Consacrazione secolare valori comuni e valori specifici

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Missione che la Chiesa affida in modo specifico ai laici consacrati

Ho detto che è una vocazione e una missione specifica, all'interno della comune vocazione e missione laicale.

E nuovamente mi chiedo: è veramente la Chiesa che affida questa missione ai laici consacrati?

È vera missione ecclesiale?

La risposta ritengo che sia affermativa, se esamino quanto è stato detto e scritto proprio per gli Istituti secolari dal magistero della Chiesa in questi ultimi quasi quarant'anni, e su cui si sono fermati i Pontefici nei più recenti quindici anni; e, non ultimo, ciò che è scritto nei « lineamenta »,9 in preparazione all'apposito prossimo Sinodo dei Vescovi sulla vocazione e missione dei laici a venti anni dal Concilio.

Dovremmo dire che ogni laico ha una missione ecclesiale per la salvezza del mondo; che ha il compito di manifestare Cristo al mondo, che ogni sua scelta deve essere ispirata dal Vangelo e per ciò stesso è ecclesiale.

Ogni laico. Il laico non è un volontario che può e non può a seconda del momento - anche se riteniamo che il vero volontariato non è soggetto al capriccio o alla velleità, ma è una cosa seria -.

Il laico battezzato è un chiamato: il battesimo ha impresso in lui il sigillo di Cristo, e il suo agire da battezzato ha il suo fondamento nella vita ecclesiale ed è un riflesso della vita della Chiesa.

Quindi qualunque parola, atto, gesto, qualunque scelta, qualsiasi impegno del laico non può non avere ripercussioni sulla vita dell'intera Chiesa, sulla sua crescita, sulla sua santificazione, sulla sua fedeltà alla missione che Cristo le ha affidata.

Ogni cristiano è un evangelizzatore, nel mondo e per il mondo.

E ogni azione evangelizzatrice non può non avere un carattere eminentemente ecclesiale: nella storia quotidiana, nell'oggi, in ogni realtà grande o piccola o piccolissima.

Perché, allora, possiamo chiederci, nei « lineamenta » offerti recentemente all'esame del clero e soprattutto dei laici, perché, ci chiediamo, c'è una domanda, l'ultima ( che sottolineo ), così formulata: « Quali elementi sono da sottolinearsi come essenziali e significativi nella spiritualità propria dei laici?

Quali stimoli possono derivare dalla spiritualità degli Istituti secolari? ».

Gli Istituti secolari possono sostanzialmente riconoscersi in ciò che, nell'intero testo, viene detto del laicato impegnato.

Eppure i lineamenta parlano di « stimoli » che dalla spiritualità degli Istituti secolari possono derivare alla spiritualità dei laici nei suoi elementi « essenziali e significativi ».

Dunque i lineamenta, l'intero documento, riconoscono ai secolari consacrati un compito di stimolo, che viene loro proprio in forza di quel legame che li unisce alla Chiesa pur nella dispersione dei loro compiti a servizio del mondo e dall'interno del mondo.

La loro scelta di secolarità consacrata è stata una scelta ecclesiale che continuamente si rinnova nel quotidiano rinnovarsi della loro consacrazione e della loro disponibilità al servizio dell'uomo e della storia.

Il secolare consacrato viene così ad avere una missione ( possiamo chiamarla specifica? ) di esprimere Cristo, di proclamarlo, di comunicarlo, di manifestarlo: e niente gli è precluso: non la parola, non l'attività apostolica a servizio immediato della comunità ecclesiale.

Ma soprattutto ha quella « missione » di cui abbiamo già parlato e il cui soggetto è l'uomo, sono le creature: il mondo da cambiare dal di dentro.

E l'uomo, le creature, si servono soprattutto mediante ciò che si è da cui scaturisce ciò che si fa: una vita nuova, una vita nella carità, nella Chiesa, dalla Chiesa, come partecipazione intima alla vocazione ecclesiale.

Di questa partecipazione intima alla comunione ecclesiale parla a lungo Paolo VI nel primo discorso da lui rivolto ai laici consacrati.

Tutto l'ultimo capoverso tratta appunto di loro e della Chiesa: può essere illuminante trascrivere grande parte di questo capoverso: « … la Chiesa … diventa il tema di una continua abituale meditazione, che possiamo chiamare il "sensus Ecclesiae", in voi presente come un'atmosfera di respiro interiore.

Voi certamente avete già provato l'ebbrezza di questo respiro, la sua inesauribile ispirazione, nella quale i motivi della teologia e della spiritualità, dopo il Concilio specialmente, infondono il loro soffio tonificante.

Uno di questi motivi sempre vi sia presente: voi appartenete alla Chiesa a titolo speciale, il vostro titolo di consacrati secolari; ebbene sappiate che la Chiesa ha fiducia in voi.

La Chiesa vi segue, vi sostiene, vi considera suoi, quali figli di elezione, quali membra attive e consapevoli, fermamente aderenti per un verso, agilmente allenate all'apostolato per un altro, disposte alla silenziosa testimonianza, al servizio, e, se occorre, al sacrificio.

Siete laici, che della professione cristiana fanno un'energia costruttrice, disposta a sostenere la missione e le strutture della Chiesa ( … ).

Siete laici, che per diretta esperienza potete meglio conoscere i bisogni della Chiesa ( … ).

