Maestro di vita oltre la scuola

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Al « Bricco Saraceno » una famiglia felice

L'educatore animato dalla fede pieno di Spirito Santo porterà i suoi allievi ad essere cristiani non solo di nome ma anche nei sentimenti e nella condotta pratica della vita.

( S. Giovanni Battista de La Salle - M. 134,3 )

Tra le figure di rilievo che la provincia astigiana diede alla Congregazione Lasalliana, quella di Fratel Teodoreto Garberoglio brilla con una intensità particolare, foriera non dubbia, della glorificazione ufficiale che la S. Chiesa a suo tempo gli darà.

Giovanni Andrea ( cosi fu chiamato al fonte battesimale ) nasce a Vinchio d'Asti il 9 febbraio 1871 da Bartolomeo Garberoglio e da Eleonora Giolito, entrambi di Vinchio.

Quell'amena borgata si adagia sul dorso di una delle tante colline che sormontano tutto il Monferrato.

La casa Garberoglio, situata proprio sul cocuzzolo ( detto Bricco Saraceno ), alquanto isolata, domina le valli e i torrenti circostanti, e vede diramarsi le strade e i sentieri che concorrono ad aumentare il valore della posizione topografica dell'intera regione.

Giacché tutti sanno che nel Piemonte, quella Provincia è una delle più notevoli, non solo per i ricordi del passato, ma anche per il fervore di vita che l'anima e la rende un ricco e attivo centro agricolo, industriale e commerciale.

I coniugi Garberoglio erano contadini per razza e tradizione, costanti nel lavoro, resistenti alla fatica, pronti a sacrificarsi per gli altri e soprattutto fedeli ai principi di fede e di pietà.

In casa Garberoglio sei sono i figli: Giacinta nata nel 1851, Teresa nel 1853, Letizia nel 1860, Carlo Lorenzo nel 1866, Iginia nel 1868 e, per ultimo il nostro Giovanni Andrea nato il 9 febbraio 1871 e battezzato nella Parrocchia S. Marco di Vinchio il giorno dopo, 10 febbraio.

Numerose furono pure le famiglie delle sorelle e del fratello: 18 furono i nipoti e molti i pronipoti.

Papa Bartolomeo era fiero della sua numerosa nidiata e per poter meglio attendere alla cura della famiglia, oltre che alla conduzione di poderi, rifiutò più volte la carica di Sindaco, offertagli in seguito ai molti anni trascorsi in qualità di Consigliere comunale.

Mamma Eleonora, sempre intenta nel seguire i figli e nel disbrigo delle faccende domestiche, non mancava di presiedere, ogni sera, la recita in comune del Santo Rosario, seguita da speciali preghiere ai Santi protettori.

Da notare l'assiduità di tutta la famiglia alle funzioni religiose, nonostante la Parrocchia distasse da casa un buon quarto d'ora di cammino.

Grandi e piccoli, ogni giorno, e di buon mattino, si recavano alla Messa, e cosi l'ambiente familiare si manteneva sereno e improntato a grande onestà, giacché là dove Dio ha il primo posto, la vita cristiana non può che dare frutti di letizia e di santità.

E cosi il nostro piccolo Giovanni, fin dai suoi primi anni, visse in un'atmosfera profondamente impregnata di fede e di virtù che rifulsero più tardi in lui, come vedremo, nella luce radiosa dell'eroismo.

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