Diario di M. Faustina Kowalska

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O Gesù, Tu sai quanto io desideri ardentemente nascondermi, affinché nessuno mi conosca, eccetto il Tuo dolcissimo Cuore.

Desidero essere una modesta violetta nascosta tra l'erba, sconosciuta in un magnifico giardino recintato, dove crescono magnifiche rose e gigli.

La bella rosa e lo stupendo giglio si vedono da lontano, ma per vedere la piccola violetta bisogna abbassarsi molto, solo il profumo la fa scoprire.

Oh, come sono contenta di potermi nascondere così!

O mio Sposo Divino, il fiore del mio cuore ed il profumo del mio amore puro sono per Te.

La mia anima è immersa in Te, o Dio eterno.

Dal momento in cui Tu stesso mi hai attratto verso di Te, o mio Gesù, più Ti conosco più ardentemente Ti desidero.

Ho appreso nel cuore di Gesù che in paradiso, per le anime elette, c'è un paradiso a parte dove non possono entrare tutti, ma solo le anime elette.

Una felicità inconcepibile nella quale sarà immersa l'anima.

O Dio mio, non riesco proprio a descrivere questo nemmeno in minima parte.

Le anime sono imbevute della Sua Divinità, passano da bagliore a bagliore in una luce immutabile, ma mai monotona, sempre nuova, ma che non cambia mai.

O SS.ma Trinità, fatti conoscere alle anime!

O mio Gesù, non c'è nulla di meglio per un'anima delle umiliazioni.

Nel disprezzo c'è il segreto della felicità, quando l'anima viene a conoscere che è una nullità, la miseria personificata e che tutto quello che ha di buono in sé, è esclusivamente dono di Dio.

Quando l'anima si avvede che tutto quello che ha in sé le è stato dato gratuitamente e che di suo c'è solo la miseria, questo la mantiene continuamente umile davanti alla Maestà di Dio e Dio, vedendo l'anima in tale disposizione, l'insegne con le Sue grazie.

Quando l'anima si sprofonda nell'abisso della sua miseria.

Dio fa uso della Sua onnipotenza per innalzarla.

Se c'è sulla terra un'anima veramente felice, questa è soltanto un'anima veramente umile.

All'inizio l'amor proprio soffre molto per questo motivo, ma Iddio, dopo che l'anima ha affrontato valorosamente ripetuti combattimenti, le elargisce molta luce, con la quale essa viene a conoscere quanto tutto sia misero e pieno di illusioni.

Nel suo cuore C'è soltanto Iddio.

Un'anima umile non ha fiducia in se stessa, ma pone la sua fiducia in Dio.

Dio difende l'anima umile e Lui stesso s'introduce nelle sue cose segrete ed è allora che l'anima esperimenta la più grande felicità, che nessuno può comprendere.

Una volta di sera venne da me una delle Suore defunte,24 che in precedenza era già stata da me alcune volte.

Quando l'avevo vista la prima volta era in uno stato di grande sofferenza, poi man mano venne in condizioni di sempre minor sofferenza e quella sera la vidi splendente di felicità e mi disse che era già in paradiso.

Mi disse inoltre che Dio aveva provato con quella tribolazione questa casa, poiché la Madre Generale25 aveva dubitato non prestando fede a quello che avevo detto di quest'anima.

Ma adesso, in segno che solo ora è in paradiso, Iddio benedirà questa casa.

Poi mi si avvicinò e mi abbracciò affettuosamente e disse: « Ora debbo andare ».

Compresi quanto è stretto il legame che intercorre fra queste tre tappe della vita delle anime, cioè fra la terra, il purgatorio e il paradiso.

Ho notato parecchie volte che Dio ha sottoposto a prove delle persone per il fatto che, come mi dice, non Gli piace l'incredulità.

Una volta quando notai che Dio stava per provare un certo arciprete,26 che era mal disposto e non credeva a questa causa27… ne fui addolorata e pregai Dio per lui ed il Signore gli alleviò le sofferenze.

