Maestro di vita oltre la scuola

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Tra i Novizi

Per parecchi anni Fr. Teodoreto si recò a sostituire il Maestro dei Novizi quando questi si recava al Ritiro speciale, presso il centro della Congregazione, o anche solo si allontanava per stare un poco nel raccoglimento e nel riposo spirituale.

I Superiori pensavano che anche la sola sua presenza fosse di tale edificazione da produrre gran frutto.

Egli non dava la presenza soltanto, ma tutto se stesso.

Compiva tutti i doveri del Direttore, a cominciare da quello della conferenza quotidiana.

Sappiamo che il pregio del suo stile, naturalmente semplice e dimesso, stava tutto nella convinzione con cui si esprimeva, e ancor più nell'evidenza dell'esempio che precedeva il suo discorso, e anche nella fama di santità di cui godeva.

Ciò che attraeva maggiormente l'attenzione e la meraviglia dei Novizi era la compostezza e l'intenso raccoglimento col quale pregava.

«Mi impressionava la sua compostezza e il suo sguardo quasi immobile rivolto al Tabernacolo» afferma uno.

Un altro riferisce: «Si passeggiava un giorno in giardino, a Rivalta, durante la ricreazione, e dalle finestre aperte della cappella lo si vedeva inginocchiato alla balaustra, in preghiera.

La sua posizione ricordava molto da vicino un atteggiamento analogo del santo Fratel Muziano di Malonne».

Il Beato Fratel Muziano di Malonne ( 1841-1917 ) è stato beatificato da S. Santità Paolo VI il 30 ottobre 1977 con il Beato Fratel Michele Febres Corderò dell'Equador ( 1854-1910 ).

Continua il Novizio: «Nel fervore dell'indagine, qualcuno pensò di fotografarlo..., quando intervenne il Direttore stesso, attirato dall'armeggio che si stava facendo.

Chiamò Fratel Teodoreto in ricreazione e l'audace proposta andò in fumo...

Il bello è che l'animo dei presenti rimase impressionato più e meglio che non l'ipotetica lastra fotografica».

Fr. Teodoreto era un formatore completo, e se da un lato il suo zelo lo rendeva attento a comunicare ai Novizi e ai Fratelli la stessa fedeltà, che fu caratteristica della sua forma spirituale, non trascurava certo le manifestazioni di compiuta umanità che tengono conto dei diritti della natura e della società.

Un saggio lo dava nella organizzazione e nel compimento delle passeggiate stabilite dalla Regola e dalle consuetudini, affin di dare più abbondante respiro e distensione all'organismo.

Ma anche in questo egli trovava modo di lasciare larga parte allo spirito e all'unione con Dio.

Se, per esempio, lungo il tragitto si sfiorava il cimitero, c'era una breve preghiera collettiva per i Defunti; se all'incrocio di strade sorgeva un tabernacolo votivo, ci si scappellava richiamando il pensiero della presenza di Dio.

Quando poi si giungeva a qualche chiesa o santuario d'una borgata, l'indugio era completato dall'eventuale breve commento circa la storia dell'icone o degli eventi che avevano presieduto alla dedicazione di quel sacro luogo.

Il tutto avveniva con schietta spontaneità e persino con entusiasmo.

Evidenti pertanto erano i frutti di grazia che segnavano il passaggio di Fr. Teodoreto nelle Case di Formazione.

Lo attesta un Direttore dei Novizi: «Lo ebbi due volte come sostituto al Noviziato nel periodo dei miei Esercizi con i Direttori di Case di Formazione: ebbene, dopo dodici giorni circa d'assenza, trovavo i giovani Novizi più fervorosi e meglio disposti; più decisi e più regolari con le difficoltà risolte e molte volte con gli scrupoli scomparsi.

Mi trovavo insomma, di fronte a una ripresa generale di fervore davvero consolante.

Tanto poteva la virtù dell'uomo di Dio».

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