Voi, Istituti secolari della Chiesa di oggi! ».10

Ho creduto opportuno sottolineare alcune affermazioni del Papa, che mi paiono segnalare nella consacrazione secolare alcuni valori ecclesiali specifici: ad esempio, il « titolo di consacrati secolari », per cui appunto essi appartengono alla Chiesa a « titolo speciale »: il che non comporta gloria ma più seri oneri, impegni, dedizione di amore, servizio.

In occasione dell'inizio di quel primo Convegno degli Istituti secolari del mondo intero, nella prolusione, l'alloera cardinale Prefetto della Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti secolari, il card. Antoniutti, così si pronunciò: « L'apparizione degli Istituti secolari è ( … ) un fenomeno che denota la forza e la vitalità della Chiesa, la quale si rinnova nella sua perpetua giovinezza e si irrobustisce con nuove forze ».11

Forze nuove, dunque, che devono irrobustire la Chiesa.

Forze nuove che esprimono la perenne forza e vitalità della Chiesa.

Forze di laici, sì, ma laici consacrati: una « piccola porzione » ( così ancora si esprime il cardinale Antoniutti ) che ha raccolto il messaggio di Cristo vergine, povero, obbediente; ma « piccola porzione » che costituisce il « fermento provvidenziale che conserva e moltiplica il dono di Dio ».

Il cardinale Eduardo Pironio, a sua volta Prefetto della Sacra Congregazione cui fanno capo gli Istituti secolari, non ha esitato, alcuni anni dopo, ad affermare ai responsabili generali degli Istituti secolari: « È tutta la Chiesa che vi invia nel mondo per trasformarlo dal di dentro come fermento.

Rappresentate per la Chiesa un modo nuovo di essere nel mondo "sacramento universale di salvezza": siete laici consacrati, incorporati pienamente nella storia degli uomini per mezzo della vostra professione e del vostro stile di vita uguale agli altri, radicalmente dedicati a Cristo attraverso i consigli evangelici, come testimoni del Regno ».12

Questa « radicalità », auspicabile anche per ogni battezzato, è indubbia caratteristica della consacrazione secolare: e non esito a chiamarla valore specifico in questi uomini e donne che sono stati « segnati » dalla Chiesa in nome di Dio con una consacrazione speciale, « come appartenenti esclusivamente a Cristo e alla sua opera di salvezza ».

Così si è espressa la SCRIS; e ha aggiunto che il laico consacrato ha consegnato totalmente a Cristo la propria esistenza libera: il laico che Dio chiama e « riserva a sé mediante il ministero della Chiesa ».13

Un valore! Valore specifico?

Troviamo il termine « specifico » in un discorso di Paolo VI in cui interpella i responsabili generali degli Istituti secolari: « Qual è il vostro dono specifico, il vostro ruolo caratteristico, il "quid novum" da voi apportato alla Chiesa di oggi? », spiegando loro, poi, come essere nel mondo, cioè impegnati nei valori secolari, è il ( loro ) modo di essere Chiesa e di renderla presente …

« Un'ala avanzata della Chiesa nel mondo »: espressione della volontà della Chiesa di essere nel mondo per plasmarlo e santificarlo « quasi dall'interno ».

« Siete una manifestazione particolarmente concreta ed efficace di quello che la Chiesa vuol fare per costruire il mondo descritto e auspicato dalla Gaudium et spes ».14

Paolo vi non esita ad affermare che gli Istituti secolari arricchiscono la Chiesa di una particolare esemplarità nella sua vita « secolare », vivendola come consacrati, e di una particolare esemplarità nella sua vita « consacrata », vivendola come « secolari »15 e, nel XXX anniversario della costituzione apostolica Provida Mater Ecclesia, dichiara che gli Istituti secolari in soli trent'anni sono già una presenza « significativa » nella Chiesa.16

Significativo non è sinonimo di specifico; ma è termine che ha di certo una non piccola importanza e valore …

Prima di passare a qualche nuova considerazione nel tentativo di cogliere valori specifici della consacrazione secolare, vorrei presentare alcuni altri concetti di Paolo VI, che mi paiono particolarmente importanti, anche se non li trascrivo letteralmente: l'invito, per esempio, rivolto nel 1972 ai laici consacrati ad avere sempre e soprattutto a cuore la comunione ecclesiale, in quanto articolazioni vitali di questa comunione, proprio perché essi sono Chiesa: sono di Cristo e per Cristo nella sua Chiesa, operatori autentici dell'unica missione salvifica della Chiesa.

Quello che il cardinale Pironio chiama « significato ecclesiale della vita e della missione evangelizzatrice » dei secolari consacrati potremmo ritenerlo un valore comune a tutti i laici in forza del battesimo, o un valore specifico dei secolari consacrati in forza della loro consacrazione nella Chiesa e per opera della Chiesa?

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9 Sinodo dei Vescovi, Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo a vent'anni dal Vaticano II Lineamenta, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1985
10 Paolo VI.Ai partecipanti al Convegno internazionale degli Istituti secolari, 26 settembre 1970
11 I. Antoniutti, Prolusione al Convegno internazionale degli Istituti secolari, 20 settembre 1970
12 E. Pironio, Discorso di introduzione all'Assemblea dei responsabili generali, 23 agosto 1976
13 SCRIS, Riflessioni sugli Istituti secolari, 22 aprile 1976
14 Paolo VI. Ai responsabili generali degli Istituti secolari, 20 settembre 1972
15 Paolo VI. Ai responsabili generali degli Istituti secolari, Castel Gandolfo, 20 settembre 1972
16 Paolo VI. Nel 30° anniversario della Provida Mater Ecclesia, Roma, 2 febbraio 1977