A Dio dispiace molto la diffidenza verso di Lui e per tale motivo alcune anime perdono molte grazie.

La diffidenza di un'anima ferisce il Suo dolcissimo Cuore, che è pieno di bontà e di amore inesprimibile per noi.

C'è una grande differenza col dovere del sacerdote, che talvolta non deve credere per poter accertare a fondo la veridicità dei doni o quelle grazie in una data anima; e quando lo fa per poter convincere meglio un'anima e condurla ad una più profonda unione con Dio, ne avrà una grande, incalcolabile ricompensa.

Ma non dare alcun peso e diffidare delle grazie di Dio in un'anima, per il solo fatto che non si riesce a sviscerarle ed a comprenderle col proprio cervello, questo non piace al Signore.

Ho una gran pena per quelle anime che si imbattono in sacerdoti inesperti.

Una volta un sacerdote28 mi chiese di pregare secondo la sua intenzione; promisi di pregare e chiesi una mortificazione.

Quando ottenni il permesso per una certa mortificazione, mi sentii spinta nell'anima a cedere a quel sacerdote per quel giorno tutte le grazie che la bontà di Dio mi aveva destinate.

E pregai Gesù che si degnasse di mandare a me tutte le sofferenze e le tribolazioni esteriori ed interiori che quel sacerdote doveva soffrire quel giorno.

Iddio accolse in parte questo mio desiderio e subito, non si sa come, cominciarono a venire fuori varie difficoltà e contrarietà, a tal punto che una delle Suore disse ad alta voce queste parole: « Il Signore deve entrarci in qualche modo in questa faccenda, poiché tutti ce l'hanno contro Suor Faustina ».

I fatti riportati erano talmente infondati, che alcune suore li sostenevano ed altre li negavano ed io in silenzio li offrivo per quel sacerdote.

Ma non finì qui; provai sofferenze interiori.

Dapprima fui presa da un'indisposizione e da un'avversione verso le suore, poi uno strano dubbio cominciò a tormentarmi e non riuscii a concentrarmi per la preghiera, mentre varie questioni mi frullavano in testa dandomi preoccupazioni.

Quando, vinta dalla stanchezza, entrai in cappella, un dolore misterioso compresse la mia anima e cominciai a piangere silenziosamente.

Ad un tratto udii nell'anima questa voce: « Figlia Mia, perché piangi? Dopotutto ti sei offerta da sola per questa sofferenza.

Sappi che quello che tu hai ricevuto per quell'anima, è una parte molto piccola. Egli soffre ancora di più ».

E chiesi al Signore perché si comportasse a questo modo con lui.

Ed il Signore mi rispose che lo faceva per la triplice corona che gli era stata destinata: della verginità, del sacerdozio e del martirio.

E subito la gioia invase la mia anima, al pensiero della grande gloria che avrebbe ottenuto in paradiso.

Allora recitai il Te Deum per questa particolare grazia di Dio, cioè per aver appreso che Iddio si comporta così con coloro che intende avere vicino a Sé.

E pertanto sono niente tutte le sofferenze, in confronto a quello che ci attende in paradiso.

Un giorno, dopo la nostra santa Messa, all'improvviso vidi il mio confessore che stava celebrando la santa Messa nella chiesa di San Michele, davanti all'immagine della Madonna.

Era l'offertorio della santa Messa e vidi il Bambino Gesù che si stringeva a lui, come se fosse fuggito davanti a qualcuno e cercasse rifugio presso di lui.

Tuttavia, quando giunse il tempo della santa Comunione, scomparve come al solito.

Ad un tratto vidi la Madre SS.ma che Lo coprì col suo manto e disse: « Coraggio, Figlio mio, coraggio. Figlio mio », e disse ancora qualche cosa che non mi riuscì di sentire.

Oh! come desidero ardentemente che ogni anima esalti la Tua Misericordia.

Felice l'anima che invoca la Misericordia del Signore!

Proverà quello che il Signore ha detto e cioè che la difenderà come Sua gloria.

