Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio )

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L'educatore in atto

Il Fr. Gaetano - l'attuale ancor vegeto decano novantenne del Distretto torinese - riferendosi al periodo che va dal 1920 al 1932 e durante il quale Fratel Teodoreto fu Direttore Didattico, afferma ch'era « molto incoraggiante con gli alunni e coi maestri ».

Forse, il buon Vegliardo non sa di fare così, in due parole, un grandissimo elogio all'Educatore!

Fr. Francesco di Gesù riferisce:

"Al Quartiere della Consolata, Fratel Teodoreto si recava spesso per far visita agli alunni...

Depositava in Direzione il mantello, metteva lo zucchetto e si presentava in qualche classe.

Parlava con tanto ardore della Madonna SS.ma che i bambini lo ascoltavano estatici.

Raccomandava pure grande devozione all'Angelo Custode affinché li proteggesse per la strada, nell'attraversare i crocicchi, quando passano i tram.

"Quando trovate qualche difficoltà per le vie, dite sempre: Angelo mio Custode, aiutami! vieni in mio soccorso!"

E i bambini sentivano quanto fervore mettesse in tali raccomandazioni; allorché egli usciva, sembravano rimpiangere che già li lasciasse, talmente erano lieti di udirlo".

Il Fr. Felice della Consolata, allievo a Santa Pelagia dal 1917 al 1920, quando Fratel Teodoreto era Direttore della Scuola, ricorda « il suo atteggiamento sereno, distinto, padrone di sé, che spiccava su quello di tutti gli altri, e incuteva soggezione ».

In quegli stessi anni, il Fr. Fulgenzio frequentava la scuola di Borgo Dora. Dice:

"Il Fratel Teodoreto lo vedevamo di tanto in tanto; e ogni volta che veniva in classe era per noi una gioia: non capivamo perché, ma il suo bonario sorriso ci conquistava.

Sovente ci parlava del SS. Crocifisso, e in buon numero ci eravamo iscritti nella nuova Associazione, reparto piccoli.

Ci sentivamo conquisi dalla sua parola calda, semplice, detta in tono affabile e sereno: quello che ci colpiva di più era la sua compostezza tranquilla, senza affettazione, tale da attirare la confidenza di noi bambini".

Quanto godeva Egli della loro corrispondenza, soprattutto agli inviti di pratiche pie!

« Fu visto piangere, sovente, nel partecipare alla Via Crucis in compagnia dei fanciulli ».

Varie volte confidò: « Quanto è bello vedere i ragazzi fare la Via Crucis! » ( Fr. Cecilio ).

Il Fr. Riccardo, pure ex allievo di Santa Pelagia, ci tramanda alcune parole di Fratel Teodoreto, che lo dovettero impressionare tanto, se sono presenti ancora nel suo spirito dopo anni non pochi:

"Ci faceva, con una certa insistenza, questa raccomandazione: "Andate a casa, cercate l'angolo più tranquillo e là recitate adagio la Divozione a Gesù Crocifisso.

Poi ascoltate e Gesù vi parlerà!".

È forse nella pratica di questo suo invito ch'è sbocciata la mia vocazione.

"Un'altra frase che ricordo testualmente, e saprei anche indicare il posto e l'ora in cui la pronunciò, è la seguente: "Chi si profuma in vita, puzzerà di più in morte".

Come si vede, Fratel Teodoreto non era eccessivamente schifiltoso nelle sue esortazioni spirituali!

Non seguiva, certo, quelli che torcerebbero il naso all'idea di leggere in classe per es. la meditazione di S. Alfonso de' Liguori sulla putrefazione del cadavere nel sepolcro ...

Intanto, certe impressioni rimangono ammonitrici e salutari per sempre!

« C'è un altro Fratello che due volte - prima come alunno e poi come religioso - cadde nella pia rete del Nostro, il Fr. Gustavo Luigi.

Fu proprio Fratel Teodoreto, nella sua qualità di Direttore Didattico anche delle Elementari femminili presso le Suore Giuseppine, ove già frequentavano le sorelle del Fr. Gustavo stesso, che, interrogato dalla mamma, le suggerì l'iscrizione del bambino alle Scuole di Santa Pelagia.

Colà, poi. il giorno della Prima Comunione Egli ebbe dal piccolo alunno la confidenza della chiamata di Gesù alla vita perfetta; chiamata, in conseguenza della quale, il fortunato Discepolo si sentì spesso seguito particolarmente dal pio Direttore ora, con un consiglio, ora con una buona pratica, ora con una chiarificazione ».

Di Lui il Fr. Gustavo ci traccia una viva immagine in questa descrizione:

"Lo ricordo quando, durante l'ingresso e l'uscita dalla scuola, passeggiava in corridoio, dignitosamente avvolto nel suo mantello; non aveva bisogno di parlare o di intervenire: la sua grave figura e il rispetto che avevamo per Lui erano sufficienti a mantenere l'ordine.

Quando Gli ci avvicinavamo per parlargli, notavamo che sotto al mantello stava sgranando la Corona.

Il suo sorriso, la sua parola calma e dolce ci rendevano più buoni per tutto il giorno.

Era sempre uguale a se stesso, sempre sereno e affabile".

Insisto nel citare testuali parole di Fratelli ex alunni, perché la loro qualità di « educatori » dà un particolare significato ai rilievi che fanno intorno al « Fratel Teodoreto educatore », quale è rimasto nel loro ricordo.

e lo faccio anche se, forzatamente, vi sono aspetti messi in evidenza da più d'uno: segno chiaro, del resto, ch'erano gli aspetti più caratteristici.

È la volta di Fr. Silvio, che ce lo presenta come il tipo perfetto dell'uomo pacifico e pacificatore:

"Del caro Fratel Teodoreto sempre mi impressionò, come fosse un privilegio, un dono suo tutto personale, la serena calma, l'imperturbabilità di fronte a tutti e a tutte le cose.

"Impressione che ho viva nell'animo fin dai lontani giorni della mia fanciullezza scolastica nelle classi di Santa Pelagia, ove Egli era Direttore.

"Al suo avvicinarsi, al suo entrare in classe - in modo posato, dignitoso e a mezzo sorridente - sentivo come se respirassi un'altra aria; vedevo che, senza sforzo alcuno, tutto e tutti si rimettevano in ordine: anche gl'insegnanti!

"La non buona impressione avuta un giorno dal discutere appassionato e secco di due Fratelli ( se ci ripenso oggi, per quanto ne capivo allora, avevano tutt'e due ragione; ognuno dal suo punto di vista, certo! ), impressione che mi faceva star male, perché io volevo bene a tutt'e due, quasi svanì quando, avvicinandosi il Direttore, i due Fratelli prima tacquero, poi, sussurrate loro dal Fratel Teodoreto alcune parole, si allontanarono con il volto tornato sereno e non senza essersi prima stretti l'un l'altro la mano...".

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