Trattato della vera devozione alla S. Vergine

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Motivi per apprezzare la consacrazione

[152] - 5. Conduce all'unione con Cristo

Quinto motivo. Questa devozione è una via facile, breve, perfetta e sicura per giungere all'unione con Nostro Signore nella quale consiste la perfezione del cristiano.

1) È una via facile, aperta da Gesù Cristo per venire a noi e sulla quale nessun ostacolo impedisce di giungere a lui.

In verità, l'unione con Dio si può raggiungere anche per altre strade, ma con maggiori croci e morti dolorose, con più difficoltà ardue a superarsi.

Occorre passare per notti oscure, per strane lotte ed agonie, per erte montagne, fra spine pungentissime e in mezzo a deserti spaventosi.

Sulla strada di Maria, invece, si cammina più soavemente e più tranquillamente.

Certo, anche su di essa non mancano aspre lotte da sostenere e grandi difficoltà da superare.

Ma ella, amabile Madre e Sovrana, si fa così vicina e presente ai suoi fedeli servi per rischiararli nelle loro tenebre, illuminarli nei loro dubbi, rassicurarli nei loro timori, sostenerli nei loro combattimenti e nelle loro difficoltà, che davvero questa strada verginale per trovare Gesù Cristo, a paragone di ogni altra, è una via di rose e miele.

Soltanto pochi santi,1 come Efrem, Giovanni Damasceno, Bernardo, Bernardino, Bonaventura, Francesco di Sales…, hanno seguito questo dolce sentiero per giungere a Gesù Cristo.

Lo Spirito Santo, fedele Sposo di Maria, l'aveva loro indicato per grazia specialissima.

Ma gli altri santi e sono i più numerosi benché tutti devoti alla santissima Vergine, non hanno camminato o ben poco per questa strada e così sono passati per prove più aspre e pericolose.

[153] Ma come si spiega allora mi dirà qualche servo fedele di Maria che i servi fedeli di questa Madre buona hanno tante occasioni di patire e più di coloro che non le sono ugualmente devoti?

Infatti, sono contraddetti, perseguitati, calunniati, mal sopportati, oppure camminano fra le tenebre interiori o per deserti dove non cade la minima stilla di rugiada celeste.

Se questa devozione a Maria rende più facile la via per trovare Gesù Cristo, come mai sono proprio loro i più crocifissi?

[154] Rispondo: certamente i servi più fedeli della Vergine santa, proprio perché più favoriti, ricevono da lei le più grandi grazie e favori celesti, quali sono appunto le croci.

Ma affermo pure che sono questi stessi servi di Maria a portare tali croci con maggiore facilità, merito e gloria.

Ciò che arresterebbe mille volte o farebbe soccombere un altro, non li arresta nemmeno una volta, ma li fa avanzare.

Infatti questa Madre buona, piena di grazia e dell'unzione dello Spirito Santo, candisce e prepara loro tutte quelle croci nello zucchero della sua dolcezza materna e nell'unzione del puro amore, tanto che essi le deglutiscono allegramente come fossero noci candite, sebbene in sé siano amarissime.

Sono convinto che la persona che voglia essere devota e vivere pienamente in Cristo ( 2 Tm 3,12 ) e quindi soffrire persecuzioni e portare ogni giorno la propria croce, non riuscirà mai a portare grandi croci, o almeno non le porterà lietamente e nemmeno sino alla fine, senza una tenera devozione alla Vergine santa, la dolcissima mitigatrice delle croci, come nessuno potrebbe mangiare, se non con grande sforzo ( che non può durare ) noci verdi che non siano state candite con lo zucchero.

[155] 2) Questa devozione alla santissima Vergine è una via breve per trovare Gesù Cristo, sia perché non ci si smarrisce, sia perché come ho detto or ora si cammina in essa con più gioia e facilità e, quindi, con maggiore speditezza.

Si avanza più in poco tempo di sottomissione e di dipendenza da Maria, che in anni interi di volontà propria e di fiducia in se stessi, perché un uomo obbediente e sottomesso alla divina Maria canterà vittorie strepitose su tutti i suoi nemici. ( Pr 21,28 )

È vero che questi tenteranno di impedirgli il cammino o di farlo indietreggiare o cadere, ma con il sostegno, l'aiuto e la guida di Maria, egli avanzerà, senza cadere, indietreggiare e perfino rallentare, a passi da gigante verso Gesù Cristo sullo stesso cammino per il quale come è scritto, Gesù Cristo venne verso di noi a passi da gigante e in breve tempo. ( Sal 19,6 )

[156] Per qual motivo credi tu che Gesù Cristo sia vissuto così poco tempo sulla terra, e che dei pochi anni che vi passò, ne abbia trascorsa la maggior parte nella sottomissione ed obbedienza a sua Madre?

