Summa Teologica - I |
In 2 Sent., d. 14, q. 1, a. 4; In Ioan., c. 6, lect. 4; In 2 Cor., c. 12, lect. 1
Pare che esista un cielo solo.
1. Il cielo viene contraddistinto dalla terra con le parole: « In principio Dio creò il cielo e la terra ».
Ma la terra è una sola.
Quindi anche il cielo.
2. Ciò che è formato da tutta la sua materia è unico.
Ma tale è il cielo, come prova il Filosofo [ De caelo 1,9 ].
Quindi il cielo è unico.
3. Se si attribuisce un predicato a più soggetti in senso univoco, lo si fa a motivo di un aspetto che è ad essi comune.
Ma se vi sono più cieli, la parola cielo viene usata per essi in senso univoco: poiché il senso equivoco non permetterebbe di parlare di più cieli.
Se quindi si parla di più cieli dovremo trovare un aspetto comune che permetta di chiamarli cieli.
Ma nessuno può trovare questo aspetto comune.
Non si può dunque affermare che esistano più cieli.
Sta scritto nei Salmi [ Sal 148,4 ]: « Lodatelo, cieli dei cieli ».
Sulla nostra questione pare che vi sia una certa divergenza tra S. Basilio e il Crisostomo.
Il Crisostomo [ In Gen. hom. 4 ] dice che esiste un solo cielo, e che il plurale « cieli dei cieli » dipende dall'indole della lingua ebraica, in cui si usa mettere sempre al plurale la parola cielo, come succede anche nel latino per molti termini che mancano del singolare.
S. Basilio [ In Hexaem. hom. 3 ] invece, seguìto dal Damasceno [ De fide orth. 2,6 ], preferisce la pluralità dei cieli.
- La divergenza però sta più nelle parole che nella sostanza.
Infatti il Crisostomo chiama cielo unico l'insieme di quei corpi che sovrastano la terra e l'acqua: anche gli uccelli, p. es., che volano nell'aria, sono chiamati per questo « uccelli del cielo ».
Ma siccome nell'insieme di questi corpi vi sono molte distinzioni, per questo S. Basilio pose una pluralità di cieli.
Per comprendere dunque queste distinzioni si deve considerare che la parola cielo ha nella Scrittura tre significati.
A volte è usata in senso proprio e fisico.
E così è chiamato cielo un certo corpo, posto in luogo altissimo, luminoso in atto o in potenza, e incorruttibile per natura.
E in questo senso si parla di tre cieli.
Il primo, totalmente luminoso, viene chiamato empireo.
Il secondo, totalmente trasparente, è detto cielo acqueo o cristallino.
Il terzo, che è in parte trasparente e in parte luminoso, è chiamato cielo sidereo, ed è diviso in otto sfere [ concentriche ], che sono la sfera delle stelle fisse e le sette sfere dei pianeti: e tutte insieme possono essere chiamate gli otto cieli.
Secondo, un corpo può essere denominato cielo perché partecipa di una proprietà dei corpi celesti, cioè della sublimità di posizione e della luminosità in atto o in potenza.
E così tutto lo spazio interposto tra le acque e l'orbita lunare, secondo il Damasceno [ l. cit. ], è un cielo unico, che egli chiama aereo.
Egli viene così ad ammettere tre cieli: l'aereo, il sidereo e un altro sopra di essi, al quale si riferirebbe l'Apostolo [ 2 Cor 12,2 ] quando dice che fu rapito « fino al terzo cielo ».
- Ma siccome questo cielo contiene due elementi, che sono il fuoco e l'aria, e in ambedue si parla di una zona superiore e di un'altra inferiore, Rabano Mauro divide tutto questo cielo in quattro zone.
Chiama cioè cielo igneo la zona suprema del fuoco; cielo olimpio quella inferiore, prendendo la denominazione dall'altezza di un monte, detto Olimpo; chiama poi cielo etereo la zona superiore dell'aria, a causa del suo fiammeggiare, mentre chiama cielo aereo quella inferiore.
E così, aggiungendo questi quattro cieli agli altri tre che stanno di sopra, ci sarebbero nell'universo sette cieli materiali, sempre nella sentenza di Rabano Mauro.
Terzo, la parola cielo può essere presa in senso metaforico.
Così la stessa santa Trinità è chiamata qualche volta cielo, per la sua spirituale sublimità e luce.
E questo è il cielo a cui, secondo alcuni interpreti, si riferiva il diavolo quando disse [ Is 14,13 ]: « Salirò al cielo », cioè fino alla parità con Dio.
Sono pure chiamati talvolta cieli i beni spirituali, nei quali consiste il premio dei Santi, a causa della loro elevatezza, come nelle parole [ Mt 5,12; Lc 6,23 ]: « Grande è la vostra ricompensa nei cieli »: e questa è la spiegazione di S. Agostino [ De serm. Dom. in monte 1,5.13 ].
- Altre volte infine sono chiamati tre cieli i tre generi di visione soprannaturale: la corporea, l'immaginaria e l'intellettuale.
E ad essi si riferisce S. Agostino [ De Gen. ad litt. 12, cc. 28,34 ] nello spiegare come S. Paolo fu rapito fino al terzo cielo.
1. La terra sta al cielo come il centro alla circonferenza.
Ora, si possono avere molte circonferenze intorno a un centro unico.
Quindi si possono dare molti cieli con una terra unica.
2. L'argomento vale se si concepisce il cielo come comportante la totalità delle creature materiali.
In tale senso infatti il cielo è uno solo.
3. Tutti i cieli hanno in comune la sublimità di posizione e una certa luminosità, come si è visto [ nel corpo ].
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