Maestro di vita oltre la scuola

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La Divozione e i Fratelli

Che la Divozione dovesse passare ai Fratelli delle Scuole Cristiane, era stato rivelato da Gesù a Fra Leopoldo per la prima volta, con accenno alquanto vago, ma assai sintomatico per la data segnata sul suo Diario.

Infatti il giorno 10 settembre 1906, mentre pregava Gesù Crocifisso, udì queste parole: «Sei tu che devi spingere questo e quello per propagare questa Divozione, non mancheranno anime buone che mi amano e che verranno in tuo aiuto: sappi, caro figlio, che ho dei Fratelli laici che mi vogliono molto bene; se tu sapessi quanto io li amo».

Il senso di questa affermazione restò per parecchio tempo misterioso per Fra Leopoldo che, chiuso nell'angolo più umile del suo convento, non poteva comprendere chi fossero coloro che dovevano continuare a sviluppare la propaganda della Divozione a Gesù Crocifisso.

Orbene, in quegli stessi giorni, il 14 o il 15 settembre 1906, Fr. Teodoreto durante il Secondo Noviziato a Lembecq-Lez-Hall, maturava l'idea di dar vita a quella che oggi è l'Unione Catechisti.

A scoprire la straordinaria coincidenza della data fu il Catechista dott. Gaetano G. di Sales, convertito della Medaglia Miracolosa, grande invalido di guerra, membro di merito della Pontificia Accademia Romana scientifico-letteraria dell'Immacolata, insigne scrittore, ardente e attivo animatore della devozione mariana.

Tra le varie sue pubblicazioni diffuse e tradotte in molte lingue, ha edito recentemente un prezioso libretto Origini della Divozione, Centro La Salle, Torino, in cui dopo rigorosa ricerca storica stabilisce con esatta precisione che il 10 settembre 1906 Fra Leopoldo a Torino, annota l'indicazione dei Fratelli laici e in quegli stessi giorni, al più tardi il 15 settembre dello stesso anno, Fratel Teodoreto, a Lembecq-Lez-Hall, in Belgio, in seguito ad una conferenza sulle opere di perseveranza nella scuola cattolica, sente l'ispirazione di iniziarne una, al suo ritorno al lavoro scolastico.

Dopo i primi incontri con Fratel Teodoreto del 1912, il pio Frate francescano, confidenzialmente faceva leggere le annotazioni del suo Diario al nostro Fratello.

Ciò che più lo impressionò, fu la benevola insistenza con cui Gesù dichiarava la Devozione essere prerogativa dei Fratelli, sia per la pratica, sia per la diffusione.

Pertanto, a Fra Leopoldo i vaghi accenni dei primi colloqui, furono meglio chiariti successivamente, che il 24 gennaio 1915, Gesù alludendo alla Divozione, disse: «È mio desiderio che passi ai Fratelli delle S.C. ciò che ho operato per mezzo tuo».

E con maggior chiarezza il 6 marzo 1915 : «La pianta della pia Unione dei giovani e dell'Adorazione al S.S. Crocifisso voglio che rimanga dei Fratelli delle S.C.».

Convinto dell'amorosa insistenza del Maestro Divino, Fr. Teodoreto, pur tenendo in cuor suo il segreto della misteriosa intimità di Fra Leopoldo con il Crocifisso, non mancava di raccomandare ai suoi Confratelli, nel bei mezzo dei Ritiri annuali di cui fu ripetutamente Presidente, di accogliere e praticare in Comunità la Divozione e propagarla tra gli alunni e le loro famiglie.

Giunse poi a presentarla, quale desiderio del Signore, ai Superiori maggiori, lui l'umile Fratello che si riteneva l'ultimo di tutti.

Il Superiore Generale, Fr. Athanase-Emile, dopo aver preso i dovuti contatti e dopo scrupolose informazioni circa lo sviluppo e la costituzione dell'Opera sorta per iniziativa di Fr. Teodoreto, emanò la famosa Circolare n. 328 del 19 marzo 1949 intitolata: «La pieuse Union de Jésus Crucifié et de Marie Immaculée», nella quale, non solo raccomanda la Divozione a tutto l'Istituto lasalliano, ma dimostra quanto questa Unione corrisponda allo spirito del Fondatore S. Giovanni Battista De La Salle.

In essa Circolare leggiamo: «... Bisogna che ci rinnoviamo nella Divozione a Gesù Crocifisso e che ce ne facciamo propagatori...

È ai piedi del nostro Salvatore in Croce e nelle sue piaghe cruente che S. Giovanni Battista De La Salle vuole che andiamo a cercare luce e coraggio, allorché si tratta di combattere contro le passioni ( 28° Med. ), o abbiamo bisogno di forza nelle difficoltà e nelle afflizioni ( 165° Med. ), oppure dello spirito di riparazione ( 152° Med. ).

Non è forse ai piedi del Crocifisso che il Santo Fondatore ha attinto lui stesso quell'amore delle sofferenze, lo spirito di riparazione e di zelo, l'eroica costanza nelle prove che accompagnarono tutta la sua vita?

Rileggiamo la 27° e 28° meditazione, e nella Raccolta la sua commovente professione del penitente, e vedremo che sono proprio gli sguardi amabili e interiori del Crocifisso che hanno fatto di lui uno dei più grandi Santi del suo secolo».

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