È perché, nonostante la brevità della sua vita, Nostro Signore Gesù Cristo visse molto tempo, ( Sap 4,13 ) anzi più di Adamo di cui era venuto a riparare le dannose conseguenze e che pure era vissuto più di novecento anni.

E Gesù Cristo visse molto tempo perché visse molto sottomesso e molto unito alla sua santa Madre, in obbedienza a Dio suo Padre.

Infatti:

1) Chi onora la propria madre dice lo Spirito Santo può essere paragonato a colui che tesoreggia.

E cioè, colui che onora Maria, la propria madre, fino a sottomettersi a lei e ubbidirle in ogni cosa, diverrà ben presto ricchissimo, poiché col segreto di questa pietra filosofale andrà radunando ogni giorno nuovi tesori: "Chi riverisce la madre, è come chi accumula tesori". ( Sir 3,5 )2

2) Secondo un'interpretazione spirituale di queste parole dello Spirito Santo: "La mia vecchiaia si trova nella misericordia del grembo", ( Sal 92,11 ) nel seno di Maria, che cinse e generò un uomo perfetto ( Ger 31,22 ) e poté contenere colui che l'universo intero non abbraccia né contiene;3 nel seno di Maria, lo ripeto, i giovani divengono anziani per discernimento, santità, esperienza e sapienza: in pochi anni si perviene fino alla pienezza dell'età di Gesù Cristo. ( Ef 4,13 )4

[157] 3) Questa forma di devozione alla santissima Vergine è una via perfetta per incontrarsi ed unirsi a Gesù Cristo, perché la divina Maria è la più perfetta e la più santa fra le semplici creature.

E Gesù Cristo, venuto a noi in modo perfetto, non prese altra strada per questo suo grande e meraviglioso viaggio.

L'Altissimo, l'Inafferrabile, l'Inaccessibile, Colui che è, è voluto venire a noi piccoli vermi della terra, che siamo un nulla.

Come è stato possibile?

L'Altissimo è disceso fino a noi in maniera perfetta e divina per mezzo dell'umile Maria, senza nulla perdere della sua divinità e santità.

Così, per mezzo di Maria noi piccolissimi dobbiamo risalire in modo perfetto e divino verso l'Altissimo, senza nulla temere.

L'Inafferrabile si è lasciato prendere e contenere in modo perfetto dalla piccola Maria, senza nulla perdere della sua immensità.

Similmente dalla piccola Maria noi dobbiamo lasciarci contenere e guidare perfettamente senza riserva.

L'Inaccessibile si è accostato, si è unito strettamente, perfettamente, anzi personalmente alla nostra umanità, per mezzo di Maria, senza nulla perdere della sua Maestà.

Per mezzo di Maria dobbiamo noi pure accostarci a Dio e unirci perfettamente alla sua Maestà senza timore d'essere respinti.

Infine Colui che È volle venire in mezzo a ciò che non è, perché ciò che non è diventi Dio o Colui che È.

Questo egli ha fatto in modo perfetto dandosi e sottomettendosi interamente alla giovane Vergine Maria, senza cessare di essere nel tempo Colui che È da tutta l'eternità.

Così, pur essendo un nulla, noi possiamo divenire simili a Dio con la grazia e la gloria, per mezzo di Maria, offrendoci a lei in modo così perfetto e totale da non essere più niente in noi stessi, ma tutto in lei, senza timore di ingannarci.

[158] Mi si tracci pure una via nuova per andare a Gesù Cristo e questa via sia lastricata di tutti i meriti dei beati, ornata di tutte le loro virtù eroiche, rischiarata ed abbellita di tutti gli splendori e le bellezze degli angeli.

E che tutti gli angeli e i santi vi si trovino per guidare, difendere e sostenere quelli e quelle che vorranno camminarvi.

In verità, lo dico arditamente e dico il vero, io seguirei, preferendola a questa via pur tanto perfetta, la via immacolata di Maria: "E ha reso integro il mio cammino". ( Sal 18,33 )

È una via o cammino senza macchie o sozzure, senza peccato né originale né attuale, senza ombre o tenebre di sorta.

E se, come è certo, l'amabile mio Gesù ora nella sua gloria verrà una seconda volta sulla terra per regnarvi, non sceglierà altra strada per tale suo viaggio che la divina Maria, per mezzo della quale è venuto così sicuramente e perfettamente la prima volta.

