, ed è pronto a vedere le rivelazioni e i simboli che si offrirono allo sguardo di Ezechiele" …

S. Elia Ekdikos scrive: "L'anima, liberata da tutte le cose esterne e unificata nella preghiera, viene avvolta dalla preghiera come da fiamma, come da fuoco che avviluppa il ferro e tutta diventa avvampata.

L'anima rimanendo sè stessa, come il ferro rovente, non può essere toccata da nessuna cosa esteriore.

Beato colui che nella presente vita diviene degno di questa esperienza, e pur colui che, nella presente vita, diviene ardente per opera della grazia".

66. La mente è pura quando, libera dall'ignoranza, viene illuminata dalla luce divina.

L'anima è pura quando, libera dalle passioni, gioisce senza sosta dell'amore di Dio.

Il cuore è puro quando, avendo una costante memoria di Dio libera da forme e da immagini, è apparecchiato a non ricevere altre impressioni all'infuori di quelle divine, e con le quali Lui desidera manifestarglisi.

La mente è perfetta quando, avendo ricevuto per la fede la conoscenza di Dio, che è oltre ogni scienza, e contemplato tutte le sue creature, riceve da Dio la conoscenza della sua Provvidenza e dei suoi giudizi manifestati in essa, naturalmente nella misura possibile ad esseri umani.

L'anima è perfetta quando la forza dei suoi desideri è totalmente indirizzata a Dio.

Il cuore è perfetto quando, vuotato da ogni naturale impulso verso le cose e le immagini, come tavoletta pulita e levigata Dio può scrivervi le sue leggi.

La purezza della mente si ha quando, secondo S. Diadoco, essa "Si è lasciata purificare dal solo Spirito Santo" …

S. Isacco dice: "Quando una mente si spoglia del vecchio Adamo e si riveste dell'uomo di grazia, sperimenta la purezza come l'azzurro del cielo".

Andando avanti, nel modo da me descritto, nella pura preghiera spoglia di fantasie e di immagini, potrai affrettarti sulle orme dei santi.

Altrimenti tu sarai un sognatore e non un esicasta, e da questo Dio ti preservi!

75. … Chi potrà spiegare la dolcezza del miele a chi mai l'ha assaggiato?

È molto difficile spiegare a chi mai l'ha sperimentata la divina dolcezza e la transustanziale sorgente della viva gioia che sgorgano dalla vera e pura preghiera del cuore …

76. Questa spirituale dolcezza, questa transustanziale sorgente di vita è contemporaneamente un essenziale splendore e luce, una bellezza inimmaginabile, l'estremo desiderio dei desideri, la conoscenza di Dio e la misteriosa deificazione.

Essa resta inesprimibile anche nelle espressioni che si possono tentare, irriconoscibile anche dopo averla conosciuta, incomprensibile anche dopo averne avuto una qualche comprensione.

Dionigi il Grande così ne parla: "Preghiamo di entrare in quella tenebra più luminosa della luce e, attraverso la non visione e la non-conoscenza, di poter vedere e conoscere Lui che è oltre la visione e la conoscenza, di poter contemplare la sua invisibilità e la sua inconoscibilità.

Questo è vedere e conoscere, cantare in modo transustanziale Colui che è transustanziale: negare in Lui ogni qualità creata".

96. Il principio e la sorgente di queste nuove cose, impossibili a descriversi con parole, è il silenzio unito ad un perfetto distacco, all'attenzione e alla preghiera, fondato stabilmente e protetto invincibilmente dall'adempimento dei comandamenti divini.

Il distacco, il silenzio, l'attenzione e la preghiera, producono nel cuore un movimento e vi provocano quell'ardore che brucia le passioni e i demoni, purificando il cuore come in una fornace.

Un desiderio incolmabile ed un amore per il Signore Gesù Cristo nascono; la fonte delle dolci lacrime si apre e scorre nel cuore purificandolo come ramoscello di issopo, l'anima e il corpo vengono santificati dal pentimento, l'amore, la gratitudine, la professione della fede sono accresciuti.

Una pace infinita, una impensabile calma di pensiero discendono nell'anima, accompagnati da una splendida luce, brillante come neve.

Il termine di questo cammino è la liberazione dalle passioni, per quanto è possibile all'uomo, la resurrezione dell'anima prima di quella del corpo, l'assunzione dell'immagine e della somiglianza divina, la trasfigurazione e il ritorno attraverso la prassi e la contemplazione della fede, della speranza e dell'amore, il totale orientamento verso Dio e l'unione senza intermediari con Lui, l'estasi, la quiete e la dimora in Lui.

Nel mondo presente, questa dimora in Lui è una promessa come in uno specchio e in un enigma; nella vita futura essa sarà la visione faccia a faccia di Dio, l'unione perfetta con Lui e la gioia per sempre.

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