Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio )

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Preso sul vivo

Il certo si è che Fr. Teodoreto diventò un abile catechista, come lo asserisce, tra gli altri, il Fr. Fulgenzio, la cui preziosa testimonianza porto qui per intero:

"Tra il 1928 e il 1930 mi trovai a insegnare nella Scuola di S. Pelagia, dove il buon Fratel Teodoreto era Direttore Didattico.

Nei primi giorni di scuola veniva in classe Prima, a fare il catechismo ai piccoli, con l'intento di animarli e guidarmi nel mio apostolato incipiente.

Confuso coi miei bambini, ero trasportato e attratto dalla sua parola.

Gli occhi suoi si vivificavano d'una nuova vita, d'un nuovo sorriso; la sua parola semplice penetrava nelle animucce innocenti, che nella loro spontaneità si aprivano a lui - così grande e così imponente dalla cattedra - per rispondergli con tutta naturalezza o fargli qualche domanda.

In quell'ora soprattutto la classe sembrava essersi tramutata in tempio, tanto era la compostezza, la serietà, le piccole preghiere e i piccoli atti d'amore di Dio che vi si producevano.

E non era un catechismo monotono il suo, era pieno di attività.

Infatti sulla lavagna aveva sempre qualcosa da scrivere o qualche disegnetto a linee schematiche da riprodurre, mentre spiegava.

Le frequenti domandine tenevano desta l'attenzione, così come il far passare in piedi alcuni più pronti o più precisi portava l'animazione e l'attenzione negli altri.

Godevo io stesso, come d'uno spettacolo, e facevo tesoro della sua esperienza didattica".

In questa testimonianza mi fa singolarmente piacere il riscontrare che Fratel Teodoreto, in quegli anni in cui di metodi attivi in Italia non si parlava ancora - il primo libro del genere, di Mons. C. M. Veneziani, data dal 1937! - già ne aveva adottato parecchi procedimenti, quali il disegno alla lavagna, l'interrogare frequente, il movimentare la classe anche nel senso fisico.

È vero che, facendo così, egli si contentava di raccogliere il meglio della tradizione lasalliana, che queste cose non ebbe bisogno d'imparare dai maestri dell'attivismo ginevrino d'inizio del secolo e dai loro seguaci d'Italia ...

Ed è anche bello notare - in lui già maturo d'anni e di intensa vita spirituale - questa capacità di rinnovarsi per essere ed apparire del suo tempo; così come quel suo dare anche ai mezzi naturali della miglior didattica la massima importanza, persuaso com'era che Dio opera secondo la natura e benedice con la sua fecondità quelli che, oltre a mettere in Lui la loro fiducia, prendono tutti i mezzi possibili alle loro forze umane affin di preparargli il buon terreno per la fecondazione soprannaturale.

del resto a rivelare il catechista di razza, diciamo così, basta spesse volte anche un solo atteggiamento tipico, o il saper sfruttare una buona occasione impreveduta, dalla cattedra o anche nell'a tu per tu con chiunque.

Il che risulta avverato per il Nostro, ad esempio, dalla seguente testimonianza di un suo giovane Catechista, che si affliggeva di fare poco progresso nella vita spirituale.

Fratel Teodoreto lo invitò a cogliere da un ciliegio dell'orto di Rivalta, ove avveniva l'incontro, un frutto acerbo e, con quella ciliegia in mano, disse sorridendo: « Vedi, ora è acerba, perché non è giunto ancora il momento della sua maturazione: aspetta fra un mese, con un bel sole, e vedrai che frutto delizioso!

Gesù è il nostro Sole; dobbiamo, come la ciliegia esporci ai suoi raggi, così giungeremo anche noi alla maturazione della santità » ...

D0altra parte non dobbiamo dimenticare con che frutto il Fratel Teodoreto, ancora adolescente, aveva preparato alla Prima Comunione il nipote « Tamlìn » dimostrando fin d'allora di essere un catechista ricco di naturali disposizioni, potenziate poi enormemente dalle sue soprannaturali conquiste.

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