La differenza che vi sarà tra la prima e l'ultima venuta, consisterà in questo: la prima fu segreta e nascosta, la seconda sarà gloriosa e risplendente.

Ma tutte e due sono perfette, perché l'una e l'altra avvengono per mezzo di Maria.

Ahimè! Ecco un mistero che non si comprende. "Qui ogni lingua deve tacere!".5

[159] 4) Questa devozione alla santissima Vergine è una via sicura per andare a Gesù Cristo e raggiungere la perfezione nell'unione con lui:

1) Perché questa pratica che insegno non è nuova.

È anzi, così antica che, al dire del Boudon6 morto da poco in concetto di santità in un libro da lui scritto su questa devozione, non se ne possono indicare esattamente gli inizi.

È certo tuttavia che nella Chiesa se ne hanno tracce da più di settecento anni.

Sant'Odilone, abate di Cluny, che visse intorno al 1040, fu uno dei primi a praticarla pubblicamente in Francia.

Così si legge nella sua vita.7

Il cardinale Pier Damiani riferisce che nel 10768 suo fratello, il beato Marino, si fece schiavo della santissima Vergine, alla presenza del suo direttore spirituale, in una maniera molto edificante.

Messasi una corda al collo, si diede la disciplina e depose sull'altare una somma di denaro in segno della sua dedizione e consacrazione alla santa Vergine.

Continuò fedelmente così finché visse, tanto da meritarsi di essere visitato e consolato in punto di morte dalla sua buona Padrona e di ricevere da lei medesima la promessa del Paradiso, in premio dei suoi servizi.9

Cesare Bollando ricorda un illustre cavaliere, Vautier de Birbak, parente stretto dei duchi di Lovanio, che intorno al 1300 fece la consacrazione di se stesso alla santa Vergine.10

Questa devozione fu praticata in privato da parecchie persone fino al secolo decimosettimo, quando divenne pubblica.11

[160] Il padre Simone de Rojas,12 dell'Ordine della Trinità o della Redenzione degli schiavi, predicatore alla corte di Filippo III, mise in voga questa devozione per tutta la Spagna e la Germania ed ottenne da Gregorio XV, su istanza dello stesso Filippo III, grandi indulgenze per quelli che l'avessero praticata.

Il reverendo padre De los Rios,13 dell'Ordine di sant'Agostino, lavorò con la parola e gli scritti, insieme con il suo intimo amico Padre de Roias, a diffondere questa devozione in Spagna e Germania.

Compose un grosso volume dal titolo Hierarchia Mariana, nel quale tratta con grande pietà e pari erudizione dell'antichità, eccellenza e solidità di questa devozione.

Nel secolo scorso i reverendi Padri Teatini diffusero questa devozione in Italia, Sicilia e Savoia.14

[161] Il reverendo padre Stanislao Falacio, della Compagnia di Gesù, la promosse mirabilmente in Polonia.15

Il Padre de los Rios riferisce nel libro suddetto i nomi dei principi e delle principesse, dei vescovi e cardinali di diverse nazioni, che abbracciarono questa devozione.

Il Padre Cornelio a Lapide,16 così meritevole per pietà e scienza profonda, ebbe da parecchi vescovi e teologi l'incarico di esaminarla.

Dopo maturo esame, ne fece elogi degni della sua pietà.

Parecchi altri illustri personaggi seguirono il suo esempio.

I reverendi Padri Gesuiti, sempre zelanti nel servizio della santa Vergine, presentarono a nome dei Congregazionisti di Colonia un breve trattato su questa devozione al duca Ferdinando di Baviera in quel tempo arcivescovo di Colonia , il quale l'approvò e ne permise la stampa, esortando tutti i parroci e i religiosi della sua diocesi a promuovere più che potevano questa solida devozione.

[162] Il cardinale de Bérulle, 17 la cui memoria è in benedizione per tutta la Francia, fu uno dei più zelanti a propagarla in quella nazione, nonostante tutte le calunnie e persecuzioni mossegli dai critici e libertini.

Questi lo accusarono di novità e di superstizione, scrissero e pubblicarono contro di lui un libello diffamatorio, servendosi o meglio, il demonio per mezzo di loro si servì di mille astuzie per impedirgli di diffondere in Francia questa devozione.

Ma questo grande e santo uomo rispose alle diffamazioni solo con la pazienza.

