La nube della non-conoscenza

Capitolo 52

Come i giovani discepoli presuntuosi fraintendono « dentro »; gli errori che ne derivano

Ed è così che si produce la pazzia di cui parlo.

Essi leggono o sentono dire giustamente che devono lasciar perdere qualsiasi occupazione esteriore delle loro facoltà mentali per mettersi a lavorare interiormente.

E poiché non sanno cosa vuol dire lavorare interiormente, fanno un lavoro sbagliato.

Rivolgono i loro sensi verso l'interno del loro corpo, andando così contro natura; e in maniera inverosimile, quasi a voler vedere di dentro con i loro occhi corporei o sentire all'interno con le loro orecchie, e così via per tutti gli altri sensi, l'odorato, il gusto e il tatto.

A questo modo li distorcono, scombussolando l'ordine naturale, e con questa curiosità di spirito finiscono per estenuare la loro immaginazione in maniera così dissennata che rimangono col cervello stravolto.

E subito il diavolo mette in atto il suo potere di emanare luci o suoni falsi, odori soavi nelle loro narici, sapori squisiti nelle loro bocche, e prova ad accendere passioni e ardori strani nel loro petto o nelle loro viscere, nella loro schiena o nei loro lombi o nei loro genitali.

Pur in mezzo a questi fenomeni illusori, sono tuttavia convinti di contemplare in tutta tranquillità il loro Dio, senza essere ostacolati da vani pensieri.

E in certo qual modo hanno ragione, perché son così pieni di falsità, che la vanità non può nemmeno sfiorarli.

E perché? Perché quello stesso nemico che dovrebbe suscitare in loro dei pensieri vani se fossero sulla buona strada, è il principale artefice del lavoro che stan facendo.

E tu sai bene che non gli piace, né gli conviene, ostacolare se stesso.

Egli non toglie loro il pensiero di Dio, per paura che si insospettiscano.

Indice