E chi oserà combattere contro Dio?

Ogni anima esalti la Misericordia del Signore con la fiducia nella Sua Misericordia, per tutta la vita, e specialmente nell'ora della morte.

Anima cara, non aver paura di nulla, chiunque tu sia; quanto più grande è il peccatore, tanto maggiore è il diritto che ha alla Tua Misericordia, o Signore.

O bontà incomprensibile.

Iddio per primo si abbassa verso il peccatore.

O Gesù, desidero esaltare la Tua Misericordia per migliaia di anime.

So bene, o Gesù mio, che debbo parlare alle anime della Tua bontà, della Tua inesprimibile Misericordia.

Una volta che una certa persona mi aveva chiesto di pregare per lei, quando m'incontrai col Signore, Gli dissi queste parole: « Gesù, io amo in modo particolare le anime che ami Tu ».

E Gesù mi rispose con queste parole: « Ed io concedo grazie particolari a quelle anime, per le quali tu intervieni presso di Me ».

Gesù mi difende in modo misterioso, questa è veramente una grande grazia di Dio, che sto sperimentando da parecchio tempo.

Una volta che si era ammalata gravemente, tanto che ne morì, una delle Suore29 e si era riunita tutta la Comunità, e c'era anche il sacerdote30 che diede l'assoluzione all'inferma, vidi all'improvviso una moltitudine di spiriti delle tenebre.

In quel momento, dimenticandomi che ero in compagnia delle Suore, presi l'aspersorio e li spruzzai con acqua benedetta e scomparvero subito.

Ma quando le Suore giunsero in refettorio, la Madre Superiora31 mi fece notare che non avrei dovuto aspergere l'ammalata in presenza del sacerdote, al quale appartiene tale funzione.

Accettai l'ammonizione in spirito di penitenza, ma so per esperienza che l'acqua benedetta reca un grande sollievo ai moribondi.

Mio Gesù, Tu vedi quanto sono debole da sola, perciò dirigi Tu stesso tutte le mie questioni.

Sappi, o Gesù, che io senza di Te non m'accosto nemmeno ad un problema, ma con Te affronto le cose più difficili.

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24 Nell'anno 1933 morirono queste suore: Sr. Cecilia Mieszkòwska a Walendów, Sr. Casimira Kasperowicz e Madre Leonarda Cielecka a Varsavia.
Santa Faustina si riferisce probabilmente a Sr. Casimira o a Sr. Cecilia ( Diario, Q. I, nota 69 )
25 La superiora generale M. Michaela Moraczewska ( Diario, Q. I, nota 16 )
26 Santa Faustina ha in mente probabilmente l'arcivescovo R. Jaibrzykowski e soltanto per sbaglio ha scritto « arciprete »
27 Ci è lecito supporre che parli della fondazione della nuova congregazione, per la quale l'arcivescovo Mons. Jaibrzykowski non aveva dato il suo assenso
28 Quel sacerdote era Don M. Sopocko, che nelle sue « memorie » scrive così di Santa Faustina: « … le mie difficoltà raggiunsero il punto culminante nel gennaio del 1936.
Di tali difficoltà non parlai con nessuno, fino a che nel giorno più critico chiesi a Sr. Faustina di pregare.
Con mia grande meraviglia, nello stesso giorno tutte le difficoltà svanirono come una bolla di sapone, mentre Sr. Faustina mi raccontò che aveva preso su di sé tutte le mie sofferenze e in quello stesso giorno aveva sofferto tanto, quanto non aveva mai sofferto in vita sua… » (A. SF. Mem.)
29 Si trattava probabilmente di Sr. Veronica Rapisz (1853-1936).
Per tutta la vita lavorò nell'orto.
Negli ultimi anni dedicò molto tempoalla preghiera (A. CSBVMM., Cron., LD.)
30 Probabilmente si tratta di Don Antonio Korcik, cappellano della comunità a Wilno dal 10.VIII.1934 al 1940
31 M. Borgia Tichy ( Diario, Q. I, nota 162 )