Alle obiezioni contenute nel libello rispose con un opuscolo confutandole efficacemente, dimostrando che tale devozione è fondata sull'esempio di Gesù Cristo, sui doveri che abbiamo verso di lui e sui voti da noi fatti nel santo battesimo.

Con quest'ultimo argomento, soprattutto, riuscì a chiudere la bocca agli avversari, facendo loro vedere che questa consacrazione alla santissima Vergine ed a Gesù Cristo per le mani di lei, non è altro che una perfetta rinnovazione dei voti o promesse battesimali.

Altre bellissime cose da lui dette su questa devozione si potranno leggere nelle sue opere.

[163] Nel libro del Boudon si possono leggere i nomi dei vari Pontefici che approvarono tale devozione e dei teologi che l'esaminarono, insieme con le persecuzioni di cui essa fu oggetto e dalle quali uscì vittoriosa.

Vi si trova anche il nome di migliaia di persone che la praticarono, senza che nessun Papa mai la condannasse18; ciò che, del resto, non potrebbe avvenire senza scuotere le basi del cristianesimo.

Rimane dunque certo che questa devozione non è nuova.

Se non è diffusa, vuol dire che è troppo preziosa per essere gustata e praticata da tutti.

[164] - 2) Questa devozione è un mezzo sicuro per andare a Gesù Cristo

È, infatti, compito proprio della santa Vergine condurci sicuramente a Gesù Cristo, cosi come è compito proprio di Gesù Cristo condurci sicuramente all'eterno Padre.

Non credano falsamente le persone spirituali che Maria sia loro d'impedimento per giungere all'unione con Dio.

È mai possibile che colei, che trovò grazia davanti a Dio per tutti in generale e per ciascuno in particolare, sia d'impedimento ad un'anima per trovare la grande grazia dell'unione con lui?

È mai possibile che colei, che fu tutta piena e sovrabbondante di grazie, cosi unita e trasformata in Dio, quasi da obbligarlo ad incarnarsi in lei,19 impedisca ad un'anima di essere perfettamente unita a Dio?

È ben vero che la vista delle altre creature, anche sante, potrebbe forse in dati momenti ritardare l'unione divina.

Ma come ho già detto20 e non mi stancherò mai di ripetere, ciò non può essere vero di Maria.

Una delle ragioni per cui cosi poche anime giungono alla pienezza dell'età di Gesù Cristo21 è che Maria, ora più che mai Madre di Gesù Cristo e Sposa feconda dello Spirito Santo, non è abbastanza formata nei loro cuori.

Chi vuole avere il frutto ben maturo e formato, deve avere l'albero che lo produce.

Chi vuol avere il frutto di vita, deve avere l'albero di vita, che è Maria.

Chi vuol avere in sé l'operazione dello Spirito Santo, deve avere la sua Sposa fedele e indissolubile, la divina Maria, che lo rende fertile e fecondo, come già dicemmo.22

[165] Convinciti dunque che quanto più guarderai Maria nelle tue preghiere, contemplazioni, azioni e sofferenze se non con uno sguardo distinto e attento, almeno con uno generale e impercettibile, tanto più perfettamente troverai Gesù Cristo.

Egli, infatti, è sempre con Maria, grande, potente, operante e incomprensibile, più ancora che nel cielo e in qualsiasi altra creatura dell'universo.23

La divina Maria, completamente immersa in Dio, è ben lontana pertanto dal divenire un ostacolo ai perfetti nella via dell'unione con Dio.

Anzi, non c'è mai stata finora né ci sarà mai alcuna creatura che aiuti più efficacemente in questa grande opera, sia comunicando le grazie utili a questo fine "nessuno è ricolmo del pensiero di Dio, se non per mezzo di lei", dice un santo24 sia assicurandovi contro le illusioni e inganni dello spirito maligno.

[166] Dove Maria è presente non c'è lo spirito maligno.

E un segno infallibile che si è condotti dallo spirito buono è l'essere molto devoti a Maria, il pensare spesso a lei e il parlarne di frequente.

È questo il pensiero di un santo,25 il quale aggiunge che, come la respirazione è sicuro indizio che il corpo non è morto, così il frequente ricordo e l'invocazione affettuosa di Maria sono un segno sicuro che l'anima non è morta per il peccato.

[167] Come dicono la Chiesa e lo Spirito Santo sua guida, soltanto Maria ha distrutto tutte le eresie.26

Perciò non avverrà mai anche se i critici borbottano che un fedele devoto di Maria cada nell'eresia o nella illusione almeno formale.

