Summa Teologica - I-II

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Articolo 2 - Se il demonio possa indurre al peccato istigando interiormente

De Malo, q. 3, a. 4

Pare che il demonio non possa indurre al peccato istigando interiormente.

Infatti:

1. I moti interiori sono atti vitali.

Ora, un atto vitale può derivare soltanto da un principio intrinseco, anche se si tratta di una funzione dell'anima vegetativa, cioè dell'atto vitale infimo.

Quindi il demonio non può istigare l'uomo al male servendosi dei moti interiori.

2. Tutti i moti interiori, secondo l'ordine naturale, derivano dai sensi esterni.

Ma produrre qualcosa fuori dell'ordine naturale è solo di Dio, come si disse nella Prima Parte [ q. 110, a. 4 ].

Quindi il demonio non può produrre nulla nei moti interiori dell'uomo senza la presentazione di oggetti ai sensi esterni.

3. Gli atti interni dell'anima sono l'intendere e l'immaginare.

Ma in nessuno di essi il demonio è in grado di agire.

Egli infatti, come si è visto nella Prima Parte [ q. 111, a. 2, ad 2 ], non può imprimere le specie nell'intelletto umano.

E si dimostra che non può imprimerle neppure nella fantasia: poiché le forme fantastiche, in quanto più spirituali, sono superiori alle forme esistenti nella materia sensibile, che tuttavia il demonio non è in grado di imprimere, come fu dimostrato nella Prima Parte [ q. 110, a. 2 ].

Quindi il demonio non può indurre l'uomo a peccare servendosi dei moti interiori.

In contrario:

Stando a questa conclusione il demonio non potrebbe tentare l'uomo se non apparendogli sensibilmente.

Il che è falso.

Dimostrazione:

L'interno dell'uomo è costituito della parte intellettiva e di quella sensitiva.

Ora, l'intellettiva abbraccia l'intelletto e la volontà, e di quest'ultima si è già detto [ a. prec. ] in che modo il demonio la muova.

Invece l'intelletto è mosso essenzialmente da chi lo illumina nella conoscenza della verità: cosa che nell'uomo il demonio non cerca, intendendo piuttosto oscurare la sua ragione per ottenere il consenso al peccato.

Ora, questo oscuramento può derivare dalla fantasia e dall'appetito sensitivo.

Perciò tutta l'azione interiore del demonio riguarda la fantasia e l'appetito sensitivo, muovendo i quali egli può indurre al peccato.

Infatti egli può agire in modo da presentare all'immaginazione delle forme fantastiche; e può agire in modo da eccitare l'appetito sensitivo verso qualche passione.

Nella Prima Parte [ q. 110, a. 3 ] abbiamo infatti dimostrato che gli esseri corporei obbediscono a quelli spirituali quanto al moto locale.

Perciò il demonio, se non è tenuto a freno dalla virtù di Dio, è in grado di causare tutto ciò che può derivare dal moto locale dei corpi inferiori.

Ora, la rappresentazione di certi fantasmi nell'immaginativa talora dipende dal moto locale.

Scrive infatti il Filosofo [ De somno et vig. 3 ] che « quando l'animale dorme, con l'affluire del sangue verso il principio sensitivo affluiscono anche i moti », cioè le impressioni suscitate dagli oggetti sensibili che vengono conservate nelle immagini sensitive, « e muovono il principio conoscitivo », per cui sembra che il principio conoscitivo venga alterato in quel momento dalle realtà esterne.

E così tale moto locale degli spiriti e degli umori può essere procurato anche dai demoni, sia in chi dorme, sia in chi veglia: e di qui nasce che uno immagini determinate cose.

Parimenti, in forza di certi moti del cuore e degli spiriti, l'appetito sensitivo viene eccitato a determinate passioni.

Perciò il demonio può contribuire anche a questo.

E per il fatto che nell'appetito sensitivo sono eccitate certe passioni, avviene che uno percepisce maggiormente il moto o la tendenza sensibile che preme nella maniera suddetta sul principio conoscitivo: poiché, come dice il Filosofo [ ib. 2 ], « chi ama è mosso da ogni piccolo indizio a ripensare alla cosa amata ».

E dal fatto che la passione è eccitata deriva anche che viene giudicato degno di esecuzione quanto l'immaginazione presenta: poiché a chi è in preda a una passione sembra bene ciò a cui la passione inclina.

E in questo modo il demonio può indurre interiormente al peccato.

Analisi delle obiezioni:

1. Sebbene gli atti vitali derivino sempre da un principio intrinseco, tuttavia può contribuire ad essi anche qualche causa estrinseca: come anche agli atti dell'anima vegetativa contribuisce il calore esterno, facilitando la digestione.

2. Questa apparizione delle immagini fantastiche non è del tutto estranea all'ordine naturale.

E neppure avviene solo per un comando, bensì mediante un moto locale, come si è spiegato [ nel corpo ].

3. È così risolta anche la terza obiezioni: poiché queste forme sono inizialmente ricevute dai sensi.

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