Il combattimento spirituale

Capitolo XXVI

Quello che dobbiamo fare quando siamo feriti

Quando ti trovi ferita per esser caduta in qualche difetto per debolezza tua ovvero anche talora per volontà e malizia, non diventare pusillanime e non inquietarti per questo, ma rivolgendoti subito a Dio digli così: "Ecco, mio Signore, che io mi sono comportata da quella che sono: né da me ci si poteva aspettare altro che cadute".

E qui con un poco di sosta umiliati agli occhi tuoi, addolorati dell'offesa fatta al Signore e, senza confonderti, muoviti a sdegno contro le tue viziose passioni e principalmente contro quella che ti ha causato la caduta.

Continua poi: "Né qui, Signore, mi sarei fermata, se tu per tua bontà non mi avessi trattenuta".

E qui rendigli grazie e amalo più che mai provando stupore di tanta clemenza poiché, da te offeso, ti porge la mano destra perché tu non cada di nuovo.

Infine dirai con grande confidenza nella sua infinita misericordia: "Fa' tu, Signore, da quello che sei; perdonami, non permettere che io viva mai separata e lontana da te né che più ti offenda".

Ciò fatto, non ti dare a pensare se Dio ti abbia o no perdonato: questo non è altro che superbia, inquietudine di mente, perdita di tempo e inganno del demonio sotto apparenza di diversi buoni pretesti.

Perciò lasciandoti liberamente nelle mani pietose di Dio, continua il tuo esercizio come se non fossi caduta.

E se molte volte al giorno tornassi a cadere e restassi ferita, fa' questo che ti ho detto con non minore fiducia la seconda, la terza e anche l'ultima volta più della prima; e disprezzando sempre più te stessa e odiando di più il peccato, sforzati di vivere più prudentemente.

Questo esercizio dispiace molto al demonio sia perché vede che è graditissimo a Dio sia perché ne viene a rimanere confuso, trovandosi superato da chi prima egli aveva vinto.

E perciò con diversi fraudolenti modi si adopera perché noi lo tralasciamo, e molte volte l'ottiene per nostra trascuratezza e poca vigilanza su noi stessi.

Per la qual cosa se tu in ciò troverai difficoltà, a maggior ragione ti devi fare violenza ripigliando questo esercizio più d'una volta anche in una sola caduta.

Se dopo il difetto ti sentissi inquieta, confusa e sfiduciata, la prima cosa che devi fare è recuperare nello stesso tempo la pace, la tranquillità del cuore e la confidenza; e fornita di queste armi, rivolgiti poi al Signore perché l'inquietudine che si prova per il peccato non ha per oggetto l'offesa di Dio, ma il proprio danno.

Il modo di recuperare questa pace è che tu per il momento dimentichi del tutto la caduta e ti metta a considerare l'ineffabile bontà di Dio; come egli oltre ogni dire è pronto e desidera perdonare qualunque peccato, benché grave, chiamando il peccatore in vari modi e per molte vie, perché ricorra a lui e si unisca a lui, per essere santificato in questa vita con la sua grazia e reso eternamente beato nell'altra con la gloria.

Siccome con queste o simili considerazioni avrai pacificato la mente, ti volgerai alla tua caduta facendo come di sopra ho detto.

Poi nel tempo della confessione sacramentale, che ti esorto a fare frequentemente, riprendi tutte le tue cadute; e con nuovo dolore, con dispiacere dell'offesa di Dio e con il proponimento di non offenderlo più, scoprile sinceramente al tuo padre spirituale.

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