Potrà certo, benché più difficilmente di altri, commettere un errore materiale, confondere la menzogna con la verità e lo spirito maligno con quello buono; ma presto o tardi conoscerà la sua colpa e il suo errore materiale e, quando li avrà conosciuti, non si ostinerà a credere e sostenere ciò che aveva creduto.

[168] Chi dunque vuole progredire nella via della perfezione ed incontrare sicuramente e perfettamente Gesù Cristo senza il pericolo di cadere nell'illusione che è ordinaria nelle persone di preghiera abbracci "con cuore generoso e animo pronto" ( 2 Mac 1,3.57 ) questa devozione alla santissima Vergine, che forse prima non conosceva.

Entri in questo eccellente cammino a lui sconosciuto e che io gli sto indicando: "Io vi mostro una via migliore di tutte". ( 1 Cor 12,31 )

È una via tracciata da Gesù Cristo, Sapienza incarnata, nostro unico Capo.

Percorrendola, il membro di questo Capo non può sbagliarsi.

E una via facile, per la pienezza della grazia e dell'unzione dello Spirito Santo di cui è ricolma.

Camminandovi, non ci si stanca né s'indietreggia.

È una via breve: in poco tempo ci conduce a Gesù Cristo.

È una via perfetta: sul suo percorso non c'è fango, né polvere, né la minima sozzura di peccato.

Infine, è una via sicura, per la quale si giunge a Gesù Cristo e alla vita eterna in modo diritto e sicuro, senza deflettere né a destra né a sinistra.

Prendiamo dunque questa strada e in essa camminiamo giorno e notte, sino alla pienezza dell'età di Gesù Cristo.

Indice

1 Il Montfort dà una lista indicativa, ma non esaustiva
2 Per l'allusione alla pietra filosofale cf AES 86-87
3 Dalla liturgia romana
4 VD 33
5 VD 12
6 Enrico Maria Boudon (1624-1702), arcidiacono di Evreux.
Scrisse Dieu seul ou Le saint esclavage de l'admirable Mère de Dieu, pubblicato a Parigi nel 1667.
Il Montfort lo ricorda due volte: VD 159, VD 162.
Il termine doulos (schiavo) ricorre in molti sigilli dei primi secoli dell'impero d'Oriente (395-1453) assieme al nome della Madre di Dio (G. Schluberger, Sigillographie de l'Empire byzantin, Paris 1884, p. 31) come anche sull'ambone di papa Giovanni VII (703-707) nella Chiesa di S. Maria Antiqua al Palatino (Roma) e in una lastra di marmo (ora nelle Grotte Vaticane) proveniente dall'oratorio fatto erigere dallo stesso papa Giovanni VII nell'antica basilica di S. Pietro
7 S. Odilone (962-1048), abate di Cluny dal 994
8 Questa data è da correggere, perché san P. Damiani visse dal 1007 al 1072
9 PL 145, 565-567
10 Anche questa data è errata perché Cesare D'Eisterbach, nato prima del 1128, morì verso il 1210
11 H. Bremond, Histoire littéraire du sentiment religieux en France, Paris 1923, vol. 6, p. 266
12 Simón de Roias (1552-1624), che Lope de Vega paragona a san Bernardo per il suo ardente amore alla Madre di Dio, è stato canonizzato da Giovanni Paolo II il 3 luglio 1988. Fondò la "Congregazione degli schiavi del dolcissimo nome di Maria"
13 Bartolomeo de los Rios (1580-1652)
14 Silos, Historiarum Clericorum Regularium, Romae 1665, pars altera, pp. 119-121, 444
15 Francisci Stanislai Phoenicii, S.J., Mariae Mancipium, Lublino 1663 (nella collezione Sacrum Poloniae Millennium, Tom. X)
16 Cornelius Van Den Stein (1567-1637)
17 Pierre deBérulle (1575-1629), fondatore dell' Oratorio di Francia
18 A suo tempo, l'inquisizione romana condannò abusi e indiscrezioni di devoti
19 S. Tommaso, Summa theol. III, q. 2, a. 11, ad 3
20 VD 75; SM 21
21 VD 33
22 VD 20-21, VD 34-36
23 "La Chiesa pensando a Lei (Maria) con pietà filiale e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, con venerazione penetra più profondamente nell'altissimo mistero dell'incarnazione e si va ognor più conformando col suo Sposo" ( Lumen Gentium 65 )
24 S. Germano di Costantinopoli, Sermo 2 in Dormit. Deip., PG 98, 350
25 S. Germano di Costantinopoli, Orat. in sanctae Deiparae Zonam, PG 98, 378-379
26 Dall'Officio della Madonna