Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se le creature materiali siano state fatte per la bontà di Dio

Supra, q. 47, a. 2

Pare che le creature materiali non siano state fatte per la bontà di Dio.

Infatti:

1. Sta scritto [ Sap 1,14 ]: « Dio ha creato tutto per l'esistenza ».

Dunque tutte le cose sono state create per il loro essere, e non in ordine alla bontà di Dio.

2. Il bene ha carattere di fine.

Quindi ciò che è più buono è fine di ciò che lo è meno.

Ma la creatura spirituale sta a quella materiale come il bene maggiore al minore.

Quindi gli esseri materiali saranno ordinati a quelli spirituali, e non alla bontà di Dio.

3. La giustizia non fa distribuzioni disuguali se non a esseri disuguali.

Ma Dio è giusto.

Esiste perciò una disuguaglianza non creata da Dio che precede ogni altra disuguaglianza creata da lui.

Ora, una disuguaglianza che non sia creata da Dio non può derivare che dalla libera volontà.

Per conseguenza ogni disuguaglianza non proviene che da moti diversi del libero arbitrio.

Ma le creature materiali non sono uguali a quelle spirituali: dunque sono state create in seguito ad alcuni moti del libero arbitrio, e non per la bontà di Dio.

In contrario:

Sta scritto [ Pr 16,4Vg ]: « Il Signore ha fatto tutte le cose per se stesso »

Dimostrazione: Origene [ Peri Arch. 3,5 ] pensò che il mondo materiale non proviene da una prima decisione della volontà divina, ma in seguito al peccato della creatura spirituale, come pena.

Egli affermò infatti [ ib. 1, cc. 6, 8; 2, cc. 1, 9; 3, c. 5 ] che Dio da principio fece soltanto gli spiriti, e tutti uguali.

Ora, essendo questi dotati di libero arbitrio, alcuni di essi si orientarono verso Dio e, pur rimanendo nella loro semplicità, acquistarono un grado maggiore o minore, in proporzione all'intensità di quell'orientamento.

Altri invece si sviarono da lui e vennero relegati in corpi diversi, secondo l'entità del loro distacco.

Ora, una simile ipotesi è certamente erronea.

Primo, perché contrasta con la Scrittura la quale, dopo aver narrato la produzione di tutte le specie degli esseri materiali, soggiunge [ Gen 1,31 ]: « E Dio vide che era cosa molto buona », come per dire che ogni cosa fu creata proprio perché la sua esistenza era un bene.

Invece secondo Origene i corpi furono creati non perché il loro essere era una cosa buona, ma per punire il male di altri.

- Secondo, perché ne seguirebbe che l'attuale ordinamento del mondo materiale proverrebbe dal caso.

Se infatti il corpo del sole fu fatto così come è per essere di castigo a un qualche peccato di una creatura spirituale, nel caso che molti spiriti avessero peccato allo stesso modo dovrebbero esservi nel mondo più soli per una corrispondente punizione.

E così di seguito.

Ma tutto ciò è inammissibile.

Scartata dunque tale opinione come erronea, dobbiamo ricordare che l'universo è formato dall'insieme delle creature come un tutto dalle sue parti.

Ma se noi vogliamo assegnare uno scopo a un tutto e alle sue parti, riscontriamo per prima cosa che le singole parti dicono ordine essenziale alla propria attività, come l'occhio al vedere.

Inoltre la parte meno nobile è ordinata a quella più nobile, come il senso all'intelligenza e il polmone al cuore.

Tutte le parti poi sono subordinate alla perfezione del tutto come la materia alla forma, non essendo le parti che una specie di materia di fronte al tutto.

E si aggiunga ancora che l'uomo, nella sua totalità, è orientato verso un fine estrinseco, che è il godimento di Dio.

- Così dunque, se consideriamo le parti dell'universo, vediamo che ogni creatura dice ordine alla propria attività e perfezione, e che gli esseri meno nobili sono subordinati a quelli più nobili: come le creature inferiori all'uomo sono per l'uomo.

Inoltre le singole creature servono alla perfezione dell'universo, il quale nel suo complesso e nelle singole parti è ordinato a Dio come a suo fine, in quanto risplende in esse una certa immagine della bontà divina, per la gloria di Dio.

Si noti però che le creature razionali hanno Dio come loro fine in una maniera speciale, al di sopra di quanto abbiamo detto, in quanto ché possono raggiungere Dio con la loro operazione propria, cioè conoscendolo e amandolo.

È dunque chiaro che la bontà divina è lo scopo di tutti gli esseri materiali.

Analisi delle obiezioni:

1. Per il fatto stesso che una creatura possiede l'essere porta l'immagine dell'essere divino e della sua bontà.

E così per il fatto che Dio ha creato tutte le cose affinché esistessero non si viene a escludere che le abbia create anche per la sua bontà.

2. Il fine prossimo non esclude quello ultimo.

Se quindi le creature materiali sono state fatte, in un certo senso, per quelle spirituali, non si esclude che siano state fatte anche per la bontà di Dio.

3. L'uguaglianza relativa alla giustizia ha luogo sul piano della retribuzione, poiché è giusto che a uguali meriti siano date uguali retribuzioni.

Ma ciò non ha valore se parliamo del primo ordinamento degli esseri.

Infatti il muratore non lede la giustizia quando colloca in parti diverse pietre dello stesso genere senza che ci sia in esse una qualche diversità antecedente: egli bada infatti alla perfezione di tutto l'edificio, cosa questa irrealizzabile se le pietre non vengono sistemate in posizioni diverse.

E così anche Dio, volendo realizzare la perfezione dell'universo, formò tante creature diverse e disuguali, secondo il piano della sua sapienza, senza commettere ingiustizia, pur non essendoci stata una diversità di meriti.

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