Il combattimento spirituale

Capitolo XIII

Il modo di combattere contro gli impulsi del senso e gli atti che la volontà deve fare per acquistare le abitudini alle virtù

Ogni qualvolta la tua volontà ragionevole è combattuta da quella del senso da una parte e da quella divina dall'altra, mentre ciascuna cerca di riportare vittoria, è necessario che ti eserciti in più modi perché in te prevalga in tutto la volontà divina.

Primo: quando sei assalita e battagliata dagli impulsi del senso, devi opporre un'accanita resistenza perché la volontà superiore non acconsenta a quelli.

Secondariamente: allorché essi sono cessati, eccitali di nuovo in te per reprimerli con maggior impeto e forza.

Dopo richiamali alla terza battaglia, nella quale ti abituerai a scacciarli da te con sdegno e ripugnanza.

Questi due incitamenti a battaglia si devono fare in ogni nostro appetito disordinato fuorché negli stimoli carnali, dei quali tratteremo a suo tempo.

Infine devi fare atti contrari a ogni tua viziosa passione.

Con il seguente esempio ti si farà il tutto più chiaro.

Tu sei forse combattuta dagli stimoli dell'impazienza: se rientrando in te stessa starai ben attenta, sentirai che essi continuamente battono alla porta della volontà superiore perché si inchini e acconsenta a loro.

E tu come primo esercizio, opponendoti a ciascun impulso, fa' ripetutamente quanto puoi perché la tua volontà non vi dia il consenso.

Né cessa mai da questa battaglia finché non ti avveda che il nemico, quasi stanco e come morto, si dia per vinto.

Ma vedi, figliuola, la malizia del demonio.

Quando egli si accorge che noi ci opponiamo fortemente agli stimoli di qualche passione non solo resta a eccitarli in noi ma, quando sono eccitati, tenta per il momento di acquietarli.

E questo lo fa perché con l'esercizio non acquistiamo l'abitudine alla virtù contraria a quella passione e inoltre per farci cadere nei lacci della vanagloria e della superbia, facendoci poi astutamente convincere che noi da generosi soldati abbiamo subito calpestato i nostri nemici.

Perciò tu passerai alla seconda battaglia, richiamandoti alla memoria ed eccitando in te quei pensieri che ti cagionavano l'impazienza, in modo da sentirti da essi commossa nella parte sensitiva e da reprimere allora ripetutamente e con sforzo maggiore di prima i suoi impulsi.

E sebbene noi respingiamo i nostri nemici sapendo di far bene e di piacere a Dio, tuttavia se non li abbiamo del tutto in odio corriamo pericolo di essere un'altra volta da essi superati: per questo tu devi farti loro incontro con il terzo assalto e scacciarli lontano da te facendo atti non solo di ripugnanza ma anche di indignazione, fino a tanto che si rendano odiosi e abominevoli.

Infine, per ornare e perfezionare l'anima tua con le abitudini alle virtù, devi produrre atti interiori che siano direttamente contrari alle tue disordinate passioni.

Ad esempio volendo tu acquistare perfettamente l'abitudine alla pazienza, se uno disprezzandoti ti porge l'occasione di essere impaziente, non basta esercitarti nelle tre maniere di combattere di cui ti ho detto, ma devi volere e amare per giunta il disprezzo ricevuto, desiderando di essere di nuovo nello stesso modo e dalla stessa persona oltraggiata, aspettando e proponendoti di sostenere anche cose più gravi.

La causa per cui tali atti contrari sono necessari per perfezionarci nelle virtù è questa: gli altri atti, pur essendo molti e forti, non sono sufficienti a estirpare le radici che producono il vizio.

Pertanto ( per continuare nello stesso esempio ), benché noi, quando siamo disprezzati, non consentiamo ai moti dell'impazienza anzi combattiamo contro di essi con i tre modi indicati sopra, nondimeno se non ci abitueremo con molti e frequenti atti ad amare il disprezzo e a rallegrarcene, non ci potremo mai liberare dal vizio dell'impazienza il quale, per la nostra inclinazione alla reputazione propria, si fonda nell'aborrimento del disprezzo.

E finché resta viva, la radice viziosa va sempre germogliando in maniera da rendere languida la virtù, anzi talora da soffocarla in tutto e da tenerci inoltre in continuo pericolo di ricadere in ogni occasione che ci si presenti.

Dalle quali cose ne segue che senza i detti atti contrari non possiamo mai acquistare la vera abitudine alle virtù.

Si avverta per giunta che questi atti devono essere tanto frequenti e in tale numero da potere del tutto distruggere l'abitudine viziosa, la quale, siccome per molti atti viziosi ha preso possesso nel nostro cuore, così con molti atti contrari la si deve svellere da quello per introdurvi l'abitudine virtuosa.

Anzi dico di più: per fare l'abitudine virtuosa si richiedono atti buoni più degli atti cattivi necessari per fare l'abitudine viziosa; infatti quelli non sono aiutati, come invece sono aiutati questi, dalla natura, corrotta dal peccato.

Oltre a quello che fin qui si è detto, aggiungo che se la virtù che allora eserciti così richiede, devi anche fare atti esteriori conformi agli interiori, come ( per stare nel detto esempio ) usare parole di mansuetudine e di amore e servendo, se puoi, chi ti è stato noioso e contrario in qualunque modo.

E quantunque questi atti tanto interiori quanto esteriori fossero o ti paressero accompagnati da tanta debolezza di spirito da sembrarti di farli contro ogni tua voglia, non per questo li devi in alcun modo tralasciare: per quanto deboli essi siano, ti tengono ferma e salda nella battaglia e ti agevolano la strada alla vittoria.

Sta' ben attenta e raccolta in te stessa per combattere non solo contro le voglie grandi ed efficaci, ma ancora contro le piccole e deboli di ciascuna passione, perché queste aprono la strada alle grandi, onde poi si generano in noi le abitudini viziose.

E dalla poca cura che alcuni hanno avuto di sradicare dai loro cuori queste vogliette, dopo aver superato le maggiori della medesima passione, è avvenuto loro che quando meno vi pensavano sono stati assaliti e vinti dagli stessi nemici più gagliardamente e rovinosamente di prima.

Ti ricordo inoltre di attendere a mortificare e rompere alle volte le tue voglie anche di cose lecite non necessarie, perché da questo seguiranno per te molti beni e ti renderai sempre più disposta e pronta a vincerti nelle altre; ti farai forte ed esperta nella battaglia delle tentazioni, fuggirai varie insidie del demonio e farai cosa graditissima al Signore.

Figliuola, ti parlo chiaramente: se nel modo che ti ho detto andrai continuando in questi leali e santi esercizi per riformare e vincere te stessa, ti assicuro che in poco tempo avanzerai molto e diventerai spirituale davvero e non solamente di nome.

Ma in altra maniera e con altri esercizi, benché fossero, come tu credi, eccellenti e tanto dilettevoli al tuo gusto da sembrarti di stare in essi tutta unita e in dolci colloqui con il Signore, non persuaderti di acquistare mai virtù e spirito vero.

Il quale ( come ti ho detto nel primo capitolo ) non consiste né nasce dagli esercizi piacevoli e conformi alla nostra natura, ma da quelli che la mettono in croce con tutti i suoi atti: onde, rinnovato l'uomo per mezzo delle abitudini alle virtù evangeliche, lo congiungono al suo Crocifisso e Creatore.

Non v'è chi dubiti che siccome le abitudini viziose vengono a farsi con molti e frequenti atti della volontà superiore mentre cede agli appetiti del senso, così viceversa le abitudini alle virtù evangeliche si acquistano facendo spesso e spessissime volte atti conformi alla volontà divina, da cui siamo chiamati ora a questa, ora a quell'altra virtù.

E siccome la nostra volontà non può mai essere viziosa e terrena per quanto sia battagliata dalla parte inferiore e dal vizio finché a quella non cede e s'inchina, così non sarà mai virtuosa e congiunta con Dio, benché molto vivamente sia chiamata e combattuta dalle ispirazioni e dalla grazia divina, finché quando ce n'è bisogno non si conforma ad essa con gli atti interni e con quelli esterni.

Indice